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La mia terra promessa COD. ISBN 9788820055431
Non Fiction

La mia terra promessa

Ari Shavit

Pagine 480
Anno di uscita 2014
Prezzo € 18,90
Edizione
Sessantacinque anni dopo la sua fondazione, Israele deve ancora affrontare alcune questioni fondamentali riguardo alla sua esistenza e al suo futuro. Che cos'è Israele? Uno Stato anacronisticamente colonialista, che non è riuscito a integrare i cittadini arabi; una nazione ebraica minacciata dall'ostilità religiosa dei musulmani; un Paese moderno e democratico che vive in una condizione di guerra permanente. Israele è una realtà politica complessa e contraddittoria che si può tentare di spiegare solo ripercorrendo, senza visioni pregiudiziali, la sua storia. Ed è questo che fa Ari Shavit, seguendo l'epopea degli emigranti che, a partire dalla fine dell'Ottocento, si mossero da diverse parti dell'Europa verso la Terra Promessa. Nel suo lungo racconto, appassionante e rigoroso, si incontrano i pellegrini sionisti che nell'aprile del 1897 partono per la Giudea mossi dalla convinzione che solo nella madrepatria potranno ritrovare la loro identità e il loro Dio; il giovane agricoltore che nel 1920, piantando un aranceto, dà l'avvio al fiorente mercato degli agrumi; le famiglie palestinesi espulse dai loro villaggi nel 1948; i ferventi zeloti che negli anni Settanta danno vita al movimento dei coloni; i soldati del centro di detenzione di Gaza Beach, uno dei tanti sorti dopo l'intifada del 1987, che spianando i fucili contro i prigionieri palestinesi si chiedono se i campi di concentramento non funzionassero nello stesso modo. Viaggiando attraverso il Paese, raccogliendo interviste, documenti storici, testimonianze dirette, Shavit si immerge nelle vicende della sua patria e nella tragedia che mette in pericolo la sua stessa sopravvivenza, realizzando un affresco che unisce sapientemente la dimensione umana e quella storica.

Ari Shavit

Ari Shavit è nato nel 1957 a Rehovot in una famiglia che annovera fra i suoi antenati alcuni fondatori del sionismo. È giornalista, opinionista per la televisione pubblica israeliana e editorialista di Haaretz, il principale quotidiano israeliano di area liberale. Ventenne, dopo il servizio militare svolto nei territori occupati, è diventato un attivista del movimento pacifista. In seguito, sempre più consapevole dei limiti di questa posizione, ha cominciato, come commentatore politico, a sfidare i dogmi della destra e della sinistra diventando – in patria e negli Stati Uniti – una delle voci più autorevoli e libere sulla questione mediorientale e il conflitto israelo-palestinese. La mia terra promessa è stato insignito del Natan Book Award ed è stato inserito fra i 100 libri dell'anno del New York Times.

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