Hai lasciato indietro i sogni. Hai perso il tuo passato. Ma a volte ciò
che hai vissuto torna a riprenderti.
Forse non è vero che il tempo aiuta a dimenticare. Almeno non lo è per Mikael,
adolescente geniale e ribelle nella Venezia degli anni Cinquanta. Della
sua infanzia armena ricorda troppo poco, eppure immagini vivide e
insistenti turbano i suoi sogni e i suoi pensieri. Adottato da una
famiglia ricca e potente, la testa piena di letture e ideali, il cuore che
batte per Francesca – la ragazzina conosciuta nei suoi vagabondaggi per le
calli – Mikael sa che c’è un nodo irrisolto nel proprio passato. Col quale
prima o poi dovrà fare i conti. Quel nodo si chiama Gabriel. Il fratello
che Mikael non sa ancora di avere. Perché la notte in cui Mikael e Gabriel
sono nati, nella lontana Patrasso, in Grecia, è accaduto qualcosa e il
padre ha dovuto fare una scelta che lo tormenterà per il resto della sua
esistenza. Anche quando, anni dopo, il regime sovietico distruggerà la sua
vita e la sua famiglia.
Trent’anni più tardi, un soggiorno in Canada porta Mikael molto vicino a
scoprire tutte le dolorose e sconcertanti verità che si nascondono nel suo
passato. Grazie ad alcune fotografie trovate per caso, e a una donna
misteriosa che Mikael non conosce ancora ma che in realtà conosce da
sempre. Con lei si imbarca in un viaggio rivelatore, che lo condurrà fino
in Russia, e fin nel cuore della storia della sua famiglia perduta.
Dalle calli di Venezia alla Grecia dei primi del Novecento e alla Russia dei
gulag, Vasken Berberian ci racconta con sensibilità rara una trama sottile
di emozioni, ricordi e vite sospese, sullo sfondo incantato e struggente
del Mediterraneo e i mari glaciali della lontana Siberia. E, al tempo
stesso, ci regala una narrazione potente – grande come il cielo che guarda
indifferente le azioni degli uomini e i destini dei popoli – dipingendo un
secolo di Storia, e commuovendoci sin dalle prime, intensissime pagine.