Tutti siamo in cerca di qualcosa. Un amore, un nuovo inizio, un futuro. Angie, per esempio, è in cerca di risposte. Ha diciassette anni, ama la storia e le scienze (biologia, in particolare), la corsa, il formaggio alla piastra con i bordi bruciacchiati, il calcio, il caffè schiumato con il latte di soia, i dischi in vinile, la musica hip-hop sparata a palla nelle cuffie; ma tutto questo non le basta per dire chi è veramente. Vive sola con la madre nel New Mexico. Il padre non l'ha mai incontrato, ma sa di assomigliargli molto. E l'unica cosa che la madre riesce a raccontarle, senza affogare tra le lacrime, è che è morto prima che lei nascesse. Un giorno, però, in fondo a un cassetto nella camera di sua madre, Angie trova una fotografia che le fa pensare che finora tutta la sua vita possa essere stata una bugia. Così decide di partire alla volta di Los Angeles, con la speranza che cercare la verità sulle sue origini e sul padre possa aiutarla a capire meglio se stessa. Cosa ci sarà in fondo alla strada, Angie ancora non lo sa. Ma è determinata a scoprirlo. Dopo Noi siamo grandi come la vita, un successo internazionale pubblicato in 24 Paesi, che ha conquistato pubblico e critica, Ava Dellaira torna in libreria con un nuovo, atteso romanzo. Una profonda storia multi-generazionale sul rapporto, spesso complicato, tra madri e figlie, sull'amore e la perdita, sul tenere con sé e lasciar andare, che piacerà alle lettrici di ogni età.
Ava Dellaira
Ava Dellaira è nata a Los Angeles ma è cresciuta ad Albuquerque, in New Mexico. Dopo una laurea alla University of Chicago e un Master in scrittura creativa all'Iowa Writers' Worshop, è tornata a Los Angeles con il sogno di diventare una sceneggiatrice. Vive a Santa Monica, in un appartamento minuscolo ma in riva all'oceano. Noi siamo grandi come la vita è il suo primo romanzo, ispirato in parte alla madre e alla sua vita troppo breve. A lei è legato anche il primo ricordo che Ava ha della scrittura, quando alle elementari doveva completare la frase «Voglio bene alla mamma perché¿» e si è accorta della distanza che divide i nostri sentimenti dalle parole che abbiamo a disposizione, troppo spesso inadeguate per descrivere ciò che proviamo.
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