Intervista a Ivana DI Martino – Correre è la risposta
«Ogni impresa mi serve a trovare una me stessa più forte e a raggiungere obiettivi che sembravano impossibili.»
Ivana Di Martino, moglie, mamma di tre figli, corre da quando aveva 11 anni. Resistenza, impegno, sudore ma anche tanta energia e libertà mentale: ecco che cosa le regala la corsa. Poi Ivana scopre che il suo cuore ha dei problemi e deve essere operata. Dopo l’intervento ricomincia a correre, contro tutto e contro tutti, e dal 2013 decide di farlo a scopo benefico. Diventa famosa per le sue imprese impossibili e per la sua voglia di aiutare gli altri. Ivana Di Martino, 47 anni, un marito e tre figli, corre per se stessa e per gli altri.
Cominciamo con il chiederti quando hai cominciato a correre e come mai a un certo punto hai dovuto fermarti.
Ho iniziato a correre per seguire le orme di mio fratello Stefano. Le mie prime scarpette le ho indossate a 11 anni. Diventò subito una grande passione. Facevo tante gare, amavo tantissimo le campestri, il ricordo più acceso è il profumo dell’olio canforato che mia mamma mi spalmava sulle gambe, prima di iniziare. Mi piaceva la fatica, il sudore, i pianti e le gioie. La corsa mi ha accompagnato in tutti i momenti della mia vita: liceo, università, lavoro… sempre! Purtroppo nel 2010, a causa di un problema cardiaco e di un intervento, ho dovuto smettere per quasi due anni. Mi sentivo persa senza la corsa, ma poco alla volta, con l’aiuto dei medici, ho ricominciato. Correre mi fa sentire invincibile e riesce a spazzare via la tristezza e i dubbi.
Come hai superato questa fase della tua vita?
Nel 2012 avevo in braccio mia figlia Caterina, la più piccola, e ho pensato: l’anno prossimo girerò l’Italia correndo. E così è nato il mio primo progetto 21 volte donna: 21 mezze maratone in 21 giorni consecutivi. Dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, per dimostrare alle donne, insieme all’associazione Doppia Difesa, che con la loro forza possono arrivare lontano.
Nel 2014 ho corso Running for Kids, un progetto di 21 giorni in 21 città diverse, risalendo l’Italia da sud a nord. Lo scopo era di sostenere i minori immigrati in Italia, attraverso il progetto faro di Terres des Hommes. Sono partita da Catania con una maratona 42 km e ogni giorno sono scesa di due km per rappresentare simbolicamente la fatica del viaggio dei migranti. Nel 2015 ho corso Rexist Run con Dynamo Camp da Ventimiglia a Muggia, 700 km in 8 giorni. Correndo, come spesso mi è successo nei momenti difficili, ho ritrovato la luce in una fase molto dolorosa della mia vita. Nel 2016 ho portato a termine werun4kids: 909 km da Milano a Bruxelles per portare un messaggio speciale in commissione Europea, sostenendo Banco Alimentare. Nel 2017, ho compiuto WhiteUltraRun, una corsa no stop di 341 km con 8000 m di dislivello.
Come sono le tue giornate oggi?
La mia giornata tipo comincia con la sveglia alle 5 e il primo allenamento. Torno a casa verso le 6.30, in tempo per svegliare Cecilia, 16 anni, e prepararle la colazione. Poi sveglio Filippo, 14 anni. Doccia, faccio colazione anch’io, sveglia per Caterina, 10 anni.
Dopo aver accompagnato Caterina a scuola inizio le mie attività: Bosch con il progetto Allenarsi per il futuro, e Licoaching, la società di coaching fondata con Luca Borreca. In pausa pranzo il secondo allenamento, oppure esercizi, oppure nuoto. Dalle 14.30 alle 16.30 lavoro di nuovo, poi mi dedico completamente ai bambini.