Brevi riflessioni di fisica quantistica: Contaminazioni positive – (Fabio Fracas 44)
Contaminazioni positive sono quelle che generano le idee capaci di cambiare la nostra percezione del mondo. Persino la nostra rappresentazione della realtà. Pensare che tutto sia sempre immutabile e uguale a se stesso non è una strategia vincente, neanche dal punto di vista evoluzionistico. Eppure, a volte, succede che le nuove idee prima di potersi dimostrare corrette vengano aprioristicamente rifiutate perché sembrano contraddire tutto ciò in cui si credeva fino all’attimo prima.
La fisica quantistica, con le sue logiche controintuitive, ne è un ottimo esempio. Quelle caratteristiche che una volta erano considerate “impossibili”, adesso sono comunemente accettate. L’accogliere il cambio di paradigma imposto dalla rivoluzione quantistica ha permesso alla ricerca scientifica di ottenere risultati prima considerati inimmaginabili. Adesso, in questo stesso percorso di conoscenza, è giunto il momento di fare un ulteriore passo in avanti. Per affrontare le nuove sfide che la ricerca ci pone – tutte le sfide della modernità – è necessario che fisica, matematica, ingegneria, informatica ma anche chimica, biologia, medicina e tutte le altre scienze, collaborino fra loro in un’ottica di libertà di pensiero e di continua contaminazione reciproca. Un’ottica interdisciplinare volta all’unico fine della pura comprensione del mondo. Sia di quello microscopico che di quello macroscopico.
Solo una ricerca scientifica libera da pregiudizi e da preclusioni, e contemporaneamente solida e capace di far dialogare fra loro scienziati che operano in ambiti differenti, può tentare di avvicinarsi al grande mistero della natura. Perché, come disse Richard Phillips Feynman nel 1955 – nel famoso discorso “Il valore della scienza” – “[…] la visione del mondo che scaturisce dal lavoro scientifico ci ha portato a immaginare cose infinitamente più affascinanti delle fantasie dei poeti e dei sognatori del passato. Ciò dimostra che la fantasia della natura supera di gran lunga quella dell’uomo”.