Se la vita fosse un giardino, Rose non si concederebbe di fermarsi a respirare il profumo dei fiori; piuttosto, si affannerebbe a estirpare sterpi ed erbacce. Nei suoi trentasei anni, Rose si è sempre sacrificata per gli altri, dimenticandosi di se stessa e dei suoi sogni. Nel momento in cui perde il lavoro, suo padre viene a mancare e il figlio diciottenne se ne va di casa, si sente allora crollare il mondo intorno. Si considera inutile, non sa più reagire, proprio lei che è sempre stata una roccia per tutti.
Finché, ricevuta un'ambigua offerta come dama di compagnia, si ritrova dog-sitter di un viziatissimo volpino dall'agenda fittissima, tra passeggiate al parco, costose toelette e lunghe sessioni fotografiche per arricchire il profilo Instagram del cagnolino. La proprietaria è una ricca manager dispotica e troppo indaffarata che riversa su di lui il solo affetto di cui sia capace e trascura gelidamente la madre settantenne, Colette, sempre chiusa in casa. Mossa a pietà da quella signora fragile e stramba, Rose decide di dedicare a lei le sue cure. Non può immaginare quali verità si celino dietro l'esilio forzato tra quelle pareti dorate, né quante sorprese possa riservare Colette. L'arzilla vecchietta ha già capito, infatti, che chi ha davvero bisogno di aiuto è proprio Rose: è giunto il momento di ricordarle che la vita, nonostante le sue molte spine, è pur sempre una bellissima rosa.
La storia di Rose ci dimostra come anche nell'esistenza più semplice possano scoccare scintille di magia. È una storia di eroi quotidiani e di sentimenti autentici, in cui è possibile riconoscersi - come in tutti i romanzi di Aurélie Valognes: successi che hanno fatto di lei la regina della narrativa francese.