«Un infinito di passione può concentrarsi in un minuto, come una folla può raccogliersi in un piccolo spazio.» Emma Bovary, giovane ragazza di campagna, sposata con l'ufficiale sanitario Charles Bovary, è spinta dalla monotonia della vita matrimoniale e borghese alla ricerca di nuove avventure amorose che ne soddisfino le fantasie nutrite dalle letture dell'adolescenza. La smania per il lusso, il desiderio di essere parte dell'alta società la condurranno in un vortice di illusioni e delusioni, sogno e realtà, tra folli passioni e adulteri inconfessati, fino al tragico e triste epilogo. Una storia forse ispirata alla vicenda vera di Delphine Delamare, il cui suicidio finì sulla cronaca locale del tempo. Madame Bovary, alla sua pubblicazione a puntate sulla Revue de Paris, nel 1856, suscitò un vero e proprio scandalo, e Flaubert fu portato in tribunale per oltraggio alla morale.
Gustave Flaubert
Gustave Flaubert (Rouen 1821 - Croisset 1880), figlio di un medico, cominciò a scrivere giovanissimo. Nel 1844 avvertì i primi sintomi della malattia nervosa che lo afflisse per il resto della vita e che lo costrinse a lasciare gli studi e a ritirarsi a Croisset, sua dimora definitiva salvo i soggiorni invernali a Parigi e alcuni viaggi all'estero, in Medio Oriente, in Grecia e in Italia. Nel 1856 Madame Bovary cominciò a comparire a puntate sulla "Revue de Paris", diretta da Du Camp, e nel 1857 venne incriminata per oltraggio alla morale e alla religione: il processo si concluse con l'assoluzione dello scrittore, e il romanzo incontrò il favore del pubblico. Nel 1869 fu pubblicata L'educazione sentimentale, nel 1874 cominciò a scrivere Bouvard et Pécuchet, rimasto incompiuto. Nel 1875 fu coinvolto nel dissesto finanziario del marito della nipote, e fino alla morte fu afflitto da difficoltà economiche: vendette gran parte delle sue proprietà riducendosi a vivere degli scarsi proventi della sua attività di scrittore, accettando con riluttanza, negli ultimi anni, una modesta pensione governativa.