Herbert Kilpin è un giovane operaio di Nottingham che cresce tra l'odore di carne della macelleria del padre, dove vive la numerosa famiglia, e la fabbrica di pizzo in cui lavora. L'unico luogo dove trova sollievo ed evasione dalla povertà è il campo da calcio. Testardo e sfrontato, avrebbe tutte le carte in regola per diventare un grande giocatore, se solo fosse in grado di fare squadra e controllare le sue emozioni e i suoi vizi, come quello del bere.
Il giorno in cui l'enigmatico e sofisticato imprenditore italiano Edoardo Bosio arriva a Nottingham per rubare qualche segreto sulla lavorazione del pizzo e, perché no, qualche abile operaio da impiegare nella sua fabbrica di Torino, si presenta per Herbert l'occasione della vita. Bosio, che è uno dei primi giocatori di calcio italiani, nota subito le qualità del giovane, sia in fabbrica sia sul campo, e gli offre l'opportunità di andare con lui in Italia.
Ad aspettarlo oltremanica c'è un mondo nuovo, nel quale Kilpin dovrà fare i conti con il pregiudizio di classe, le ribellioni di operai scontenti, l'emarginazione dentro e fuori dal campo, ma in cui troverà i compagni con i quali coronare il sogno agognato: creare una squadra per il popolo.
E quella squadra farà la storia del calcio mondiale: l'AC Milan.
«Forse non abbiamo le giuste qualità. Diamine, forse non abbiamo nemmeno gli uomini giusti, ma avremo i colori giusti.»