I dirigenti pubblici incassano molto ma restituiscono poco. Con o senza «tetto» retributivo, restano i più pagati al mondo, e allo stipendio aggiungono un tragicomico premio di risultato. Erogato a tutti, capaci e meno capaci, e ottenuto purché si rispetti la routine, senza imporre indicatori che migliorino i servizi destinati ai cittadini. Alti burocrati dei ministeri e di Palazzo Chigi, del parastato, delle agenzie fiscali, delle regioni e degli enti locali: duecentomila dirigenti sulla carta, ma settantamila con compiti effettivi di guida. È possibile trasformare questa armata in un corpo amministrativo efficiente e responsabile? Corrado Giustiniani ha spulciato una babele di leggi, decreti e contratti, ha dato la caccia a dati ben protetti, ha confrontato privilegi e posizioni. Un viaggio nel presente, arricchito da tappe quasi esotiche: nel mondo degli ambasciatori e in quello dei giudici costituzionali, degli avvocati dello Stato e dei dipendenti del Parlamento. Un viaggio nel passato, lungo i nove anni impiegati nella macchinosa ricostruzione di un tetto retributivo che è risultato pieno di buchi fra le tegole. E ancora indietro sino alla metà degli anni Settanta, quando scoppiò sui giornali il bubbone della giungla retributiva, che indusse Sandro Pertini a dimettersi da presidente della Camera. Ma un viaggio anche nel futuro, oltre l'indignazione e la protesta, per mostrare le vie da battere perché la nuova burocrazia sia di stimolo e non di freno allo sviluppo.
Corrado Giustiniani
Corrado Giustiniani, giornalista e saggista, collabora con l'Espresso e Il Secolo XIX, dopo essere stato per più di venticinque anni inviato speciale del Messaggero. Su l'Espresso.it tiene un blog sull'immigrazione, tema al quale ha dedicato due libri pubblicati da Laterza. È presidente del Trevignano FilmFest.