Ci sono molte cose che Ettore Benussi, commissario quasi in pensione della squadra mobile di Trieste, proprio non sopporta: i tipi che chiudono le telefonate con «ciaociaociao» ripetuto all'infinito; gli edifici anni Sessanta che rovinano l'?urbanistica triestina; quella gran rompiscatole di sua figlia; la propria ingombrante pancia (motivo per cui ha appena cominciato, speranzoso, la dieta Dukan). E poi non tollera i casi complicati, e nemmeno quei due ragazzotti che lavorano con lui, gli idealisti e fin troppo zelanti ispettori Valerio Gargiulo, detto Napoli, ed Elettra Morin, tipici prodotti della mentalità sessantottina dei loro genitori.
È per questo che Benussi preferirebbe ritirarsi e scrivere, tra un sorso di grappa e l'altro, le vicende di un commissario che assomiglia a Montalbano. E invece no: sempre nuove gatte da pelare. Come il caso che tanto appassiona i suoi due sottoposti: la morte della vecchia Ursula Cohen, trovata senza vita nelle acque triestine. Per Benussi è chiaro, la signora è scivolata e annegata. Ma che ci faceva una novantenne a passeggio sulle Rive, in una notte di bora? E come mai - gli insinua il dubbio quell'isterica dell'ispettrice Morin - chiunque la conoscesse ne ricorda solo l'infinita cattiveria, e sembra avere ottimi motivi per rallegrarsi della sua morte? Tutti tranne la vecchia amica Renate Stein: la sola a sapere dell'orrendo segreto, antico di cinquant'anni, che Ursula Cohen si portava dentro?
Alla sua prima prova, Roberta De Falco ci stupisce per l'eleganza e la sicurezza della sua penna, regalandoci una storia immersa nell'?atmosfera della città più ingannevole d'Italia, Trieste;
un romanzo potente come quelli di Fred Vargas, spassoso e ironico come i gialli di Camilleri. E soprattutto, ci consegna un nuovo, indimenticabile personaggio, il burbero commissario Benussi. Alle cui avventure non potrete che appassionarvi.
Roberta De Falco
Roberta de Falco è lo pseudonimo di Roberta
Mazzoni, autrice e sceneggiatrice cinematografica.
Per Sperling & Kupfer ha pubblicato le
indagini di Ettore Benussi, commissario della
Mobile di Trieste: Nessuno è innocente, Bei
tempi per gente cattiva, Il tempo non cancella.