Il progetto B.LIVE

L’amore per un figlio è una delle cose più potenti che ci sia. La morte di un figlio è uno dei dolori più forti che ci sia. L’unione può essere distruttiva, ma può anche generare una forza e una potenza straordinarie. Per il bene e il futuro di altri. La morte di un figlio azzera tutto. Le cose apparentemente importanti diventano superflue. Le cose scontate diventano prioritarie. Si acquisisce una sorta di verginità di pensiero, si distilla ciò che serve per vivere (bene) da quello che serve per complicare la propria e altrui vita.

Fondazione Magica Cleme Onlus e il progetto B.LIVE di Fondazione Near Onlus nascono da molte esperienze di morte e quindi di potenza produttiva. La forza di coloro che rimangono e di coloro che li aiutano da sopra le nuvole. Una forza pura e pulita come quella dei ragazzi che sono motore di cose pure e pulite. Non contaminate ancora dalle «meraviglie» degli adulti: avidità, cecità, cinismo, disillusioni.

Il progetto B.LIVE nasce per questo motivo: dare voce e pensiero ai giovani, soprattutto quelli malati che, avendo parlato con la morte, guardano la vita dritta negli occhi con uno sguardo di totale speranza e fiducia. A questi ragazzi noi dobbiamo dare un futuro e un mondo migliore. Diverso da quello in cui viviamo e in cui corriamo senza una ragione e un senso che non sia solo illusorio.

I B.Livers lavorano con aziende (importanti), creativi e professionisti, organizzazioni non profit e scuole, portando un punto di vista diverso e competenze dati da esperienze di vita uniche e spesso irripetibili. Esperienze che cambiano le prospettive e le priorità. Esperienze che condividono con gli adulti, mettendosi al loro livello e chiarendogli cosa di utile ed essenziale c’è nella loro vita e nel loro fare, e cosa invece è una folle corsa verso quanto fa solo chiasso e nebbia. Sono degli strumenti del bene, perché parlano al cuore e non ai desideri della mente. Nel corso degli anni sono molte le iniziative a cui i ragazzi hanno lavorato: una collezione di moda con Gentucca Bini, una canzone (Nuvole d’ossigeno) insieme a Faso di Elio e le Storie Tese, una collezione di gioielli a forma di bullone, una linea di cosmetici naturali, la B.LIVE Natural Beauty con i Laboratoires Phyto Technique, una borsa con Coccinelle che diventa bestseller per due anni, e molti altri come il B.LIVE Techno Chic Parka, realizzato insieme a Weekend Max Mara nel 2016-17. Oltre a questi progetti che diventano veri e propri prodotti, i ragazzi vengono coinvolti in tantissime visite (Barilla, Poretti, Catellani & Smith, Fontanafredda, Venchi, Cameo, Acciaierie di Piombino, Mediaset, Ermenegildo Zegna, Cantine di Annibale Alziati eccetera), laboratori, vacanze e incontri che mostrano dall’interno i mestieri e la vita professionale.

Quindi ora il progetto vede l’impegno dei ragazzi anche nella seconda parte della loro vita, quando, superata la malattia o nei momenti in cui questa lo permette, lavorano insieme ad aziende, professionisti, creativi per imparare l’arte del fare e il mestiere della vita.

Ma ai ragazzi malati (una sessantina), nel tempo si sono aggiunti anche volontari adulti e altri ragazzi delle scuole e figli di amici, che insieme costituiscono il gruppo e il movimento dei B.Livers, coloro che credono in un futuro migliore. Una delle tantissime visite fatte all’interno di aziende è stata quella al Corriere della Sera, dove nacque, nel 2015, l’idea di fare un giornale proprio, Il Bullone, che non fosse autoreferenziale, ma che raccontasse quello che i B.Livers sono e vogliono dimostrare, cioè che con coraggio, passione e forte coesione si possono volgere in positivo anche le storie più difficili e drammatiche. Storie ordinarie e straordinarie che fungano da ispirazione per altri ragazzi, sani o malati, e che contaminino attraverso le emozioni e un punto di vista diverso e potente gli adulti e la società nella quale viviamo. Quindi basta con le lamentele, la commiserazione e l’attesa che sia qualcun altro a fare, e forza, insieme, si inizia ad agire!

Ora i B.Livers sono diventati una sorta di grande famiglia che si ritrova spessissimo a lavorare su vari progetti aziendali, alla redazione del Bullone (spesso itinerante, per lavorare insieme a ragazzi che hanno incontrato altri problemi…), a fare vacanze di lavoro e divertimento, portando sempre con sé una potente energia e un enorme entusiasmo, che li pone allo stesso livello degli adulti, aprendo a questi ultimi canali di riflessione sul vero senso della vita e del lavoro a cui si dedicano. All’interno di B.LIVE hanno un ruolo fondamentale amici e volontari che portano esperienze, rete, idee, professionalità, mettendole a disposizione del progetto e dei ragazzi. È una tipologia di volontariato un po’ diversa dall’idea tradizionale, le persone non sono altro da sé, ma possono portare se stesse come valore aggiunto, ricavando anche orgoglio e dando un senso ancora maggiore ai propri percorsi. 

Altro effetto positivo delle attività di B.LIVE e del Bullone è l’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro. Infatti, appartenendo a un gruppo forte e coeso, acquisiscono competenze e grandissima fiducia in se stessi, che consente loro di tirar fuori le passioni e i talenti. Ciò fa sì che in molti abbiano fatto stage e trovato un posto di lavoro in prestigiose organizzazioni (Mandarin Oriental Hotel, Virgin Radio, Roedl & Partner, Vivienne Westwood, Il Giornale.it eccetera). Alcuni sono direttamente impegnati all’interno della Fondazione Near Onlus, come l’art director del Bullone, portando competenze sempre più essenziali.

Anche alcune fondazioni come Fondazione Monzino, Fondazione Vodafone, Fondazione Corti e Fondazione Cariplo hanno dato fiducia e sostegno ai ragazzi e ai loro progetti.

Il libro è liberamente ispirato alla multiforme esperienza dei B.Livers: abbiamo tratto spunto da vicende realmente accadute (il nostro Bullone esiste eccome!), ma per esigenze narrative abbiamo dovuto a volte cambiare i tempi e l’ordine degli eventi. Lo stesso abbiamo fatto con le storie personali: sono tutte vere, vissute da ragazzi che sono o sono stati dei B.Livers. Però la nostra aspirazione era raccontare «storie universali», che racchiudessero le luci, le ombre, le difficoltà e la forza che la malattia porta sempre con sé. Per questo abbiamo preferito non usare i nostri veri nomi e attribuire le esperienze a personaggi, per sentirci liberi di raccontare qualcosa che andasse oltre il nostro caso personale.

I B.Livers sono un movimento che crede e lavora per costruire un mondo migliore; Il Bullone e questo libro ne sono la voce. Portano e raccontano esperienze diverse, danno punti di vista diversi, tirano fuori dalle persone il meglio che c’è in loro. Il lato bello e puro dell’essere umano. L’amore, gli affetti, il caldo al cuore, i sentimenti puliti, che spesso si nascondono e si eludono perché dobbiamo essere competitivi, performanti, «vincenti».

Ma alla fine vince davvero chi ha e genera amore, non chi ha e basta.

Bill Niada e tutti i B.Livers 

L’oroscopo dello scrittore – Aprile 2017

Lo scrittore dell’Ariete nella seconda parte del mese godrà ancora della preziosissima presenza di Mercurio. Quello sarà il tempo per scrivere, per inventare, per accendere in voi il gusto del racconto, della bellezza.

Lo scrittore del Toro brillerà intellettualmente solo fino al giorno 9, quando cioè Mercurio smetterà di comportarsi in modo chiaro e comprensibile per affrontare i suoi dubbi, le sue paure.            

Lo scrittore dei Gemelli sembra destinato a vivere un momento particolarmente incerto e vacillante nella parte centrale del mese, quando Mercurio non saprà mai troppo bene cosa suggerirvi.    

Lo scrittore del Cancro non sembra vivere il rapporto con la scrittura e la creatività in maniera del tutto facile o leggera. Meglio usare il mese per fare chiarezza, per rimettere in ordine le idee in vista di un maggio tonico.                   

Lo scrittore del Leone dovrebbe dedicarsi alla professione delle parole solo dopo il 20, quando cioè Mercurio tornerà a esservi amico, a alleggerire i pensieri e le ispirazioni. Tensioni in calo dopo il 21.                

Lo scrittore della Vergine butti giù idee e ispirazioni nella prima parte del mese senza però pretendere precisione e logica a ogni costo. Perché il cielo si comporterà in modo troppo dubbioso per funzionare veramente.     

Lo scrittore della Bilancia percepirà maggiormente il gusto per il racconto dal giorno 20 in poi, quando cioè Mercurio lo sfiderà a dire in modo sempre brillante, prezioso. Senza però fretta o impulsività.        

Lo scrittore dello Scorpione sia prudente nel modo che avrà di dire e di raccontare agli altri. Perché non sempre l’intesa sarà scontata, perché non tutti capiranno esattamente ciò che vorrete raccontare.                       

Lo scrittore del Sagittario per non commettere errori aspetti Mercurio che, dal giorno 20, vi sarà nuovamente amico e alleato. Perché sarà forte il rischio di non essere capiti o apprezzati dal vostro pubblico.     

Lo scrittore del Capricorno punti soprattutto alle prime tre settimane del mese per impegnarsi, per fare quello che serve. Poi, dal 21, meglio prendersi una pausa, una vacanza, un piccolo break.             

Lo scrittore dell’Acquario usi la prima parte del mese per mettere meglio a fuoco i suoi obiettivi, le sue priorità e le precedenze. Poi provi a raccontare sapendo che il suo linguaggio sarà davvero molto originale.          

Lo scrittore dei Pesci dovrà insistere sulla bellezza, sulla capacità di descrivere, di dipingere qualcosa di forte, di armonioso, che si possa quasi sognare. Meglio però farlo dopo il 15, quando le stelle vi daranno una mano.      

Intervista a Susanna Mancinotti

Notte fonda in via degli Angeli” è un giallo tutto al femminile (perché femmine sono le due protagoniste) di Susanna Mancinotti, scrittrice, sceneggiatrice e autrice per la Rai, con una grande grandissima passione per i cani.

L’abbiamo incontrata per farci raccontare qualcosa in più sul suo nuovo romanzo.

Sulla copertina del libro si legge: “Un giallo al femminile nella città eterna”. Cosa vuol dire “giallo al femminile”?

Un giallo al femminile è più che altro una promessa. Non ci troverai solo azione, ma anche sottile indagine psicologica, che unita a sensibilità e sentimento, ti guiderà tra le pagine fino al finale rivelatore.

Il personaggio principale del libro è, indubbiamente, Quin, un pastore tedesco femmina che aiuta Elisa nella vita e nel lavoro. Sono gli animali a salvare gli uomini da se stessi?

Un cane ti mostra il lato migliore di te. Perché non guarda le apparenze, non gli importa se sei ricco o povero, se sei bello o brutto, apprezza il fatto che ci sei, che esisti e che ti rapporti con lui.

Come è nata l’idea di questo romanzo?

Mi sono ispirata a un fatto di cronaca che mi aveva sorpreso, perché l’avevo trovato incredibile.

Roma è uno scenario perfetto per storie d’amore e non solo… perché?

Perché è una città misteriosa come, infondo, lo è l’amore.

Stephen King e J.J. Abrams – ‘Castle Rock’

STEPHEN KING E JJ ABRAMS DI NUOVO INSIEME PER CASTLE ROCK,

UNA SERIE ORIGINALE SCRITTA ESPRESSAMENTE PER HULU
Dopo il successo della miniserie 22/11/’63, Stephen King e il produttore esecutivo J.J. Abrams collaboreranno di nuovo, questa volta su una serie originale dal titolo Castle Rock.
Castle Rock sarà un progetto a lungo termine – con una prima stagione composta da 10 episodi – ambientato a Castle Rock, la città del Maine scaturita dalla fantasia di King che compare in alcuni dei romanzi e dei racconti più memorabili dell’autore, tra i quali Il corpo (Stand by me), Cujo, La zona morta, It, Cose preziose e molti altri. La serie è destinata a catturare ed esplorare i vari temi e le ossessioni che popolano il canone kinghiano e a ricordare alcuni dei suoi personaggi e luoghi più iconici e amati. Warner Brothers Television l’ha definita una saga epica tutta giocata tra luce e oscurità in un fazzoletto di terra tra i boschi del Maine.
Autori della serie sono Sam Shaw e Dustin Thompson (Manhattan). Come per 22/11/’63, anche in questo caso la serie vedrà la luce grazie alla collaborazione tra Bad Robot Productions (la casa di produzione di Abrams) e Warner Brothers.
Il cast non è ancora stato annunciato. L’inizio delle riprese è previsto per giugno 2017, probabilmente – ma non è ancora stata fissata una data definitiva – per una messa in onda nel 2018.

Jackie

Annunciato da tempo e preceduto da foto di scena che dicono tutto nel loro commovente silenzio, il 23 febbraio uscirà il biopic su Jacqueline Kennedy. Una donna che è stata tutto e che forse ha perso tutto, almeno una volta nella vita. Natalie Portman, fragile e potente al contempo, ne incarna la tragica figura proprio nel momento più terribile della sua vita: l’attentato di Dallas, il 22 novembre 1963, il giorno della morte di JFK. Lei indossava un tailleur rosa e teneva in mano un magnifico mazzo di rose rosse.
Quell’immagine terribile nella sua colorata vivacità, ci ha fatto venire in mente subito due libri molto belli che abbiamo pubblicato qualche anno fa, entrambi americani, che citano in copertina proprio il vestito rosa di Jackie, e abbiamo pensato di ricordarveli.
Il primo, lo avrete immaginato, è proprio 22/11/’63, forse uno dei romanzi più struggenti di Stephen King, uno di quei libri che trascendono i generi per raccontare invece le speranze di ogni essere umano. È la storia di Jake, un professore di letteratura del Maine, che scopre di poter viaggiare indietro nel tempo (per gli scettici: non bisogna crederci, basta lasciarselo raccontare). Forse di poter cambiare la Storia, perché è in grado di tornare a quel giorno di novembre, a quella città del Texas. Però c’è un però, e ve lo lasciamo gustare leggendo il romanzo, che è esso stesso un meraviglioso atto d’amore di King per gli anni Sessanta, in qualche modo una perduta età dell’innocenza.
Il secondo libro è meno imponente, ma ha un punto di vista piuttosto originale: è Il vestito rosa di Nicole Kelby. E il punto di vista è proprio quello del tailleur di Jackie, o meglio di una sartina della boutique di New York, dove rinascevano le creazioni europee, da Chanel a Dior; una giovanissima immigrata irlandese (come i Kennedy) che per un breve, straordinario periodo ha potuto sognare di essere come Jacqueline Bouvier. Ha potuto sognare l’ultimo sogno americano.

L’oroscopo dello scrittore MARZO 2017

Oroscopo dello scrittore.  MARZO

Lo scrittore dell’Ariete godrà della preziosissima presenza di Mercurio nella seconda parte del mese. In quel momento l’autore del primo segno dello zodiaco potrà infatti dare il meglio, il massimo. Bellezza da raccontare.            

Lo scrittore del Toro saprà mettere sulla carta (o sul video) idee e racconti di grande bellezza, ispirazione e fascino. Il tutto grazie a dettagli profondi e incomprensibili, a spunti che vi renderanno speciali.            

Lo scrittore dei Gemelli vivrà la prima parte del mese in modo molto doveristico, impegnato, per poi ritrovare la giusta e necessaria calma per creare con gusto e con intelligenza. A ogni cosa il suo momento.    

Lo scrittore del Cancro vivrà un rapporto migliore con le idee e la scrittura fino al giorno 13, quando cioè Mercurio smetterà improvvisamente di essere una fonte di ispirazione per diventare solo un piccolo problema.                  

Lo scrittore del Leone saprà coniugare perfettamente creatività e bellezza, sogno e poesia. Lo farà grazie alla solida amicizia di Venere e di Mercurio, veri alleati di stile linguistico e intellettuale.                

Lo scrittore della Vergine smetterà di pensare (e di descrivere) solo e soltanto quello che la circonda per ritrovare il gusto della riflessione, delle considerazioni ricche e interessanti. Quelle che solo la Vergine può compiere.     

Lo scrittore della Bilancia nella seconda parte del mese avrà una grandissima voglia di dire, di raccontare, di confrontarsi con situazioni e esperienze. Qualcosa che lo convincerà a produrre ancora di più.        

Lo scrittore dello Scorpione potrebbe decidere di prendersi una pausa di riflessione (piuttosto utile e sana) dopo una prima parte di mese in cui si sarà ancora divertito a inventare, a immaginare, a essere un visionario.                    

Lo scrittore del Sagittario troverà molto più divertente e stimolante lavorare nella seconda parte del mese, quando cioè Mercurio lo spingerà a dare il meglio, il massimo. Quando le stelle saranno piuttosto curiose.    

Lo scrittore del Capricorno grazie a Venere e a Mercurio – ora particolarmente intimi e introspettivi – sarà protagonista di profonde riflessioni che lo porteranno a rivedere concetti, lavori e anche posizioni.             

Lo scrittore dell’Acquario approfitti della prima metà del mese per mettersi in evidenza, per creare connessioni e occasioni che lo facciano dire, raccontare, dimostrare. Perché poi sarà un po’ meno semplice.         

Lo scrittore dei Pesci dal giorno 13 perderà la preziosissima presenza di Mercurio. Ecco perché fareste bene a concentrare ogni sforzo nella prima metà di marzo, rimandando gli impegni pratici che non necessitano di troppa immaginazione.      

Nicholas Sparks: in attesa del nuovo romanzo…

È decisamente tempo di festeggiare, se non altro per dimostrare al mondo che ci si può sempre ritagliare un momento di felicità. San Valentino cade proprio in un momento perfetto, quando l’inverno morde ancora con giornate fredde e umide e ci fa venire moltissima voglia di passare una serata piena di calore in buona compagnia. La compagnia di un innamorato con una cena romantica (vi consigliamo cocktail di gamberi e spumante, per dare un tocco rosa alla serata), seguita da un film, magari Le pagine della nostra vita. La compagnia delle amiche, con pop corn e kleenex a portata di mano per dare libero sfogo a tutto il nostro romanticismo con I passi dell’amore. Oppure la compagnia del nostro migliore amico, ben acciambellato sulle ginocchia a fare le fusa, una tavoletta di cioccolato e l’ultimo libro di Nicholas Sparks, che forse avete tenuto sul comodino finora senza aver avuto il tempo di leggerlo, Nei tuoi occhi.

Sparks è l’autore romantico per eccellenza, comunque, e tra libri e film c’è solo l’imbarazzo della scelta. In attesa del nuovo romanzo, in arrivo la prossima estate. Che naturalmente si intitolerà LA VITA IN DUE.

Mr. Mercedes di Stephen King diventa una serie tv

Mr Mercedes (di cui abbiamo parlato qui) l’hard boiled di Stephen King oltre ad assere il primo volume di una trilogia, sarà una serie tv in dieci puntate prodotta da Sonar Entertainment per la regia di Jack Bender (già conosciuto per Lost) e con sceneggiatore David E. Kelley, già sceneggiatore e produttore di serie culto come Boston Legal  

I protagonisti saranno Brendan Gleeson (nella parte del vecchio detective Hodges) e Harry Treadaway (nei panni del folle Brady). 

Ecco il resto de cast: Jharrel Jerome con il ruolo di Jerome RobinsonScott Lawrence sarà Pete il detective ancora in servizio, amico di Bill, Robert Stanton sarà Anthony “Tones” Frobisher, e Ann Cusack la sola e triste Olivia Trelawney.
Vedremo Mary-Louise Parker con il ruolo di Janey Patterson e Holland Taylor con quello di Ida Silver, Kelly Lynch (Deborah Hartsfield) e Justin Lupe (Holly Gibney).

  Riportiamo le parole di Kelley: “adattare alla tv una storia nata dalla penna di uno dei più acclamati scrittori al mondo è un’opportunità straordinaria… Mr. Mercedes è un grande romanzo che potrà essere trasposto sullo schermo in modo meraviglioso, se non combino pasticci”.

La serie, che era prevista per l’inizio del 2018 in US, potrebbe essere anticipata all’autunno 2017 (hanno iniziato le riprese in North Carolina)… Quindi in Italia?

  

Intervista a Walter Rolfo: niente è impossibile!

Incontrare Walter Rolfo è un’esperienza davvero interessante e costruttiva, perché parlando con lui del suo libro L’ARTE DI REALIZZARE L’IMPOSSIBILE, ci si rende conto degli errori che commettiamo quotidianamente (spesso, inconsapevolmente) e che pregiudicano la nostra felicià.

Gli abbiamo fatto alcune domande e le risposte sono esuarienti, molto! Buona lettura!

Partiamo dal titolo L’ARTE DI REALIZZARE L’IMPOSSIBILE: una vera sfida.  

Sì, una sfida importante perché la si combatte tutta la vita, per cambiare mentalità e punto di vista rispetto alle proprie abitudini. La vera sfida è imparare a eliminare la parola impossibile dalla nostra vita. Ogni volta che la pronunciamo, stiamo perdendo un’occasione. E noi ne abusiamo quotianamente, reputando impossibile fare piccole come grandi cose. Impossibile è una parola killer! La vera sfida, quella che – con questo libro – voglio aiutare tutte le persone a vincere, è moriscarsi la lingua (in senso metaforico!) ogni volta che si sta per pronunciare quella parola. Già solo eliminandola dal nostro vocabolario ci stiamo mettendo nelle condizioni di vincere.

Quando e come perdiamo fiducia nelle nostre capacità?

Affrontare le battaglie, affrontare le sconfitte, lottare per una vittoria, sono cose moto difficili alle quali noi, spesso, ci disabituamo e dalle quali cerchiamo di fuggire. Molte volte la paura di fallire è ancora più grande del desiderio della vittoria; la paura di non riuscire, di perdere supera la gioia di vincere. E quindi noi preferiamo ricorrere all’aggettivo “impossibile” piuttosto che provarci. La nostra coscienza, nel momento in cui definiamo “impossibile” qualcosa che ci sembra difficile, si tacita perché ritiene che non sia colpa nostra se non raggiungiamo l’obiettivo, attribuendo la responsabilità all’impossibilità dell’impresa. Automaticamente, quando definiamo impossibile qualcosa stiamo perdendo fiducia in noi stessi. Ecco perché toglierci gli alibi è l’unico modo per vincere, per avere più fiducia in noi stessi: avere coscienza di essere in grado di fare qualunque cosa ci dà la forza necessaria per realizzarla veramente.

Qual è il primo segreto per affrontare in maniera positiva e risolutiva i problemi di ogni giorno?

Il primo segreto è cambiare la definizione di “impossibile”: una cosa è impossibile oggi, con questi mezzi, in queste condizioni. Ma domani sarà diverso: se lavoro su me stesso, mi preparo, mi alleno, domani potrò farcela. Il grande segreto per affrontare e risolvere i problemi è prendere coscienza del fatto che sia possibile farlo.

Lei è anche un mago: davvero si può raddoppiare il tempo?

Sì, il tempo si può raddoppiare perché il tempo che abbiamo a disposizione è molto di più di quanto pensiamo: il vero problema è che lo utilizziamo male, sprecandolo, e alla fine è quasi come se avessimo un piacere perverso nel sentirci stressati piuttosto che prendere in mano la nostra vita e riorganizzarla secondo le nostre priorità. Bisogna avere il coraggio di cambiare, di liberarci degli impegni inutili per fare posto alle cose davvero importanti. In questo libro si impara proprio il segreto per fare apparire, magicamente, un’ora in più nelle nostre giornate, quella che io chiamo “l’ora delle coccole”: vale a dire l’ora per fare ciò che davvero amiamo. Nel libro spiego tecniche concrete per riappropriarsi del tempo, come, ad esempio, redigere una “scaletta” della giornata. E’ possibile raddoppiare il tempo solo se si impara a gestirlo: prendere coscienza di come lo utilizziamo è il segreto per moltiplicarlo, anche fino all’infinito.

Tina Anselmi: storia di una passione politica

“L’affaire Moro resta uno dei segreti meglio ‘custoditi’ d’Italia.” Anche di questo, con le parole di Tina Anselmi, nella sua autobiografia scritta con Anna Vinci, si discuterà a Roma il 23 gennaio alle ore 18,30.

Di seguito un breve passaggio del capitolo del libro, dedicato alla strage di Via Fani del 16 marzo 1978 che ci fanno capire la forza analitica della prima donna ministro in Italia, presidente della Commissione bicamerale inquirente sulla loggia massonica P2 di Licio Gelli. L’unica personalità a cui, in vita, nel giugno del 2016, fu dedicato un francobollo.

“Il 16 marzo del 1978 la scena politica fu macchiata dal sangue dell’uccisione della scorta dell’onorevole Aldo Moro, dal suo rapimento.

Il rapimento del leader della DC, l’uccisione dei cinque uomini della sua scorta – Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi –, e poi i lunghissimi giorni di prigionia e il suo assassinio furono la più grande tragedia politica che potesse abbattersi sull’Italia.

In quei mesi, non dobbiamo mai dimenticarlo, dobbiamo ricordarlo ai giovani, si apriva davanti a noi una grande stagione politica, e Moro ne era protagonista insieme ai capi di altri partiti, che gli riconoscevano la statura umana, culturale e politica. Purtroppo il suo venir meno ci dice quanto la sua figura fosse importante: è stato ucciso perché non si voleva che egli in­ fluisse sul futuro politico dell’Italia.

Quell’assassinio avrebbe dovuto mettere subito in guardia – ma così non fu – i democratici cristiani, e non solo noi. In quella tragica partita la posta in palio era la democrazia del nostro paese, il destino di chi la sostiene, di chi la promuove. Se addirittura si arriva all’assassinio politico, vuol dire che la controparte è spietata, e userà con spietatezza il suo potere”.

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