L’Ultima discesa – il film

L’ULTIMA DISCESA

(6 Below – Miracle on the mountain) AL CINEMA DALL’ 8 FEBBRAIO 2018

Con Josh Hartnett, Mira Sorvino Sarah Dumont

L’ultima discesa è una storia vera, coinvolgente e mozzafiato, basata sull’esperienza estrema vissuta dal campione olimpico di hockey su ghiaccio Eric LeMarque, poi raccontata nell’omonima biografia pubblicata in Italia da Sperling & Kupfer.

Una desolazione selvaggia, una tormenta di neve e condizioni ai limiti della sopravvivenza, fanno da sfondo allo straziante tentativo di Eric di sfuggire alla morte nella remota e gelata zona dell’High Sierra in California, dopo essere stato sorpreso da una tormenta di neve mentre faceva snowboard fuori pista.

Il campione non solo dovrà vincere la sfida contro una natura tanto affascinante quanto implacabile, ma dovrà sostenere una prova ancora più grande, venire a patti con il suo passato e le scelte autodistruttive che lo hanno portato a rimanere bloccato, per otto giorni, nella tundra ghiacciata.    

Il film, diretto da Scott Waugh (Need for Speed, Act of Valor) che ha lavorato con estrema cura affinché il film fosse il più realistico possibile, è stato realizzato con il nuovo formato panoramico Escape che dà vita a un’esperienza in grado di far immergere totalmente lo spettatore nella storia.

Nel cast troviamo Josh Hartnett (Penny Dreadful, Slevin – Patto criminale, Black Dahlia), la vincitrice dell’Oscar Mira Sorvino (La dea dell’amore) e Sarah Dumont (The Royals, Manuale scout per l’apocalisse zombie, Don Jon).

L’ultima discesa mostra la rinascita di un uomo, un campione, costretto a una continua lotta per la sopravvivenza per imparare a vivere non solo per se stesso.

L’oroscopo dello scrittore – febbraio 2018

Oroscopo dello scrittore – febbraio
Lo scrittore dell’Ariete sfrutti assolutamente i primi giorni del nuovo mese per creare, inventare e descrivere. Perché poi le stelle della mente potrebbero nascondersi rendendo un po’ meno facile o spontaneo il
lavoro.
Lo scrittore del Toro eviti accuratamente di creare nei primi dieci giorni di febbraio, quando cioè Mercurio sarebbe troppo debole (e troppo antipatico) per darvi una mano. Ottimo invece il lavoro dal 15 al 21.
Lo scrittore dei Gemelli si impegni e produca soprattutto fino al giorno 10, per poi concentrarsi invece sulle idee, sulle prospettive, sulle opere e sui progetti da mettere subito in cantiere. Decisioni a metà mese.
Lo scrittore del Cancro brillerà per la sua capacità di immaginare cose che appartengono al futuro, a una dimensione superiore, migliore. Un intuito che vi accompagnerà nella prima parte di febbraio. Poi tutto sarà
normale.
Lo scrittore del Leone per buona parte del mese sarà spinto a raccontare, a esprimere e comunicare. Per questo creare sarà un esercizio fluido e spontaneo, ma dovrà fare molta attenzione a non trascurare i dettagli più
importanti.
Lo scrittore della Vergine avvertirà un crescente bisogno di raccontare le cose migliori, quelle che riscaldano il cuore e le intenzioni, quelle che rendono più belli anche i pensieri. Relax a fine mese, siete a rischio stanchezza.
Lo scrittore della Bilancia si diverta a raccontare nella prima parte del mese, perché poi tutto diventerà meno simpatico o originale. Negli ultimi giorni di febbraio concentratevi sulle questioni pratiche, burocratiche.
Lo scrittore dello Scorpione avrà bisogno di sognare e di fare le cose alla grande insieme a Giove. Quando? Sicuramente dal 10 in poi, quando cioè Mercurio diventerà un alleato curioso e simpatico. Provate a divertirvi.
Lo scrittore del Sagittario è mosso da Marte, incitato dal pianeta rosso a darsi da fare, a creare. Ma non sempre sarà un buon momento per farlo. Quando mettersi al lavoro? Tra il 15 e il 21, perché quello sarà il tempo
migliore.
Lo scrittore del Capricorno gode sia della solidità di Saturno che dello stile amabile di Venere. Per questo la seconda parte del mese potrebbe essere un tempo fortunato, un’energia capace di suggerire le idee migliori.
Lo scrittore dell’Acquario potrà contare sull’aiuto di Mercurio solo fino al giorno 10. Dopodiché la sua partenza abbasserà fatalmente il tono dei pensieri e delle parole. Idee e iniziative saranno però premiate dalla Luna
del giorno 15.
Lo scrittore dei Pesci accoglierà con vero entusiasmo l’arrivo di Mercurio il giorno 10. Perché in quel momento sarà possibile conciliare idee e incanto grazie alla presenza di una fortissima Venere. La scrittura migliore
ora vi appartiene.

The Royals – dove eravamo rimasti

Facciamo il punto? Su cosa? Sulla famiglia più glam, bella e dannata di sempre: i Royal, ovviamente!

Nei primi tre libri Paper Princess, Paper Heir e Paper Palace abbiamo conosciuto la famiglia Royal, composta da cinque figli bellissimi (Gideon, Reed, Easton e i gemelli Sebastian e Sawyer) e un padre molto affascinante, ed Ella Harper, una ragazza sola ma non sprovveduta. Un solo Royal ha catturato il cuore di Ella, e c’è mancato poco che lo spezzasse…

Perché i fratelli Royal sono belli quanto complicati e tutto ciò che toccano, in qualche modo lo rovinano. O almeno questa sembra la loro maledizione… 

Insomma, non vogliamo raccontarvi troppo di quanto è successo e neanche di quanto succederà, ma vogliamo chiarire gli appuntamenti che ci aspettano:

fino al 29 gennaio in esclusiva su iBooks e dal 30 gennaio su tutti gli store online, solo in ebook la novella PAPER CROWN: si colloca a livello temporale tra il terzo libro (Paper Palace) e il quarto (Paper Heir) e racconta la storia tra Gideon e la sua Savannah. Una storia travagliata, bella e appassionante.

Kindle >>https://www.amazon.it/dp/B079FJ5S7P/
Kobo >>https://www.kobo.com/it/it/ebook/paper-crown
iBooks >>https://itunes.apple.com/it/book/paper-crown/id1334201391?mt=11

dal 30 gennaio in tutte le librerie, su tutti gli store online e e in formato ebook: PAPER HEIR, il quarto romanzo della serie The Royals. La storia della famiglia continua ma questa volta il protagonista è Easton, bravissimo a cacciarsi nei guai e un po’ meno nel gestire i rapporti con una ragazza che lo ha stregato…

Che succederà?

Diversi modelli, un’unica realtà

Diversi modelli, un’unica realtà

Ci sono molti esempi di come la storia delle scoperte scientifiche risulti essere scritta un po’ alla volta e da più mani diverse.

Nel caso del modello atomico questo è particolarmente vero, dato che dopo i contributi di Joseph John Thomson – il modello atomico a panettone, del 1904 –; di Ernest Rutherford – con la scoperta del nucleo, nel 1911 –; di Niels Bohr, che nel 1913 propose il modello quantistico, dovettero passare ancora sei anni prima che lo stesso Rutherford riuscisse a identificare i protoni e altri diciannove anni prima dell’individuazione dei neutroni, nel 1932, da parte di Sir James Chadwick. Un lasso di tempo enorme durante il quale vennero sviluppati molteplici e differenti approcci sia alla nascente Teoria Atomica sia alla già consolidata, anche se in modo disorganico, Teoria Quantistica.

Alle formulazioni della teoria atomica e alle sue implicazioni, che vanno dalla Fisica Quantistica alla Teoria Particellare per arrivare al Modello Standard di tutte le particelle subatomiche, è dedicato il secondo capitolo de “Il mondo secondo la Fisica Quantistica”. Un viaggio appassionante sia nel tempo sia nelle logiche stesse dell’approccio scientifico. Un viaggio che ripercorre anche i rapporti professionali e umani che coinvolsero quegli stessi scienziati e ricercatori che con mezzi a volte limitati ma con un’immensa capacità di vedere “oltre” seppero gettare le basi per una nuova, rivoluzionaria, visione della realtà.

Fabio Fracas

Il giorno in cui ho imparato a volermi bene – BLOGTOUR

“Il problema più grave dell’esistenza è imparare a vivere.”

IL GIORNO IN CUI HO IMPARATO A VOLERMI BENE, di Serge Marquis, ci ha colpito molto: non solo per la storia (una madre che riscopre il valore della vita attraverso il suo strano bambino), ma soprattutto per i personaggi che la popolano. 
Ognuno di essi ha qualcosa da raccontare e da trasmettere a chi gli sta accanto, a chi legge, a chi si ferma un attimo per riflettere e vivere il suo presente.
Abbiamo pensato a un #blogtour e ciascuna tappa è dedicata a chi è dato qualcosa a qualcuno, senza perdere nulla, ma – anzi – diventando ancora più ricco…

Prima Tappa: si parla di Maryse, la mamma di Charlot, sempre indaffarata e schiava del suo ego, su http://www.readingattiffanys.it/2018/01/blogtour-il-giorno-in-cui-ho-imparato.html

Seconda Tappa: si parla di Charlot, un bambino davvero speciale  http://romance-e-non-solo.blogspot.it/2018/01/blogtour-il-giorno-in-cui-ho-imparato.html?m=1

Terza Tappa: si parla di Alex http://www.lucreziascali.it/recensione-e-blogtour-il-giorno-in-cui-ho-imparato-a-volermi-bene-di-serge-marquis/

Philippa Gregory, intrighi e royal wedding

Nelle ultime due settimane siamo rimasti anche noi incollati allo schermo, come milioni di italiani, a sentir parlare di Meraviglie. La trasmissione di Alberto Angela è un fantastico viaggio nella bellezza e nella Storia, che inizia con Leonardo e con il Quattrocento. Bei tempi, si direbbe. Ma mentre le arti fiorivano un po’ in tutta Europa, i giochi di potere facevano cadere teste coronate. Se in Italia imperversavano i Borgia, in Inghilterra Enrico VIII si comportava come un vero e proprio serial killer, facendo uccidere (lui non si sporcava le mani) mogli, amanti, principi ereditari che potevano fargli concorrenza e persino anziane signore destinate a diventare sante.

Stiamo parlando della povera Margaret Pole, la protagonista dell’ultimo romanzo di Philippa GregoryLa maledizione del Re – un personaggio veramente notevole che la nostra Gregory racconta in modo particolarmente affascinante perché, come ha confessato in un’intervista, è una delle sue plantagenete preferite.

Gli intrighi, nella vita di Margaret, non mancano davvero: due matrimoni, alti e bassi nei favori del re, membri della famiglia costretti all’esilio o reclusi nella Torre di Londra, amiche – come Caterina d’Aragona – alle quali sarà fedele, anche a costo di finire malissimo.

La Storia come la racconta Philippa Gregory, insomma: attraverso un personaggio in carne e ossa e un ambiente che sembra di rivedere sullo schermo televisivo.

Ma non solo…

È l’anno del royal wedding. Anche il principe Harry ha capitolato e si è fidanzato, con Meghan Markle. Che da qualche mese a questa parte si esercita a fare la principessa non solo nei modi ma anche nella moda: cappellini regali, gonne sotto il ginocchio e quel magnifico anello di fidanzamento. Aspettiamo di vedere il suo abito da sposa, e intanto rileggiamo le storie di altre principesse, quelle che racconta Philippa Gregory, e immaginiamo altri abiti di fidanzamento, come quello della principessa Maria descritto ne La maledizione del re:

La principessa Maria prova la parte che avrà nel grande masque organizzato per celebrare il suo fidanzamento. L’accompagno nel guardaroba dove le stanno sistemando l’abito, un vestito estremamente costoso con il corpino incastonato di perle e rubini, il bianco e rosso della rosa Tudor, i gambi di smeraldi e i diamanti gialli al centro del fiore. Barcolla sotto il peso della mise, ma quando si raddrizza, è la principessa più affascinante mai vista al mondo. È sempre minuta ed esile, ma è in salute come dimostrano la pelle arrossata e i folti capelli ramati e, così abbigliata, sembra un’icona in una teca preziosa.

«A dire il vero dovremmo provare questo vestito nella camera del tesoro», le dico e vedo il suo viso illuminarsi di gioia.

«Ci sono più gioielli che tessuto», concorda. «Ma guardate le maniche!»

Infila la sopravveste dorata con maniche all’ultima moda, tanto lunghe che paiono arrivare fino a terra. Le raccolgono i capelli in una ghirlanda di fiori e racchiudono fiori e capelli in una retina argentata.

«Come sto?» mi domanda, ben sapendo che la risposta è: «Benissimo».

«Sembrate una principessa d’Inghilterra e una regina di Francia. Siete bella come vostra madre quando era appena arrivata in Inghilterra, ma il vostro abito è ancora più sfarzoso. Siete stupenda, mia cara. Tutti guarderanno solo voi.»

Lei mi fa una riverenza. «Ah, merci, ma bonne mère.»

Insomma, appena si parla di castelli, fruscii di pesanti broccati e royal wedding, la Gregory non può che venirci in mente!

Luce: questa sconosciuta

Che cos’è realmente la luce? È costituita da un insieme di onde elettromagnetiche che si propagano nello spazio oppure è una successione, un flusso, di elementi discreti – i quanti – chiamati “fotoni”? Può sembrare difficile da accettare eppure è, contemporaneamente, entrambe le cose: una caratteristica conosciuta con il nome di “dualità onda/corpuscolo”.

Ma non solo. Sulla base del Principio di Complementarietà – enunciato da Niels Bohr nel 1927 – questi due aspetti non possono mai essere rilevati contemporaneamente. O almeno, nessuno era mai riuscito a farlo prima del 2015! Nel primo capitolo de “Il mondo secondo la Fisica Quantistica”, questa affascinante conquista viene raccontata attraverso l’esperienza dell’équipe di ricercatori coordinata dal fisico italiano Fabrizio Carbone che – presso i laboratori dell’EPFL, l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne in Svizzera – proprio nel 2015 è riuscita finalmente a catturare una immagine della doppia natura, in contemporanea, della luce. E senza violare alcun principio fisico!

Fabrizio Carbone spiega così come sia stato possibile ottenere questo importante risultato. «Dal punto di vista teorico, ciò che abbiamo fatto non è stato aggiungere un qualcosa di nuovo alla comprensione del fenomeno. Osservare due variabili non complementari e ottenere quantizzazione e interferenza non introduce alcuna nuova informazione sulla luce. Però, visivamente, procura una fotografia del suo comportamento che fino a oggi, semplicemente, non esisteva. In un certo senso si può dire che si sapeva che avrebbe dovuto essere cosi, ma non ce n’era la prova!” Adesso che la prova c’è, la luce – inseparabile compagna della nostra vita – conserva comunque ancora molti segreti da svelare!

Fabio Fracas

IL CREATORE DI PENNYWISE E IL SUO 2017 DA PAURA – estratto

[Estratto da] IL CREATORE DI PENNYWISE E IL SUO 2017 DA PAURA

Entertainment Weekly, 22 dicembre 2017 (qui il link all’intervista)

Stephen King Rules.

EW ha incontrato lo zio Steve per parlare di un anno eccezionale e di quello che verrà.

Lei è sempre stato un autore prolifico, ma il 2017 mi sembra un anno particolarmente intenso.

Sì, è stato molto diverso dal solito e credo di dovere molto agli adattamenti cinematografici e televisivi. Per qualcuno saranno stati troppi, ma è solo una coincidenza. È capitato, e io sono contento così.

Entrambi i suoi libri usciti quest’anno sono frutto di una collaborazione. In passato era successo solo poche volte, adesso si diverte di più a “giocare” con un compagno in campo?

Non sono collaborativo di natura, ma sono in grado di fare il gioco di squadra. Non sono un cattivo soggetto, e se poi tuo figlio arriva con una grande idea non c’è granché da pensare. Non vedevo l’ora di cominciare a scrivere Sleeping Beauties perché lo spunto era veramente stimolante.

Com’è nato La scatola dei bottoni di Gwendy, che ha scritto con Richard Chizmar?

Gwendy è stato una vera sorpresa. Avevo cominciato a scriverlo, ma mi ero fermato perché non sapevo bene dove andare a parare. Poi Rich mi scrive un’e-mail proponendomi una collaborazione, così, in generale, e io gli rispondo mandandogli il mio incipit e chiedendogli di portarlo a termine.

Ha funzionato.

È stato pubblicato. Ha avuto un discreto successo e Book List l’ha inserito nell’elenco dei miglior romanzi young adult del 2017. E in un certo senso mi ha riportato a Castle Rock. Non ci pensavo da molto tempo e credo che Rich conosca la città meglio di me ormai, per questo me l’ha fatta amare di nuovo. Adesso ho scritto un altro libro dal titolo Elevation, sempre ambientato a Castle Rock, una sorta di seguito di Gwendy. A volte basta seminare e aggiungere un po’ di fertilizzante per far spuntare qualcosa di nuovo.

J.J. Abrams e Sam Shaw usano proprio Castle Rock come sfondo per la loro nuova serie TV di Hulu ispirata alle sue storie.

Ne so quanto lei: nulla. Spero solo che venga una bella cosa. Tipico di J.J. Non è trapelata nessuna notizia, da nessuna parte.

Possiamo dire senza rischio di smentita che il nuovo It – e Pennywise – ha colpito il pubblico. Anche più di quanto sperasse il regista Andy Muschietti.

Ho capito che sarebbe stato un successo un anno fa, in Florida, quando ho visto la prima versione, ma credo che nessuno si aspettasse un tale successo planetario. Io no di certo, però ha fatto vendere moltissimi libri. Sa come si dice: marea che sale solleva tutte le barche.

Dopo l’apertura da record di It, i produttori stanno riprendendo progetti da tempo in gestazione, come Pet Sematary. Le sembra che ci sia un rinnovato interesse nel suo lavoro?

In realtà ho ceduto i diritti cinematografici di tutti i miei libri, praticamente. Tutto ciò che ho scritto è in corso di produzione o opzionato. Non lo dico per vantarmi, è la pura verità!

Anche i nuovi romanzi, per esempio Sleeping Beauties?

C’è stata un’asta molto agguerrita per i diritti di Sleeping Beauties, ma è stato prima dell’uscita di It. Poi la serie di Mr. Mercedes è stata rinnovata per una seconda stagione, ed è stato tutto merito suo.

Come si spiega il fenomeno It? Il libro non è mai sparito dalla circolazione. Perché è tornato così prepotentemente alla ribalta?

Credo che l’elemento scatenante sia la miniserie del 1990. Tutta una generazione di ragazzini tra gli 8 e i 14 anni sono morti di paura davanti a Tim Curry e l’arrivo del nuovo Pennywise ha dato loro l’occasione di rivivere quell’esperienza. Poi è circolato dappertutto, sulla stampa e altrove, una specie di virus sui viscidi clown. Insomma, le ragioni sono diverse, ma di base era il film giusto al momento giusto.

Ci sono anche molti nuovi progetti, come Stranger Things, che giocano con un tema a lei caro: bravi ragazzi che lottano contro un male indicibile. Anche questo ha contribuito ad accendere l’interesse del pubblico?

Penso che Stranger Things abbia contribuito, ma è una strada a doppio senso, perché Stranger Things mi ricorda molte delle cose che ho scritto. Ovviamente l’idea di una banda di ragazzini che combatte contro un terrore sovrannaturale è piaciuta alla gente, che finalmente può stare dalla parte dei buoni, cosa che non succede spesso negli horror.

Secondo me anche l’elemento Perdenti è importante, il fatto che ciascuno di questi bambini sia un emarginato. Quando ti senti impotente e spaventato ti ritrovi nella storia di un gruppo di diversi che uniti diventano più forti delle loro paure. È un po’ strano da dire, perché It è la storia di un clown assassino, ma questo è un film pieno di speranza.

Sì, anche secondo me.

Che cos’altro bolle in pentola? So che nel 2018 esce il suo nuovo romanzo, The Outsider, la storia di un uomo molto benvoluto in città, padre di  famiglia e allenatore della squadra dei pulcini, accusato di aver ucciso proprio un bambino.

Sì, è previsto a maggio. Sto proprio leggendo le bozze. Amo quel romanzo. Poi ho un altro libro finito che non ha ancora un titolo e uno che si chiama Elevation, però non so ancora come sarà pubblicato.

Ritorno a Riverton Manor di Kate Morton

La pausa natalizia (chiamarla vacanza sembra eccessivo, troppo breve e troppo fitta d’impegni, per quanto piacevoli) ha un grande vantaggio rispetto alle vacanze estive: viene molto più naturale infilarsi in un paesaggio mulinobianchizio, con camino, gatto e un bel libro da leggere. Tolto il ciocco scoppiettante e il felino spesso fonte di allergie, il piacere che vale per tutti è proprio la lettura.

Uno dei romanzi usciti negli ultimi mesi che potrebbe allietare anche i prossimi fine settimana invernali è Ritorno a Riverton Manor di Kate Morton. Era uscito dieci anni fa e l’abbiamo ripreso proprio a novembre dell’anno scorso perché è una delle storie più belle di questa autrice australiana. Per la nuova edizione, Kate ha scritto una nota nella quale racconta quali sono le sue fonti d’ispirazione, dai libri ai film alle serie TV. Per Kate l’ambientazione a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento – quando l’aristocrazia decade, le guerre diventano Grandi e le donne conquistano nuovi ruoli – è la più affascinante della Storia. E come darle torto? Anche noi, come lei, abbiamo letto e amato Daphne du Maurier (qualcuno si ricorda anche di Rebecca, il romanticissimo film in bianco e nero con Lawrence Olivier?), Francis Scott Fitzgerald (tutti i Grande Gatsby: le diverse traduzioni e i film con i bellissimi Redford e Di Caprio), abbiamo visto e rivisto Gosford Park di Altman (e di sicuro molti stanno ancora seguendo Downton Abbey) e ci siamo crogiolati in Possessione della Byatt (anche il film non è male, ma il libro!). Quanto piacciono anche a noi i segreti di famiglia, gli amori maledetti, i fantasmi più o meno immaginari, il passato misterioso che ritorna?

Siamo sicuri che anche voi abbiate una bibliovideoteca “gotico-romantica”, e mentre aspettiamo di aggiungerci il prossimo lavoro di Kate Morton, ci piacerebbe sentire quali sono i vostri titoli preferiti. Compreso Ritorno a Riverton Manor, ça va sans dire.

L’oroscopo dello scrittore – Gennaio 2018

Oroscopo dello scrittore – gennaio 2018

Lo scrittore dell’Ariete viva la prima metà del mese cercando e ricercando idee, spunti e ispirazioni, soprattutto lontane, esotiche. Poi, dal giorno 11, provi a rendere concreto tutto ciò che ha imparato.

Lo scrittore del Toro darà il meglio e il massimo non appena Mercurio, astro della scrittura creativa, diventerà un alleato del segno. Dunque tutti al lavoro dal giorno 11, prima di allora meglio stare in vacanza.

Lo scrittore dei Gemelli usi la prima metà di gennaio per convincere qualcuno delle sue idee, di un progetto. Poi, nell’ultima parte del mese, provi a concretizzare intenzioni e promesse per non renderle inutili.

Lo scrittore del Cancro si accenderà soprattutto a metà mese, quando cioè Mercurio lo obbligherà in qualche modo a mettersi alla prova, a mettersi in gioco. Quello sarà il tempo del racconto.

Lo scrittore del Leone il giorno 11 dovrà dire addio alla lunga (ma discussa) amicizia che lo ha legato a Mercurio per molte settimane. Dunque approfittate di lui per fare gli ultimi progetti prima che parta.

Lo scrittore della Vergine riaccenderà interessi e passioni dopo l’11 grazie a un Mercurio finalmente decente, finalmente capace di pensare e di produrre. Puntate su racconti e lavori ironici, spiritosi, divertenti.

Lo scrittore della Bilancia potrebbe smorzare il grande bisogno di dire e di raccontare che Mercurio ha tenuto acceso per varie settimane. È arrivato il momento di tacere per riflettere meglio e di più sul presente.

Lo scrittore dello Scorpione dovrà optare per uno stile meno concreto e scontato e assolutamente più brillante, più fantasioso, colorato. Fatelo per trovare un modo di comunicare che funzioni con i vostri lettori.

Lo scrittore del Sagittario finalmente dice addio a Mercurio che lo ha spesso confuso, fatto sbagliare, illuso. Ritrovate insomma una chiarezza rara e preziosa, un modo di lavorare che convincerà tutti.

Lo scrittore del Capricorno accoglierà l’arrivo di Mercurio (previsto per il giorno 11) con sincera curiosità, con la voglia di riscoprire pensieri e idee che aveva perso vi vista. Mettetevi al lavoro per sfruttare il momento.

Lo scrittore dell’Acquario potrà contare sull’aiuto degli astri solo sino al giorno 11, perché poi tutto farà silenzio. Ricordate che ora Saturno sconsiglia i racconti autobiografici, che parlino di vostre esperienze.

Lo scrittore dei Pesci non vive più il lavoro e la scrittura come un’ossessione bensì come un sincero piacere, come un modo per fare la pace con i desideri, le speranze. Accendete la mente e state a vedere.

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