Per Stephen King GOODREADS CHOICE AWARD 2016

Fine Turno ha vinto il Goodreads Choice Award come miglior Mystery del 2016, battendo i suoi concorrenti con largo margine.  Nato nel 2009, il Goodreads Choice Award è “l’unico premio letterario conferito dai lettori”.  I 650.000 utenti di Goodreads votano i loro libri preferiti dell’anno in 20 categorie separate.

Fine Turno è stato anche nominato New York Times Notable, dopo essere stato selezionato dai critici della The New York Times Book Review.   Un “notable” è un libro recensito nel corso dell’anno (a partire dal 6 dicembre 2015) che lo staff considera tra i migliori del periodo. Ogni anno sono recensiti più di 1.500 libri, quindi essere scelti è un vero privilegio.

CHE COSA DICE LA STAMPA DI FINE TURNO

 

Ha esordito al n.1 delle classifiche del New York Times e di USA Today

Recensioni:

“Una parola sulla capacità di resistenza del signor King: questo è il suo miglior libro dopo l’ambizioso The Dome, e appartiene a un nuovo, incisivo corso della sua produzione più realistica. A un certo punto, il fantasmagorico per lui è diventato meno centrale di quanto non siano le paurose prospettive evocate dal mondo reale. E usa la sua consueta e formidabile intimità con i lettori per raccontare il dolore con cui la vita può travolgerci.”

New York Times

 

“…quando (King) scrive qui del dolore, lo fa con straordinaria onestà. Il libro si apre con un Hodges che ha paura di andare dal dottore e scoprire perché gli fa tanto male l’addome. Poi attraversa quasi tutta la storia accompagnato da una diagnosi nefasta e da un dolore crescente, descritto visceralmente, che diventa uno dei più importanti elementi di suspense del romanzo. Le lancette dell’orologio avanzano per lui in una sfida che Brady pretende a tutti costi sia personale, mentre Hodges vuole portare a termine, avendo solo la forza della disperazione.”New York Times

“Fine turno è anche un ritorno di King ai suoi temi più classici, ma sono le indagini decisamente concrete di Bill e Holly che fanno brillare il romanzo. In ogni caso sono due personaggi che vorrei rivedere e posso solo sperare, come King ha lasciato intendere recentemente, che lui li faccia tornare.The Guardian

“Niente da aggiungere sulla suspense di Fine turno, che ha molti aspetti, complessi e cupamente avvincenti. Più intrigante è il cuore emozionale del romanzo, concentrato nel personaggio di Hodges. Fin dall’inizio, l’anziano detective scopre di avere un tumore pancreatico. Rifiuta le cure e non lo dice a nessuno, anche se la leale Holly capisce presto la verità. King manda Hodges, e il lettore, in una marcia mortale a caccia di Brady. Esausto e tormentato dai dolori, Hodges sa che questo è il suo ultimo caso. E che non può chiedere l’aiuto della polizia: chi crederebbe che un paziente paraplegico sia in grado di ‘possedere’ un altro essere umano?”Washington Post

 

“King ha già trattato in passato i temi di questo romanzo – il contatto con pericolosi poteri soprannaturali, l’effetto zombificante dei moderni prodotti elettronici – ma trova un approccio nuovo e modi inventivi per inserirli nella vita dei suoi accattivanti personaggi ricorrenti, dei quali il lettore condivide dolori e trionfi.”—Publishers Weekly (starred review)

 

“Una conclusione tesa e avvincente della trilogia di Bill Hodges… Verrebbe da pensare che uno scrittore come King, per anni autore di altissimo livello, alla fine esaurisca le idee. Invece ci presenta uno dei thriller più originali degli ultimi anni… Un pacchetto spettacolare, emozionante, incalzante che darà ben più di una soddisfazione ai lettori di King.”

Library Journal (starred review)

 

“King compie ancora una volta la sua magia narrativa, dipanando le fila del racconto allo stesso ritmo con cui il lettore volta le pagine. Non ci sono molte sorprese, in realtà, ma tutto risulta molto coinvolgente anche quando sembra inesorabile.

Quello che King offre ai lettori ha più cuore di quanto ce ne sia in molte sue storie. La relazione tra Hodges e Holly è autenticamente toccante. Lei è sempre stata un po’ autistica, ma si sente normale quando è con lui. Quando a Hodges è diagnosticato un cancro e la squadra cerca di capire come Brady sia tornato a uccidere, è di Holly che si preoccupa di più.

Se avete già letto gli altri due romanzi della trilogia, godetevi la conclusione. Se state cominciando ora, buon viaggio: sarà elettrizzante.”

Associated Press

“I romanzi della Mercedes hanno mostrato un nuovo lato di King, che ha tessuto fili noir e pulp in una trama moderna, dove si intrecciano la nostra dipendenza dalla tecnologia e gli effetti invalidanti della solitudine, delle ossessioni e dell’invecchiamento. In più, ha inventato nuovi iconici antagonisti, non diversi da Batman e Joker. Hodges e Brady vivono per tormentarsi l’un l’altro, eppure c’è qualcosa di molto riconoscibile in questi due personaggi. È una dicotomia giovane contro vecchio, tensione high-tech contro suspense vecchia scuola, tra un paio di uomini che nel profondo condividono le stesse radici.”—USA Today

Itinerari del mistero: Toscana settentrionale

Dopo aver scoperto le meraviglie nascoste di Venezia, del Giardino di Bomarzo, della Liguria e dell’incantevole città di Catania; dopo averci raccontato la storia di Halloween e Triora, Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu (autori del libro LUOGHI DI FORZA) ci portano a visitare i luoghi abbandonati della Toscana settentrionale.

Mirteto, Un luogo abbandonato in armonia con la natura

Questo borgo, ormai in stato di abbandono, sorge sulle pendici del Monte della Conserva sopra San Giuliano Terme. La struttura che colpisce subito è costituita dai resti della chiesa romanica di Santa Maria di Mirteto, di cui rimane, oltre alle mura, l’antico altare che conferisce all’intero complesso una parvenza di “tempio aperto” in sacra armonia con la natura circostante.

L’abbandono dell’edificio da parte dell’uomo non significa necessariamente che l’ambiente perda “importanza”, o che svanisca la sua natura religiosa, anzi, l’averlo in qualche modo “ridonato alla Terra” ha contribuito ad una naturale metamorfosi e, facendolo rimodellare dagli eventi naturali, acquisendo una diversa struttura, pregno di quella magia cristiana/pagana di cui solo un antico luogo abbandonato può esserne pregno.

Mai come oggi è corretto il nome che porta, “Mirteto”, il nome di un bosco, perché anche se i mirti quasi non esistono più, rimane questo antico borgo a ricordarci le origini dell’uomo e della natura stessa.

L’inespugnabile rocca della Verruca

Questo luogo era il centro di un complesso sistema di difesa costituito da rocche e torri che comunicavano tra loro con lenzuola, funi, stendardi e fiocchi, attraverso un codice segreto che solo in pochi conoscevano. Ad oggi la Rocca è purtroppo in stato di abbandono perché circondata e ricoperta dalla vegetazione che ne mina giorno dopo giorno l’antica solidità.

Il castello si chiama “della Verruca” per via del monte omonimo così denominato per la forma che ricorda proprio una verruca. La vegetazione che la circonda ha preso possesso anche di questo luogo trasmettendo quell’aspetto affascinante di “tempio sepolto nei boschi”.

In essa sono tuttora presenti diverse stanze sotterranee raggiungibili percorrendo alcuni scalini ed aperture nel terreno. Nei pressi del bastione Nord-Ovest è presente un’ampia stanza dove un tempo vi era un passaggio segreto che portava all’esterno del castello in caso di fuga d’emergenza. Secondo una leggenda questo stesso passaggio condurrebbe ad un sorprendente tunnel tramite il quale sarebbe possibile raggiungere Pisa. Inoltre pare che in questa galleria sia stato nascosto un tesoro di inestimabile valore.

Nessuno, per secoli, ha avuto mai notizie di quel tesoro. Ma diversi anni fa, a Montemagno si diceva che qualcuno, girovagando tra le rocce che affioravano sul costone che dalla Verruca scende fino a Nicosia, avesse trovato oggetti preziosi e alcune armature. Non si è mai saputo chi fosse stato il fortunato, riuscendo così a tenere nascosto anche questo segreto.

Un’altra leggenda narra che lo stesso Leonardo Da Vinci avrebbe preso ispirazione proprio dall’altezza ripida in cui si trova la rocca per progettare le sue macchine per il volo.

Toiano, la città fantasma

Questo antico borgo, al quale si accede da un ponte (un tempo un ponte levatoio) risale all’alto medioevo, ma oggi è completamente abbandonato e disabitato, costituendo un reale pericolo di degrado.

Ci si arriva solo percorrendo una strada di 5 km lungo le colline toscane, larga solo 3 metri, che termina qui, oltre non è possibile proseguire, a riprova del forte isolamento di questo luogo. Il borgo è infatti attraversato da un’unica strada chiamata via del Castello, lunga appena 50 metri.

E’ il paese fantasma per eccellenza, affascinante a tal punto che chi si reca viene inevitabilmente investito dall’atmosfera di rovina e abbandono, senza una considerevole distanza dall’ultimo centro abitato e senza l’ambiente deserto che lo circonda, non avrebbe avuto questa veste così misteriosa e intrigante.

Oliviero Toscani, il famoso fotografo anticonformista, ha un tempo organizzato un concorso di fotografia, per far immortalare da occhi diversi ogni angolo di Toiano, perché ogni anfratto evoca una suggestione unica e irripetibile.

E’ d’obbligo cercare di preservarlo affinché non si sbricioli in polvere e non divengano fantasmi le stesse case. Occorre difenderne la sua anima, apparentemente sembra un luogo “morto”, ma esso vive e vivrà in eterno come luogo di bellezza incontaminata.

Cos’è HYGGE (il metodo danese dei piaceri quotidiani)

Hygge (pronuncia «ügghe») è un modo di essere, è la nostra voglia di condividere. È la sensazione di sentirsi protetti, sicuri, in un rifugio caldo.

È un’esperienza individuale e al contempo di comunione con gli altri e con i luoghi in cui troviamo stabilità e certezze e che ci danno coraggio e consolazione.

Cercarla significa favorire l’intimità e la connessione. Hygge rafforza i legami, dà valore al presente, avvicina le persone. È una sensazione di pienezza e appagamento. 

Hygge riguarda l’essere e non l’avere.

INTRODUZIONE

È bellissimo essere, nessuno dovrebbe mai fare altro(Mogens Lorentzen)

Il termine hygge si è diffuso solo negli ultimi anni, ma il concetto di base non è nuovo. Si tratta di una pratica vecchia quanto sedersi intorno a un fuoco o condividere il cibo con un amico. Le parole emergono dalla cultura, dalla storia, dai luoghi. Si formano nel tempo e con le abitudini, passando da una generazione a quella successiva attraverso racconti, riti e valori. La hygge ci aiuta a comunicare cosa significa essere umani; fa parte di un vocabolario universale che parla dell’umanità e definisce il nostro bisogno di appartenenza. È una parola antica per un linguaggio moderno, che stiamo iniziando a esplorare per condividere valori comuni a tutti. 

La felicità è come una farfalla: più la insegui, più ti sfugge, ma se concentri l’attenzione su altre cose, verrà a sedersi dolcemente sulla tua spalla.  (Henry David Thoreau)

L’oroscopo dello scrittore Dicembre 2016

Oroscopo dello scrittore.  DICEMBRE

Lo scrittore dell’Ariete rischia di vivere quasi come una ossessione l’esercizio creativo, la scrittura. Inutile però ostinarsi, anche perché dal giorno 20 tutto sarà ostacolato dal destino. Che sia tempo di vacanza?         

Lo scrittore del Toro fino al 19 godrà di una mente solidissima, di ottima memoria e capacità di analisi. Tutte qualità destinate però a calare nell’ultima parte del mese, quando il riposo sarà assolutamente necessario.           

Lo scrittore dei Gemelli dovrà accettare di dipendere ancora dagli altri, dalle loro scelte e direzioni. Perché voi non sarete mai abbastanza lucidi o decisi per risultare davvero determinanti.  

Lo scrittore del Cancro fino al 19 saprà descrivere molto bene realtà e dettagli circostanti. Meno facile e fortunata invece la creatività nell’ultima parte del mese. Forse perché non vi sarà troppo chiara la situazione.           Lo scrittore del Leone saprà certamente cogliere la bellezza e l’armonia in ogni cosa, facendolo con gusto e con leggerezza. Peccato che Mercurio ora non gli consenta di mettere in parole l’incanto delle idee.                

Lo scrittore della Vergine sarà tra i pochi che potranno lavorare e impegnarsi senza troppa fatica, quasi divertendosi. Attenzione però a non fidarsi di questa strana leggerezza che potrebbe farvi sbagliare.   

Lo scrittore della Bilancia farebbe bene a chiarire idee e intuizioni prima di mettere ogni cosa in pratica. Perché i pensieri non sembrano, per ora, poter trovare un modo fortunato per raccontarsi.      

Lo scrittore dello Scorpione si farà capire molto bene solo nelle prime tre settimane del mese. Meno facile invece raccontare dopo il 20, quando la scelta di parole e espressioni da usare rischia di complicarvi ogni cosa.     

Lo scrittore del Sagittario sembra vivere in modo eccessivamente pratico e diretto il magico esercizio della scrittura. Qualcosa che renderà poco poetica, e qualche volta discutibile, la qualità del suo racconto.

Lo scrittore del Capricorno gode ancora della preziosissima presenza di Mercurio nel segno. Idee, parole e linguaggio non saranno dunque un problema per questo scrittore. Attenzione però a ciò che scriverete dopo il 20. 

Lo scrittore dell’Acquario saprà compensare l’assenza di Mercurio con passione (Marte) e con grande senso estetico (Venere). Insomma sarà forse lo scrittore che, più d tutti, trasmetterà energia a chi lo legge.       

Lo scrittore dei Pesci capirà di non essere lui quello che genera confusione ma la qualità del lavoro. Insomma provate a capire che cosa rende caotico il presente, per poi distaccarvi dalle sue logiche.   

Sperling e Frassinelli a Bookcity

18 novembre

ore 17.30 La scuola secondo Sveva: un romanzo. Con Sveva Casati Modignani e Ranieri Polese – Castello Sforzesco – Sala Viscontea

ore 19.00 I tormenti di Michelangelo. Con Costantino D’Orazio e Carlo Annese – Castello Sforzesco – Sala Bertarelli

19 novembre

ore 11.00  Il vicecommissario Carrera. Un poliziotto a Milano. Con Alessandro Bongiorni e Massimo Polidoro – Studio Museo Francesco Messina – Via San Sisto 4. FRASSINELLI

ore 13.00 La favolosa vita di noi ragazzi degli anni ‘90. Con Paolo Ruffini – La Triennale di Milano – Salone d’onore

ore 13.30  In cima al Resegone con l’abate Stoppani e altre storie nate in alta quota. Con Paolo Paci e Franco Brevini – Museo Civico di Storia Naturale

ore 15.00 La Groenlandia degli sciamani. Con Robert Peroni e Francesco Casolo – Museo Civico di Storia Naturale

Ore 18.30 Mente calma cuore aperto. La mindfulness, gentilezza per noi e gli altri con Carolina Traverso e Rossana Candia – Scandasole Books

20 novembre

ore 14.30  Gerarchi, spie, faccendieri: tutti i corrotti della Milano fascista. Con Giovanni Fasanella e Guido Salvini – Archivio di Stato – Via Senato 10

ore 15.30 Il romanzo dell’universo. Con Marco Bersanelli – Planetario

ore 17.30 Pirati del Mediterraneo: la brama e l’anarchia. Con Simone Perotti, Alessandra Dalle Nogare Mieli e Dino Messina – BASE Milano – Casa base – Via Bergognone 34.  FRASSINELLI

Vinci un bracciale DIECI E LODE firmato Stroili

Ci sono regali che arrivano inattesi e trasformano la tua giornata in un momento da dieci e lode!

Acquistando il nuovo romanzo di Sveva Casati Modignani, DIECI E LODOE, potrere ricevere, infatti, uno splendido regalo: in palio ogni settimana 10 bracciali DIECI E LODE in argento 925% rodiato e glitter firmati Stroili

Come fare?

Dopo aver acquistato il libro, conservate lo scontrino e digitate su telefono o cellulare il numero 031/8820288: seguendo le indicazioni della voce guida scoprirete subito se avete vinto!

Anche se non avete vinto, conservate lo scontrino, perché potrete partecipare all’estrazione del super premio finale: un bracciale DIECI E LODE in oro bianco 18kt firmato Stroili. 

Il concorso è valido dal 04/11/16 al 29/12/16

Estrazione super premio e riserve entro il 13 gennaio 2017. 

Montepremi totale: € 1.952 (iva inclusa). 

Leggi il regolamento integrale qui

A SPASSO CON BOB – il film

A SPASSO CON BOB 

Un film di Roger Spottiswoode

Con Luke Treadaway e Ruta Gedmintas 

Arriva nelle sale A SPASSO CON BOB, la “favola vera” che ha già toccato il cuore di oltre sette milioni di lettori!

NELLE SALE DAL 9 NOVEMBRE 2016

Uscirà mercoledì 9 novembre in Italia, distribuito da Notorious Pictures“A spasso con Bob”, di Roger Spottiswoode, con Luke Treadaway (“Unbroken”-  serie tv  “Fortitude” ) e Ruta Gedmintas (serie tv  “The Strain”).

Il film, tratto dall’omonimo bestseller di James Bowen – pubblicato in 30 paesi, 7 milioni di copie vendute nel mondo, 23° posto dei libri più venduti in Inghilterra negli ultimi 40 anni – racconta la storia autobiografica dello scrittore, un artista di strada protagonista di un incontro unico con Bob un gatto rosso che gli cambierà la vita.

A SPASSO CON BOB (Sperling & Kupfer – pagg. 256 euro 17,90) tornerà  in libreria il 18 ottobre in una speciale edizione

È un racconto commovente e incoraggiante, un film ricco di emozioni che dimostra fino a che punto può arrivare la sensibilità degli animali e l’amore reciproco tra uomo e gatto, a dispetto di ogni pregiudizio.

Una storia che nasce dalla solitudine ma che si apre alla speranza, che parla di amicizia fedele e insostituibile, realizzazione e amore.

CogitaZiones di Massimo Roscia CONNESSIONE

CogitaZiones

a cura di Massimo Roscia

CONNESSIONE

La parola connessione, sostantivo femminile singolare, deriva – e non bisogna essere Marco Tullio Cicerone per intuirlo – dal latino connexio (da connĕxus, participio passato di connectĕre, che significa – non ci crederete mai – connettere) e sta a indicare uno stretto legame tra due o più cose.

Questa relazione, spesso interdipendente, la troviamo ovunque: nelle variabili statistiche, nelle aule dei tribunali, nelle organizzazioni criminali, nei cavi elettrici, nei ponteggi tubolari, negli snodi ferroviari e in ogni concatenazione, reale o allegorica, di fatti e di idee. Ma è nel mirabolante mondo delle telecomunicazioni e dell’informatica che la parola magica (che questa volta si riferisce al collegamento del telefonino, del tablet o del computer alla rete delle reti) diventa un mantra. Banda larga, banda ultralarga, banda Bassotti.

La signora che attraversa piazza Maggiore con il braccio teso al cielo non sta indicando alla comitiva di turisti cinesi il campanone della Torre dell’Arengo, ma è alla disperata ricerca della connessione perduta. «Ma qui non c’è campo», «Avete il wifi?», «Maledizione! Mi sono finiti i giga».

Chi più chi meno, siamo tutti ossessionati dalla connessione, questa eterea divinità pagana del terzo millennio. La bramiamo, la rincorriamo, la adoriamo, la celebriamo e… [Connessione Assente].

Intervista a Carlo Pizzigoni LOCOS POR EL FUTBOL

Dopo averlo conosciuto con Federico Buffa con STORIE MONDIALI, abbiamo incontrato Carlo Pizzigoni per parlare con lui del suo nuovo libro LOCOS POR EL FUTBOL.

Ciao Carlo, è appena uscito il nuovo libro, “Locos por el Futbol”. Il secondo, ma il tuo primo scritto in solitudine, dopo il successo di “Storie Mondiali”, che avevi preparato insieme a Federico Buffa. Perché hai scelto il Sudamerica, per questo importante passo?

Perché “tengo il corazon en Sudamerica…”! Frequento il Sudamerica da molti anni e mi sono sentito, come dire, in qualche modo pronto, preparato a parlarne, sempre con estremo rispetto, ovviamente. L’ho conosciuto grazie a tanti viaggi, a tante letture e, soprattutto, per mezzo di tanti incontri, con donne e uomini che mi hanno regalato parte del loro tempo, per questo non smetterò mai di ringraziarli: se penso a quanti lunghi viaggi in pullman, a quante lunghe chiacchierate. Esperienze uniche, che hanno acceso la mia

Insomma, l’ho vissuto e mi piaceva raccontarlo attraverso la grande lente del calcio. Parlare di futbol, in Sudamerica significa parlare di cultura, storia, società. Un po’ come avevamo fatto con Federico Buffa in Storie Mondiali, ho mescolato tutto, anche se è ovviamente il calcio a predominare. E’ un libro di calcio, di tanto calcio. E poi Fede, in qualche modo, c’è anche qui: ha scritto una straordinaria prefazione, soliti “colpi” che uno come lui ha. Ma stavolta aggiungiamo alla compagnia un altro fuoriclasse, un vero “hermano”, Lele Adani, che ha preso carta e penna e ha scritto lui pure una meravigliosa postfazione: ci racconta il perché è così legato al Sudamerica.


E’ una ideale prosecuzione, diciamo così, sudamericana a Storie Mondiali? Qual è la struttura del libro?

Sì e no. Lo stile è ovviamente lo stesso che abbiamo proposto in Storie Mondiali, anche senza il genio di Federico: è la mescola di cui parlavo prima, tra calcio e altro. Ma è anche una storia critica, per così dire, del calcio sudamericano, un po’ seguendo l’irraggiungibile esempio della “Storia critica del calcio italiano” di Gianni Brera, probabilmente il miglior libro sul calcio editato nel nostro Paese. Inimitabile ovviamente è anche l’autore: io ho preso spunto da quella meraviglia, ad essa mi sono in qualche modo ispirato.

C’è un’altra curiosa analogia, anche Brera aveva quasi interrotto la stesura per poi ritrovare la vena giusta e concludere l’opera. Molto più modestamente, è accaduto anche a me, e se non fosse stato per Elisabetta Albieri, l’editor di Sperling, questo libro si sarebbe arenato: è complicato e faticoso trovare spunti, riflessioni originali e linee guida adeguate per raccontare ogni Paese. Infatti il testo è diviso proprio in questo modo: in ogni capitolo tratto la storia calcistica di un Paese, seguo il corso degli eventi calcistici naturalmente incrociando situazioni storiche decisive come, ad esempio, la caduta di Salvador Allende (e una squadra di calcio posticiperà questa tragedia) o quella di Juan Domingo Perón, che si porta via anche una certa idea di approccio al gioco, almeno secondo la mia idea.

Nel sottotitolo del libro evidenzi Pelé, Maradona e Messi e altri dèi sudamericani. Perché la scelta dei tre e a quali dèi ti riferisci?

Iniziamo dal fondo: l’idea iniziale era quella di intitolare l’opera “gli dei del calcio”, proprio per celebrare i tanti campioni sudamericani, da Isabelino Gradin, José Leandro Andrade o Leônidas (è cresciuto, a metà Anni Venti, nel São Cristóvão – dove io sono socio onorario, davvero! – prima che lì si formasse Ronaldo, il Fenomeno) fino ai giorni nostri di Messi e Neymar.

Nel libro ci sono una serie di minibiografie dei campioni significativi, ogni capitolo ne ha almeno una. Abbondano i protagonisti di Argentina (dove c’è anche però Marcelo Bielsa, il Loco a cui sono più affezionato, anche se voglio bene anche a Corbatta), Brasile e Uruguay (fantastica la storia di Lusi Suarez) ma parlo anche di Alberto Spencer, il più grande calciatore dell’Ecuador, Arsenio Erico, stella del Paraguay e idolo di Alfredo di Stefano, e del Pibe Valderrama, calciatore simbolo della Colombia, dove non potevo fare a meno di raccontare Andres Escobar e la sua vera storia, distruggendo analisi superficiali e cliché fastidiosi. Ho eseguito questa opera di pulizia anche su Garrincha, se ne sono dette troppe su di lui: è stato davvero uno degli dèi più riconosciuti e rimpianti della storia del calcio sudamericano. Meritava un approfondimento.

Grazie a Carlo Pizzigoni e buona lettura a tutti!

“CogitaZiones” (riflessioni linguistiche di Massimo Roscia): METEO

CogitaZiones

a cura di Massimo Roscia

METEO

Uno sguardo alle previsioni per sapere come sarà il tempo domani. È il meteo, bellezza. Meteo, abbreviazione tecnico-gergale di meteorologico (e non metereologico), sostantivo singolare maschile (il meteo e non la meteo), aggettivo, invariabile (evitate quindi di dire i metei). È il meteo, il bollettino che fornisce informazioni sulle condizioni atmosferiche, che una volta ci indovina e tre no; che annuncia scirocco dall’Africa, mette in guardia dalle sciabolate artiche e, a tempo perso, battezza i cicloni. Temperatura, umidità, pressione, radiazioni solari, venti da est e mari poco mossi. Piove. No, c’è il sole. Fa freddo. No, fa caldo.

È il meteo che, tra riscaldamento globale, buco dell’ozono (e non dell’azoto) e innalzamento dei livelli dei mari, non ci capisce più niente. E noi con lui. Siamo qui, alle prese con un ottobre pazzo: il caldo afoso si alterna con il gelo polare, subiamo escursioni termiche di venti gradi, abbiamo fatto già sei volte il cambio di stagione, usciamo di casa con le infradito e il piumino (o, alternativamente, con gli stivali e la canottiera), siamo perennemente stanchi, apatici e irritati. Ma basta un raggio di sole, appena accennato, per farci tornare il sorriso.

Perché in fondo lo sappiamo bene: la mamma è sempre la mamma, il nero sta bene con tutto e, soprattutto, non esistono più le mezze stagioni.

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