Il bazar dei brutti sogni – The bazaar of bad dreams

In libreria dal 22 marzo 2016  (uscita il 3 novembre 2015 in America), ecco la raccolta di venti racconti firmata da Stephen King dal titolo Il bazar dei brutti sogni. L’autore avverte di stare attenti: “the best of them have teeth”.

Alcuni racconti sono già stati pubblicati (in Italia, ad esempio, Miglio 81, uscito solamente in ebook), altri sono inediti, ma nell’introduzione King dimostra il suo genio con una riflessione che, in fin dei conti, riguarda anche noi lettori: si può rileggere, ma si legge ogni volta con occhi diversi. Voi che ne dite?

Ecco cosa scrive Stephen King: 

“Alcuni di questi racconti sono già stati pubblicati, ma ciò non significa che fossero conclusi allora o che lo siano adesso. Finchè uno scrittore non muore o si ritira dalle scene, le sue storie non sono mai compiute e richiedono sempre ulteriori ritocchi o revisioni. Tra queste pagine ce ne sono anche di inedite. C’è un ultimo punto che tengo a sottolineare, ovvero quanto sia felice, Fedele Lettore, che siamo ancora qui, tu e io.

Figo, vero?”

Ecco l’indice dei racconti:

Nota dell’autore 

Introduzione 

Miglio 81 Traduzione di Giovanni Arduino

Premium Harmony  Traduzione di Giovanni Arduino

Una rissa per Batman e Robin Traduzione di Giovanni Arduino

La duna Traduzione di Giovanni Arduino

Il bambino cattivo Traduzione di Alfredo Colitto

Una morte Traduzione di Christian Pastore

La chiesa d’ossa Traduzione di Alfredo Colitto

Morale Traduzione di Christian Pastore

Aldilà Traduzione di Christian Pastore

Ur Traduzione di Alfredo Colitto

Herman Wouk è ancora vivo Traduzione di Chiara Brovelli

Giù di corda Traduzione di Chiara Brovelli

Blocco Billy Traduzione di Chiara Brovelli

Mister Yummy Traduzione di Christian Pastore

Tommy Traduzione di Alfredo Colitto

Il piccolo dio verde del dolore Traduzione di Chiara Brovelli

Quell’autobus è un altro mondo Traduzione di Chiara Brovelli

Io seppellisco i vivi Traduzione di Alfredo Colitto

Fuochi d’artificio ubriachi Traduzione di Giovanni Arduino

Tuono estivo Traduzione di Giovanni Arduino

“Un buon reporter comincia sempre con i cinque fondamentali: chi, che cosa, quando, dove e perché, se riuscite a scoprirlo. Nel mio caso, il perché è piuttosto difficile.”
IO SEPPELLISCO I VIVI presente nella raccolta vince l’Edgar Award 2016 per il miglior racconto breve. 

Fiori, romanzi e grandi promesse

Io sono Kate, ho settant’anni, e ho appena ricevuto una proposta di matrimonio. Sì, avete capito bene, una proposta di matrimonio! Alla tua età, penserete voi? Proprio così. Ma lasciate che vi racconti per bene come sono andate le cose. Stamattina sono tornata a casa e ho trovato Forster Smith ad aspettarmi in soggiorno. Dovete sapere che io e Forster ci siamo conosciuti al college cinquant’anni fa e ci rincorriamo da allora.

Ci credete che l’ho rifiutato per ben tre volte, sebbene lo amassi con tutto il cuore? Roba da matti, lo so. Solo che, ogni volta che mi chiedeva di sposarlo, c’era qualche impedimento o semplicemente non era il momento giusto per noi. E poi, finalmente, oggi si è presentato da me con un mazzo di rose gialle e ha chiesto la mia mano per l’ennesima volta. Stavolta ho detto sì e adesso ci sono tutti i preparativi da fare. Non so proprio dove troverò il tempo di organizzare un matrimonio. La mia vita è tutt’altro che tranquilla.

Mi sono trasferita dall’Inghilterra in Spagna una quindicina d’anni fa, dopo aver ereditato un gruzzoletto dalla pubblicazione postuma dei libri di mio zio Albert; pensavo di godermi la vecchiaia e invece mi sono ritrovata a comprare una libreria e a vivere con due amiche squinternate. Tra il matrimonio, un nuovo manoscritto inedito dello zio e quel ficcanaso di mio fratello convinto che Forster voglia solo i miei soldi… ne vedremo delle belle!

Siete invitati al matrimonio più chiacchierato dell’anno!

Conosciamo le amiche della sposa, Ana Livia e Shirley.

Come ve le immaginate le amiche della sposa? Giovani, belle e fasciate in deliziosi abitini colorati, giusto? Sbagliato! Ana Livia e Shirley non potrebbero esser più diverse. Più vicine all’ottantina che alla sessantina, queste signore si sono ritrovate per una serie di circostanze fortuite a dividere casa con Kate. La più posata e tranquilla delle due, Ana Livia, dopo una fuga d’amore in India e un matrimonio lampo durato pochissimo – causa decesso improvviso del neo-marito ottuagenario, si è ritrovata senza una casa e ripudiata dai figli. La spumeggiante Shirley, invece, è un’amica d’infanzia della sposa che l’ha sostenuta sempre e che è stata invitata da Kate a trasferirsi in Spagna quando il suo appartamento è andato distrutto in un incendio.

Ecco cosa ci dicono della loro amica:

«Kate è fortunata, l’ho sempre sostenuto.»

«Shirley, tieni a freno la lingua!»

«Cosa ho detto di male? È vero! Prima eredita i libri di un tale e diventano un successo editoriale e adesso anche questa proposta di matrimonio. Non conosco nessun altro a cui succedono cose del genere. Con lei nei paraggi non ci si annoia proprio mai».

Come si può non dare ragione a Shirley?

  1. La benedizione del figlio dello sposo:

Come avrà preso il figlio trentenne di Forster la notizia del matrimonio? Ma splendidamente, chiaro. Appena ha saputo che suo padre aveva chiesto la mano del suo grande amore di gioventù, David Smith non ci ha pensato due volte a prenotare un biglietto aereo per la Spagna. Un po’ cinico, ma fondamentalmente molto legato al genitore, David ha dichiarato: «L’amore a settant’anni sembra una totale assurdità. Ma dai, a quell’età, lo è quasi tutto, capisci? Si entra in una tappa particolare, dove l’esser vivi è già in sé un miracolo. Perciò non fa una grinza che papà voglia inginocchiarsi davanti a una signora che in realtà nemmeno conosce per dichiararle il suo amore».

Ovviamente, il suo giudizio non è per nulla influenzato dal fatto che stia scrivendo una tesi su Albert Salomon e che la futura moglie di suo padre sia l’unica erede in vita dell’enigmatico scrittore!

  1. Un parere contrario:

Pensavate forse che tutti fossero felici per i futuri sposi? Purtroppo no. In ogni famiglia, si sa, c’è sempre una pecora nera. E nella famiglia di Kate, si chiama James Salomon ed è il fratello minore di Kate. Ancora arrabbiato con la sorella per esser stata nominata unica erede dello zio Albert, James teme che Forster possa soffiargli i soldi di Kate da sotto il naso. Intervistato riguardo le nozze imminenti, afferma: «È impazzita, completamente. Ho sempre pensato che mia sorella fosse un po’ suonata. Ma questo è troppo anche per lei. Sposarsi alla sua età. A chi verrebbe mai in mente?».

James escogiterà un piano per far naufragare il matrimonio?

  1. E alla fine… è il turno dello sposo!

Avreste mai il coraggio di presentarvi a casa di una donna che non vedete da vent’anni per farle una proposta di matrimonio? Forster Smith non ha dubbi in proposito. La sua risposta è sì. Armato di un bel mazzo di rose gialle, ha sfidato la sorte ed è piombato a casa di Kate per chiedere la sua mano. E il suo coraggio è stato premiato. A chi gli chiede se non sia avventato sposare una donna che non vede da più di vent’anni e per giunta alla sua età, Forster risponde: «Non è mai troppo tardi per essere felici. Vedetela come se, nel momento in cui dovrebbe iniziare il conto alla rovescia, io e Kate Salomon avessimo deciso di ricominciare da zero. Sento che sto dando il via a una nuova vita e sono dannatamente fortunato a poterlo fare con lei, che è poi quello che desideravo già cinquant’anni fa».

Oroscopo dello Scrittore – Maggio 2016

Oroscopo dello scrittore.  MAGGIO

Lo scrittore dell’Ariete sembra essere avvolto da una strana incertezza che lo renderà spesso dubbioso circa le idee e gli spunti. Ricordate che sarete concreti e concentrati solo nella seconda metà del mese.       

Lo scrittore del Toro può contare sulla preziosa presenza di Venere e di Mercurio nel segno, un binomio sicuramente capace di portare bellezza al vostro lavoro. Non date retta ai giudizi poco intelligenti.          

Lo scrittore dei Gemelli vive ancora una stagione distratta e non troppo concreta. Solo Giove, dopo il giorno 10, saprà migliorare il vostro rapporto con il lavoro e con le persone che collaborano insieme a voi.

Lo scrittore del Cancro dovrebbe saper ascoltare, raccogliendo così spunti per poi, dopo il 22, metterli in parole, in pratica. Accettate il fatto che esista una stagione fatta per osservare. Senza fretta.           

Lo scrittore del Leone ha bisogno di ristabilire un rapporto migliore con la sua attività, con tutto ciò che fa e che esprime. Un esercizio forse più facile nell’ultima parte di questo mese.             

Lo scrittore della Vergine sarà spesso spronato dall’amicizia di Giove e di Mercurio a fare di più e di meglio. Ma le stelle vi consigliano di aspettare la seconda parte del mese prima di darvi da fare.

Lo scrittore della Bilancia potrebbe dedicarsi a lavori che sappiano suggerire, consigliare, prendersi cura di problemi e realtà. Meglio farlo però nell’ultima parte del mese con il favore di Venere.

Lo scrittore dello Scorpione farà ancora i conti con idee e iniziative spesso incerte o poco costruttive. Qualcosa che vi obbligherà a fidarvi degli altri. Sarete invece decisamente più indipendenti nella seconda metà di maggio.   

Lo scrittore del Sagittario finalmente saprà vivere il suo rapporto con il lavoro in modo più deciso e costruttivo. Fidatevi di Giove, energia che vi aiuterà a cogliere i migliori spunti. Puntate su di voi.

Lo scrittore del Capricorno provi a pensare a qualcosa di oggettivamente ironico e divertente, qualcosa da ponderare e a cui dare poi forma dopo il 22 – grazie alla ritrovata energia di Mercurio. Si può.        

Lo scrittore dell’Acquario non sembra andare ancora d’accordo con la creatività, con le idee che si traducono in scrittura. Ma la situazione potrebbe migliorare dopo il 22. Non perdete mai la voglia di fare.    

Lo scrittore dei Pesci ritroverà, con il passare dei giorni, nuova motivazione e energia per fare qualcosa di importante, che ne valga la pena. Ora ce la potete fare, dipende tutto da voi

Non solo Anteprime – Pietrasanta 2016

Un weekend dedicato ai lettori che, nella splendida cornice di Pietrasanta, potranno incontrare i loro scrittori e personaggi preferiti. Ecco gli appuntamenti Sperling:

Venerdì 29 aprile

Pietrasanta  (Lucca). Incontro con Franco Causio e presentazione del libro Vincere è l’unica cosa che conta in Piazza Duomo in occasione dell’evento dal titolo “Passione e calcio” nell’ambito della rassegna “Non solo Anteprime”. Con l’autore intervengono Marco e Sara Tardelli, ore 19

Pietrasanta (Lucca). Incontro con Costantino D’Orazio e presentazione del libro Michelangelo Io sono fuoco presso la Sala dell’Annunziata del Chiostro di Sant’Agostino, Via Sant’Agostino 1  nell’ambito della rassegna “Non solo Anteprime”, ore 19

Sabato 30 aprile

Pietrasanta (Lucca). Incontro con Jerry Calà e presentazione del libro Una vita da libidine  in Piazza Duomo nell’ambito della rassegna “Non solo Anteprime”, ore 19

Domenica 1 maggio

Pietrasanta (Lucca). Incontro con Kate Morton e presentazione del libro I segreti della casa sul lago  presso la Sala dell’Annunziata del Chiostro di Sant’Agostino, Via Sant’Agostino 1 in occasione dell’evento dal titolo “Fascino & mistero: passioni al femminile” nell’ambito della rassegna “Non solo Anteprime”, ore 15

Con Sperling e Pickwick il BENESSERE non finisce mai

Qualche chilo di troppo dovuto al letargo invernale? Un eccesso di stress da eliminare o un nuovo obiettivo da raggiungere? Quando si tratta di tornare in forma, sentirsi bene con se stessi e ritrovare un nuovo equilibrio con gli altri, vi dovete affidare a degli esperti. E noi ne abbiamo tanti, tutti in sconto e pronti a soddisfare ogni vostra esigenza.

Dal 15 aprile al 14 maggio 2016, su tutti i libri legati al benessere (pubblicati da Sperling e Pickwick) sarà appilicato uno sconto del 25%. L’iniziativa è valida in tutta Italia e nelle librerie che riterranno opportuno aderire.

Ecco l’elenco dei titoli in campagna 

Ma cos’è il benessere? Il benessere è una condizione che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano.
Non parliamo soltanto di uno stato fisico di assenza di malattie: la parola benessere indicare “uno stato di soddisfazione interiore generato dal giusto equilibrio di fattori psicofisici”.

Ecco perché, per questo intero mese dedicato al benessere, non troverete in sconto solo libri dedicati alle diete o alla forma fisica. Ma anche interessanti pubblicazioni su come potenziare la propria memoria, trarre il meglio dal proprio carattere e farsi valere sul lavoro; gli studi più recenti a proposito di alimentazione, intestino, yoga (anche per gli occhi); libri su come affrontare la rabbia nei bambini e i problemi dei figli in età scolare. Insomma, tutto il necessario per crare intorno a sè un incredibile mondo di pace, soddisfazione e benessere.

Come se l’amore potesse bastare – intervista a Patrizia Emilitri

La prima cosa che vien voglia di fare, appena finito il romanzo Come se l’amore potesse bastare è di parlare con la sua autrice: farle mille domande sui personaggi femminili, andare in fondo ai perché e ai per come delle loro scelte, rileggere i passi più commoventi insieme a lei. E’ proprio vero che quando ti innamori di un romanzo, vorresti che chi l’ha scritto diventasse il tuo migliore amico… 

Ecco la nostra intervista a Patrizia Emilitri. Ci auguriamo che il libro vi appassioni come ha stregato e appassionato noi. Buona lettura!

Cara Patrizia, il tuo romanzo, Come se l’amore potesse bastare, ha una storia complessa e per questo motivo molto interessanti sono i rapporti tra i personaggi: come quello tra madre e figlia. Difficile, ma sempre indissolubile?

Sono stata figlia e sono madre di una figlia, perciò ho potuto vivere questo rapporto in entrambi i ruoli. Non è stato facile in alcuni momenti, più come figlia, e a volte ho desiderato che il legame tra me e mia madre si interrompesse, come, credo, sia successo ad ognuna di noi, soprattutto nel periodo adolescenziale. Come madre ho sempre ricercato il dialogo con mia figlia adolescente e ho capito la difficoltà di questo ruolo.

Ora mia figlia ha trent’anni e il nostro è un rapporto alla pari: due donne che si confidano, che chiacchierano di moda e di uomini e che si concedono una vacanza insieme. È un legame che è mutato nel tempo, che ha superato le fasi di protezione da parte mia e di ribellione da parte sua scoprendoci, da adulte, molto più simili di quanto ci aspettassimo.

Basta uno sguardo per capirci e una frase che ci ricordi un episodio vissuto insieme per ridere di gusto. Piccole cose, ma solo nostre, una confidenza che rende davvero il legame indissolubile. Quindi sì, può essere difficile, ma resta sempre il legame più profondo.

Tra le pagine del romanzo, Come se l’amore potesse bastare, scopriamo come sia possibile recuperare l’affetto (o riscoprire l’amore?) attraverso il ricordo. E guardando all’interno di se stessi. Quanto è stato difficile scrivere questo romanzo per te?

Questo romanzo, Come se l’amore potesse bastare, come ho scritto alla fine del testo, è nato per rendere onore alle tante donne del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro (a queste ultime è dedicato). Essere donne in periodi storici difficili come i periodi di guerra e di crisi economica, è il ruolo più difficile che esista.

Non è un discorso femminista e non intendo sminuire il ruolo dell’uomo all’interno della famiglia, ma è pur vero che spesso la sicurezza della famiglia passa sulle nostre spalle. Non parlo di sicurezza economica, ma emotiva. La donna è spesso la colla che tiene insieme tutti, che cerca di soddisfare le esigenze, di consolare, di spronare e di frenare. Un ruolo che non si esaurisce mai, nemmeno quando avremmo il diritto di essere stanche. Allora, come dice lei, cerchiamo risposte e consigli nelle donne del nostro passato e dentro noi stesse e andiamo avanti.

Come detto prima, senza nulla togliere ai nostri compagni uomini, credo che solo una donna possa far diventare “casa” due brande in un centro di accoglienza (le vediamo – ahimè tutti i giorni nel nostro territorio), senza lasciar trasparire la malinconia per quella casa, invece, abbandonata nei loro Paesi, raccontando ai propri figli di un futuro migliore. Una frase in particolare spiega questo compito: “è un lavoro guadagnare lo stipendio alla fine del mese ed è un lavoro far durare quello stipendio un mese”. Ecco, questo lavoro nella maggior parte delle nostre case lo fa la donna. E con lo stipendio, gestisce anche la serenità di tutti.

Non è stato difficile scriverlo perché avevo bisogno di raccontarlo. Avevo bisogno che le protagoniste non fossero donne eccezionali, ma donne normali nella loro eccezionalità. E ce ne sono tante. Le mie: Barbara e soprattutto Gentile, sono donne che possiamo incontrare ogni giorno e di cui ignoriamo le difficoltà.

L’abbiamo chiesto anche alle lettrici di facebook, ma l’amore, alla fine basta?

L’amore non basta, ma è la base per costruire qualsiasi rapporto. È il sentiero che conduce alla strada della nostra esistenza, è la forza che ci spinge a lottare e quando ci capita di fallire è la boa cui aggrapparci.

Chris Weitz e The Young World

L’attesa è quasi finita: Rogue One: A Star Wars Story è sempre più vicino. Ma chi c’è dietro a uno dei film più chiacchierati del momento?

Uno degli sceneggiatori è Chris Weitz, già conosciuto per aver diretto La bussola d’oro e New Moon, autore della fortunata serie The Young World.

Un mondo pervaso da un misterioso virus, che sembra risparmiare solo gli adolescenti, nel quale chi sei stato non conta più: conta solo chi saprai essere.

Jeff ha vuole essere colui che troverà una soluzione: ci riuscirà? Salverà l’umanità, o morirà una volta raggiunta l’età adulta?

Come prepararsi al meglio per l’uscita del secondo volume se non riscoprendo il primo?

Kiera Cass: i prossimi libri in arrivo!

Allora, è ufficiale! il 10 maggio uscirà in Italia THE CROWN di Kiera Cass il quinto e ultimo romanzo della serie THE SELECTION

35 pretendenti e una principessa: chi vincerà la nuova selezione? Nel regno di Illéa è iniziata una nuova era e una nuova competizione. A vent’anni di distanza dall’inizio dell’amore tra America Singer e il principe Maxon, infatti, è la loro primogenita, Eadlyn, la protagonista della selezione. Ora anche per lei è arrivato il momento di una scelta.

E per consolarvi  per la fine di una delle serie più amate di tutti i tempi, vi annunciamo che uscirà anche in Italia THE SIREN. Stay Tuned 😀

Breve storia di sette omicidi (Nota sulla traduzione)

In molti, tra coloro che hanno letto Breve storia di sette omicidi in lingua originale, hanno sottolineato come la traduzione presentasse molte difficoltà. Avevano ragione, ma la nostra traduttrice Paola D’Accardi ha fatto davvero un lavoro eccezionale, motivo per cui le abbiamo chiesto di scrivere una “Nota sulla traduzione”. La troverete alla fine del libro, e ve la anticipiamo qui.

Nota sulla traduzione di A Brief History Of Seven Killings

di Paola D’Accardi

Da bambina ero affascinata dai funamboli e avrei voluto essere una di loro e, tardivamente e in senso lato, il destino mi ha accontentata, perché in effetti tradurre A brief history of seven killings di Marlon James è stata un’impresa funambolica, perennemente alla ricerca dell’equilibrio fra le tante voci che di questa narrazione sono l’anima e la guida.

Un romanzo, dunque, che come dice l’Autore stesso è «portato avanti dalla sola voce». Il racconto delle vicende individuali e collettive di un paese attraverso il flusso di coscienza e i dialoghi dei suoi personaggi è già una bella sfida per il traduttore, ma la cosa si complica ancora di più quando tutto questo «parlato» è oggetto di continui commenti e riflessioni da parte dei parlanti stessi, tanto da diventare quasi un personaggio a sua volta. Un personaggio composto dai gerghi più svariati, dai tormentoni televisivi, dagli slogan pubblicitari, dalle battute di popolarissimi cartoni animati e film che hanno fatto epoca (il tutto rigorosamente vintage), ma soprattutto dal creolo giamaicano. Nato in epoca colonialista, dall’incontro fra l’inglese e le lingue africane degli schiavi sfruttati nelle piantagioni dell’isola, si è evoluto nel corso del tempo, ma sempre in forma esclusivamente orale. Forse per questo, per la sua mancanza di una tradizione scritta, l’Autore fa dire a un suo personaggio che il giamaicano «non è una lingua»; ma pur rinunciando a definirlo, resta il fatto che il creolo non è l’inglese standard e come tale non sempre è immediatamente comprensibile, anche agli anglofoni.

Innanzi tutto, sebbene dal libro com’è ovvio non emerga, va tenuto presente che il giamaicano ha un forte accento che, per quanto molto musicale, può rendere incomprensibile anche una semplice frase (e per farsene un’idea basta guardare il film The harder they come o i filmati di certi discorsi dal palco di Peter Tosh che si trovano in rete).

Per citare invece i due aspetti più eclatanti della sua grammatica e della sua sintassi, basti dire che i sostantivi non hanno il plurale e la coniugazione dei verbi non differenzia il tempo passato da quello presente, due cose che impongono al traduttore di sviluppare capacità intuitive e deduttive degne di Sherlock Holmes (e qui non tutto è elementare, Watson) soprattutto quando i personaggi ricostruiscono o ricordato il passato creando quelle che, scherzando fra me e me, chiamavo le «matrioske temporali in ordine sparso»: non solo in queste infilate di eventi in sequenza non cronologica era difficile individuare cosa venisse prima e cosa venisse dopo, ma addirittura quale fosse il presente!

Nel romanzo, come dicevo, il creolo è una presenza ineludibile, perché i personaggi lo parlano e ne parlano continuamente, lo definiscono «parlare male», ma anche questo «parlare male» ha gradazioni diverse a seconda del soggetto; e gli uomini e i ragazzi del ghetto usano qui e là parole forbite colte alla radio o alla tv o sentite in chiesa (tutti conoscono la Bibbia) o imparate a scuola in un tempo che sembra lontanissimo.

Il paragone più immediato è quello con il nostro dialetto: c’è chi lo parla stretto, chi lo mescola o lo alterna con l’italiano, chi lo usa solo in determinate circostanze… Lo stesso è per il creolo rispetto all’inglese. E se ho modulato sui personaggi una parlata «sporca», bassa, claustrofobica, non è per ridicolizzare o sminuire questa lingua, ma per restare fedele al sapore originale della sua crudezza scabrosa in pensieri, dialoghi, descrizioni.

Un discorso a parte, poi, è il giamaicano dei rasta che modificano addirittura le parole di uso comune per eliminarne gli elementi di negatività e indicano l’individuo con I and I (letteralmente «io e io») dove I sta non solo per «io», ma anche per «primo» in riferimento a Hailé Selassié I che i rastafariani considerano l’incarnazione del divino, Jah, così che la persona diventa il risultato dell’unione dell’individuo con la divinità.

Insomma, un romanzo che è una babele di lingue, linguaggi, gerghi ed è inestricabilmente legato alla musica e alla cronaca dell’epoca, il che ha richiesto un notevole sforzo di documentazione non solo da parte dell’Autore, ma anche mia. Motivo per cui ringrazio, anche se inutilmente perché non leggeranno mai queste righe, tutti coloro, giamaicani e non, che hanno riversato in internet filmati e documenti d’epoca, i propri ricordi d’infanzia, la spiegazione di proverbi e modi di dire giamaicani, ricette di cucina, pagine di giornale, canzoni, fotografie e ancora fotografie, glossari di slang americano degli anni ’70, citazioni e frasi celebri del Cantante, il video di come si carica un M16, la spiegazione dettagliata di come si basa la coca, i contenuti di Wikipedia, l’elenco esaustivo dei sinonimi per alcune parti molto intime del corpo, la Bibbia di re Giacomo… insomma una marea di materiale di ogni genere e sorta senza il quale la traduzione di questo libro sarebbe stata ancora più ardua se non impossibile, soprattutto in quei punti, assai numerosi, in cui l’Autore ha fatto scivolare silenziosi e inavvertibili come marines in mimetica citazioni e riferimenti a tutto campo, dalla musica, alla tv a – Basta, altrimenti ricomincio con un altro elenco.

22.11.63 Il libro e la serie

Non sono mai stato un uomo facile alle lacrime”.

22.11.63 si apre così, con un’affermazione del protagonista alla quale non si dà peso, eppure preannuncia una cosa certa, di lacrime ce ne saranno, e tante. Jake Epping, docente d’Inglese al liceo di Lisbon, Maine, è un uomo insoddisfatto dalla propria vita. Un divorzio alle spalle, un lavoro che non lo appassiona più come un tempo: il preambolo è lo stesso che apre la serie tv, prodotta da J.J. Abrams con la benedizione di uno Stephen King in stato di grazia, in onda su Fox a partire dall’11 aprile.

Quello che Jake non sa, prima di entrare nella tavola calda di Al Templeton, è che il destino lo ha messo alla guida di una missione speciale. 22.11.63 tratta temi affrontati in milioni di altri contesti: i viaggi nel tempo, l’effetto farfalla, i mutamenti del passato e le ripercussioni sul futuro alla base di queste scelte. Ma quello di cui il lettore e, di riflesso, lo spettatore non è ancora consapevole, è la splendida avventura che Jake inzia per salvare il Presidente J.F.K dall’attentato di Lee Harvey Oswald.

Una storia meravigliosa, mossa dalle pagine di un libro denso di spunti avvincenti che ci regala uno show televisivo memorabile, con buona pace di chi era convinto che non fosse più possibile adattare con la giusta dignità un romanzo di Stephen King. Una storia che brilla di emozioni e trova nell’interpretazione di James Franco e di un cast riuscitissimo la sua più alta consacrazione. Per intenderci, in certi punti siamo agli stessi livelli di Rob Reiner in Stand By me e Frank Darabont ne Il miglio verde.

Di cose ne succedono tante in 22.11.63. Intrighi, omicidi, profonde riflessioni storico-politiche, eventi sovrannaturali e misteriosi, riferimenti nascosti ad altre pietre miliari della narrativa kinghiana. La voce del Re è ovunque, palpabile, sovrasta la sceneggiatura rompendone le convenzioni in quello che – in fondo – si rileva il semplice pretesto per approfondire un avvenimento caro non soltanto a lui, che lo ricorda bene, ma anche a milioni di americani.

Non anticipiamo nulla perché è giusto che sia così, ma sappiate che le otto puntate che compongono la serie tv sono piene di motivi per cui gioire e per cui tenere i fazzoletti a portata di mano. Qualche piccola sbavatura non manca e forse lungo la strada dal libro allo schermo qualcosa è andato perso: il ritmo non sempre è ben dosato e qua e là mancano dei dettagli. D’altra parte anche i protagonisti, in una scena che non raccontiamo per non rovinarvi la sopreresa, tifano per il romanzo. Ma mai come in questo caso, al di là dei piccoli difetti e delle differenze con la storia originale, al di là della magnifica ricostruzione storica fatta di musiche, colori e macchine d’epoca che va a comporre il Texas degli anni ’60, ciò che più conta è il viaggio e quello che succede nel frattempo.

E poi c’è l’amore, Sadie, la root beer e la magia di avvenimenti accaduti in un tempo che non c’è mai stato, fragile da cancellare come un telefonino lanciato in uno stagno, difficile da modificare come un passato che lotta contro ogni interferenza. E la vita, a cui assistiamo da spettatori inermi quasi fosse un lancio di monetina su cui il nostro potere è limitato. Vita che è come una danza per la quale non scegliamo location o colonna sonora, ma balliamo comunque perché siamo stati invitati a farlo, in un finale che tocca il cuore e non veniva narrato così bene da molti anni a questa parte.

22/11/63 uscirà in una nuova edizione tascabile Pickwick in concomitanza con la serie tv e siamo sicuri che non potrà lasciarvi indifferenti. Siete pronti a innamorarvi?

(Stefano Romagna)

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