L’Intramontabile Elisabetta festeggia 90 anni

Il 21 aprile 2016 la regina d’Inghilterra compirà 90 anni: Antonio Caprarica ne racconta la vita e la storia in un nuovo appassionante libro: INTRAMONTABILE ELISABETTA.

Elisabetta ha vissuto in gran parte sotto i riflettori, ciò che ha detto (pochissimo) e fatto risulta in gran parte registrato, eppure una fitta coltre di riservatezza continua a coprire vaste zone della sua sfera privata e anche del suo agire pubblico. E soprattutto in queste aree opache che le prossime pagine cercheranno di condurvi.

La piccola principessa

Il primo discorso radiofonico di Elisabetta d’Inghilterra andò in onda il 13 ottobre 1940 nel programma Children’s Hour, L’ora dei bambini, della Bbc. Il discorso che le fecero leggere appare retorico e zuccheroso ma lei fu efficace e convincente, e il colpo di propaganda un trionfo. A differenza del padre, terrorizzato dai discorsi in pubblico, Elisabetta si mostrava in grado di usare la radio con assoluta padronanza. La trasmissione fu un tale successo che la Bbc ne fece anche un disco da mettere in commercio in America e nei territori dell’Impero.

Notti principesche

Secondo la tradizione dell’upper class, la principessa Elisabetta e Filippo dormivano in camere separate ma comunicanti. A rischio d’imbarazzo erano soprattutto i servitori. Come il valletto di Giorgio VI, James Macdonald, che una volta entrò nella camera di Filippo a Buckingham per scoprire la presenza di una visitatrice notturna: Elisabetta era ancora li, nel letto del marito, in camicia da notte di seta. Il principe, per arte sua, era nudo – “e non gliene importava affatto”, commento Macdonald. La Corte dei Windsor era molto più formale e puritana. Elisabetta aveva l’abitudine di bussare delicatamente sulla porta per avvertire il valletto che poteva entrare.

Coronation day, 2 giugno 1953

Elisabetta si era alzata all’alba.  Alle dieci e mezzo, aveva fatto la sua apparizione in scena: la carrozza di Stato, una colossale zucca tutta dipinta d’oro, emerse dai cancelli della reggia tra le prime ovazioni degli spettatori che intravedevano il bel volto sorridente della sovrana dietro gli ampi finestrini. Su tutto l’ampio viale del Mall decine di migliaia di sudditi assiepati, infreddoliti e bagnati applaudivano e gridavano. Lei aveva voluto che il tragitto della parata si allungasse in un percorso circolare fino a Westminster, regalando al maggior numero di sudditi la visione fiabesca del suo passaggio.

Vita politica 

I dissensi con Blair avevano del resto argomenti seri. A Sua Maestà non piaceva lo stile presidenziale di primo ministro e consorte. Non piaceva che sua moglie Cherie si rifiutasse di farle l’inchino o di indossare il cappello alle cerimonie religiose ufficiali. Non piaceva che il sorridente Tony, dopo aver vinto le elezioni, riunisse il governo prima ancora di rendere omaggio alla regina. Nonostante ciò, il fascinoso Blair cominciò a mostrare pure lui di gradire sempre piu le udienze settimanali, fino al punto che i collaboratori più stretti scherzavano sulla sua “infatuazione”.

Vita politica (cose che non si dimenticano)

Elisabetta non sembra aver mai perdonato a Blair il titolo di People’s Princessprincipessa del popolo, che lui inventò per Diana. Né l’aiuto che il primo ministro diede alla monarchia nei giorni successivi alla sua morte. Fu lui a suggerire alla regina l’appello televisivo, lui a far issare la Union Jack a mezz’asta su Buckingham Palace placando la rabbia della folla davanti all’apparente indifferenza reale. È un debito di gratitudine che Sua Maestà appare riluttante a riconoscere. Sta di fatto che mentre tutti gli altri ex premier viventi erano presenti a Westminster Abbey, Blair non fu invitato alle nozze di William e Kate nell’aprile 2011.

Più regina che madre

I bambini erano solo una piccola parte della sua vita. E sebbene non sia vero che li ami più di loro, è però dimostrabile che abbia dedicato più tempo alla cura dei diletti corgi che a quella della prole. Non a caso i ragazzi, una volta cresciuti, dicevano scherzando che era difficile per loro vedere la madre da sola, e impossibile vederla senza i cani attorno.

Guai di famiglia

Alla regina dev’essere apparso sconfortante che le crisi più gravi dei suoi sessant’anni di regno non siano state di ordine politico o costituzionale ma invece il prodotto di scabrosi problemi personali all’interno della famiglia. La sua vita inappuntabile, segnata da dedizione al dovere e dignità, ha finito con l’essere oscurata dalle vicende fin troppo umane dei suoi figli. Un terzo dei matrimoni in Gran Bretagna finisce con un divorzio, e che a tre figli della regina su quattro sia successa la stessa cosa non sconvolge nessuno. Tranne lei.

Guai di famiglia (Diana)

Nell’autunno del 1992 la regina consultò i maggiori esperti della non-scritta Costituzione britannica. Alla fine cercò un’ultima volta di rimettere assieme i cocci di un matrimonio di facciata. Carlo si disse completamente disponibile in nome della salvezza della Casa di Windsor. Diana rispose scuotendo la testa e chiese il permesso di separarsi. Elisabetta non aveva altra scelta. Il 9 dicembre 1992 il premier Major annunciava  che il principe e la principessa di Galles avevano deciso amichevolmente di dividersi dopo undici anni di matrimonio. Non ci sarebbe stata nessuna implicazione di carattere costituzionale e Diana a suo tempo sarebbe stata ancora incoronata regina.

Sono la loro città, Torino. Il resto è ossigeno.

Ho visto Arturo e Sara conoscersi in riva al Po, una notte d’estate: tanta musica, qualche sorriso timido e nulla di più. Li ho rivisti qualche anno dopo, a San Salvario. Io stavo rinascendo, stavo lavando via dai miei muri il grigiore del passato, e i turisti si stavano accorgendo di me e della mia bellezza. Sono passati gli anni, io sono diventata la città delle Olimpiadi, dei musei e dell’arte, e loro due erano sempre qua, fra le strade del centro, impegnati a costruire la famiglia che avevano scelto. Mano nella mano, il sabato mattina a fare la spesa a Porta Palazzo, la sera a cena, seduti in un’osteria, e tutti i giorni, nella straordinaria normalità delle coppie felici.

E poi li ho visti a un bivio, ho visto Arturo scappare disperato, la cravatta allentata e il respiro corto, e Sara ferma al suo posto, traballante ma decisa a mandare avanti una vita cambiata all’improvviso. 

Custodisco tutti i loro ricordi, tutti, uno dopo l’altro, appiccicati ai muri, nascosti nei portoni, abbandonati nelle strade.

Chissà se serve ritrovare chi sei stato, per poter capire chi sarai domani.

Lui è Arturo. Il resto è ossigeno.

Se avesse dovuto parlare di sé un mese fa, Arturo non avrebbe avuto problemi. Una moglie, una figlia, un lavoro interessante, tanti viaggi in giro per il mondo. Quella voce bambina che lo accoglieva ogni sera, e gli occhi di lei, della donna che ha sposato, che sapevano capire al volo che tipo di giornata aveva vissuto.

Oggi però non è semplice per lui raccontarsi. C’è stato un giorno, era il 5 di aprile, in cui è scappato via da tutto. Da loro due, dal suo lavoro e dalla sua vita.

Ha cominciato a camminare, ore e ore in giro per Torino. Più cammina più lo raggiungono i ricordi: il ragazzo che era, i sogni che a un certo punto ha smesso di ascoltare, le scelte che ha fatto senza accorgersene.

Lui è Arturo, un uomo normale che non riesce più a riconoscersi.  

Lui è Arturo. Il resto è ossigeno.

E qui si racconta Sara. 

Qui, invece, parla la loro città, Torino.

Io sono Sara. Il resto è ossigeno

Amo il cielo su Torino quando è azzurro, ed è di un azzurro pieno, unico, intenso.

Amo le montagne che ci circondano e questo potersi sempre orientare: a ovest le Alpi, a est le colline.

Amo giocare con mia figlia, Giulia, di 7 anni, basta che non mi chieda di inventare giochi: che mi guidi lei, che decida lei se devo essere la nonna di Cappuccetto Rosso, un minipony o la cugina di Barbie. Mi piace quando lei è la regista, e io recito per farla felice.

Amo viaggiare. Per lavoro, quando sono a cena la sera in hotel da sola e osservo le persone e immagino le loro storie. Ma amo anche tanto, tantissimo, viaggiare con la mia famiglia, e ho ancora nel cuore tutti i posti in cui siamo stati insieme. Parigi, gli Stati Uniti, Londra, ma anche le Langhe, in quelle domeniche mattina nebbiose in cui un piatto di vitello tonnato e un bicchiere di vino rosso ti scaldano la pelle e il cuore.

Amo essere mamma, ma amo tanto anche il mio lavoro. Mi occupo di comunicazione in una grande azienda, ed è quello che ho sempre voluto fare, fin da quando ero una studentessa universitaria.
Ho avuto un’infanzia felice, se per felice si intende il non subire grandi traumi e il sorridere spesso. Ma quando cresci e diventi genitore a tua volta, ti succede di fare degli errori, e di vedere in quegli errori le tracce di chi ti ha cresciuto.

Mi sono divertita, ho ballato, mi sono innamorata in quegli anni in cui hai tutta la vita davanti e sei troppo impegnata a ridere per rendertene conto.

Una notte d’estate ho conosciuto l’uomo che poi è diventato mio marito e il padre di mia figlia. Abbiamo costruito una quotidianità, giorno dopo giorno, fatta di calore, di supporto e di amore. O almeno, questo è quello che pensavo.

Mi chiamo Sara, e mio marito Arturo se n’è andato di casa il 5 aprile, poco meno di un mese fa, e io sto vivendo questi giorni come anestetizzata.

So che sono stata felice. So che ho amato il senso di calore e di famiglia del tornare a casa la sera e cenare tutti insieme, d’inverno, con il freddo appiccicato alle finestre e le chiacchiere che raccontano la giornata passata.

Ma non so cosa succederà domani, e forse non so nemmeno cosa sia successo davvero ieri, e l’altroieri.

Io sono Sara, lui è Arturo e qui parla la nostra città, Torino. Il resto è ossigeno.

“Mio figlio” lo sconvolgente libro di Sue Klebold

Il 20 aprile 1999, Eric Harris e Dylan Klebold si armarono di fucili e di esplosivi e fecero irruzione nel liceo di Columbine. Assassinarono dodici studenti e un insegnante, ferirono ventiquattro persone e poi si tolsero la vita. Mai prima di allora si era verificato un tale massacro in una scuola.

“Dylan Klebold era mio figlio” scrive Sue Klebold nel libro “A Mother’s Reckoning: Living in the Aftermath of Tragedy” in Italia dal 19 aprile con il titolo MIO FIGLIO.

Continua l’autrice nell’introduzione: “Darei volentieri la mia vita per cambiare il corso degli eventi. Anzi, la darei volentieri per salvare anche una sola di quelle che si sono perse quel giorno. Ma so che non è possibile. Niente di quanto sarò mai in grado di fare, o di dire, potrebbe cancellare la strage.”

E allora, l’unica cosa da fare, è scavare a fondo nel ricordo degli eventi, analizzare, e aiutare anche altri genitori a entrare nella vita di questi adolescenti complessi, comprenderli e, magari, aiutarli.

Oroscopo dello scrittore – aprile 2016

Oroscopo dello scrittore.  APRILE

Lo scrittore dell’Ariete sembra essere destinato a un mese che lo aiuterà soprattutto a livello pratico, economico e materiale. Mercurio racconta di una speciale capacità di impegnarsi e di rispettare le scadenze.      

Lo scrittore del Toro gode della presenza di Mercurio nel segno, qualcosa che gli consente di vivere un momento speciale e produttivo, che lo aiuterà a compiere molto lavoro. Le stelle soffiano a vostro favore.         

Lo scrittore dei Gemelli potrebbe essere spesso distratto da fatica, impegni e relazioni complicate. Insomma non sempre il lavoro sarà la cosa più urgente o importante. La concentrazione sarà così incostante.       

Lo scrittore del Cancro racconterà tutta la sua voglia di sognare, di vivere di pensieri e di speranze che lui sente come importanti. Una scrittura che saprà colpire chi è alla ricerca di luce o di leggerezza.           

Lo scrittore del Leone sarà spesso inseguito e braccato da impegni, compiti e scadenze. Per fortuna molti pianeti saranno sempre al vostro fianco per garantirvi la forza necessaria a fare ogni cosa.            

Lo scrittore della Vergine saprà sfruttare la grande amicizia di Mercurio, pianeta amico e dalla solida intelligenza che lo aiuterà a fare progetti, a pensare a qualcosa destinato a durare nel tempo.

Lo scrittore della Bilancia non sembra vivere un mese troppo importante per il lavoro. Eppure potrà approfittare di questo cielo per immedesimarsi meglio nei personaggi di cui vuole parlare. Un esercizio prezioso.

Lo scrittore dello Scorpione farebbe bene a prendersi un momento di vacanza e smettere di impegnarsi. Perché l’opposizione di Mercurio, in onda per tutto il mese, davvero rappresenta un ostacolo.                  

Lo scrittore del Sagittario provi a usare la forza di Marte e di Venere per raccontare qualcosa che abbia a che fare con la passione, con la forza dei sentimenti e dei desideri. Lo farà con eleganza e intensità.

Lo scrittore del Capricorno avrà bisogno di divertirsi lavorando. State insomma alla larga da quegli incarichi che vi pesano e che vi annoiano, puntando solo alla parte più simpatica della vostra professione.         

Lo scrittore dell’Acquario provi a ridurre al minimo ogni attività creativa. Perché la quadratura di Mercurio difficilmente renderà il suo stile adatto alle idee. Meglio prendersi una pausa di riflessione.   

Lo scrittore dei Pesci può contare su un Mercurio che lo aiuterà a parlare – anzi a scrivere – in modo diretto e concreto, stando lontani dai nonsense o dai giri di parole che, solitamente, apprezzate. 

  

Anna Todd – tour in Italia

Ecco tutti gli appumenti di Anna Todd in Italia per la presentazione del romanzo BEFORE

Martedì 29 marzo
Milano. Anna Todd firma copie del libro BEFORE  e incontra il pubblico presso il  Mondadori Megastore, Piazza del Duomo 1, dalle ore  16 alle ore 18.45  More info >>http://eventi.mondadoristore.it/it/event/2016/03/29/anna-todd-instore-a-milano/481/

Mercoledì 30 marzo
Torino. Incontro con Anna Todd e presentazione del libro BEFORE  presso il Salone Off 365/Student Zone, Via Murazzi del Po 26 lato sinistro, ore 16 >>https://www.facebook.com/events/1009645139105963/​
 
Torino. Anna Todd firma copie del libro BEFORE e incontra il pubblico presso il Mondadori Megastore, Via Monte di Pietà 2, ore 18  More info >>http://eventi.mondadoristore.it/it/event/2016/03/30/anna-todd-instore-a-torino/482/
 
Giovedì 31 marzo
Paderno Dugnano (Milano). Anna Todd firma copie del libro BEFORE e incontra il pubblico presso la Galleria del Centro Commerciale Brianza, Strada Statale 35 dei Giovi, – 1°piano, ore 17 More info >> tutti coloro che prenotano e acquistano Before presso il Carrefour del Centro Commerciale Brianza potranno avere un accesso prioritario alla signing session con Anna Todd. Il libro sarà disponibile a partire da martedì 29 marzo.

Sabato 2 aprile
Roma. Anna Todd firma copie del libro BEFORE e incontra il pubblico a La Feltrinelli Libri e Musica, Largo di Torre Argentina 5A, ore 15.  More info >> Acquista il libro alla Feltrinelli di Largo di Torre Argentina e ritira il pass* che dà accesso prioritario al firmacopie. *1 pass per ogni libro acquistato, fino a esaurimento. http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/puntivendita/eventi/Roma/2016/Aprile/Firmacopie-Con-Anna-Todd-16310.html

 
Roma. Anna Todd firma copie del libro BEFORE e incontra il pubblico presso la Galleria Commerciale Porta di Roma, Via Alberto Lionello 201. L’autrice sarà presentata da Mauro Evangelisti. L’evento è organizzato in collaborazione con Auchan, ore 18-20. More info >> Priorità di accesso per i fan che a partire da martedì 29 marzo acquisteranno presso Auchan il nuovo romanzo di Anna Todd “Before” e ritireranno il pass (1 libro = 1 pass). I fan che il 2 aprile presenteranno il pass ricevuto da Auchan all’acquisto del romanzo + la copia del libro, avranno priorità di accesso alla signing session di Anna Todd. Esaurita la coda dei fan muniti di pass, potranno accedere anche i fan senza pass, purché abbiano con sé il libro. https://www.facebook.com/events/1549174172078881/​

 
Domenica 3 aprile
Napoli. Anna Todd firma copie del libro BEFORE e incontra il pubblico a La Feltrinelli Libri e Musica, Piazza dei Martiri,  ore 11.30. More info >> http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/puntivendita/eventi/Napoli/2016/Aprile/Firmacopiecon-Anna-Todd-16305.html

Il Bazar dei brutti sogni – Commenti di traduttori e curatrice

STEPHEN KING – IL BAZAR DEI BRUTTI SOGNI

Commenti di traduttori e curatrice, con un cappello dell’editor

Commento dell’editor, Anna Pastore

Stephen King ha scritto romanzi belli e racconti bellissimi, forse perché nella brevità delle storie distilla il suo grande talento di narratore e soprattutto la sua luccicante sensibilità umana. Talento e luccicanza che traduttori e curatrice hanno raccolto e consegnato sapientemente, lasciando a noi il compito di levigare il testo. E di leggere ogni parola, con rispetto, piacere e un’intensità nuova.

Commento della curatrice, Loredana Lipperini

Quando, qualche mese fa, mi è stato chiesto di curare l’edizione italiana della raccolta, non immaginavo quanto – leggendo per la prima volta in modo professionale quello che ho divorato da Fedele Lettrice per decenni – l’immenso talento di Stephen King si rivelasse nella scelta di una parola o di un aggettivo. Non è questione di horror: è questione di saper raccontare, come pochi, ogni piega dell’animo umano. Ed ecco che a chi, come me, era convinta di aver scoperto tutto quel che c’era da scoprire sul proprio scrittore preferito, si è aperto, di nuovo, un orizzonte sconosciuto. E’ stato un onore, e dirlo non è abbastanza.

Commento del traduttore, Giovanni Arduino

Come ha detto Stephen King, i racconti sono un incontro di boxe: non bisogna perdersi in lungaggini e l’avversario va sbattuto quanto prima al tappeto. Per qualsiasi traduttore, e forse ancora di più per me, è fondamentale azzeccare subito tono e ambientazione: l’atmosfera soprannaturale di Miglio 81 e La duna, quella alla Raymond Carver di Premium Harmony, quella surreale di Fuochi d’artificio ubriachi e Una rissa per Batman e Robin, quella dolente e postapocalittica di Tuono estivo.

Commento della traduttrice, Chiara Brovelli

Tradurre il Re è una palestra formidabile, per chi fa il mio lavoro. Se poi si tratta di racconti, hai modo di confrontarti ogni volta con personaggi nuovi, nei quali cerchi di calarti per riuscire a vedere la realtà – sia essa un campo di baseball, un autobus, un appartamento, una casa, un’area di sosta – attraverso i loro occhi. Resti stupita davanti alla capacità dell’autore di entrare nella mente di chi vive nelle sue pagine. E, quando arrivi in fondo, ti dici che non sapresti immaginare un finale più adatto.

Commento del traduttore, Alfredo Colitto

Rendere in italiano i neologismi e le variazioni di tono e di stile tipici del contesto kinghiano è stato un compito arduo ma entusiasmante. La sfida più difficile sono stati i due componimenti in versi, La chiesa di ossa e Tommy. Ci ho messo giorni a trovare l’alchimia giusta tra endecasillabi, alessandrini, doppi ottonari e versi sciolti vari. E per rispettare il ritmo, a volte ho dovuto sacrificare il significato letterale di qualche parola, ovviamente senza perdere il senso complessivo delle frasi. Ma alla fine sono rimasto contento del risultato. Spero lo siano anche i lettori.

Commento del traduttore, Christian Pastore

In ognuno dei quattro racconti da me tradotti, King ha saputo infondere una voce del tutto diversa, riuscendo comunque a far vibrare un tono inconfondibile, il proprio, in ciascuna di esse. Una morte è addirittura un omaggio alle atmosfere western di Elmore Leonard, e ha uno stile che King stesso nella sua introduzione definisce completamente inusuale. Stile a parte, sia che ci si trovi in un limbo ultraterreno, in una casa di riposo, in un appartamento metropolitano o nel Territorio Dakota, è il King più intimista a rivelarsi in ogni dettaglio, con i suoi protagonisti – e lui con loro – che si dibattono fra caso, dubbio e arbitrio.

Ecco l’indice dei racconti:

Nota dell’autore 

Introduzione 

Miglio 81 Traduzione di Giovanni Arduino

Premium Harmony  Traduzione di Giovanni Arduino

Una rissa per Batman e Robin Traduzione di Giovanni Arduino

La duna Traduzione di Giovanni Arduino

Il bambino cattivo Traduzione di Alfredo Colitto

Una morte Traduzione di Christian Pastore

La chiesa d’ossa Traduzione di Alfredo Colitto

Morale Traduzione di Christian Pastore

Aldilà Traduzione di Christian Pastore

Ur Traduzione di Alfredo Colitto

Herman Wouk è ancora vivo Traduzione di Chiara Brovelli

Giù di corda Traduzione di Chiara Brovelli

Blocco Billy Traduzione di Chiara Brovelli

Mister Yummy Traduzione di Christian Pastore

Tommy Traduzione di Alfredo Colitto

Il piccolo dio verde del dolore Traduzione di Chiara Brovelli

Quell’autobus è un altro mondo Traduzione di Chiara Brovelli

Io seppellisco i vivi Traduzione di Alfredo Colitto

Fuochi d’artificio ubriachi Traduzione di Giovanni Arduino

Tuono estivo Traduzione di Giovanni Arduino

FAI BUON VIAGGIO, RABBIT HAYES

«Qualunque cosa accadrà io vivrò come se non dovessi morire perché oggi non morirò. Oggi sono qui e ho i pavimenti da pulire, i vestiti da sistemare e i compiti della mia bambina da controllare. Oggi sono viva, sono qui, e il mio compito è colmare d’amore, di felicità e di sicurezza il mondo di mia figlia. Altro che Disneyland, lei ha solo bisogno di me, e io farò del mio meglio perché, quando me ne sarò andata, abbia la mente piena di ricordi e il cuore pieno d’amore.»

«Farò del mio meglio perché, quando non ci sarò più, mia figlia abbia la mente piena di ricordi e il cuore pieno d’amore.»

Il cuore del romanzo di Anna McPartlin batte in questa frase.

C’è tutta la forza di “Rabbit”, la protagonista, una combattente capace di affrontare la malattia con un coraggio da leone, con uno spirito che ci conquista all’istante.

C’è tutta la tenerezza di una madre che pensa sopra ogni altra cosa al futuro di sua figlia, a quando dovrà lasciarle continuare il suo viaggio da sola.

C’è tutto il senso di una vita: quel viaggio in cui impariamo a fare tesoro dei piccoli istanti di felicità, in cui incontriamo compagni d’avventura con cui vale la pena condividere le tappe più importanti.

Fin dalle prime pagine di questo romanzo sappiamo che piangeremo, ma sentiamo anche non riusciremo a staccarcene. Perché, anche se la storia affronta temi dolorosi, “argomenti tabù” come una malattia che non lascia scampo, Fai buon viaggio, Rabit Hayes è innanzitutto un inno alla vita.

Ci travolge con la tenacia, la speranza, persino lo humour dei suoi protagonisti – la famiglia che si stringe intorno a Rabbit nel momento dell’addio. Insieme a loro ridiamo, piangiamo, riscopriamo quei sentimenti che danno senso all’esistenza, il bello di essere madri e figlie, fratelli e sorelle.

Capiamo che nessuno muore davvero, perché vivrà ancora nei ricordi e nelle parole che noi, che li abbiamo amati, porteremo per sempre nel cuore. Come un faro lontano ma luminoso che continua a guidarci nel nostro viaggio.

Vinci un bracciale AFTER by STROILI

È un braccialetto, uno di quelli con i ciondoli, ma particolare. Ci sono solo tre ciondoli, più grandi dell’unghia del mio pollice: due di metallo e uno che sembra di porcellana bianca. È il simbolo dell’infinito, con le due estremità a forma di cuore. Proprio come il tatuaggio sul polso di Hardin.

(AFTER 2. UN CUORE IN MILLE PEZZI)

Un simbolo dell’infinito personalizzato, formato da due cuori e tatuato sulla pelle. Ma poi anche appeso a un braccialetto, realizzato appositamente da Hardin per regalare un Natale speciale a Tessa, e per lei più prezioso di qualsiasi gioiello alla moda.

Il sogno diventa realtà ora anche per tutte le lettrici di After, che potranno portare sempre al polso l’amore infinito che lega Tessa e Hardin: Stroili, infatti, ha realizzato il bracciale AFTER in vendita presso tutti i negozi Stroili in Italia.

Ma c’è di più: dall’8 marzo al 30 aprile acquistando un romanzo della saga di After o Before (dal 29 marzo) si può partecipare al concorso VINCI UN BRACCIALE AFTER BY STROILI, in palio 30 bracciali AFTER in argento 925% rodiato o rosato con zirconi e un Primo Premio esclusivo: un bracciale AFTER 18 kt con diamanti. Tutti i bracciali sono realizzati da Stroili.

Leggi il regolamento e scarica la cartolina per partecipare su www.sperling.it/after-concorso

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