Pordenonelegge 2015

 SPERLING & KUPFER

Giovedì 17 settembre

Incontro con Franco Mandelli e presentazione del libro Curare è prendersi cura presso Palazzo Montereale Mantica, Corso Vittorio Emanuele II nell’ambito della rassegna Pordenonelegge 2015. Con l’autore interviene Stefano Boscariol, ore 16.30.

Domenica 20 settembre

Incontro con Chiara Manzi e presentazione del libro Antiaging con gusto al Caffè Letterario, Piazza della Motta 2 nell’ambito della rassegna Pordenonelegge 2015.  Con l’autrice interviene Gianna Buongiorno, ore 18

FRASSINELLI

Giovedì 17 settembre

Incontro con Davide Rondoni e presentazione del libro E se brucia anche il cielo  all’Auditorium dell’Istituto Vendramini, Via Vendramini 2 nell’ambito  della rassegna Pordenonelegge 2015, ore 11.30

Domenica 20 settembre

Davide Rondoni  partecipa all’incontro dal titolo “L’arte di scrivere d’arte” presso il Centro Culturale Casa A.Zanussi, Via Concordia nell’ambito  della rassegna Pordenonelegge 2015. Con l’autore interviene Guido Guerzoni; modera l’evento Fulvio Dell’Agnese, ore 9.30

Baci a tutti, l’amore entra senza avvisare

La canzone è associata all’ultimo libro “Baci a tutti” scritto da Andrea Antonello ed edito. Si conclude con questo brano la trilogia che i Quarto Profilo hanno dedicato alla vita di Andrea e Franco Antonello, iniziata nel 2012 con “La Rotta” e a cui aveva fatto seguito nel 2013 “Se ti abbraccio non aver paura”. 

In quest’ultimo brano “Baci a tutti , l’amore entra senza avvisare“ i Quarto Profilo immaginano un dialogo a distanza tra Andrea e i suoi genitori Franco e Bianca. Andrea ragazzo affetto da autismo, percepisce quotidianamente l’amore che i suoi cari gli fanno avere e vuole in tutti modi farglielo sapere. I suoi gesti, i suoi sguardi valgono più delle mille parole che non riesce a dire: grazie ad essi si realizza quell’amore tra figlio e genitori che rappresenta uno dei sentimenti più alti dell’essere umano. 

I Quarto Profilo scrivono questa canzone usando ancora una volta il rock, come matrice e sottofondo per esprimersi . “Baci a tutti, l’amore entra senza avvisare” insieme alle altre due canzoni dedicate ad Andrea Antonello.

Dal 2014 i Quarto Profilo collaborano e promuovono l’associazione “I Bambini delle Fate” fondata da Franco Antonello che si impegna nel sostegno quotidiano a persone affette da autismo.

“Baci a tutti, l’amore entra senza avvisare”

Testo: E.Giommi, Musica: E.Giommi, G.Pinarello

VIDEO Riprese e montaggio di Giuseppe e Roberto Brunello

Stephen King riceve la National Medal of Arts

Il 10 settembre Stephen King ha ricevuto la National Medal of Arts da Barack Obama, alla Casa Bianca.

Si tratta della più alta onorificenza riconosciuta agli artisti dagli Stati Uniti d’America, istituita a partire dal 1984.

Con la medaglia si vuole onorare sia singoli sia le organizzazioni che sostengono e incoraggiano le arti in America.

Trova lavoro subito! (e scappa all’estero!!)

Da poco in libreria, e già molto apprezzato, il libro di Alberto Forchielli, scritto insieme a Stefano Carpigiani (professionista del recruitment e conoscitore dei mercati internazionali del lavoro), TROVA LAVORO SUBITO!  vuole fornire a lavoratori, genitori e figli uno strumento conoscitivo e uno serie di proposte per affrontare un momento di impasse del nostro Paese. 

Questo libro vuole dimostrare che lavorare all’estero è ragionevolmente giusto, talvolta auspicabile e altre difficile. In ogni caso è possibile e con meno ostacoli che in passato.

Trasferirsi all’estero per lavoro complica la vita, ma la vita in sé è già complicata, quindi aiuta ad affrontarla meglio.

Diceva Tarzan a Jane: «It’s a jungle out there!» Anche oggi la vita può essere una giungla, ma il modo migliore per non subirla è attrezzarsi. Nella giungla, come nella vita, ci sono serpenti e tigri, ma si possono trovare anche fiori e farfalle. Basta avere scarpe adatte, binocolo e senso dell’orientamento.”

Cesena: Macrolibrarsi Fest 2015

Per il suo 2° compleanno Macrolibrarsi Store ha organizzato una grande festa: lo spazio esterno del negozio si trasformerà in un parco a tema benessere, dedicato al Body, Mind & Spirit. Ci saranno un Mercatino Bio, Street food, Showcooking, Musica Live, incontri, Yoga e Wellness, consulti e trattamenti olistici, e animazione per i più piccoli. Macrolibrarsi aprirà le porte dei suoi magazzini, permettendo a tutti di comprendere cosa succede dopo aver fatto un acquisto online.

MACROLIBRARSI FEST… e non chiamatela sagra!

Quando: Sabato 19 Settembre 2015  dalle 12:00 alle 23:00

Dove: Macrolibrarsi Store  Via Emilia Ponente 1705 – Cesena

Per saperne di più: http://macrolibrarsifest.it/

Per scaricare il flyer: http://www.macrolibrarsifest.it/pdf/Volantino-macrolibrarsi-fest-A4h_FULL_WEB.pdf

Tanto sesso, siamo inglesi!

 

Ricordate il celeberrimo refrain «Niente sesso, siamo inglesi», titolo di una fortunata commedia che nel 1971 conquistò Londra e il primato delle repliche?  Ebbene, niente potrebbe essere più lontano dai gusti dei britannici. Semmai, come suggerisce il titolo di questo saggio di Antonio Caprarica, è vero l’esatto contrario.

Per centinaia di anni, prima che l’irreprensibile Vittoria confinasse le gioie del sesso al letto coniugale, a nessuno mai sarebbe venuto in mente di associare l’immagine dell’inglese con la castità e l’astinenza. Infatti nella storia dell’isola non è difficile incappare in vescovi che riscuotono l’affitto dei bordelli, prostitute che frequentano la Corte, maîtresse che inventano eccitanti torture, nobili che mettono a repentaglio la propria reputazione nei «club sodomiti».

Il vero carattere degli inglesi, con la loro sfrenata passione per il sesso, lo scoprirete nel racconto che state per leggere, dove il sesso proclama la sua vittoria tra amorazzi principeschi, commerci miserabili e avventure esilaranti.

Torna (a) settembre

Ricominciamooooooooo!

Ecco, arriva il I settembre: alcuni avranno ripreso a lavorare già ad agosto, e ci sono molti che non si sono mai fermati neanche durante i mesi più caldi. Eppure per tutti il I settembre segna l’inizio di qualcosa. Il vero principio di tutto è qui, in questa data. Si riparte, in ogni caso. Si riordinano le idee, si redigono buoni propositi, ci si guarda dentro e allo specchio. E allora ecco i libri che possono aiutarvi a (ri)cominciare bene.

LAVORO: stanchi del vecchio? La svolta potrebbe essere dietro l’angolo, basta avere coraggio e salire su un aereo. Il mercato del lavoro ormai è internazionale, globale e per affrontarlo nella maniera giusta arriva TROVA LAVORO SUBITO il libro di Alberto Forchielli e Stefano Carpigiani, una guida per scegliere consapevolmente il proprio futuro.

FORMA FISICA: Qualche alcolico di troppo, un viaggio in paesi che mettono ovunque burro, alllegre ed esagerate spaghettate e magari una meritata e indolente pigrizia: se avete preso qualche chiletto potete pensare di eliminarlo con un’alimentazione ricca di cibi disintossicanti e antiossidanti. Seguire LA DIETA LE BOOTCAMP vi aiuterà in maniera semplice e duratura.

SPIRITO: Prolungare il più possibile gli effetti positivi della vacanza? Applicate le regole dei monaci alla vita caotica di tutti i giorni: ad esempio riscoprire il valore del silenzio, o apprezzare e mantenere la bellezza, che è innanzitutto pulizia, eliminando il superfluo e mantendo un ordine mentale. C’è LA FELICITA’ DEL MENO che vi aspetta.

Aspettando… “Lo stato di ebbrezza” di Valerio Varesi

Cari amici, dal deliquio etilico in cui versa il nostro mondo, è nato Lo stato di ebbrezza, la puntata conclusiva della trilogia che è cominciata col nostro “secondo rinascimento”, la Resistenza, raccontata ne La sentenza, ed è proseguita con Il rivoluzionario, i primi 35 anni del nostro dopoguerra che hanno sancito la morte delle ideologie e l’inizio della dittatura finanziaria. Con questa puntata conclusiva setaccio gli anni dalla strage di Bologna alla esilarante e tragica “mozione Paniz”, il culmine del delirio politico-parlamentare che segna il definitivo seppellimento di ogni “questione morale” e della moralità stessa di un Paese.

Col voto che accredita Ruby rubacuori quale nipote di Mubarak, ovvero il falso consapevole scientemente affermato come vero, il nostro mondo abbandona il terreno della semplice farsa sconfinando nel surreale di marca grottesca. Ed è proprio il grottesco la cifra estetica che uso. Con essa scavo dentro il nostro abisso con esiti persino esilaranti.

Valerio Varesi

Lo stato di ebbrezza vi aspetta dal 25 agosto in libreria e in ebook.

Mi chiamano Ada

Ada si è presentata da me in un pomeriggio di maggio di qualche anno fa.

Sinceramente, non ero pronta all’incontro.
Non come lei che, invece, scalpitava per essere raccontata.
Ada è così: vitale, curiosa, veloce, lei non cammina, vola.
E non potrebbe fare altrimenti visto il carico di umanità che da lei dipende.
Gino, il marito esodato, sempre arrabbiato ma in ottimi rapporti di amicizia con la sambuca, il figlio Emanuele, pigro e indolente che sta per diventare padre, la figlia Veronica, che si ammazza di lavoro in uno studio legale e poi la mamma e la zia Marietta, novantenni, piene di acciacchi ma ancora combattive.

E, intorno, Lecce, protagonista al pari di Ada di questo romanzo, con la sua gente, i suoi palazzi in centro, la sua periferia scalcinata, gli autobus affollati di gente bizzarra, le strade piene di buche ma tanta luce e tanta vita.

Ada si è voluta raccontare così: una donna di cinquanta anni, tenace e pragmatica, sempre allegra nonostante i mille problemi, con un sogno piccolo che coltiva sin da ragazza, quello di fare un viaggio in Grecia “il posto lontano più vicino a Lecce”.
Magari, con l’aiuto di Santa Teresina da Copertino, la santa bambina, venerata dalla povera gente perché fa i miracoli semplici, quelli che aiutano a stare meglio nella vita di tutti i giorni.

La chiamano Ada, così la chiamerete anche voi, vi farà ridere, vi farà piangere, vi porterà nella sua vita così profondamente da desiderare di trovarla seduta accanto a voi quando prenderete l’autobus o nel vostro stesso supermercato quando farete la spesa.

Simona Toma

Luminusa: la parola a Franca Cavagnoli

Luminusa è nato da alcune immagini. Nella prima ci sono dei corpi stesi su una spiaggia, ciascuno ricoperto da un lenzuolo bianco. Sono allineati uno accanto all’altro. Poi sono venute le diapositive del sito di Askavusa, un’associazione culturale di Lampedusa. I ragazzi avevano riunito in una stanza gli oggetti dei migranti rinvenuti in giro per l’isola, sulla spiaggia, nel mare, e ne avevano pubblicato le foto sul loro blog. Infine è stata la volta della Rosa nera di Kounellis, che da allora torno spesso a vedere al Museo del Novecento di Milano. Quando il romanzo era ormai finito, alla stazione di Firenze ho visto una fotografia di Masiar Pasquali, un giovane fotografo nato in Toscana da padre italiano e madre iraniana, che attualmente vive a New York. In questa foto si vede un bambolotto nero a pancia in giù, per terra, sulle assi ruvide di un pavimento. La testa è pericolosamente vicina allo zoccolo di legno della parete, di un verde acqua molto chiaro. Sembra che l’abbiano buttato via. O che se lo siano dimenticato lì. Quella foto condensa in sé tutto.

Immagini che sono una geografia del Mediterraneo.

Guardando e riguardando le foto con gli oggetti dei migranti ho cominciato a immaginare di chi fossero quei poveri resti rinvenuti sull’isola. A chi erano appartenuti? Ho cercato di immaginare i volti, le mani che li stringevano, i luoghi dai quali venivano, la vita di chi fugge da un paese in guerra o dalla miseria. Lavoravo, e lavoro tuttora, a una tetralogia, di cui Luminusa è il primo libro. I protagonisti sono un gruppo di amici che vivono a Milano – alcuni compaiono brevemente nel romanzo: Madina, Villeneuve, Andrea, Ralph – e al centro c’è un tema che mi sta molto a cuore: ‘la tirannia della distanza’, come la chiamano gli australiani. Come si può restare uniti nella lontananza? Come si può farlo senza essere divorati dalla nostalgia? Mario già si muoveva nella mia mente ma non era ancora legato a una storia sua. Poi sono venute la primavera araba e la guerra in Libia. E i corpi sulle spiagge sono aumentati. A poco a poco Mario ha trovato la sua storia in Luminusa.

Via via che il numero delle persone che perdevano la vita nelle acque del Mediterraneo cresceva, mi rendevo conto che queste morti non generavano empatia. La cronaca si fermava, e si ferma pure oggi, ai fatti, ai dati, ai numeri: le pagine dei giornali si riempiono per qualche giorno di cifre spaventose e poi tutto viene dimenticato.

Tutti quei morti fanno così tanta paura che la gente li tiene a distanza. Rimangono lontani. Rimangono anonimi. Dovremmo piangere ognuno dei morti del Mediterraneo, e invece quasi non ci toccano. La letteratura permette di vedere ciò che la cronaca non consente di vedere. Ha tempi lunghi, favorisce la rilettura, la riflessione. Permette di pensare e di pensarsi. La letteratura, con i suoi tempi lenti, ci esorta a essere più attenti all’altro e favorisce l’immedesimazione.

Nel 2013 ho fatto un viaggio a Lampedusa e in un centro di accoglienze nelle Marche, dove ho ascoltato il racconto di alcuni ragazzi sbarcati sull’isola. E a poco a poco il mosaico di storie che compone Luminusa si è formato. Il tutto è accaduto lentamente e nell’arco di molto tempo. C’è un elogio della lentezza in Luminusa, e Mario infatti le didascalie le fa in versi perché così tutto esce più lento. La cronaca si ferma ai numeri, la letteratura cerca i nomi, cerca di dare un nome a chi l’ha perso, di restituire una vita. A partire dai resti vilipesi che trova in giro per l’isola, Mario cerca di riesumare i morti. E lo fa con gesti lenti, che lo fanno restare umano.

Davanti alla Rosa nera di Kounellis certe volte penso che piacerebbe tanto a Jamaica Kincaid, che lamenta la mancanza anche di un solo fiore nero nei giardini. E alla notizia di ogni nuovo naufragio, come Mario penso a tutti gli africani che durante la tratta degli schiavi hanno perso la vita nel famigerato Middle Passage, la traversata dell’Atlantico compiuta dalle navi negriere per deportare e vendere all’asta milioni di persone nelle isole dei Caraibi. Secondo uno storico afroamericano, W.E.B. DuBois, sono più di sessanta milioni gli africani morti nelle acque dell’Atlantico. E Toni Morrison a loro ha dedicato il suo libro più sentito e conosciuto, Amatissima.

Dentro di me, per anni, credo abbiano lavorato sia le parole di Jamaica Kincaid sia quelle di Toni Morrison, dei loro libri che ho tradotto. Mi hanno portato a vedere il mondo con altri occhi. Ma forse tutto è nato con un libro per l’infanzia, Le avventure di Huckleberry Finn: ricordo molto bene la mia trepidazione da bambina per le vicende di Jim, lo schiavo nero, il mio terrore all’idea che lui fosse venduto a monte del fiume e la sua famiglia a valle. Che la famiglia di Jim venisse separata.

Oggi come allora gli africani muoiono nelle acque del mare. Ora tocca alle acque del Mediterraneo. Il colonialismo presenta il conto. E il paradosso è che il colonialismo non è finito. L’Europa tutta ha una precisa responsabilità storica. Nessuno è innocente in Europa. Nessuno è innocente in Italia. Nessuno di noi può permettersi di dimenticarli. E ognuno di noi dovrebbe fare qualcosa perché questo non accada.

Caro lettore, se desideri restare aggiornato sulle novità editoriali e le iniziative di Sperling & Kupfer iscriviti alla nostra newsletter: è semplice e gratuita.
Iscriviti alla newsletter