Luce: questa sconosciuta

Che cos’è realmente la luce? È costituita da un insieme di onde elettromagnetiche che si propagano nello spazio oppure è una successione, un flusso, di elementi discreti – i quanti – chiamati “fotoni”? Può sembrare difficile da accettare eppure è, contemporaneamente, entrambe le cose: una caratteristica conosciuta con il nome di “dualità onda/corpuscolo”.

Ma non solo. Sulla base del Principio di Complementarietà – enunciato da Niels Bohr nel 1927 – questi due aspetti non possono mai essere rilevati contemporaneamente. O almeno, nessuno era mai riuscito a farlo prima del 2015! Nel primo capitolo de “Il mondo secondo la Fisica Quantistica”, questa affascinante conquista viene raccontata attraverso l’esperienza dell’équipe di ricercatori coordinata dal fisico italiano Fabrizio Carbone che – presso i laboratori dell’EPFL, l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne in Svizzera – proprio nel 2015 è riuscita finalmente a catturare una immagine della doppia natura, in contemporanea, della luce. E senza violare alcun principio fisico!

Fabrizio Carbone spiega così come sia stato possibile ottenere questo importante risultato. «Dal punto di vista teorico, ciò che abbiamo fatto non è stato aggiungere un qualcosa di nuovo alla comprensione del fenomeno. Osservare due variabili non complementari e ottenere quantizzazione e interferenza non introduce alcuna nuova informazione sulla luce. Però, visivamente, procura una fotografia del suo comportamento che fino a oggi, semplicemente, non esisteva. In un certo senso si può dire che si sapeva che avrebbe dovuto essere cosi, ma non ce n’era la prova!” Adesso che la prova c’è, la luce – inseparabile compagna della nostra vita – conserva comunque ancora molti segreti da svelare!

Fabio Fracas

IL CREATORE DI PENNYWISE E IL SUO 2017 DA PAURA – estratto

[Estratto da] IL CREATORE DI PENNYWISE E IL SUO 2017 DA PAURA

Entertainment Weekly, 22 dicembre 2017 (qui il link all’intervista)

Stephen King Rules.

EW ha incontrato lo zio Steve per parlare di un anno eccezionale e di quello che verrà.

Lei è sempre stato un autore prolifico, ma il 2017 mi sembra un anno particolarmente intenso.

Sì, è stato molto diverso dal solito e credo di dovere molto agli adattamenti cinematografici e televisivi. Per qualcuno saranno stati troppi, ma è solo una coincidenza. È capitato, e io sono contento così.

Entrambi i suoi libri usciti quest’anno sono frutto di una collaborazione. In passato era successo solo poche volte, adesso si diverte di più a “giocare” con un compagno in campo?

Non sono collaborativo di natura, ma sono in grado di fare il gioco di squadra. Non sono un cattivo soggetto, e se poi tuo figlio arriva con una grande idea non c’è granché da pensare. Non vedevo l’ora di cominciare a scrivere Sleeping Beauties perché lo spunto era veramente stimolante.

Com’è nato La scatola dei bottoni di Gwendy, che ha scritto con Richard Chizmar?

Gwendy è stato una vera sorpresa. Avevo cominciato a scriverlo, ma mi ero fermato perché non sapevo bene dove andare a parare. Poi Rich mi scrive un’e-mail proponendomi una collaborazione, così, in generale, e io gli rispondo mandandogli il mio incipit e chiedendogli di portarlo a termine.

Ha funzionato.

È stato pubblicato. Ha avuto un discreto successo e Book List l’ha inserito nell’elenco dei miglior romanzi young adult del 2017. E in un certo senso mi ha riportato a Castle Rock. Non ci pensavo da molto tempo e credo che Rich conosca la città meglio di me ormai, per questo me l’ha fatta amare di nuovo. Adesso ho scritto un altro libro dal titolo Elevation, sempre ambientato a Castle Rock, una sorta di seguito di Gwendy. A volte basta seminare e aggiungere un po’ di fertilizzante per far spuntare qualcosa di nuovo.

J.J. Abrams e Sam Shaw usano proprio Castle Rock come sfondo per la loro nuova serie TV di Hulu ispirata alle sue storie.

Ne so quanto lei: nulla. Spero solo che venga una bella cosa. Tipico di J.J. Non è trapelata nessuna notizia, da nessuna parte.

Possiamo dire senza rischio di smentita che il nuovo It – e Pennywise – ha colpito il pubblico. Anche più di quanto sperasse il regista Andy Muschietti.

Ho capito che sarebbe stato un successo un anno fa, in Florida, quando ho visto la prima versione, ma credo che nessuno si aspettasse un tale successo planetario. Io no di certo, però ha fatto vendere moltissimi libri. Sa come si dice: marea che sale solleva tutte le barche.

Dopo l’apertura da record di It, i produttori stanno riprendendo progetti da tempo in gestazione, come Pet Sematary. Le sembra che ci sia un rinnovato interesse nel suo lavoro?

In realtà ho ceduto i diritti cinematografici di tutti i miei libri, praticamente. Tutto ciò che ho scritto è in corso di produzione o opzionato. Non lo dico per vantarmi, è la pura verità!

Anche i nuovi romanzi, per esempio Sleeping Beauties?

C’è stata un’asta molto agguerrita per i diritti di Sleeping Beauties, ma è stato prima dell’uscita di It. Poi la serie di Mr. Mercedes è stata rinnovata per una seconda stagione, ed è stato tutto merito suo.

Come si spiega il fenomeno It? Il libro non è mai sparito dalla circolazione. Perché è tornato così prepotentemente alla ribalta?

Credo che l’elemento scatenante sia la miniserie del 1990. Tutta una generazione di ragazzini tra gli 8 e i 14 anni sono morti di paura davanti a Tim Curry e l’arrivo del nuovo Pennywise ha dato loro l’occasione di rivivere quell’esperienza. Poi è circolato dappertutto, sulla stampa e altrove, una specie di virus sui viscidi clown. Insomma, le ragioni sono diverse, ma di base era il film giusto al momento giusto.

Ci sono anche molti nuovi progetti, come Stranger Things, che giocano con un tema a lei caro: bravi ragazzi che lottano contro un male indicibile. Anche questo ha contribuito ad accendere l’interesse del pubblico?

Penso che Stranger Things abbia contribuito, ma è una strada a doppio senso, perché Stranger Things mi ricorda molte delle cose che ho scritto. Ovviamente l’idea di una banda di ragazzini che combatte contro un terrore sovrannaturale è piaciuta alla gente, che finalmente può stare dalla parte dei buoni, cosa che non succede spesso negli horror.

Secondo me anche l’elemento Perdenti è importante, il fatto che ciascuno di questi bambini sia un emarginato. Quando ti senti impotente e spaventato ti ritrovi nella storia di un gruppo di diversi che uniti diventano più forti delle loro paure. È un po’ strano da dire, perché It è la storia di un clown assassino, ma questo è un film pieno di speranza.

Sì, anche secondo me.

Che cos’altro bolle in pentola? So che nel 2018 esce il suo nuovo romanzo, The Outsider, la storia di un uomo molto benvoluto in città, padre di  famiglia e allenatore della squadra dei pulcini, accusato di aver ucciso proprio un bambino.

Sì, è previsto a maggio. Sto proprio leggendo le bozze. Amo quel romanzo. Poi ho un altro libro finito che non ha ancora un titolo e uno che si chiama Elevation, però non so ancora come sarà pubblicato.

Ritorno a Riverton Manor di Kate Morton

La pausa natalizia (chiamarla vacanza sembra eccessivo, troppo breve e troppo fitta d’impegni, per quanto piacevoli) ha un grande vantaggio rispetto alle vacanze estive: viene molto più naturale infilarsi in un paesaggio mulinobianchizio, con camino, gatto e un bel libro da leggere. Tolto il ciocco scoppiettante e il felino spesso fonte di allergie, il piacere che vale per tutti è proprio la lettura.

Uno dei romanzi usciti negli ultimi mesi che potrebbe allietare anche i prossimi fine settimana invernali è Ritorno a Riverton Manor di Kate Morton. Era uscito dieci anni fa e l’abbiamo ripreso proprio a novembre dell’anno scorso perché è una delle storie più belle di questa autrice australiana. Per la nuova edizione, Kate ha scritto una nota nella quale racconta quali sono le sue fonti d’ispirazione, dai libri ai film alle serie TV. Per Kate l’ambientazione a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento – quando l’aristocrazia decade, le guerre diventano Grandi e le donne conquistano nuovi ruoli – è la più affascinante della Storia. E come darle torto? Anche noi, come lei, abbiamo letto e amato Daphne du Maurier (qualcuno si ricorda anche di Rebecca, il romanticissimo film in bianco e nero con Lawrence Olivier?), Francis Scott Fitzgerald (tutti i Grande Gatsby: le diverse traduzioni e i film con i bellissimi Redford e Di Caprio), abbiamo visto e rivisto Gosford Park di Altman (e di sicuro molti stanno ancora seguendo Downton Abbey) e ci siamo crogiolati in Possessione della Byatt (anche il film non è male, ma il libro!). Quanto piacciono anche a noi i segreti di famiglia, gli amori maledetti, i fantasmi più o meno immaginari, il passato misterioso che ritorna?

Siamo sicuri che anche voi abbiate una bibliovideoteca “gotico-romantica”, e mentre aspettiamo di aggiungerci il prossimo lavoro di Kate Morton, ci piacerebbe sentire quali sono i vostri titoli preferiti. Compreso Ritorno a Riverton Manor, ça va sans dire.

L’oroscopo dello scrittore – Gennaio 2018

Oroscopo dello scrittore – gennaio 2018

Lo scrittore dell’Ariete viva la prima metà del mese cercando e ricercando idee, spunti e ispirazioni, soprattutto lontane, esotiche. Poi, dal giorno 11, provi a rendere concreto tutto ciò che ha imparato.

Lo scrittore del Toro darà il meglio e il massimo non appena Mercurio, astro della scrittura creativa, diventerà un alleato del segno. Dunque tutti al lavoro dal giorno 11, prima di allora meglio stare in vacanza.

Lo scrittore dei Gemelli usi la prima metà di gennaio per convincere qualcuno delle sue idee, di un progetto. Poi, nell’ultima parte del mese, provi a concretizzare intenzioni e promesse per non renderle inutili.

Lo scrittore del Cancro si accenderà soprattutto a metà mese, quando cioè Mercurio lo obbligherà in qualche modo a mettersi alla prova, a mettersi in gioco. Quello sarà il tempo del racconto.

Lo scrittore del Leone il giorno 11 dovrà dire addio alla lunga (ma discussa) amicizia che lo ha legato a Mercurio per molte settimane. Dunque approfittate di lui per fare gli ultimi progetti prima che parta.

Lo scrittore della Vergine riaccenderà interessi e passioni dopo l’11 grazie a un Mercurio finalmente decente, finalmente capace di pensare e di produrre. Puntate su racconti e lavori ironici, spiritosi, divertenti.

Lo scrittore della Bilancia potrebbe smorzare il grande bisogno di dire e di raccontare che Mercurio ha tenuto acceso per varie settimane. È arrivato il momento di tacere per riflettere meglio e di più sul presente.

Lo scrittore dello Scorpione dovrà optare per uno stile meno concreto e scontato e assolutamente più brillante, più fantasioso, colorato. Fatelo per trovare un modo di comunicare che funzioni con i vostri lettori.

Lo scrittore del Sagittario finalmente dice addio a Mercurio che lo ha spesso confuso, fatto sbagliare, illuso. Ritrovate insomma una chiarezza rara e preziosa, un modo di lavorare che convincerà tutti.

Lo scrittore del Capricorno accoglierà l’arrivo di Mercurio (previsto per il giorno 11) con sincera curiosità, con la voglia di riscoprire pensieri e idee che aveva perso vi vista. Mettetevi al lavoro per sfruttare il momento.

Lo scrittore dell’Acquario potrà contare sull’aiuto degli astri solo sino al giorno 11, perché poi tutto farà silenzio. Ricordate che ora Saturno sconsiglia i racconti autobiografici, che parlino di vostre esperienze.

Lo scrittore dei Pesci non vive più il lavoro e la scrittura come un’ossessione bensì come un sincero piacere, come un modo per fare la pace con i desideri, le speranze. Accendete la mente e state a vedere.

2018: i libri che verranno

Libri che verranno 2018

Alcuni già li conoscete, perché li abbiamo annunciati, ma di altri libri parliamo per la prima volta. Perché è bello guardarsi indietro e riflettere sulle letture del 2017, ma è ancora più bello pensare alle pagine che ci aspettano, che ci stupiranno, che ci affascineranno e porteranno in nuovi incredibili mondi.

Il 16 gennaio apriamo le danze con IL SOLE È ANCHE UNA STELLA, un romanzo di Nicola Yoon che vi farà innamorare ad ogni pagina: la storia si svolge nel corso di una giornata, iniziata storta, va avanti per caso e porta due ragazzi a incontrarsi e scontrarsi. E a non dimenticarsi.

IL GIORNO IN CUI HO IMPARATO A VOLERMI BENE di Serge Marquis è un romanzo che mette in pace con se stessi, affrontando con incredibile leggerezza dei temi fondamentali. Il protagonista è un Piccolo Principe moderno, che con le sue domande insegna alla mamma a volersi bene.

Il 23 gennaio arriverà il libreria il viaggio che Luca Sciortino ha fatto dalla Scozia al Giappone senza prendere neanche un aereo, battendo strade non consuete. OLTRE E UN CIELO IN PIÙ è il libro perfetto per viaggiatori non convenzionali e sognatori.

Nella stessa data, potrete trovare in libreria QUELLO CHE I RAGAZZI NON DICONO, l’interessante libro di Nan Coosemans una family coach che saprà darvi i consigli giusti per affrontare i problemi dei figli adolescenti e crescere ragazzi fiduciosi e indipendenti.

IO TI SALVERÒ è il primo romanzo che tratta, da un punto di vista intimo e toccante, il tema del reclutamento dei giovani occidentali nella Jihad.

UNA MAGIA A PARIGI è il nuovo romanzo di una delle scrittrici più amate al mondo, Danielle Steel: una storia capace di svelare la magia nascosta tra le pieghe della nostra vita. E il titolo ci suggerisce un’ambientazione da favola metropolipana..

In periodo di sconti non può passare inosservato SMART SHOPPING, il metodo francese per spendere meglio senza finire in rosso. Dalle bollette alle vacanze, tante idee intelligenti per contenere le uscite senza rinunce.

Il 30 gennaio arriverà l’attesissimo PAPER HEIR di Erin Watt: la saga dei Royal continua e, in questo nuovo capitolo, scopriremo le carte della vita di Easton. Il terzo dei fratelli più belli, ricchi e potenti dell’Astor Park College si troverà ad affrontare una ragazza più tosta di lui. Ma non solo.

Nello stesso giorno, troverete in libreria anche la nuova edizione aggiornata de IL NOSTRO ICEBERG SI STA SCIOGLIENDO, una favola per adulti che insegna ad affrontare un mondo in perenne mutazione.

In occasione della giornata mondiale contro il bullismo (7 febbraio) Luca Bernardo e Francesca Maisano, massimi esperti in materia, propongono con L’ETÀ DEI BULLI una guida pratica per intervenire nel modo giusto in situazioni difficili.

Febbraio inizia con IL BISTRÒ DEI LIBRI E DEI SOGNI di Rossella Calabrò: in un piccolo bistrò, nel cuore di Milano, si tiene un corso di scrittura creativa e si incontrano cinque protagonisti in cerca del proprio sogno.

E per dire grazie ad un’amica speciale, avrete a disposizione AMICA È… un libricino delizioso che contiene tutti i segreti della vera amicizia.

Sempre nei primi giorni di febbraio, uscirà il nuovo libro di Debora Conti: I SEGRETI DELL’INDIPENDENZA EMOTIVA che propone strategie e suggerimenti per liberarsi dai condizionamenti e dalle emozioni negative.

E le grandi sorprese di febbraio? Il mese dell’amore e degli innamorati vi soprenderà con due incredibili romanzi.

Il primo è il ritorno di Sara Rattaro: dopo L’AMORE ADDOSSO, l’amatissima scrittice ci proporrà una storia  intima e forte, che racconta l’amore e le sue contraddizioni.

Il mese si chiuderà con il romanzo di Adélaïde de Clermont-Tonnerre L’ULTIMO DI NOI: la storia di un ragazzo in cerca della verità sulle sue origini, e di un grande amore che solo nel passato può trovare la speranza di un futuro.

Ma non solo! Ecco gli altri libri del mese più freddo dell’anno:

LE RAGAZZE DI CAVENDON HALL di Barbara Taylor Bradford, in cui tornano i protagonisti dell’amata serie dedicata a Cavendon Hall.

LA CASA DEL PADRE di Karen Dionne: un thriller psicologico sensazionale.

LA PRINCIPESSA SI SALVA DA SOLA di Amanda Lovelace, una nuova raccolta di poesie sulle donne e per le donne, affinché scrivano la propria storia anziché credere nelle favole.

I primi due mesi del 2018 si annunciano eccezionali, non trovate? Sarà bellissimo condividere con voi le “nostre” pagine…

LA TORRE NERA sul New Yorker

La Torre Nera di Stephen King

13 dicembre 2017

Joshua Rothman per The New Yorker

Quand’ero un ragazzino, il mio scrittore preferito era Stephen King e il suo romanzo che mi piaceva di più era L’ultimo cavaliere, un libro piuttosto asciutto per i suoi standard, un western enigmatico e mistico ambientato in un mondo post apocalittico.

Il libro è vagamente basato su un poema di Robert Browning del 1855, Childe Roland alla torre nera giunse, che Browning stesso diceva gli fosse arrivato in sogno; nell’onirico romanzo di King, un cowboy-cavaliere di nome Roland segue un misterioso Uomo in Nero, attraversando deserti e montagne, nella speranza di scoprire come arrivare a una certa torre nera. La trama è decisamente oscura, ma il mondo nel quale si svolge è evocativo e, per i successivi ventidue anni, tra il 1982 e il 2004, King l’ha sviluppata fino a farla diventare una serie di otto volumi – 4.250 pagine in tutto, la sua versione di fantasy epico alla Tolkien o alla Le Guin. 

A un certo punto ho perso traccia della serie. L’anno scorso, però, spinto dalla notizia dell’uscita di un adattamento cinematografico, ho scaricato tutti gli otto volumi sul mio telefono e ho cominciato a rileggerli. Il film, con Idris Elba nel ruolo di Roland e Matthew McConaughey in quello dell’Uomo in Nero, è risibile (con ogni probabilità la serie TV in corso di realizzazione sarà migliore), ma ho trovato i romanzi più belli e particolari di quanto avessi sperato.

In qualche modo King ha sentito il bisogno di far orbitare tutti i suoi libri intorno alla Torre Nera. Così, le trame di romanzi come Le notti di Salem finiscono per essere legati alle vicende di Roland e alla fine lui stesso è diventato un personaggio. Persino Bryan Smith, l’uomo che nel 1999 l’ha quasi ammazzato investendolo con il furgone, è entrato nel suo mondo. La serie, che nel corso del tempo ha virato sempre più verso la fantascienza, tocca tutti i possibili temi kinghiani: ci sono ragazzi dotati di poteri sovrannaturali, tossicodipendenti in fase di redenzione, universi paralleli, animali mostruosi, vampiri, mutanti radioattivi, sparatorie catastrofiche in piccole città del Maine e tutto il resto.

Se vi piace davvero Stephen King, fatevi un favore: date una chance a questa serie. (Il mio volume preferito è il quarto, La sfera del buio, – una tragica storia d’amore western che tra l’altro riesce ad amalgamare elementi del Mago di Oz e dell’Ombra dello scorpione).

Intervista a Owen King – The Guardian

«È piuttosto violento»: Owen King parla della collaborazione con il padre Stephen King e del loro scandaloso e apocalittico nuovo romanzo.

Quando a Owen King, autore di commedie leggere, venne un’idea inquietante, sapeva già a chi rivolgersi. Ma Sleeping Beauties non è un horror, insiste lui, e infatti non ci sono né spiriti né clown terrificanti.

6 dicembre 2017

[Fonte: The Guardian 

in foto: Owen King. Photograph: Sarah Lee for the Guardian]

Due anni fa, uno scrittore di nome Owen King ebbe «un guizzo» d’idea per un libro: «E se un giorno tutte le donne del mondo non si svegliassero?» Lo spunto gli piaceva, ma non era adatto al genere di romanzi che scriveva di solito. I suoi libri, per quanto apprezzati dalla critica, non hanno mai esattamente scalato le classifiche. Fortunatamente, suo padre – un certo Stephen King – si può dire esperto di horror post apocalittici. «Mi sono detto: “Sarebbe una situazione spaventosa. Ne parlo a papà, è un soggetto che potrebbe interessargli.”»

Discutere idee con suo padre era una cosa che non aveva mai fatto prima. «A mio padre arrivano di continuo idee stupide», dice Owen, seduto nell’ufficio londinese del suo editore. «Persino quando va al negozio sotto casa, trova qualcuno che lo apostrofa: “Ho una storia horror proprio per te, Steve. Ho il tuo prossimo romanzo horror qui in tasca.” E però l’idea gli è piaciuta e io gli ho proposto di scriverci un libro». All’inizio Stephen ha detto di no, ma Owen non si sentiva in grado di scriverlo da solo. Perciò hanno unito le forze.

Con ben due King in copertina, ne è uscito Sleeping Beauties: il virus Aurora spedisce le donne nel mondo dei sogni. Se si svegliano, diventano violente. Mentre gli uomini cercano di gestire un mondo senza donne – e le poche ancora sveglie cercano di resistere al virus – i King si concentrano sulla piccola città di Dooling, in West Virginia, dove le inquiline di un carcere femminile, compresa la misteriosa e potente Evie, cadono addormentate.

Nonostante la collaborazione del padre, Owen nutriva qualche dubbio. «Temevo che qualcuno potesse leggere il libro e dire: “Owen ha scritto questo e Stephen quest’altro.” Abbiamo stili diversi – e pensavo che avrebbe avuto un riflesso negativo su di me. I suoi libri hanno venduto milioni di copie e non volevo che la gente pensasse: “Questa parte è grande perché l’ha scritta Stephen e questa parte non è un granché perché l’ha scritta Owen.” Temevo di non ricevere la giusta considerazione.»

Così i King hanno elaborato un piano. Uno dei due avrebbe scritto 25 pagine, lasciando dei buchi per certe scene, quindi l’altro avrebbe potuto riscriverle e integrare le parti mancanti. E così via. «Ci sono punti dove potrei dire chi ha scritto cosa», afferma Owen. «Ma sono pochissimi.» E definisce il romanzo: «Un fantasy più che un horror. È piuttosto violento in certi punti – sparatorie, gente fatta a pezzi che fa una fine tremenda – ma non ci sono spiriti né clown terrificanti.»

Owen scrive da sempre, come pure la madre Tabitha, e ha cominciato a immergersi nel lavoro di suo padre già a nove anni. «I miei genitori avevano una policy: se puoi leggere, scrivi.» Ma non era sicuro che fosse la carriera giusta per lui. «I miei si ritiravano nei rispettivi uffici ogni mattina e andavano avanti a battere a macchina per sette ore. Si sentiva tuonare dietro le porte. Sapevo che erano soli e sembrava la peggior professione possibile. Non ero certo di volere quella vita.»

Anche la moglie di Owen, Kelly Braffet, è scrittrice. «È cresciuta in un paesino fuori Pittsburgh. La gente le diceva: “Sì, brava, ma non è un lavoro da grandi.” Per me non era così, ovviamente.» Crescendo, si è convinto sempre più del percorso che voleva seguire. Ha studiato scrittura creativa, per poi diventare insegnante. Ha pubblicato la raccolta di racconti Siamo tutti nella stessa barca e il romanzo Double Feature. «Erano opere letterarie. Non hanno venduto molto, ma sono contento del risultato.»

Il fratello maggiore di Owen, Joe, è un altro scrittore. Ha scelto di proporre e poi pubblicare il suo lavoro (La scatola a forma di cuore, La vendetta del diavolo, NOS4R2, The Fireman) con il nome Joe Hill. Si è scoperto che è figlio di Stephen quando ha cominciato a fare la sua comparsa a eventi letterari e i fan del fantasy si sono chiesti: «Ma non assomiglia a qualcuno che conosciamo bene?»

Owen ha deciso di non usare uno pseudonimo, ma non si aspettava l’interesse che ha suscitato. «Pensavo che la gente avrebbe dato un’occhiata e detto: “Gli piacciono le storie di famiglia, è tutta un’altra cosa.” Credevo che sarei stato semplicemente sotto radar, ma era un’ingenuità: l’attenzione è stata enorme e l’ho gestita come ho potuto.»

Oggi è più positivo. «Il punto era non deludere nessuno, non volevo che, leggendo una mia storia, si dicesse: “Speravo che ci fosse uno spettro e invece c’è solo gente che fa stupidate.” So che la prima riga del mio necrologio sarà: “Figlio di Stephen King”, e lo accetto. Penso che ormai sia lo stesso anche per Joe.»

Quanto a Stephen, all’inizio di dicembre ha twittato: «Io e i miei due figli siamo insieme nella classifica del NY Times, Sleeping Beauties al quarto posto e Strange Weather di Joe al nono. È fantastico!»

Owen e Stephen non hanno in programma un’altra collaborazione, anche se l’idea giusta potrebbe cambiare le carte in tavola. «Ho 40 anni», dice Owen. «Ho la mia famiglia, vivo lontano da casa dei miei. Di certo è stata un’esperienza speciale, sostanzialmente una lunghissima telefonata con mio padre, durata dieci mesi. Ho trascorso molto tempo con lui, una cosa che non capita spesso nella vita adulta. L’ho apprezzato molto.»

Sollevare il velo

Il mondo è una sintesi delle nostre sensazioni, delle nostre percezioni e dei nostri ricordi. È comodo pensare che esista obiettivamente, di per sé. Ma la sua semplice esistenza non basterebbe, comunque, a spiegare il fatto che esso ci appaia [così come ci appare]”.

Così scriveva Erwin Schrödinger all’inizio del saggio “Mente e Materia” pubblicato per la prima volta nel 1958. E a distanza di quasi sessant’anni, quella riflessione mantiene perfettamente inalterata la propria provocatoria valenza. Anche ne “Il mondo secondo la Fisica Quantistica” – il nuovo saggio divulgativo di Fabio Fracas – la realtà che traspare fra le sue pagine è quella altrettanto provocatoria e a volte sconvolgente che la rivoluzione quantistica ci ha permesso di scoprire negli ultimi anni. Una realtà diversa da quella con cui siamo soliti confrontarci e che, proprio per questo motivo, offre inediti punti di vista e apre orizzonti finora inimmaginabili.

Per scoprire i segreti e le meraviglie “della scienza che sta cambiando la nostra vita”, il prossimo appuntamento sarà quello di mercoledì 20 dicembre, a Padova. Alle ore 18:30, presso la Sala degli Anziani di Palazzo Moroni, Fabio Fracas presenterà i contenuti del proprio saggio e i principali risultati raggiunti dagli scienziati e dai ricercatori che hanno collaborato alla sua realizzazione. L’incontro sarà moderato da Leandro Barsotti, caporedattore de “Il Mattino di Padova”, e vedrà anche l’intervento di Carlo Pasqualetto, Delegato per l’Innovazione del Comune di Padova.

Buon Compleanno, Mary Higgins Clark!  

Simon & Schuster, la casa editrice americana dell’acclamata scrittrice, insieme all’amministratrice delegata Carolyn Reidy, ha organizzato una festa di compleanno per i novant’anni di Mary Higgins Clark, da sempre first lady di Simon & Schuster e regina indiscussa della suspense.

In realtà il compleanno della scrittrice cade il 24 dicembre e lo staff della casa le ha regalato un calendario dell’avvento speciale con tutti i suoi libri per fare il conto alla rovescia. Come ha fatto notare Reidy, le feste per gli autori sono eventi rari, ma «tra tutti gli scrittori, non c’è assolutamente nessuno come Mary Higgins Clark… Siamo fortunati e grati di poter festeggiare uno dei più bei regali di Natale che un editore possa ricevere.» 

Clark ha definito «la migliore delle relazioni» quella con S&S, che, ha ricordato, acquistò Dove sono i bambini? e lo pubblicò nel 1975, mentre «altri due editori lo rifiutarono senza una parola di commento.»

Chicca #1: L’editor che lo acquistò era Phyllis Grann, che lasciò S&S prima dell’uscita del libro.

Chicca #2:In una precedente intervista, Mary Higgins Clark aveva detto: «Finalmente mi potevo permettere di comprare qualcosa spendendo fino a 3000 dollari senza dover fare i salti mortali».

Un viaggio affascinante

Un viaggio affascinante

Dopo il successo della presentazione dello scorso 29 novembre presso il Senato della Repubblica è arrivato il momento di conoscere più da vicino i contenuti del nuovo saggio divulgativo scritto dal fisico e ricercatore Fabio Fracas, “Il mondo secondo la Fisica Quantistica”.

Nell’introduzione, l’autore presenta così il proprio volume: “Ogni libro è un’avventura. Un viaggio, anche nel tempo, alla scoperta di un qualcosa di nuovo che ha il potere di affascinarci e di incuriosirci. Questo libro, in particolare, è un viaggio nella Fisica Quantistica, nelle sue logiche, nelle sue potenzialità, nelle sue applicazioni e nei suoi possibili – e auspicabili – sviluppi. E come un viaggio, è stato pensato e realizzato. […] Fra le sue pagine è possibile scegliere diversi percorsi. Si possono leggere tutti i dieci capitoli che lo compongono uno di fila all’altro, e ricostruire passo dopo passo gli sviluppi storici e scientifici del pensiero quantistico. Oppure, si possono affrontare le tre parti in cui è suddiviso in momenti diversi, non necessariamente nell’ordine. […] . Ciascun capitolo è strutturato come un tragitto a se stante. Un’escursione, completa e immersiva, in un tema specifico. Si può decidere di costruire il proprio personale itinerario passando da un capitolo all’altro sulla base dell’interesse del momento o dei rimandi che, come un fil rouge, li collegano fra loro.”

Non esiste, quindi, un unico approccio a questo testo perché il viaggio della conoscenza – e di conseguenza della divulgazione – trova nella parola «libertà» la propria spinta propulsiva.

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