Quante volte ci è capitato di non sentirci abbastanza? Intervista a Lucrezia Marino.

Abbiamo intervistato Lucrezia Marino, psicologa, psicoterapeuta, sessuologa e content creator, conosciuta sui social come LuMore, che nel suo ultimo libro “Mai abbastanza” ci accompagna in un viaggio introspettivo, alla riscoperta della propria autostima e della fiducia in sé stessi.

Quale messaggio vorresti veicolare con il tuo libro? A chi pensi potrebbe essere utile e a chi pensavi mentre lo scrivevi?
Ho scritto questo libro pensando alle persone che seguo in psicoterapia, ma anche molto a me. Questo perché io stessa ho fatto un lungo percorso di psicoterapia. Sono stata una paziente come loro e allo stesso modo ho affrontato esattamente le stesse questioni. Ho pensato spesso ai prima e dopo, a come erano e a come sono diventati, a come ero io e a come sono diventata, e per questo sono certa che il mio libro possa essere utile a chiunque sia ancora alle prese con la convinzione di non essere mai abbastanza, perché si sentirà compreso e potrà vedere che non si tratta di un lago placido e stagnante, ma di un passaggio. Leggeranno che esiste un “oltre”.

Quanto di te c’è nel libro? In che misura la parte personale si intreccia con quella professionale, e come il tuo vissuto ti ha aiutato nella stesura?
C’è davvero molto di me in questo libro. C’è il mio percorso di crescita, ci sono i ragionamenti che mi hanno aiutata a districare il mio groviglio, ci sono le emozioni che ho provato e che ho fatto evolvere con me. Non è pensabile fare un lavoro del genere senza essersi prima tuffati dentro di sé. Al di là di qualsiasi formazione istituzionale, che è ovviamente indispensabile, c’è la formazione personale. Questo lavoro non puoi farlo se non sei tu uno strumento che suona bene.

Se dovessi pensare a uno dei tuoi passaggi preferiti del libro, quale sarebbe?
I miei passaggi preferiti sono i racconti delle storie delle mie pazienti. È incredibile come ognuno abbia una storia unica e irripetibile, ma allo stesso tempo così condivisibile dal punto di vista emotivo. Ci troviamo tutti e tutte ad affrontare gli stessi nodi, per questo poter avvicinarsi alla verità di ognuno di loro è così arricchente. È anche grazie all’immedesimazione che riusciamo ad accedere ai nostri vissuti più profondi. Sono immensamente riconoscente per avermi permesso di raccontare le loro storie.

Iron Flame di Rebecca Yarros esordisce al primo posto della classifica italiana

Iron Flame di Rebecca Yarros esordisce al primo posto della classifica italiana

Il secondo capitolo della saga fenomeno mondiale al primo posto delle classifiche di tutto il mondo, conquista anche il nostro Paese

Fourth Wing e Iron Flame, i primi due capitoli della serie che unisce romance e fantasy, hanno venduto sei milioni di copie nel mondo (diritti acquisiti in quaranta paesi)

I due romanzi hanno oltre mezzo miliardo di visualizzazioni su Tiktok e diventeranno una serie Amazon Studios

 

IRON FLAME

di Rebecca Yarros

Sperling & Kupfer

pagg. 752 euro 19,90

Data di uscita: 30 gennaio 2024

Versione ebook disponibile

 

Il Basgiath War College è la famosissima scuola per diventare cavalieri di draghi più crudele ed elitaria che ci sia. Una volta entrati non si hanno altro che due possibilità: diventare cavalieri o morire

 

LA TRAMA

Tutti si aspettavano che Violet Sorrengail morisse durante il suo primo anno al Collegio della Guerra di Basgiath, compresa lei stessa. Ma la Trebbiatura è stata solo la prima, difficilissima prova per eliminare gli insicuri, gli indegni e gli sfortunati. Ora inizia l’addestramento vero e proprio, e Violet già si chiede come farà a superarlo. Perché non sarà soltanto terribilmente estenuante, brutale e progettato per testare la capacità dei cavalieri di resistere al dolore oltre ogni limite. Il vero pericolo è il nuovo vicecomandante, che ha deciso di dimostrare a ogni costo a Violet quanto sia inadatta al posto che si è guadagnata a fatica, a meno che non tradisca l’uomo che ama. Forse il corpo di Violet è più debole di quello degli altri, ma di certo non le manca né l’ingegno, né una volontà di ferro. E soprattutto, la vicecomandante non tiene conto della lezione più importante di Basgiath: i cavalieri dei draghi si fanno le regole da soli. Ma la determinazione a sopravvivere non sarà sufficiente quest’anno. Perché Violet conosce il vero segreto nascosto da secoli al Collegio di Guerra di Basgiath e niente, nemmeno il fuoco dei draghi, potrebbe essere sufficiente a salvarli.

 

L’AUTRICE

Rebecca Yarros è autrice numero 1 del New York TimesUsa Today e Wall Street JournalFourth Wing, uscito a metà del 2023 negli Stati Uniti, è un caso editoriale mondiale, con oltre 2 milioni e mezzo di copie vendute ed è in corso di pubblicazione in oltre 30 Paesi. Vive in Colorado, e attualmente sta lavorando al terzo capitolo della Empyrean Series.

www.rebeccayarros.com

 

 

Ufficio stampa:

Maria Elisa Foresto tel. 335.7851307 foresto@mondadori.it

Gaia Caracciolo tel. 342 1097165 gaia.caracciolo@mondadori.it

BOOKPOWER

Partecipa anche tu all’iniziativa BOOK POWER recandoti in una delle librerie Mondadori aderenti all’iniziativa o sul sito mondadoristore.it.

 

Concorso valido dal 30 gennaio 2024 al 18 febbraio 2024.

Leggi il regolamento completo e scopri i romanzi coinvolti.

SCOPRI L’ELENCO DELLE LIBRERIE ADERENTI ALL’INIZIATIVA

 

ELENCO LIBRI PROMOZIONATI:

Blue Camy – Le stelle non fanno rumore

Castiello Claudia – Doctor Dream vol 1. Tra sogno e incubo

Castiello Claudia – Doctor Dream vol 2. Tra verità e inganno

Castiello Claudia – Doctor Dream vol 3. Tra luce e ombra

Elle A.A. – You make me ache I crave you

Emanuelli Roberto – Tutta la verità, nient’altro che una bugia

Fiorella Giorgia – Call me Michael

Graciotti Camilla – L’estate dei bravi ragazzi

Halley Ribes – Dance of bulls vol 1. Tempo siderale

Halley Ribes – Dance of bulls vol 2. Corpi celesti

Hazelwood Ali – Bride

Hazelwood Ali – Love, theoretically. La fisica dell’amore

Heather Fannie – Offline. Hold your darkness

Heather Fannie – Offline something dark

Hoover Colleen – It starts with us

Hoover Colleen – Reminders of him

Hoover Colleen – Ugly love

Hoover Colleen – Verity

Hoover Colleen, Fisher Tarryn – Never never

Lancali – Un amore da morire

Luin Ellie B. – Deviant 1

Luin Ellie B. – Deviant 2

Mantovani Ginevra – soul

Mikaelson Christina – La sindrome di Didone. Tracotanza

Mikaelson Christina – La sindrome di Didone 2. Superbia

Ollerongis Mattia – Quanto ci siamo voluti bene

Ollerongis Mattia – Ti penso (ancora)

Piromallo Selene – Scacco matto. The black rose (vol.3)

Piromallo Selene -The black rose

Piromallo selene – The black rose 2

Rigodanza Nadia – Baciami solo un’altra volta

Riley Hazel – Game of gods. Discesa agli inferi

Stefania S. – Love me love me 1

Stefania S. – Love me love me 2

Stefania S. – Love me love me 3

Shell Kira – Kiss me like you love me 1. Let the game begin

Shell Kira – Kiss me like you love me 2. A dangerous game

Shell Kira – Kiss me like you love me 3. Game over

Shell Kira – Kiss me like you love me 4 + 5

Sole Francesco – Il segreto della donna più felice del mondo

Yarros Rebecca – Fourth wing

Yarros Rebecca – Iron flame

 

 

 

Benvenuto nel mondo di… ENGAGED!

Ecco il video realizzato per la saga Engaged di Beppe Roncari dal regista David Costa per The Cube Magazine.
Ringraziamenti a Maria Dolores Vargas come editrice e ad Alberto Corrado per il supporto.

Scopri i temi storici di “Engaged” di Beppe Roncari, il retelling in chiave fantasy storica de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni.

Buona lettura!

1) Sono una strega, non sono una santa

“Tremate, tremate, le streghe son tornate!” Questa vecchia filastrocca per bambini divenne il motto del movimento femminista degli anni Settanta. E non avrebbe potuto essere più appropriato…


Sono una strega, non sono una santa! (
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2) Una magia… che lascia il segno

Come funzionava la magia popolare a inizio Seicento? A differenza di quella colta, praticata da negromanti e alchimisti alle corti dei sovrani…


Una magia… che lascia il segno. (
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3) Inquisitori… inquisiti!

Lo sapevate che spesso a finire inquisiti dal Sant’Uffizio erano… gli inquisitori stessi? E che sono esistiti inquisitori che si sono tassati personalmente per curare e risarcire gli eretici pentiti all’ultimo minuto?


Inquisitori… inquisiti! (
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4) Manzoni VS Arrigoni

È possibile che alla base dei Promessi Sposi si nasconda una faida famigliare?
Leggendo i documenti sembrerebbe proprio di sì, e affiora addirittura l’ipotesi che Manzoni non fosse del tutto ironico quando affermava di aver ritrovato un vecchio manoscritto “dilavato e graffiato”.


Manzoni VS Arrigoni (
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5) Gli untori della peste

Nella stampa coeva che accompagnava la Descrizione della esecuzione di giustizia fata in Milano contro alcuni li quali hanno composto e sparso gli unti pestiferi del 1630 si leggono alcuni nomi, e soprattutto un cognome, che lasciano esterrefatti: «Francesco Manzone soprannominato Bonazzo».


Gli untori della peste (
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La stoccata vincente, Paolo Pizzo

La stoccata vincente, il libro di Paolo Pizzo, scritto con Maurizio Nicita, che ha ispirato l’omonimo film tv di Rai 1, è dedicato a tutti quelli che ogni giorno lottano per la vita distillandone ogni goccia con gioia.
La storia del pluricampione di scherma racconta non solo una straordinaria carriera sportiva, ma anche la battaglia con un tumore al cervello e il percorso tra sofferenze e sconfitte fino alla realizzazione del sogno più grande che Paolo coltivava fin da ragazzo.
Una vicenda che dimostra come la tenacia e la determinazione siano la chiave per superare le crisi con le quali la vita ci mette alla prova.
“Tutti si possono immedesimare in questa storia”, ha dichiarato Alessio Vassallo che ha interpretato Pizzo sullo schermo, “perché tutti cadono e non bisogna avere vergogna di parlarne.”

Anna Bonacina ci racconta come è nato il suo primo romanzo “L’estate in cui fiorirono le fragole”

In occasione dell’uscita del suo primo romanzo, “L’estate in cui fiorirono le fragole“, abbiamo chiesto ad Anna Bonacina di raccontarci come è nato il libro.

Scrivere L’Estate in cui fiorirono le fragole è stata un’avventura.
Per mesi mi sono trasferita a Tigliobianco e mi sono aggirata fra le piccole vie di quel paesino creando e facendo la conoscenza dei suoi bizzarri e a volte surreali abitanti.
Ho esplorato Villa Edera assieme a Priscilla e con lei ho vissuto l’emozione di ritrovarmi in un luogo quasi incantato, dove tutti si conoscono e dove tutti – o quasi – si vogliono bene.
Muovere assieme tutti quei personaggi era come giocare al teatrino delle marionette, tirare i fili delle loro vite e farli muovere fino a creare legami fra loro e storie e vite, è stato un gioco bellissimo.
Ho cercato di metterci l’amore. Non solo quello che sboccia fra la delusa Priscilla e Cesare, ma anche quello che lega Ettore ad Amanda e l’amore giocoso che unisce Virginia e i bambini o quello doloroso e antico fra Penelope e il suo innamorato scomparso. Volevo che molte forme di amore abitassero le vie di Tigliobianco e i cuori dei suoi personaggi.
Così, farli collaborare fra loro per falsificare una lettera, per ordire una caccia al tesoro o per aiutare Cesare e Priscilla a superare gli ostacoli che si trovavano davanti, mi ha regalato l’emozione di creare un piccolo mondo. Un mondo in miniatura dentro il quale costruire piano piano le loro vite.
E poi, naturalmente, c’era la Suprema. Quella torta di fragole così sublime da avere un nome e la cui ricetta è andata perduta. La Suprema è stata una sfida, con quella sua mitologica ricetta che doveva contenere un ingrediente segreto ma una fattura che andasse d’accordo con gli anni Settanta e che potesse essere il capolavoro di una donna che era la perpetua di un piccolo paese.
Ho passato giorni pensando a come potesse essere la Suprema.
Ho chiesto aiuto alle amiche, ho fatto con loro delle prove e riso molto quando, sfornandola, scoprivamo che era un disastro.
E allora serviva modificare, togliere e aggiungere, cambiare.
Perché fra gli ingredienti che servono per fare una torta e quelli che servono per scrivere un romanzo la differenza non è poi molta ed entrambi, alla fine, sarebbe bello che lasciassero a chi li assaggia la voglia di poterne avere ancora un’altra fetta e un’altra pagina.

Porta in vacanza un libro e …zitto!

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All’interno della fascetta troverai un codice sconto del 40% da utilizzare sul sito www.zittomilano.com per l’acquisto online di almeno 2 prodotti tra quelli proposti.

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GLI APPUNTAMENTI SPERLING & KUPFER DI NARRATIVA E SAGGISTICA AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2023

Giovedì 18 maggio

Ore 17.15 Ameya Canovi presenta Di troppa (o poca) famiglia (Sperling & Kupfer), Sala Ambra pad. 1

Ameya Gabriella Canovi, psicologa esperta nello studio delle relazioni e della dipendenza affettiva, e già autrice del saggio di successo Di troppo amore, punta i riflettori dove tutto inizia: la famiglia, alla scoperta delle radici che ci rendono ciò che siamo oggi.

Ore 18.30 Panel “Wattpad e Sperling & Kupfer” con Ribes Halley, Fannie Heather, Ellie B. Luin e Selene Piromallo, Arena Bookstock Pad. 2

Dalla piattaforma alla libreria, un binomio di successo

Le amatissime autrici, divenute celebri grazie a Wattpad, si interfacciano con i rappresentanti editoriali di Sperling & Kupfer e della piattaforma Wattpad sulla collaborazione di successo tra la casa editrice e la piattaforma.

 

Domenica 21 maggio

Ore 13.30 Kira Shell con Grazia Rusticali e Serena Izzo @Ideserveabook, Arena Bookstock (Sperling & Kupfer)

La regina del dark romance incontra per la prima volta dal vivo il suo pubblico. Le due saghe Kiss me like you love me e Meet Efrem Krugher hanno venduto oltre 600.000 copie e conquistato le classifiche, i lettori e Ii social. L’#kissmelikeyouloveme ha oltre 190 milioni di visualizzazioni su TikTok. La storia di Kiss me like you love me è nata su Wattpad, dove ha ottenuto 6 milioni di visualizzazioni, poi autopubblicata su Amazon e poi è arrivata in libreria a fine 2019 con Sperling che da lì ne ha decretato l’affermazione anche con la seconda saga, Meet Efrem Krugher.

Ore 15.30 Grazia Rusticali, responsabile editoriale della narrativa Sperling & Kupfer, in dialogo con il bookclub Heloola su Daisy Jones & The Six (Sperling & Kupfer), stand Heloola Pad. 3

Intervista a Paloma Sánchez-Garnica

In occasione dell’uscita di Ultimi giorni a Berlino, la nostra editor Linda Poncetta ha intervistato l’autrice Paloma Sánchez-Garnica.

 

Prima di incontrarla, Paloma Sánchez-Garnica era per me “solo” una scrittrice pluripremiata, tra le più importanti del panorama spagnolo contemporaneo. Quando, nei giorni scorsi, è stata nostra ospite a Milano, dove ha incontrato giornalisti, librai, agenti e bookblogger, ho conosciuto una donna colta, decisa, intraprendente, che non ha paura di esporsi.

Parlare con lei è stato piacevole e illuminante, mi è venuta voglia di rileggere i suoi romanzi perché so che ora li apprezzerei ancora di più, sapendo dello scrupoloso lavoro che li precede e dello spirito che anima la mente che ci sta dietro.

In occasione dell’uscita del suo ultimo libro, Ultimi giorni a Berlino, disponibile online e in tutte le librerie, le ho fatto qualche domanda.

In tutti i tuoi romanzi, la Storia, con la S maiuscola, è un personaggio fondamentale, ma tu non ti definisci autrice di romanzi storici.

Nei miei libri non prendo un fatto o un personaggio storico come elemento centrale: pongo i miei personaggi in un’epoca determinata e ne racconto la vita quando si incontra con una determinata legge, una tradizione, dei principi morali e una precisa pressione sociale. È la gente comune a essere protagonista.

La mia intenzione è comprendere e far comprendere un’epoca attraverso gli occhi di persone come noi. Il contesto sociale, storico, geografico, infatti, ci cambia, tutto quello che ci circonda ci condiziona. E ai personaggi di Ultimi giorni a Berlino è toccato vivere in un’epoca molto dura: due guerre mondiali, crisi e totalitarismi.

Chi è il tuo preferito?

È una domanda difficile, ciascuno ha le sue peculiarità. Ci sono Claudia e Krista, le due donne protagoniste, complementari e contraddittorie, che rappresentano la realtà dell’epoca: una coscientemente antinazista, l’altra convinta che il nazismo sia la salvezza per la società, per la nazione, per il suo Paese umiliato, afflitto da crisi e problemi. Poi ci sono gli uomini, personaggi buoni ma trasformati dall’ideologia: Eric Villanueva, che ha una storia tutta particolare; il padre di Yuri, che preferisce assumersi la colpa contro di sé perché suo figlio mantenga l’immagine che ha di sua madre. Tutti loro hanno un po’ della mia ammirazione.

Il tuo ultimo romanzo è ambientato principalmente nella capitale tedesca, come il precedente, Il confine segreto dei ricordi. Sei molto legata a questa città?

Berlino mi ha sempre affascinata molto. Ci sono stata per la prima volta nel settembre del 1989, insieme a mio marito: avevo ventisette anni e per Madrid quello era il momento della liberazione, della movida, della libertà, dopo la fine del franchismo. Il passaggio in auto da una parte all’altra della città fu molto angoscioso, non sapevamo il tedesco e ci sembrò di viaggiare nel tempo. Quaranta giorni dopo, assistemmo in televisione alla caduta del muro e quello fu il momento storico che avrei voluto vivere. A partire da allora, ho seguito l’evoluzione del Paese, l’unità e la ricostruzione e mi ha sempre affascinata come la città abbia saputo imparare dalla storia, sia stata distrutta più volte e ogni volta sia stata in grado di ricostruirsi. È una città perfetta per essere raccontata in un romanzo.

Credi che in Ultimi giorni a Berlino ci siano delle somiglianze con la situazione politica attuale?

Alla fine dell’Ottocento, con la Belle Époque, l’Europa visse un’epoca di sviluppo, di scoperte, di innovamento scientifico e delle comunicazioni. Poi, i nazionalismi provocarono la Prima guerra mondiale, il cui esito destabilizzante fu causa di quella successiva, dopo l’apparizione sulla scena politica di personaggi mediocri. Oggi, siamo nella medesima situazione, come alla fine della Belle Époque: abbiamo vissuto per mezzo secolo in prosperità, poi ci siamo trovati ad affrontare una crisi sanitaria, economica e politica. Siamo vulnerabili e una società vulnerabile è facilmente manipolabile. Per questo dobbiamo contrastare i politici mediocri ed estremisti che stanno prendendo piede in Europa, affinché si garantisca l’equilibrio e si protegga la democrazia.

In questo i libri possono essere di aiuto alla società.

I libri sono fondamentali. Una società che legge è una società che ha capacità di giudizio, ha un vocabolario più ampio, maggiori capacità di analisi, è una società meno manipolabile che può sfuggire a un potere che pretende di guidarla da una parte o dall’altra. La lettura è uno strumento potentissimo e alla portata di tutti.

Parlando invece del processo di scrittura: come ti documenti per scrivere i tuoi romanzi?

Principalmente con la lettura. Quando ho un’idea e un’epoca in mente, per comprenderla leggo tutti i libri tradotti in spagnolo che la raccontano: saggi, romanzi, resoconti, testimonianze e diari della gente che l’ha vissuta. Poi guardo film e documentari sull’argomento. Trascorro molti mesi pensando, prendendo appunti a mano, immedesimandomi nelle situazioni. Una volta che mi sono immersa nella mentalità di quell’epoca, arriva il momento in cui sento la necessità di mettermi a scrivere. E durante la fase di scrittura sono molto disciplinata, mi metto nel mio ufficio e scrivo.

Hai una routine?

L’ispirazione viene scrivendo. Nessuno mi impone niente, quindi devo impormi io di lavorare. All’inizio mi costa molto, non sono sicura di niente almeno fino a pagina cento e mi capita di scartare quello che ho già scritto, perché non sono convinta o la storia non mi appassiona, quando non voglio sapere cosa succede ai personaggi che sto conoscendo.

[ndr. Curiosità: l’autrice è di Madrid, ma ha una casa vicino a Malaga, a Marbella, sul mare, che è il suo buen retiro per scrivere].

C’è qualcuno che ti aiuta durante questa fase?

Mio marito è il compagno perfetto, il mio primo lettore. Gli scrittori si sentono speciali, unici, ma serve equilibrio: quando sono euforica o, al contrario, affranta, ne parlo con lui. Lui legge e insieme discutiamo molto fino a trovare una soluzione che convinca entrambi.

E com’è invece il rapporto con la tua editor?

Lavoriamo insieme dal 2010, dall’uscita della Cattedrale ai confini del mondo. Il nostro rapporto è molto personale, quasi mi conosce meglio di me, almeno dal punto di vista narrativo. Lei non mi pone alcun limite, né di tempo, né di argomento, e mentre scrivo non mi chiede nulla. Quando la storia è pressoché completa e strutturata, comincio a lavorare con lei. Riesce a cogliere la sostanza dei personaggi, di cui parliamo per ore, come se li conoscessimo davvero, e mi aiuta a lavorarci senza che la mia vanità si senta lesa, una cosa che è molto importante per un autore. Sa come prendermi, come farmi arrivare a cambiare qualcosa senza impormelo.

Cosa significa per te essere una scrittrice donna in Spagna?

Siamo in molte donne a scrivere in Spagna. E molte sono le donne che comprano e leggono libri. In generale, però, c’è la tendenza a giudicare con pregiudizio quello che scrivono: si crede che le donne scrivano per le donne, principalmente libri banali, facili. Il serio, al contrario, è ciò che è difficile, impossibile da capire, quindi tradizionalmente attribuito agli uomini. Ma in fondo, se un libro viene pubblicato e ha successo, non è perché è stato scritto da un uomo o da una donna, ma perché è un buon libro e piace ai lettori.

[ndr. Paloma mi ha confessato di non sopportare la categorizzazione di romanzi femminili: «Vuol dire che un uomo non può leggerli?» mi ha chiesto, provocatoria. In effetti, come darle torto?]

Tutti i colori tranne uno

In occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo “Tutti i colori tranne uno”, la nostra editor Linda Poncetta ha intervistato Luca Ammirati sulla sua ultima storia.
Ecco che cosa ci ha raccontato.

Chi è Damiano, il protagonista di questo tuo nuovo romanzo?

Damiano è figlio di un viticoltore, il padre Vittorio è produttore del Rossese di Dolceacqua, il vino rosso principe della Liguria. Fin da bambino è stato abituato a correre tra i filari d’uva e ha partecipato a più di una vendemmia. Ma, contrariamente a quanto avrebbe desiderato il suo amato genitore, quando è cresciuto non si è occupato dell’azienda di famiglia, in parte a causa degli screzi con la madre, Ester, con la quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale, un po’ per la convinzione di non essere all’altezza della situazione. Damiano infatti è daltonico, lo ha scoperto alle elementari in modo traumatico sbagliando a colorare un disegno, e i suoi occhi non sono in grado di percepire il rosso, il colore delle passioni, delle emozioni forti, dell’amore, dello slancio vitale. Crescendo in mezzo a quel senso di insicurezza è diventato un adulto incompleto, proprio come il suo corredo genetico. Un uomo che ha abdicato a tantissimi buoni propositi, che non ha mantenuto quello che gli anni giovanili promettevano e che forse ha perso il gusto per la vita stessa. Solo che, come è inevitabile, quest’ultima prima o poi chiama, e quando lo farà nella maniera più dura starà a Damiano capire se finalmente prendere atto delle proprie mancanze, abbracciare i cambiamenti e farci i conti una volta per tutte.

Il vino è per i personaggi di questa storia un lavoro e una passione, ma dalle parole del padre di Damiano diventa, in un certo senso, metafora della vita.

Nei vari flashback che lo vedono coinvolto con il figlio, Vittorio appare come una figura presente e rassicurante, nonché come una sorta di filosofo, di artista, di maestro. Lasciava che Damiano, prima bambino e poi ragazzo, lo seguisse nelle vigne e in cantina, dispensava i suoi insegnamenti sul vino e intanto condivideva con lui la sua visione del mondo. Vino e vita, per certi versi, vanno di pari passo. Prima di tutto perché sono divisi in annate, e ogni annata è una storia a sé: ci sono quelle buone, caratterizzate da momenti importanti e indimenticabili, e ci sono quelle in cui invece è necessario farsi forza. E poi perché il vino è sinonimo di aggregazione, dello stare insieme, un qualcosa che è prezioso tanto nella felicità quanto nella tristezza. Accompagna le domeniche in famiglia, le giornate con gli amici, le occasioni speciali, serve a festeggiare le belle notizie ricevute e a confortare quando si ricevono quelle cattive. Scorre dove scorre la vita. E infatti, ultimo parallelismo ma non meno importante, il vino è anche metafora dell’invecchiamento inteso come risorsa.

Come in tutti i tuoi romanzi, a fare da sfondo è la tua Liguria, i suoi paesaggi, le sue tradizioni e i suoi abitanti. Dove è ambientato Tutti i colori tranne uno?

Amo moltissimo raccontare il mio territorio, la mia Sanremo, il Ponente Ligure e in particolar modo il suo spettacolare entroterra. Dopo aver raccontato il suggestivo Osservatorio astronomico di Perinaldo in “Se i pesci guardassero le stelle” e l’affascinante villaggio degli artisti, Bussana Vecchia, ne “L’inizio di ogni cosa”, ho sentito il desiderio di ambientare una storia a Dolceacqua, il borgo reso celebre e immortale da un dipinto di Claude Monet, durante il suo soggiorno in Riviera nel 1884. Mi sono divertito a tratteggiare gli scorci, i colori, i caruggi e i sapori di questo luogo, che per me ha un significato particolare. Dolceacqua, infatti, ha dato i natali a mio nonno materno. E anche se non l’ho mai conosciuto perché se ne è andato diversi anni prima che nascessi, anch’io, come il mio protagonista, fin da piccolo mi sono ritrovato sul vecchio ponte a schiena d’asino con il castello dei Doria sullo sfondo, un vero e proprio paesaggio impressionista, con le mani sporche dello zucchero delle michette, un dolcetto dalla storia importante che vi invito a leggere. Devo ammettere che, personalmente, è poi motivo di grande orgoglio constatare, da parte dei lettori che mi scrivono messaggi, quanto affetto ci sia nelle altre parti d’Italia e all’estero verso il nostro territorio, le nostre eccellenze. È emozionante ricevere le loro testimonianze sull’accuratezza delle descrizioni che faccio e addirittura le loro foto dai posti che racconto perché, una volta terminato il libro, desiderano andare a vedere con i loro occhi quanto ho narrato. Mi auguro che, come successo in passato, in tanti possano innamorarsi di Dolceacqua, merita assolutamente una visita. Piccolo spoiler: nel romanzo sono presenti alcuni capitoli ambientati a Monte Carlo. Lascio a voi scoprire come, dove e perché…

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