Sara Fregosi al Salone del Libro di Torino

GIOVEDÌ 19 MAGGIO

ore 15.00

Sara Fregosi

autrice di Ho sempre amato troppo (Sperling & Kupfer)

Sala Magenta, AREA ESTERNA PAD 3

con Paolo Armelli

Giovane attivista per i diritti LGBTQIA+, Sara Fregosi racconta ogni giorno nel mondo dei social tutte le sfumature del mondo arcobaleno. Il suo esordio letterario approfondisce i temi che affronta su TikTok e nel suo podcast.

Intervista a Chiara Ferraris

Raccontaci le storie delle due donne protagoniste di questo libro. Cos’hanno in comune? E cosa invece le rende diverse

Anime qualunque ha due protagoniste femminili, una donna del presente, Serena, con una vita abbastanza ordinaria, un lavoro, un marito, piccoli appuntamenti fissi che scandiscono la sua esistenza, e una donna del passato, Lady Catherine, un’aristocratica inglese che si trova a transitare per Genova durante il suo Grand Tour a cavallo tra il 1833 e il 1834. Due donne che apparentemente non hanno nulla in comune, non sono imparentate, né connazionali, nulla sembra poterle avvicinare, eppure c’è tra di loro un legame invisibile. Entrambe sembrano arrese a un’esistenza già predefinita, quella di Serena che oscilla tra una cena a casa dei suoi e una chiacchierata con la sorella e quella di Catherine, rassegnata al destino di ogni giovane del suo rango, quello di sposare l’uomo che la sua famiglia riterrà opportuno, frequentare l’alta società, avere dei figli. Eppure, entrambe a un certo punto si rendono conto che non può essere tutto qui. O almeno, che a loro non basta. Incapperanno in qualcosa, in qualcuno, che le porrà di fronte a domande scomode, le aiuterà a guardare bene dentro loro stesse, cosa che forse non avevano mai fatto sul serio. E a quel punto non ci sarà molto da fare: dovranno prendere delle decisioni e saranno decisioni che, in un modo o nell’altro, daranno una svolta definitiva alle loro vite.

 

Dopo L’impromissa, un’altra storia ambientata nella tua terra. Come sono rappresentate Genova e la Liguria? E cosa rappresentano invece per i personaggi e per te?

Con L’impromissa ho raccontato una parte della Liguria a cui sono molto legata, l’entroterra, con Anime Qualunque mi sono mantenuta legata a questa ambientazione nella prima parte, per poi spostarmi a Genova e lasciarle lo spazio che si merita. Posso dire che questo libro è una vera e propria dichiarazione d’amore alla mia città e a quello che rappresenta. Abbiamo la fortuna di vivere in un paese, l’Italia, con città impregnate di storia. La calpestiamo sui marciapiedi, la respiriamo tra le pietre degli edifici, ci sono aneddoti ovunque che, inanellati uno dietro l’altro, raccontano la Storia del nostro paese. E’ così anche per Genova, in particolare per il periodo che ho voluto raccontare, i primi decenni dell’Ottocento, ed è stato come voler tirare fuori una collana da uno scrigno, ogni perla portava con sé altri gioielli, monili, uno più bello dell’altro. Scopriamo, attraverso gli occhi di Catherine, la Genova dell’Ottocento, le sue bellezze ma anche gli aspetti meno turistici. Lei stessa capirà che Genova non è solo un elenco di palazzi e chiese da visitare, dato che al pari di città come Milano, Torino, Napoli, Firenze, Roma, anche Genova è una tappa irrinunciabile per i viaggi dell’epoca, ma tra i suoi vicoli conoscerà aspetti del tutto nuovi della realtà e, in fondo, anche di se stessa. Anche Serena accompagna Catherine in questo viaggio e la città che inizialmente è solo uno sfondo delle sue azioni quotidiane si trasforma in qualcosa di diverso e inaspettato.

 

Da dove hai tratto ispirazione per questo romanzo? C’è qualcosa di vero? Il processo di scrittura ha previsto delle ricerche?

Tutto è iniziato con un brano letto a scuola da una mia collega, un brano scritto da Lady Sidney Morgan, una scrittrice che nel 1819 è transitata per il Passo della Bocchetta, descrivendolo con parole molto lusinghiere. Ne sono rimasta colpita, il Passo è a pochi chilometri da casa mia, l’ho percorso decine di volte e mai ho pensato che potesse avere un fascino particolare. Mi sono incuriosita e ho voluto scoprire qualcosa di più su Lady Sidney Morgan, una donna molto intraprendente per la sua epoca, con una storia interessante e che, nei suoi scritti, ha trattato molti temi sociali, tra cui anche la delicata situazione italiana di inizio Ottocento. Mi ha solleticato l’idea di ambientare un romanzo nella Genova risorgimentale e di usare il Grand Tour, l’antenato del moderno turismo, come stratagemma per avere come protagonista una giovane nobile inglese. Ero divertita dall’idea di attingere all’immaginario sull’alta società inglese che ultimamente è stato alimentato anche da serie come Downton Abbey o Bridgerton, per non parlare della nutrita letteratura in merito. Insomma, è iniziato come un gioco, è diventato duro lavoro. Mi sono immersa nei diari dei viaggiatori, inglesi e non, che hanno toccato la Liguria tra il Settecento e l’Ottocento, ho letto le loro descrizioni di Genova, ho approfondito molti aspetti del Grand Tour, le abitudini dell’aristocrazia inglese, la Genova dell’Ottocento; le ricerche si sono diramate verso tante strade diverse. Per la mia protagonista, ho scelto di prendere in prestito alcuni aspetti biografici di Lady Morgan e ovviamente le sue prime impressioni sul Passo della Bocchetta. Ho attinto dalle sue pagine su Genova, per far muovere i primi passi nella città anche alla mia Lady Catherine, ma poi le loro strade si sono divise. La mia Cathy doveva seguire il vento di Genova e le difficili scelte che l’ha obbligata a prendere.

UN MONDO LIBERO: intervista all’autrice Valentina Cebeni

1.    Con il tuo nuovo romanzo ritroviamo la famiglia Fontamara al completo: cosa è cambiato negli anni intercorsi dopo Una nuova vita?

Nel nuovo capitolo della saga a essere cambiati, o meglio cresciuti, sono proprio i figli di Eva e Ottavia. In “Una nuova vita” avevamo lasciato i Fontamara il giorno in cui sono state promulgate le leggi razziali in Italia, alla vigilia di quello che avrebbe rappresentato un cambiamento decisivo per la storia del nostro Paese, che ci avrebbe avvicinato ancora di più all’alleato tedesco e allontanato dal mondo liberale. Avevamo salutato i Fontamara mentre erano alle prese con un nuovo equilibrio raggiunto, anche se imperfetto, con alcuni nodi del passato sciolti e nuove fasi della vita da affrontare, mentre in questo secondo volume li troviamo scossi, provati da una guerra iniziata in ritardo, per il nostro Paese, che tuttavia non risparmia loro importanti prove di coraggio, di vita. E loro, cui il coraggio e la determinazione non sono mai mancati, troveranno il modo per vivere coerentemente con i loro valori anche questa pagina tragica della storia del secolo scorso.

 

2.    Il secondo capitolo della saga si intitola Un mondo libero. Come mai? Com’è rappresentata la libertà in questa storia e cosa rappresenta per te?

La libertà è un valore di cui questo secondo capitolo è intriso, anche se in realtà lo è tutta la saga; mentre nel primo volume, infatti, il valore della libertà era espresso dalla condizione femminile, dal modo di vivere emancipato delle donne Fontamara, in questo secondo volume questa assume un senso più ampio e quasi letterale, perché tutti si ritroveranno a combattere per riconquistarla. In “Un mondo libero” la libertà investe tutti i personaggi e tutti i piani della storia, e questo spiega la scelta del titolo, ma se penso a cosa significhi per me questa parola non posso evitare di fare riferimento agli eventi che caratterizzano questi primi mesi del 2022: libertà è per me la possibilità di vivere pienamente i propri ideali e valori nel rispetto degli altri, senza che questo crei disagio, scandalo, o peggio sia considerato un crimine.

 

3.    Sebbene il romanzo sia ambientato in una Roma devastata dalla Seconda guerra mondiale e dalla Resistenza, è tragicamente attuale, ora più che mai. Perché? Cosa pensi possa lasciare al lettore?

La prima regola per chi scrive romanzi è: “poni domande ma non dare mai risposte”, una filosofia che sposo pienamente. E questo mio approccio alla scrittura si spiega con il bisogno di fornire al lettore, soprattutto in questo momento storico così complesso, uno spunto per riflettere sulla ciclicità degli eventi storici, di modo che questo possa cercare liberamente, appunto, le sue soluzioni, le sue risposte a ciò che purtroppo viviamo in queste settimane. In questa guerra e in quella che racconto in “Un mondo libero” ci sono meccanismi che si ripetono, così come si ripete la tragedia che investe la popolazione civile, ma le soluzioni che possiamo offrire oggi forse possono essere diverse, se si è davvero fatto tesoro di quanto accaduto negli anni ’40. Ed è proprio questo il messaggio che vorrei lasciare ai miei lettori: cercate nel passato le risposte per capire e affrontare il presente. Come farlo, però, è una sfida per tutti noi.

TIKTOK… Ci siamo anche noi!

Care lettrici e cari lettori,
siamo sbarcati sul social più vivace del momento: da oggi ci trovate anche su TikTok.
Vi aspettiamo sul nostro profilo per scoprire le novità della narrativa più attese e tutti i nuovi romanzi di Sperling & Kupfer.
Ci trovate qui:
https://www.tiktok.com/@sperlingkupfer

UN IN BOCCA AL LUPO SPECIALE AD ANNA CAMPANI

COME CORDE DI CHITARRA… UN IN BOCCA AL LUPO SPECIALE AD ANNA CAMPANI PER IL SUO PRIMO ROMANZO SOLISTA DA PARTE DI RAFFAELLA DI GIROLAMO, AUTRICE, CON LEI, DELLA FANFICTION 365 GIORNI

Io e Anna ci siamo incontrate grazie a Sanem e Can, alla passione comune per la serie turca DayDreamer, ed essere qui, oggi, a congratularmi con lei per l’uscita del suo primo romanzo solista, dopo 365 giorni, la fanfiction che abbiamo scritto insieme, è un grande traguardo.

So bene che per lei Come corde di chitarra è un sogno che si avvera, un sogno cominciato fin da bambina, quando sua madre e sua nonna Grazia le raccontavano storie, spingendola a sua volta a narrare, a trasmettere i suoi pensieri e le sue emozioni tramite la scrittura.

E in questo suo nuovo romanzo, disponibile in libreria e sugli store online dall’8 febbraio, Anna ha scelto di raccontare la forza dell’amore e della musica, che uniscono i cuori e tracciano i destini dei suoi due nuovi protagonisti, Liam e Riley.

Lui è un musicista bello e dannato, che è convinto che la sua vita sia già scritta. Lei è una giovane piena di segreti che arriva a Londra per scappare da un grave pericolo. I due non potrebbero essere più diversi, eppure tra loro scatta qualcosa e l’attrazione li rende due calamite. Tuttavia, gli eventi e il passato di entrambi cercano di dividerli. Avranno un lieto fine? Per scoprirlo e per innamorarvi di Liam e Riley, non vi resta che leggere Come corde di chitarra e lasciarvi trascinare dalla penna di Anna!

 

universALiTy #endthestigma

universALiTy è una raccolta di poesia intima e sincera, che è un elogio della diversità e che insegna che la personalità di ognuno deve essere accettata e valorizzata in ogni sua forma, senza stigma e pregiudizi di sorta.

Per gridare tutti insieme #endthestigma vi proponiamo la bella introduzione dell’autrice:

Fin da piccola sentivo di voler dare uno scopo alla mia vita, un segno, seppur piccolo, positivo e concreto. Oggi mi faccio coraggio e speranza di quello scopo, capace di farmi ricercare il mio Io più profondo fino a riconoscermi in una «diversità» che andrebbe non solo accettata, ma anche integrata, rispettata con la giusta luce in modo tale da divenire uguaglianza, senza «stigmatizzazione».

Ognuno ha una sua personale identità che, se rispettata, può arenare margini e creare connessioni.

Si è soliti applaudire a personalità «differenti» solo in termini di storicità, ma io credo che gli stessi applausi aiuterebbero chi, come me, «si sente diverso da sempre» a trasformare sofferenza in speranza, incoraggiando a prendere consapevolezza di una bellezza paritaria in un Mondo al quale tutti apparteniamo.

Il mio scopo mi ha portato qui, con la volontà di abbattere schemi disgreganti così che tutti possano sentirsi parte di un tutto, un passo verso un’integrazione reale, una connessione vera e una comprensione umana più profonda che non releghi persone a termini come «disturbi» e «differenze».

Credo al cambiamento verso un’uguaglianza che ancora non è totale, che ancora nasconde e non illumina.

Questa è la mia rivoluzione contro lo «human stigma». Ci sono arrivata con estrema sofferenza interna combattuta con sorriso reale, ho avuto la fortuna di essere riuscita a vivere me stessa e il mio Io con positività. Sogno che questa positività si possa trasmettere e possa aiutare altri, oltre me. Siamo quello che siamo. Un essere umano.

Borderline Personality makes my lovely reality!

Carlotta Camilla Polly

Intervista all’autore Nicola Brunialti

In occasione della Giornata della Memoria, Sperling & Kupfer porta in libreria dal 25 gennaio il nuovo romanzo di Nicola Brunialti, ‘Un nome che non è il mio’.

La nostra editor Linda Poncetta ha intervistato l’autore, che ci ha raccontato il suo nuovo romanzo, aiutandoci ad affrontare tematiche ancora oggi molto importanti.

Raccontaci di cosa parla questo romanzo. Cosa ti ha portato a scriverlo? 

L’idea del libro mi è venuta passeggiando per Roma e notando quanti segni legati al nazismo riempiono ancora i muri della mia città, soprattutto svastiche. Allora mi sono chiesto: possibile che ci siano ancora oggi, nel ventunesimo secolo, persone attratte da quel simbolo? Possibile che ci sia ancora chi trova fascinazione in una svastica? In un simbolo che si porta dietro così tanto dolore? Ho pensato che per raccontare quali orrori si nascondessero dietro alla svastica e quali nefandezze fossero state commesse all’ombra di quel segno, ci fosse bisogno di raccontare la storia di chi quegli orrori li aveva vissuti sulla propria pelle. È qui che ho pensato a Irena Sendler, l’infermiera polacca, conosciuta anche come “la Schindler di Varsavia”, che salvò dal ghetto quasi 3.000 bambini ebrei. La sua, insieme a quella dei suoi bambini, mi è sembrata la storia ideale per svelare ancora una volta quale abisso si sia raggiunto a Varsavia durante gli anni dell’occupazione nazista. Ma anche quali vette di amore, compassione e coraggio straordinario.

Come è stato immedesimarsi nei personaggi e scrivere una storia così importante e potente?

Questo libro è stato per me un lungo viaggio. Per quasi due anni ho vissuto «mentalmente» nel ghetto di Varsavia. Ed è stata un’esperienza davvero molto dura. Per scrivere di quelle vicende, per essere credibile, ho dovuto immaginare di essere lì davvero, entrare nell’animo dei miei personaggi e vivere con loro tutto ciò che man mano gli capitava nell’arco della narrazione.  Devo dire che alla fine, la “frequentazione” quotidiana con tutti i membri della famiglia Katznelson è stata così profonda che, mentre me ne stavo seduto alla mia scrivania, erano loro a raccontarmi la loro storia e non viceversa. È come se mi avessero concesso l’onore di ascoltare la loro vita e «farmi memoria viva» delle loro vicissitudini.

Cosa c’è di vero in quello che racconti?

Chiuso in casa per il lockdown dovuto all’epidemia di Covid19, mi è stato impossibile viaggiare o incontrare i testimoni diretti di quell’orrore. Però sono riuscito a parlare con alcuni discendenti di chi quelle vicende le aveva vissute davvero. E ho letto decine di libri sull’argomento specifico, dopo averne letti altrettanti sulla Shoah nel corso della mia vita; ho visto documentari, film, interviste sul web; ma soprattutto ho letto i diari di Emanuel Ringelblum, uno storico polacco che invitò tutti gli abitanti del ghetto a redigere i loro personalissimi diari durante l’occupazione nazista, perché i posteri sapessero quello che il popolo ebraico stava passando. In quei diari ho trovato nomi, vicende, aneddoti che hanno arricchito il mio racconto della veridicità di cui aveva bisogno. È grazie ai racconti di quelle persone, ai loro diari e alle loro testimonianze se questo libro è potuto nascere. È grazie al dolore dei loro ricordi che queste pagine hanno preso vita nella maniera più «verosimile» possibile. Per questo posso asserire che i miei personaggi sono solo “accidentalmente” immaginari.

A cambiare la vita del piccolo Yanusz è un’infermiera polacca, un personaggio per il quale ti sei ispirato a Irena Sendler. Chi era? Come hai conosciuto la sua storia?

Qualche anno fa ho letto su un quotidiano di questa donna polacca candidata al Nobel per la Pace, era il 2007. Purtroppo quell’anno le fu preferito Al Gore. Irena fu davvero un’eroina che grazie al suo lavoro come infermiera e assistente sociale riuscì a far uscire i piccoli ebrei dal ghetto di Varsavia, portandoli in salvo nella parte ariana della città. Questo anche grazie alla sua appartenenza alla Zegota, un’organizzazione clandestina che aveva proprio lo scopo di aiutare i cittadini ebrei di Varsavia. Proprio grazie alla Zegota Irena riuscì a ottenere centinaia di documenti falsi per i piccoli fuggitivi e l’aiuto fondamentale di complici sia per farli fuggire dal ghetto, sia per ospitarli finché non venivano affidati a famiglie compiacenti che li nascondevano come orfani di guerra. O istituti religiosi cattolici che li ospitarono, prendendosi cura di loro, fino alla fine dell’occupazione nazista.

In che modo, secondo te, la Giornata della Memoria può aiutare le nuove generazioni? Quale ruolo devono avere gli adulti e la scuola?

Sono convinto che mai come oggi sia necessario farci noi memoria vivente di quel passato, soprattutto adesso che i protagonisti diretti stanno scomparendo e l’antisemitismo ritorna in maniera ancora più feroce nella cronaca quotidiana di tutto il mondo, pur non essendo mai scomparso del tutto, purtroppo. C’è bisogno che i ragazzi conoscano quelle storie, che immaginino le vite di quei corpi ammassati uno sull’altro fuori da un capanno in uno dei campi di concentramento che gli vengono mostrati soprattutto in occasione della Giornata della Memoria. C’è bisogno di tirare fuori dai gelidi numeri dell’Olocausto le speranze, le paure e i sentimenti di un popolo intero. E provare, per una volta, a metterci in quei panni. Provare a essere loro. In questo la scuola e gli adulti hanno un ruolo fondamentale. Perché entrambi svolgono il compito di educatori. E credo che non ci sia niente di più importante che educare all’empatia, al rispetto e alla comprensione per ridare dignità a tutte quelle persone che non possono più chiederla con la loro voce. Oggi tocca a noi essere quella voce.

 

Un libro per le Feste!

Manca pochissimo a Natale, e finalmente sta per arrivare il momento di festeggiare insieme alle persone a cui vogliamo più bene, vivendo il calore di amici e familiari!

Giorni di festa, da rendere ancora più magici con il regalo giusto. Se siete ancora indecisi su cosa regalare (o regalarvi) a Natale, siete nel posto giusto: cosa c’è di meglio di un bel libro? Vi proponiamo tanti libri tra cui scegliere il dono ideale per la persona che vi sta a cuore, tra avventure, storie d’amore, misteri, forti emozioni e qualche brivido.

Bookcity Milano 2021

Dal 17 al 21 novembre torna Bookcity Milano!
Sono tantissimi gli eventi che vedranno protagonisti i nostri autori, e finalmente potremo incontrarli dal vivo.
Ogni evento deve essere prenotato ed è necessario il greenpass, per tutte le informazioni a riguardo potete fare riferimento ai sito di Bookcity.

Ecco tutti i nostri eventi:

 

 

Venerdì 19 novembre

Ore 18.00 – I nuovi orizzonti del viaggio.

Claudio Pelizzeni con Andrea Metafuni e Grazia Rusticali

Presso Teatro Pime.

Claudio Pelizzeni, travel blogger conosciuto come TripTherapy, racconta nuovi modi di viaggiare, alla luce dei confini e dei limiti imposti dalla pandemia.

Dopo aver compiuto il giro del mondo senza aerei e aver percorso il cammino di Santiago in silenzio, Pelizzeni, scrittore e viaggiatore instancabile, racconta il mondo e le diverse culture partendo dal suo ultimo libro “Sempre dalla parte dei sogni”.

Libro: Sempre dalla parte dei sogni di Claudio Pelizzeni, Sperling & Kupfer

 

Sabato 20 novembre

Ore 18.30 – La nuova casa dell’horror.

Fiore Manni e Michele Monteleone, evento online.

Fiore Manni e Michele Monteleone danno nuova voce all’horror italiano con il loro primo romanzo scritto a quattro mani, “Nel buio della casa”.

Una perfetta sintesi della tradizione letteraria dell’inquietante e del mondo del fumetto che ci racconta il volto italiano della nuova collana Macabre di Sperling & Kupfer.

Libro: Nel buio della casa di Fiore Manni e Michele Monteleone, Sperling & Kupfer

 

Domenica 21 novembre

Ore 19.30 – La narrazione distopica come romanzo di formazione

Edoardo Vecchioni con Luca Raina.

Presso Sale Panoramiche del Castello Sforzesco.

Edoardo Vecchioni, diplomato alla scuola alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, dove si è specializzato in scrittura multimediale, racconta insieme a Luca Raina, docente di Storia e Geografia de Il Collegio, il suo romanzo d’esordio Sclero.

Un romanzo distopico, una storia di formazione dalla trama imprevedibile, che gioca con i generi narrativi e sorprende i lettori: il protagonista, affetto da sclerosi multipla, si ritrova in un gioco al limite dell’assurdo a dover superare cinque prove, ispirate a curiosità e vizi di altrettanti celebri imperatori romani.

Libro: Sclero. Il gioco degli imperatori di Edoardo Vecchioni, Sperling & Kupfer

 

 

 

La partecipazione a tutti gli appuntamenti di BookCity è gratuita con prenotazione obbligatoria. L’accesso agli eventi sarà possibile solo con Certificazione Verde COVID 19 valida. Sarà necessario indossare correttamente la mascherina per tutta la durata degli eventi.

GADGET PICKWICK 2021

Dal 01 ottobre al 22 ottobre 2021 è tempo di gadget Pickwick! Con l’acquisto di due titoli Pickwick, con un prezzo uguale o superiore a 6,90 cad., riceverete in omaggio uno speaker waterproof per ascoltare musica, audiolibri e chiamate, ovunque vogliate.

Qui di seguito alcune delle ultime uscite in libreria:

  • La saga di Kiss me like you love me di Kira Shell
  • Pachinko. La moglie coreana di Lee Min Jin
  • I diari di Guantanamo di Ould Slahi Mohamedou
  • Segreti e ipocrisie di Sveva Casati Modignani
  • Forte come l’acqua di Filippo Ongaro
  • Il castello di carte di Cristina Alger
  • Respira di Adessoscrivo
  • Gucci di Patrizia Gucci
  • La stirpe del vino di Attilio Scienza e Serena Imazio
  • Le amiche che volevi di Sarah Pekkanen e Greer Hendricks
  • Il falco di Sveva Casati Modignani
  • Adesso lo sai di Roberto Emanuelli
  • Putin di Nicolai Lilin
  • Il bello del pancione di Kaz Cooke
  • Anna dagli occhi verdi versione anniversario di Sveva Casati Modignani
  • La morte è il mio mestiere di Michael Connelly
  • Scripta Manent di Paola Barbato
  • La principessa perduta di Danielle Steel
  • I classici femminili

 

E tanti altri autori tra cui Paula Hawkins, Laura Imai Messina, Sara Rattaro, Deborah Harkness, Khaled Hosseini e Stephen King.

 

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Consulta il regolamento online!

 

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