25 novembre 2020 – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Il 25 novembre 1960 le tre sorelle Mirabal, dominicane, vengono rapite, stuprate, torturate, strangolate a morte. Andavano a trovare i mariti dissidenti in prigione, e a ucciderle furono gli agenti del servizio militare. Di storie come quella delle sorelle Mirabal, storie di violenza, sopraffazione e esercizio del potere, se ne sono raccontate tante altre, negli ultimi sessant’anni, e molte altre, sicuramente, sono rimaste nel silenzio.
Il 28 gennaio 1856, nell’inverno più freddo a memoria d’uomo, Margaret Garner, incinta, scappa dalla piantagione dove è tenuta schiava insieme ai suoi quattro figli piccoli. Quando sente che i suoi inseguitori sono vicini, ben decisi a riprendersi la loro proprietà, Margaret, detta Peggy, sceglie di fare l’unica cosa che risparmierà ai suoi bambini il suo stesso destino. I suoi aguzzini la cattureranno, la metteranno sotto processo ma non la accuseranno di omicidio. Perché lei ha solo rubato delle cose. Questa è una storia che il silenzio non ha potuto sopraffare. A raccontarla, in un romanzo unico, potente, umanissimo, è stata Toni Morrison. E il romanzo è Amatissima. Perché, dice Morrison: “Non c’è tempo per la disperazione, per l’autocommiserazione, non serve il silenzio, non c’è spazio per la paura. Noi parliamo, noi scriviamo. È così che si torna alla civiltà”.