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Il 25 novembre 1960 le tre sorelle Mirabal, dominicane, vengono rapite, stuprate, torturate, strangolate a morte. Andavano a trovare i mariti dissidenti in prigione, e a ucciderle furono gli agenti del servizio militare. Di storie come quella delle sorelle Mirabal, storie di violenza, sopraffazione e esercizio del potere, se ne sono raccontate tante altre, negli ultimi sessant’anni, e molte altre, sicuramente, sono rimaste nel silenzio.

Il 28 gennaio 1856, nell’inverno più freddo a memoria d’uomo, Margaret Garner, incinta, scappa dalla piantagione dove è tenuta schiava insieme ai suoi quattro figli piccoli. Quando sente che i suoi inseguitori sono vicini, ben decisi a riprendersi la loro proprietà, Margaret, detta Peggy, sceglie di fare l’unica cosa che risparmierà ai suoi bambini il suo stesso destino. I suoi aguzzini la cattureranno, la metteranno sotto processo ma non la accuseranno di omicidio. Perché lei ha solo rubato delle cose. Questa è una storia che il silenzio non ha potuto sopraffare. A raccontarla, in un romanzo unico, potente, umanissimo, è stata Toni Morrison. E il romanzo è Amatissima. Perché, dice Morrison: “Non c’è tempo per la disperazione, per l’autocommiserazione, non serve il silenzio, non c’è spazio per la paura. Noi parliamo, noi scriviamo. È così che si torna alla civiltà”.

Amatissima

Amatissima

Toni Morrison

Un romanzo maestoso, di straordinaria intensità, che racconta la storia di Sethe, indomabile donna di colore che, negli anni precedenti alla Guerra Civile americana, si ribella al proprio destino...

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