E se così fosse? (Fabio Fracas n.31)
E se così fosse?
“If we cannot disprove Bohm, then we must agree to ignore him”. “Se non possiamo smentire Bohm, allora dobbiamo concordare di ignorarlo”.
Queste durissime parole – così come riportate nel volume “Infinite Potential: The Life and Times of David Bohm, 1997, di F. David Peat – vennero pronunciate dal grande fisico J. Robert Oppenheimer dopo la pubblicazione, nel gennaio 1952, dei due articoli di David Bohm dal titolo “A Suggested Interpretation of the Quantum Theory in Terms of ‘Hidden” Variables’”.
L’idea che venisse suggerita un’interpretazione della Teoria Quantistica basata su delle “Variabili Nascoste”, fu bollata da Oppenheimer come una “devianza giovanile”, ma anche altri famosi fisici non furono meno critici. Leon Rosenfeld dichiarò che era “realmente ingegnosa ma fondamentalmente sbagliata” mentre Wolfgang Pauli, con il suo consueto cinismo, affermò: “semplicemente folle… oltre ogni aiuto”. Eppure, oggi, l’interpretazione a Variabili Nascoste di Bohm rimane uno dei possibili approcci alla Fisica Quantistica e grazie anche al lavoro di Basil Hiley e all’integrazione con l’algebra di Clifford, consente di integrare al proprio interno gli effetti relativistici.
Ogni preclusione dogmatica alla conoscenza, anche se portata avanti in buona fede, non può che rivelarsi per quello che è: un limite insormontabile. Come affermava nel 1962 il Filosofo della Scienza Thomas Kuhn – nel volume “La struttura della rivoluzione scientifica” – il progresso scientifico non è mai un’evoluzione lineare quanto una “serie di pacifici interludi interrotti da violente rivoluzioni intellettuali”, e in queste rivoluzioni «una visione concettuale del mondo è sostituita da un’altra».
Fabio Fracas