LUOGHI MISTERIOSI: Il parco dei mostri di Bomarzo, Lazio
Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu, dopo averci guidato in un itinerario pieno di fascino e mistero a Venezia, ci portano all’interno del Il parco dei mostri di Bomarzo (Lazio).
Le fotografie usate per questo articolo e su Facebook sono di Enrico Spelta – www.settemuse.it
Visitando il parco dei mostri di Bomarzo, si ha la sensazione di entrare in uno strano sogno: il Sacro Bosco è un mondo labirintico e confuso, in cui si cammina fra statue inquietanti e enigmatiche scritte che invitano a fermarsi e meditare.
Si comincia il percorso passando tra le due sfingi dell’entrata, una di fronte all’altra. Entrambe recano due frasi emblematiche che serviranno a risolvere l’enigma del parco. Il cammino prosegue lungo un ruscello che conduce verso le prime statue. Incontriamo quella più spaventosa, un gigante che squarcia un uomo tenendolo per le gambe: è Orlando che, in preda alla follia, uccide un contadino. Impazzire, infatti, equivale a oltrepassare il limite della ragione umana e andare oltre il corpo fisico: è questa una condizione necessaria per visitare questo luogo fantastico, che sembra un immenso sogno.
Proseguendo si incontrano grossi animali, quali la tartaruga e l’orca, poi la fontana del Pegaso. Sulla tartaruga svetta l’allegoria della Fama il cui ego viene però frenato dalla lentezza della tartaruga. Si incontra, poi, la casetta pendente, una casa storta che sembra essere sul punto di crollare. La maggior parte dei visitatori esce da questo edificio stordita, a causa della potente energia emanata dall’acqua, dalle statue e dal fitto bosco, e a causa dell’irregolarità della struttura, capace di destabilizzare chi la attraversa.
Si prosegue con le statue dell’elefante, del drago che combatte contro un cane e del celebre orco che racchiude dentro la bocca spalancata un tavolino con due sedie. Una statua assurda e inspiegabile, che invita ad entrare dentro le sue fauci, e che è la chiave per comprendere l’enigmatico parco. Dopo aver letto la soluzione d questo enigma nel nostro libro Luoghi di Forza, e prima della tappa finale, incontriamo Cerbero, il cane a tre teste a guardia dell’Ade. Noi però lo oltrepassiamo, senza averne paura perché sappiamo il perché si trova qui, di fronte a noi.
Il nostro premio finale è l’arrivo al Tempietto, circondato dai segni zodiacali, chiaro rimando allo scorrere del tempo ma anche all’ordine del cielo. L’unico monumento celebrativo di tutto il giardino è una risposta all’inquietudine che ha dominato Vicino Orsini, il creatore del Sacro Bosco: quella del tempo che corre. Un tempo che è possibile fermare, ma solo qui, al parco dei mostri di Bomarzo.