LUOGHI MISTERIOSI: itinerario in Sardegna
Dopo aver scoperto le meraviglie nascoste di Venezia, del Giardino di Bomarzo, della Liguria e i misteri del Lago Maggiore. Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu (autori del libro LUOGHI DI FORZA) ci portano in Sardegna. Una meta di mare adattissima alla stagione, che ne dite?
Golfo degli Aranci (OT): L’invenzione di Guglielmo Marconi
Iniziamo il nostro itinerario da Capo Figari a Golfo Aranci (OT), da cui per la prima volta partì un messaggio vocale capace di percorre ben 269 chilometri, giungendo fino a Rocca di Papa (Roma). Era l’11 agosto 1932 e Guglielmo Marconi stava progettando la trasmissione elettrica delle onde corte, un successo che avrebbe dato vita alla tecnologia moderna, tra cui la telegrafia senza fili e la televisione. Una targa commemorativa della prima trasmissione di “microonde” (come le chiamava Marconi) è stata posta in suo ricordo. La torre Marconi di capo Figari si trova accanto al faro nel promontorio di Golfo degli Aranci, un toponimo che sembra strano visto che di aranci qui non ce ne sono. In realtà il nome proviene da Golfu de li Ranco ovvero “golfo dei granchi”, così chiamato da Alberto La Marmora quando era stato esiliato per aver partecipato ai moti libertari del 1920. Una prigione di tutto rispetto in cui venivano confinati grandi uomini, tra cui anche Giuseppe Garibaldi.
Un’aura di malinconia avvolge questo ridente golfo: ad accoglierci sulla costa è il Canto delle Sirene, una scultura in bronzo di Piero Longu da cui due volte al giorno si può ascoltare l’inconfondibile canto sardo e che si aggiunge agli splendidi panorami del mare cristallino. Da vedere anche il MuMart il primo esempio in Europa di museo sommerso. Una mostra… da togliere il fiato.
Come arrivare: Possiamo arrivare al faro di capo Figari anche a piedi con una lunga camminata che circonda il monte Ruju, partendo da piazza del Comune nel centro di Golfo Aranci e procedendo verso l’interno fino alla ferrovia per poi seguire le indicazioni lungo una strada asfaltata, prima, e una sterrata, poi. Durante il tragitto si incrocia il pozzo sacro di Milis e la sua sorgente di acqua un tempo ritanuta sacra. Si può arrivare anche in macchina fino al parcheggio Baracconi vicino al pozzo sacro.
Olbia: Il cane e il cavaliere
Ritorniamo nel mondo del mistero seguendo la costa fino alla città di Olbia in cui è presente un bellissimo esempio di chiesa romanica sarda, San Simplicio. Simplicio non fu solo il primo vescovo di Olbia, ma anche dell’intera Sardegna e l’ultimo divenuto martire. Insieme agli innumerevoli simboli, anche pagani, c’è un interessante dettaglio sulla facciata: sotto una piccola arcata a sinistra, in una formella, è rappresentato un uomo a cavallo con davanti un cane e, in alto, un altro uomo, immagine enigmatica alla quale non è stato ancora dato un significato preciso. Potrebbe essere un agguato, motivo per cui il cane palesemente agitato, starebbe cercando di attirare l’attenzione dell’uomp, salvandogli la vita. Siamo abituati a vedere il cavaliere insieme sempre al proprio cavallo, ma anche cani e cavalieri non sono abbinamenti rari. Il cane è da sempre considerato una guida necessaria per intraprendere la retta via. Nel culto egizio Anubi (metà cane/sciacallo) ad esempio, conduceva il faraone nell’aldilà senza il cui apporto si sarebbe perso nell’oscurità eterna.
Come arrivare: la chiesa si trova in via San Simplicio, non lontano dalla stazione.
Il re di Tavolara
Procediamo fino a Porto San Paolo da cui ci imbarchiamo per arrivare all’isola di Tavolara. Nonostante possa sembrare un luogo selvaggio e disabitato, Tavolara ha una misteriosa stirpe reale con tanto di blasone e con la residenza Casa Bertoleoni. L’origine di questa regalità ha dell’incredibile. Un tale Giuseppe Bertoleoni decise di lasciare tutto per andare nell’isola di Tavolara, prendersi un fazzoletto di terra e coltivarla, divenendo l’unico abitante dell’isola. Per una serie di peripezie, a causa di tempeste e avvenimenti vari, fu visitato più volte da personaggi di spicco come Gioacchino Murat, Re di Napoli e Carlo Alberto di Savoia, Re di Piemonte e di Sardegna, che affascinati dal luogo e dalla sua solitaria presenza iniziarono a considerarlo principe di quell’insolito regno. Non solo.
I sovrani restarono molto colpiti dalla presenza delle leggendarie “capre dai denti d’oro” (denti resi tali da un’erba speciale che si trova solo sull’isola) che contribuirono a dare un aspetto favolistico a Tavolara. Così, in virtù della suaospitalità o forse per il fascino dell’isola, Bertoleoni fu nominato ufficialmente re di Tavolara con tanto di carta protocollare depositata alla Prefettura di Sassari. Ancora oggi a Buckingham Palace, nel salone dove sono custoditi gli stemmi di tutti i regni del mondo, vi è quello di Tavolara, con la dicitura: «La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania, il più piccolo regno del mondo».
Come arrivare: Tavolara è raggiungibile con un traghetto dal porto di Porto San Paolo