Brevi riflessioni di fisica quantistica – A proposito di fatti – (Fabio Fracas 50)
“Non esiste un mondo quantistico. C’è soltanto una descrizione quantistica astratta. È sbagliato pensare che lo scopo della fisica sia di scoprire come la natura è. La fisica riguarda ciò che possiamo dire sulla natura.”
Aage Petersen, che fu assistente di Niels Bohr fino al 1962, nell’articolo dal titolo “The philosophy of Niels Bohr” – pubblicato su “The Bulletin of the Atomic Scientists”, nel settembre 1963 – riporta questa frase del grande fisico. E lo fa inserendola in un contesto che unisce fisica e filosofia in un unico approccio.
D’altronde, come ben chiarisce il filosofo Luigi Vero Tarca: “Nella narrativa pubblica degli ultimi secoli il sapere scientifico è stato presentato come l’unico che dispone di un valore universale, cioè idoneo a portare ‘bene-essere’ a tutti gli umani. Ciò perché esso si baserebbe su due fattori che tutti gli umani condividono in maniera libera: il pensiero logico-razionale e l’esperienza dei fatti oggettivi della natura. Non è la costrizione del potere a convincere ciascuno di noi che 2 + 2 fa 4, ma la nostra ragione; e non è la teoria di Newton a far girare gli astri nel cielo, perché essa si limita a descrivere la legge del loro movimento. Appunto in quanto ‘oggettiva’ – e quindi rispettosa di ciò che accomuna tutti gli uomini (la ragione e i fatti naturali) – la scienza sarebbe l’unico sapere benefico per tutti gli uomini. Ma questa narrativa si è rivelata una favola.
Da un lato è tramontata (dopo Wittgenstein e Gödel) l’idea che ci siano verità razionali innegabili; dall’altro lato è caduto (con i lavori di Bohr e di Heisenberg nella fisica quantistica) il presupposto che ci siano verità oggettive, sicché siamo portati a dare ragione a Nietzsche, per il quale non ci sono fatti ma solo interpretazioni.”