S. J. Parris è lo pseudonimo di Stephanie Merritt.
Nata nel 1974, ha lavorato come giornalista e critica letteraria per numerosi quotidiani e riviste, oltre che per la radio e la televisione.
Attualmente scrive su The Observer.
LETTERA DELL’AUTRICE SULLA GENESI DEL ROMANZO:
«Ho sempre adorato i gialli e ho sempre avuto una passione per la Storia. Ma mi sono innamorata davvero di questo genere solo quando ho letto Il Nome della Rosa di Umberto Eco. Ero una ragazzina allora, e da quel momento ho sempre sognato di scrivere un thriller storico tutto mio. Poi ho scoperto Giordano Bruno. Sono rimasta folgorata dalla sua vita straordinaria e ho pensato che sarebbe stato il protagonista perfetto per un romanzo. Eppure, mi serviva un’idea, qualcosa di più, per iniziare a lavorare. E la molla mi è scattata quando ho scoperto che si ipotizza che Giordano Bruno fosse una spia alla corte di Elisabetta I.
D’altronde, il regno di Elisabetta è il periodo ideale per ambientare un romanzo: è così pieno di intrigo e mistero! In quegli anni, il governo inglese era perennemente impegnato a sparpagliare spie ovunque e a sventare congiure cattoliche per salvare la vita della Regina. Avevo quindi il background perfetto: non mi restava altro da fare che sviluppare il personaggio di Bruno.
Così ho recuperato un po’ di documenti dell’epoca, e ho inventato un intrigo che mettesse a rischio la vita di Giordano Bruno stesso. Ho immaginato che un terribile assassino si aggirasse per i corridoi di Oxford proprio quando anche il grande filosofo viveva lì. Ed ecco com’è nato il mio romanzo.» S.J. Parris