A tredici anni, Caitlin Moran è una ragazzina cicciottella, senza amici, perennemente presa in giro dai maschi. E il giorno del suo compleanno, tra una baguette con il Philadelphia e una lista di cose da fare prima dei diciotto anni, ecco che la assale un dubbio da un milione di sterline: come si fa a diventare una donna?
Oltre vent'anni dopo, Caitlin prova a rispondere a quella domanda. Partendo da un dato di fatto: non c'è mai stato nella storia un momento migliore per essere donna. C'è il diritto di voto, la pillola anticoncezionale, e bruciare le streghe sul rogo è ormai decisamente poco glamour. Ma allora abbiamo ancora bisogno del femminismo, oggi? Sì, se il femminismo non si occupa solo di cose (importanti, per carità) come la disparità di retribuzione e la violenza domestica, ma anche di problemi più banali come la masturbazione, la depilazione, le micro-mutandine, l'irresistibile attrazione per il cioccolato e le borse da mille euro. Sì, perché ogni donna non può che essere femminista, e perché il femminismo è decisamente divertente. Come questo libro.
Caitlin Moran
Caitlin Moran, primogenita di otto figli, è nata nel 1975 a Brighton ed è cresciuta a Wolverhampton, in Inghilterra. Ha scritto il suo primo libro all'età di quindici anni, a sedici scriveva per il mensile musicale Melody Maker e a diciassette ha cominciato a lavorare come columnist per il Times. Nel 2010 riceve i premi Columnist of the Year, Critic of the Year e Interviewer of the Year. Twitterer fenomenale, nel Regno Unito è il personaggio del momento, al punto che la Lego le ha dedicato un pezzo da collezione (con il suo inconfondibile ciuffo bianco). Nonostante il suo nome di battesimo sia "Catherine", a tredici anni sceglie di farsi chiamare "Caitlin" dopo aver letto un romanzo di Jilly Cooper. Lei stessa però pronuncia in modo scorretto ("Catlin") il suo nome. E ciò causa problemi a tutti.