Nello splendore crepuscolare degli anni Venti, mentre tutta una generazione scampata al massacro della guerra si riprende la vita con l'avidità del presente, New York vibra di un'energia potentissima, e Harlem, in particolare, conosce una stagione creativa senza precedenti. Dentro questo nido sociale, Irene Redfield, sposata a un medico che le garantisce protezione e distanza, vive una tranquilla esistenza borghese. Ma un incontro fortuito arriva a incrinare le apparenti certezze di Irene. È Clare Kendry, un'amica d'infanzia, che rispunta dal passato con i suoi segreti. Primo fra tutti, il fatto che è nera ma si fa passare per bianca, nascondendo al mondo, marito razzista compreso, la sua vera identità. La relazione tra le due donne, allora, si fa densa di bugie, di sotterfugi e alla fine di minacce, dietro le quali Irene cova gelosie, rivalità e paura. E l'apparente cordialità che le lega è destinata a incrinarsi.
Ritratte da Nella Larsen con una modernità e una sensibilità psicologica di impatto formidabile, le due protagoniste del romanzo si muovono, come l'autrice, in un sistema razzista e sessista che non ammette ambiguità. Un sistema nel quale il passing, il farsi passare per bianchi, diventa un modo possibile per allontanarsi dalla segregazione e dal disprezzo sociale.