«Fa un caldo maledetto, a Roma. È il 1° giugno 2011. Sono venuto a trovare i miei tre figli adolescenti, sono rilassato e ottimista: non sono passati nemmeno tre mesi da quando ho ottenuto il patentino da allenatore al corso di Coverciano e attendo fiducioso la chiamata di una squadra per iniziare una nuova carriera, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo da ormai cinque anni. Sto andando alla stazione Termini per prendere il treno che mi riporterà a Bologna, quando ricevo la telefonata di Tina, la mia attuale moglie. È agitata. Mi dice che sono arrivati dei poliziotti, hanno perquisito casa nostra, hanno buttato tutto all'aria, e che un ispettore mi sta cercando.»
È cominciato così, alla fine di una gloriosa carriera sportiva e all'inizio di una possibile nuova vita, l'incubo di Beppe Signori: una persecuzione giudiziaria lunga dieci anni - dal 1° giugno 2011 al 1° giugno 2021 - che si mangerà i successi, i ricordi e i traguardi di un'esistenza intera. Una tempesta che ora - assolto dopo aver rinunciato alla prescrizione - Signori si volta a guardare come un superstite, ripercorrendola nei dettagli attraverso le parole di questo libro, consapevole di aver pagato un prezzo troppo caro per la propria libertà.
Beppe Signori
Giuseppe Signori, detto Beppe, è il nono marcatore di sempre nella storia della Serie A. Nel corso della carriera ha indossato le maglie di Piacenza, Foggia, Lazio, Sampdoria e Bologna, città nella quale tuttora vive. Dal 1992 al 1995 è stato giocatore della Nazionale di calcio italiana, con cui ha disputato i mondiali di USA '94, sotto la direzione di Arrigo Sacchi. Il 1° giugno 2011 è stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta legata al calcioscommesse e il successivo 9 agosto la FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) lo ha radiato a vita. Dopo dieci anni di processi istituiti da più tribunali (Cremona, Bologna, Modena, Piacenza), viene assolto da tutti i capi di accusa per i reati non caduti in prescrizione, e il 1° giugno 2021 viene riabilitato dalla FIGC con un provvedimento di grazia emesso dal presidente Gabriele Gravina.