Clarissa Pinkola Estés, poetessa e psicoanalista, torna a rapire il lettore raccontando la favola più bella della sua infanzia. Protagonista è l'anziano zio ungherese, un contadino profondamente legato alla propria terra, sopravvissuto a un campo profughi durante la Seconda Guerra Mondiale e giunto infine in America con gli occhi colmi di orribili visioni. Ma con la nipotina l'uomo si trasforma in uno straordinario narratore di storie. Si intrecciano così i ricordi della bambina, persa in quei magici racconti, e la rielaborazione adulta della studiosa - testimone della sofferenza dei suoi pazienti - di temi fondamentali dell'esistenza quali la perdita, la sopravvivenza al dolore, la rinascita, uniti da una tenace fiducia nella vita. Strutturate come piccole matrioske, l'una dentro l'altra, le storie fluiscono in queste pagine regalandoci frammenti di verità: la vita si ripete, si rinnova e, per quanto calpestata, si rigenera se solo si coltivano la speranza e l'attesa. I ritmi della natura, le tradizioni culturali, i sentimenti più autentici si fondono in questo piccolo gioiello letterario in cui l'essenza terapeutica delle fiabe aiuta a trovare la propria strada alla felicità.
Clarissa Pinkola Estès
Clarissa Pinkola Estés insegna ed esercita la professione di analista. È
stata direttrice del C.G. Jung Institute di Denver e ha conseguito il dottorato
in etnologia e in psicologia clinica. Donne che corrono coi lupi è il
suo saggio d'esordio, un longseller dallo strepitoso successo editoriale.