«Non è stato facile. In queste parole ho sempre nascosto un mondo di eventi, pensieri e paure che hanno reso la mia carriera sportiva molto diversa da quella che ci si potrebbe immaginare.
Non ne ho mai parlato sia per non mettere in ombra ciò che stiamo facendo come nazione e come movimento nel nuoto artistico, sia per questioni di opportunità.
Tutto ciò che ho fatto, dal primo giorno di allenamento in poi, è stato inseguire un sogno, senza mai metterlo in dubbio. La verità però è che capita di perdersi a metà strada, di smarrire la via, di non ricordarsi più da dove si è partiti e dove si voleva andare. Cresciamo con la convinzione per cui 'se ti impegni ce la fai', e inseguendo ciecamente questa convinzione trasformiamo il lavoro in obbligo, le sfide in esami, le soddisfazioni in numeri. Così vincere diventa solo prevalere sugli altri, ignorando quanto l'esito di qualsiasi competizione sia in mano alla fortuna. E soprattutto smarrendone il senso.
Davanti alla paura di essere in balia della sorte, cosa possiamo fare per trattenere la gioia di nutrire le nostre ambizioni?
Non è stato facile, ma tornare sui miei passi, scavare tra i miei ricordi alla ricerca del traguardo per il quale mi ero messo in cammino mi ha permesso di ritrovare il senso stesso del viaggio, e la gioia della competizione: il regalarsi tra tutti i partecipanti alla gara la soddisfazione del correre insieme.
Spero che la mia esperienza possa essere d'aiuto, a qualcuno che l'ha smarrita, a ritrovare la strada. O ancora meglio a non perdersi.» Giorgio Minisini