Il 12 ottobre 2011 è una giornata indimenticabile per Paolo Pizzo: con un'ultima «stoccata a pompa», la sua specialità, diventa campione del mondo.
Proprio a Catania, la sua città, e questa vittoria non potrebbe essere più bella.
È qui che Paolo è nato e cresciuto, ai piedi dell'Etna, qui ha fatto i primi passi su una pedana, seguito dal papà, spadista come lui, e dalla sua famiglia, dove tutti hanno lo sport nel sangue.
È il primo successo pieno, netto, esaltante.
Ma c'è un'emozione segreta, in quel risultato, qualcosa che era sepolto e inaspettatamente riemerge in quel momento: il tumore al cervello che avrebbe potuto allontanarlo per sempre dalla scherma, dalla vita.
Era ragazzino quando le crisi erano iniziate: brevi terremoti nella testa che gli impedivano di controllare i movimenti del corpo e lo lasciavano spossato.
Paolo è un tipo combattivo, ma questa volta l'avversario fa paura. Nei mesi in cui affronta gli esami, i ricoveri, l'operazione, il ragazzo comincia a capire l'importanza di avere una grande squadra alle spalle: un padre come un allenatore, che non permette cedimenti e ha una fiducia incrollabile nelle sue risorse, un gruppo unito di persone care che sanno dare sostegno, un rigoroso programma di recupero.
La stessa situazione che ritroverà più avanti, una volta intrapresa la carriera agonistica, quando un maestro straordinario e un lavoro appassionato lo aiuteranno a plasmare e a scolpire un carattere un po' troppo esuberante.
In questo libro il campione toglie la maschera per raccontare come si possono vincere le gare più dure.
Una testimonianza schietta, diretta, per affermare che la felicità, nello sport come nella vita, non è la conquista di un record, ma una grandissima voglia di vincere.
Paolo Pizzo
Paolo Pizzo (Catania, 1983), campione del mondo di spada nel 2011 e nel 2017, schermidore del gruppo sportivo dell'Aeronautica Militare, ha fatto parte della Nazionale italiana di spada con la quale ha vinto l'argento olimpico a Rio 2016. A quattordici anni gli è stato diagnosticato un tumore al cervello. Dopo l'operazione è tornato in pedana salendo di anno in anno nel ranking mondiale fino a diventare il numero uno. Impegnato a diffondere i valori sportivi nelle scuole e fra i giovani, attivo con l'AIRC nelle campagne per la ricerca sul cancro, ha ricevuto vari riconoscimenti, dal premio Sport & Civiltà (2011) ai Collari d'oro al merito sportivo (2012 e 2017). Attualmente è componente della Giunta nazionale del Coni, in rappresentanza degli atleti.
Maurizio Nicita (Catania, 1960), giornalista, scrive per La Gazzetta dello Sport da oltre trent'anni. Come inviato per la Rosea ha seguito la Nazionale di pallavolo di Velasco negli anni Novanta e dal 2000 quella di calcio, raccontando per entrambe le vittorie dei Mondiali. Ha pubblicato L'oro del volley (con Alessandro Gullo, GS 1999), Papaveri e papere (con Massimo Arcidiacono, Imprimatur 2013), Lo scudetto della Paoletti 1978. Comanda Catania (Spe 2018), Al di là del muro. Storie e leggende del volley azzurro (Minerva 2023).
Maurizio Nicita
Maurizio Nicita (Catania, 1960), giornalista,
scrive per La Gazzetta dello Sport da quasi
trent'anni.
Come inviato per la Rosea ha
seguito la Nazionale di pallavolo di Velasco
negli anni Novanta e dal 2000 quella di
calcio, raccontando per entrambe le vittorie dei
Mondiali.
Ha pubblicato L'oro del volley (con
Alessandro Gullo, GS 1999) e Papaveri e papere
(con Massimo Arcidiacono, Imprimatur 2013).