Un ragazzo. Un boa reale. Un gatto capriccioso.
Una famiglia, due paesi.
I frammenti di un cuore spezzato.
Uscito in Finlandia nel 2014, L'ultimo parallelo dell'anima si sta affermando in tutta Europa come il romanzo rivelazione di un grande talento, che racconta con una prosa immaginifica ed elegante la ricerca di un'identità nell'Europa multietnica di oggi, e i profondi conflitti interiori di un giovane, brillante immigrato, omosessuale, con un passato confuso e un futuro incerto.
Siamo negli anni Ottanta del XX secolo, nella Jugoslavia più arretrata. Una giovane donna musulmana è costretta – seguendo riti familiari antichi e feroci – a sposare un uomo che praticamente non ha mai visto prima.
Nonostante questo, si sforza di essere una buona moglie, ma la vita non fa che metterla di fronte a delusioni e amarezze.
Allo scoppio della guerra, lei, il marito, i figli, decidono di fuggire. Verso il Nord Europa.
Suo figlio crescerà in Finlandia, un paese freddo e livido, dove ci si aspetta che gli immigrati accettino con entusiasmo l'ospitalità che viene loro così generosamente offerta.
È difficile crescere così: strutturalmente emarginati, fisiologicamente subordinati. E se oltre a essere immigrati si è anche omosessuali, le cose peggiorano, e il disagio esistenziale scava l'anima. Per questo il protagonista del romanzo si circonda di figure simboliche, surreali ma profondamente vere: un enorme serpente, e soprattutto un gatto sprezzante e beffardo, che lo condurrà di nuovo in Kosovo, dove tutto era iniziato.
Pajtim Statovci
Pajtim Statovci, nato nel 1990, si è trasferito
in Finlandia dal Kosovo quando aveva due
anni.
Il suo romanzo d'esordio, L'ultimo parallelo
dell'anima, pubblicato nel 2014, ha ricevuto
accoglienza entusiastica sia da parte della critica
che dei lettori.
Pajtim Statovci studia letteratura comparata
e sceneggiatura all'Università.