Francesca Immacolata Chaouqui è stata membro della Pontificia Commissione Referente di studio e di indirizzo sull'organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede (COSEA), che ha portato alla luce una fitta trama di inefficienze, corruzione, scandali. La posizione riportava esclusivamente al pontefice. Per la prima volta, con il libro "Nel nome di Pietro", questa storia viene raccontata per intero, con corrispondenze e documenti esclusivi mai usciti prima. E non è solo una storia di sprechi, ricchezza, affari e intrighi: è soprattutto un duro j'accuse alle lobby internazionali che all'interno del Vaticano vogliono compromettere la missione di rinnovamento di papa Francesco. È il racconto di chi sono, cosa vogliono, quanto sono pericolose. E perché possono vincere la loro partita. I diversi capitoli del libro "Nel nome di Pietro" affrontano tematiche scottanti, con ricostruzioni di prima mano e riproduzioni di carte e documenti: La Commissione del papa; La fabbrica dei santi; Una voragine in numeri; Il rebus dell'Opus Dei; La trasparenza fa paura; La volontà del papa; Francesco è in pericolo?; Gli ospedali di Pietro; Un gigantesco patrimonio immobiliare; Lobby e appalti; Vittime e carnefici; Il volto peggiore della Curia; Il club maschile più potente del mondo; La cassaforte dei misteri; L'emergenza pedofilia; L'antica opacità dello IOR; Il volo dei corvi; Divide et impera; La partita è finita; Le spese pazze del mago del risparmio; Devono restare impuniti; «Santità, chiedo dispensa…». «Poco dopo essere salito al soglio pontificio, papa Francesco riceve un documento riservato: sono i bilanci degli enti economici della Santa Sede. È allora che capisce il vero motivo delle clamorose dimissioni del suo predecessore, Benedetto XVI. Il Vaticano è sull'orlo della bancarotta. I costi per sostenere la Curia sono fuori controllo e per coprirli vengono usati fondi di emergenza e persino le donazioni, compresi i soldi dell'Obolo di San Pietro. Fatture truccate e sparizioni di beni dai magazzini paiono all'ordine del giorno. Lo IOR e l'APSA, le banche vaticane, sono minati da trame e opacità. Il bilancio annuale non solo è in passivo, ma è così melmoso che i revisori dei conti si rifiutano di approvarlo. Nel silenzio delle umili stanze di Santa Marta che ha scelto come propria residenza, Francesco capisce la vera portata del compito che gli è stato assegnato. Un compito immane. Dal luglio di quello stesso anno una Commissione internazionale prende possesso di un ufficio a Santa Marta. È stata voluta per compiere un'analisi approfondita della situazione economica e finanziaria del Vaticano e per indicare la via per uscire dal baratro. Un fatto senza precedenti. La Commissione è composta da sette uomini e una donna, io.»
Francesca Immacolata Chaouqui
È stata membro della Pontificia Commissione
Referente di studio e di indirizzo sull'organizzazione
della struttura economico-amministrativa
della Santa Sede (COSEA), istituita con Chirografo
del 18 luglio 2013, al fine di raccogliere
informazioni per il pontefice, in cooperazione
con il Consiglio dei Cardinali per lo studio dei
problemi organizzativi ed economici della Santa
Sede. La posizione riportava direttamente a
papa Francesco.
La Commissione è stata soppressa il 22 maggio
2014. Dalla divulgazione di alcune notizie
ha avuto origine il cosiddetto scandalo «Vatileaks
2», e il relativo processo in Vaticano.