Dopo vent'anni di esilio, Cambara - donna forte di origini somale ma cresciuta in Canada - ritorna nella città natale per riallacciare i nodi e ritrovare se stessa, ma anche per riappropriarsi della casa di famiglia che uno dei signori della guerra le ha strappato. Ma Mogadiscio è una città oramai incomprensibile, devastata dalla guerra civile e dalla repressione culturale dell'islam più conservatore. Insofferente della situazione - dall'odioso cugino all'armatura del velo che le viene imposta -, Cambara trova conforto e sostegno in un gruppo di attiviste per la pace, che l'aiutano nelle sue difficili imprese, non ultima quella di adottare due ragazzini.
Nuruddin Farah
Nuruddin Farah è nato nel 1945 a Baidoa in Somalia, ha studiato anche in India e si è laureato in Inghilterra specializzandosi in letteratura teatrale. Esule dal suo pease perché critico della dittatura di Siad Barre, ha vissuto in Italia dal 1976 al 1979 e poi è tornato in Africa, fermandosi per lunghi periodi in Nigeria, Uganda, Gambia e Sudan. Ha inseganto letteratura in varie università africane, europee e americane, ottenendo numerosi riconoscimenti, fra cui il premio Grinzane Cavour e il Neustadt Prize. Scrive di norma in inglese, lingua in cui ha pubblicato otto romanzi, racconti, testi teatrali e sceneggiature cinematografiche, mentre in somalo ha composto poesie. In Italia sono apparsi finora i romanzi della sua prima trilogia: Chiuditi Sesamo (1992), Latte agrodolce (1993) e Sardine (1996) per i tipi delle Edizioni Lavoro di Roma.