«Io sono nato nel 1978, e la mia generazione è l'ultima che ha fatto tutta la scuola senza cellulare. Magari anche voi vi emozionerete pensando a quel periodo, a quei tempi... Quando sparavo palline di carta con il tubicino della Bic; mia mamma che mi voleva mettere i sandali neri con gli occhioni; le feste con le luci stroboscopiche; col gesso facevi i numeri per terra e giocavi a campana; nella calza della befana c'era la sigaretta e la moneta di cioccolato; a Natale su Italia 1 c'era (e c'è ancora!) Una poltrona per due, e su Rete 4 Il piccolo Lord. A volte mi chiedo se la vita di un ragazzo prima dell'avvento del web fosse davvero così diversa. A volte dico no, in fondo continuiamo a innamorarci, ad avere degli amici, a giocare e divertirci come facevamo prima. A volte penso che la tecnologia abbia cambiato la natura di tutti questi rapporti, del nostro modo di passare il tempo. Per provare a capire, in questo libro racconto di come si viveva negli anni Novanta, delle mode, degli oggetti, della tv. Quando si andava in auto non per spostarsi, ma per viaggiare. Ai tempi c'erano le targhe nere con la sigla della provincia arancione. Così appena eravamo fuori dalla nostra regione, se incrociavamo un'auto che veniva dalla nostra stessa provincia, si suonava il clacson e ci si salutava come se fossimo amici. Quello sì che era social. Ma io ero felice perché ero piccolo, o ero più felice perché ero davvero più felice?»
Paolo
Paolo Ruffini
PAOLO RUFFINI è nato a Livorno nel
1978.Attore, sceneggiatore, regista (Fuga
di cervelli, 2013 e Tutto molto bello, 2014),
ha fondato l'associazione cinematografica
Nido del Cuculo. A lungo conduttore di
fortunate trasmissioni televisive (Colorado
2011-2015), è anche acuto osservatore della
realta', in particolare del mondo giovanile.
Autore versatile, ha scritto il romanzo
Tutto bene (2012), e il pamphlet sul mondo
dei social Odio ergo sum (2015).