Ben Du Toit, bianco, insegna in un sobborgo di Johannesburg ai tempi dell'apartheid. È un uomo tranquillo, convinto dell'onestà e della rettitudine di coloro che governano il Sudafrica. Ma un giorno, un suo amico nero viene arrestato dalla polizia e si "suicida" in carcere. Du Toit vorrebbe disperatamente credere a questa versione ufficiale, sperare che si tratti di un disgraziato incidente, di un errore, ma le indagini che a un certo punto decide di avviare lo conducono presto in un vischioso pantano di menzogne, corruzione, omicidi impuniti. La sua ricerca assume quindi un senso emblematico, diventando una ricerca della verità come valore imprescindibile per ogni uomo civile: un obiettivo che lo spinge alla ribellione, e che gli costa tutto: lavoro, famiglia, amicizie. Per un ribelle, infatti, non c'è ritorno. Solo l'intima consapevolezza di impegnarsi per una giusta causa in una società ingiusta, dove si è smarrito ogni sentimento di pietà e di tolleranza e dove gli esseri umani sono ancora divisi dall'assurda barriera del colore della pelle. Un'opera di indiscusso valore letterario, diventata un classico della narrativa d'impegno civile, il primo libro di denuncia dell'apartheid da parte di un bianco.
André Brink
André Brink, nato in Sudafrica nel 1935, è uno scrittore celebrato nel suo Paese, dove ha ricevuto prestigiosi premi letterari benché alcuni romanzi siano stati a suo tempo banditi per motivi politici. La Gran Bretagna gli ha conferito il premio alla memoria di Martin Luther King e la Francia lo ha
nominato Cavaliere della Legion d'Onore. Da Un'arida stagione bianca è stato tratto l'omonimo film con Marlon Brando e Donald Sutherland, un classico del cinema. L'autore è morto il 7 febbraio 2015.