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È possibile che alla base dei Promessi Sposi si nasconda una faida famigliare? Leggendo i documenti sembrerebbe proprio di sì, e affiora addirittura l’ipotesi che Manzoni non fosse del tutto ironico quando affermava di aver ritrovato un vecchio manoscritto “dilavato e graffiato”.


Altoforno alla norvegese https://media.snl.no/media/236012/standard_NJ-003859.jpg [Licenza: CC BY NC 2.0 – Georg Haas/C.A. Lorentzen/Næs Jernverksmuseum]

Gli avi di don Lisander nella zona di Lecco e della Valsassina, infatti, furono a lungo in competizione con la potente famiglia di… don Rodrigo! Avete letto bene, è infatti probabile che il Palazzotto del nobile antagonista di Renzo e Lucia altro non fosse che quello che si trova sullo Zucco di Olate, costruito nel 1570 dalla famiglia Arrigoni.
Il motivo della contesa fra le due enclave, i Manzoni in rapida ascesa, ma non ancora nobili, e gli Arrigoni in lenta decadenza, pare fosse incentrata sul monopolio delle ricche miniere della Valsassina e del commercio del ferro.
Al centro della contesa troviamo lo spietato Giacomo Maria Manzoni e i suoi bravi (sì, i bravi ce li avevano anche i Manzoni!), sospettato tra l’altro di essere il mandante dell’omicidio di Giovanni Arrigoni, assassinato con una archibugiata in un giorno d’estate del 1621, nei boschi sopra Barzio. Ancora oggi nello stemma del paese sono riportati gli stemmi delle due famiglie rivali, il manzo passante e la sigla AR.

Tuttavia. nei Promessi Sposi non si fa diretto riferimento a questa contesa, e la (proto)industria messa al centro della trama non è quella del metallo, ma quella della seta. Lucia era una filandina e Renzo un filatore di seta, due professioni diversissime tra loro, ma già diffuse nel milanese fin dalla seconda metà del Quattrocento, ai tempi di Leonardo Da Vinci e Ludovico il Moro. Il soprannome di quest’ultimo infatti non allude né al colore né alla lotta contro i “Mori”, bensì… ai gelsi! Gli unici alberi adatti a sfamare i bachi da seta, che in dialetto venivano chiamati “moroni”. D’altro canto, storicamente l’industria della seta nel lecchese visse il proprio exploit a partire dalla seconda metà del Seicento e soprattutto nel Settecento, parecchi anni dopo la fine della storia dei due sposi promessi.

Ma i Promessi Sposi non si concludono con il loro matrimonio, bensì… con la Storia della Colonna Infame. Che ha a che fare l’iniquo processo contro gli untori della peste, pregno di superstizioni, con la faida tra gli Arrigoni e i Manzoni? In realtà, moltissimo: ricordate che la peste era entrata nel Ducato di Milano con i Lanzichenecchi passando dalla Valsassina? Ebbene, nel 1630 Ambrogio Arrigoni, Deputato della Sanità per la Valsassina, approfittò della sua posizione per vendicarsi degli avversari di una vita, estorcendo la confessione di Caterina Rozzona, amante di Francesco Manzoni, detto il Bonazzo. L’accusa era quella di aver “unto” la casa del fratello morto di peste, di aver fatto un patto con il diavolo e di aver partecipato a tutte le perversioni del barilotto (nome lecchese del sabba delle streghe) insieme ad altri parenti e amici. Tra questi: Simone Manzoni detto il Gambarello, sua moglie Clara Bossi, il quindicenne Bernardo Boccaretto… e soprattutto il signor Giacomo Maria Manzoni del Caleotto, accusato di essere capo e mandante di tutta la congrega.
Come andò a finire la vicenda? Lo potrete scoprire sulle pagine di Engaged, in cui ho intessuto ferro e seta, combinando le vicende narrate dal Manzoni a quelle da lui taciute, legandole con… un pizzico di magia. E chissà che non fossero proprio queste le “Traggedie d’horrori, e Scene di malvaggità grandiosa, con intermezi d’Imprese virtuose e buontà angeliche, opposte alle operationi diaboliche” contenute nel (vero) manoscritto dell’Anonimo!

Per approfondire:

Pietro Pensa, “Famiglia Manzoni: quel ramo del casato”, 1985, https://pietro.pensa.it/Famiglia_Manzoni:_quel_ramo_del_casato

Lucio Causo, “Mortale contesa nata nel 1600 tra le famiglie Manzoni e Arrigoni per il possesso delle miniere di ferro in Valsassina”, 2011,
http://www.aksaicultura.net/luciocauso/index.php?nohead=1&view=10

Marco Rapetti Arrigoni, “Quando gli avi di Manzoni erano in causa con i miei: alle fonti de I Promessi Sposi”, 2019, https://www.breviarium.eu/2019/08/03/arrigoni-manzoni-fermo-lucia-promessisposi/

eccoLecco, “Palazzotto di Don Rodrigo”, 2022,
https://www.eccolecco.it/i-promessi-sposi/luoghi-manzoniani/palazzotto-didon-rodrigo/

Wikipedia, “Untore”, 2023,
https://it.wikipedia.org/wiki/Untore

Ignazio Cantù, “Le vicende della Brianza e de’ paesi circonvicini”, 1837

Giuseppe Arrigoni, “Documenti inediti risguardanti la storia della Valsassina e delle terre limitrofe”, 1857

Antonio Balbiani, “I famosi untori della peste: seguito alla Colonna Infame di Alessandro Manzoni” (romanzo), 1875

Armando Frumento, “Imprese lombarde nella storia della siderurgia italiana”, volume II, Il ferro milanese tra il 1450 e il 1796, 1963

Giuseppe Farinelli, Ermanno Paccagnini, “Processo agli untori. Milano 1630: cronaca e atti giudiziari”, 1988

Alessandra Dattero, “La famiglia Manzoni e la Brianza”, 1997

Gian Luigi Daccò, “Giacomo Maria Manzoni. Documenti” in «Manzoni-Grossi, Tomo I», 1991

Mauro Rossetto, “Villa Manzoni al Caleotto nelle carte dell’Archivio ManzoniScola”, in «Manzoni-Grossi, Tomo I», 1991

Marco Tizzoni, Pierfranco Invernizzi, Matteo Lambrugo, “Memorie dal sottosuolo. Per una storia mineraria della Valsassina”, 2015

Claudio Paglieri “Il conte Attilio” (romanzo storico), 2023

Engaged 1. Il libro di Renzo

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Beppe Roncari

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