“Solito orario. Zona nostra.”
I messaggi di Federico Buffa sono stati più o meno sempre questi, concisi, spesso perché chiamava dall’estero, durante i mesi in cui abbiamo preparato la trasmissione televisiva Storie Mondiali e, successivamente, il libro.
A caso pesco dalla memoria, e mi aiuto col taccuino dei resoconti di quegli incontri.
Federico arriva da Montevideo, dove è stato ospite della nostra amica Laura, giornalista charrua grande appassionata di futbol.
“Ma hai visto Parque Central? Oh, sembra un campetto, peccato che dentro ci giochi ancora adesso una delle grandi del Subcontinente”.
“E ci abbiano giocato il Mondiale del ’30!!”
“Ma cos’era l’Uruguay in quegli anni! Costituzione avanzatissima!”
“E poi c’erano dei fenomeni palla al piede, e non solo: che dici del grande Andrade?”
“Ho trovato una biografia su di lui, in un mercatino: Gloria y Tormento, favolosa…!”
“Beh, ci sarà qualcosa sulla sua storia d’amore con la Baker a Parigi!”
“A Parigi c’erano tutti in quegli anni, da Picasso in giù.”
“La finale del ’30 è stata con l’Argentina, dentro c’è Gardel!”
“Cada día canta mejor, dicono ancora oggi gli amici sul Rio de La Plata”.
E così via, curiosità dopo curiosità, aneddoto dopo aneddoto: si buttavano gli argomenti sul tavolo e venivano fuori le storie. Ne abbiamo pescate alcune, ed è nata prima la trasmissione, poi, con qualche aggiunta, il libro di Storie Mondiali.
E il luogo? Difficile recintare con esattezza la “Zona nostra”. Di norma è attorno a Piazza Buonarroti a Milano, ma ci si è spinti, alle volte, fino al Parco Sempione: dentro diversi locali di questa imperimetrabile area, con testimoni più o meno sorpresi, è nato Storie Mondiali. Tutte quelle piacevolissime chiacchiere, quegli studi, quelle analisi attorno a una passione condivisa, grazie al lavoro di tanti professionisti, ma anche ai suggerimenti di tanti appassionati, sono diventate prima una trasmissione che ha riscosso crescente successo e oggi, addirittura, un libro.
Carlo Pizzigoni