Settembre, andiamo…

Perdonateci la citazione, e soprattutto perdonateci il fatto che siamo già stufi dell’estate, e non vediamo l’ora che passi. Sono davvero troppi i libri di cui aspettiamo con trepidazione l’uscita, per non aver voglia che arrivi settembre.

 

Proprio all’inizio del mese, infatti, uscirà “La sceneggiatura” (titolo originale “Turnaround”), di Don Carpenter. Siamo davvero orgogliosi di continuare la pubblicazione italiana dei romanzi di quello che negli Stati Uniti è ormai considerato un autore di culto, dopo essere stato riscoperto da Jonathan Lethem.

“La sceneggiatura” fa parte della racconta “Hollywood Trilogy”, e anche questo romanzo, come “I venerdì da Enrico’s”, è stato tradotto per noi da Stefano Bortolussi, e per presentarvelo ci affidiamo alle sue parole: « “La sceneggiatura” assume le dimensioni del Mito, della Proiezione (a vari livelli): e se a questo si aggiunge che la vicenda narrata ruota intorno a un adattamento/remake de “La signora nel lago” di Chandler… In poche parole: che cosa si può chiedere di più a un lavoro? E per voi fortunati che incontrate questo libro per la prima volta: che cosa si può chiedere di più a una lettura?». (In libreria dal 5 settembre)

 

E a proposito di autori, e romanzi, “di culto”, il 19 settembre sarà finalmente il giorno dell’uscita dell’attesissimo “Le venti giornate di Torino” di Giorgio De Maria, per il quale ci affidiamo alle parole di Giovanni Arduino, che ne ha curato la postfazione e che pubblicherà – pochi giorni prima dell’uscita del libro – anche un ebook dedicato al romanzo: «Le venti giornate di Torino è l’unico, autentico romanzo maledetto italiano. Non è una boutade a casaccio, ma a stabilirlo sono trama, atmosfera, vita dell’autore, legami, connessioni, effetti sui lettori.». Come è ormai noto, “Le venti giornate di Torino” è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 1977, per venire riscoperto quarant’anni dopo, non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti. E mai riscoperta fu più meritata, visto che all’incontestabile valore letterario del romanzo di De Maria si aggiunge una componente profetica davvero inspiegabile. Come ha scritto “La Stampa” qualche mese fa: “ci voleva una città magica, e i portentosi, terribili eventi di quelle venti giornate, per immaginare l’arrivo di Mark Zuckerberg e di Facebook con quarant’anni di anticipo”.

 

 

I venerdì da Enrico’s

Don Carpenter si è suicidato nel luglio del 1995. Aveva passato la vita a scrivere, romanzi e sceneggiature per Hollywood, senza grande successo. Successo che, come spesso accade per i grandi romanzieri, è arrivato postumo, rendendo Carpenter un “classico moderno”. E anche per questo motivo a vent’anni dalla morte, Jonathan Lethem ha ripreso il suo ultimo, grande romanzo lasciato incompiuto, I Venerdì da Enrico’s, lo ha editato e lo ha completato. Dopo il trionfo dell’uscita americana, I Venerdì da Enrico’s esce per Frassinelli martedì 23 giugno.

Così scrive Lethem nella postfazione: “Carpenter era palesemente un romanziere puro, tanto che qui ogni istanza ritrattistica o autoritrattistica (e di sicuro sono presenti entrambe) è distribuita tra i vari personaggi e infine incorporata in quella forma diversa di veridicità che il romanzo richiede in quanto tale…. Nell’ampio raggio di umana esperienza rivelato da questo libro c’è il massimo di autobiografismo che mai chiederemmo a Don Carpenter, il quale ha detto: ‘Se fossi capace di esprimere la mia visione dell’universo senza scrivere narrativa, lo farei’. Per fortuna, non lo era.

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