#LeNoteSulleTraduzioni
FRANCESCO LETO su “La straordinaria famiglia Telemachus” di Daryl Gregory.
Quando mi arrivò la proposta di tradurre ‘La Straordinaria Famiglia Telemachus’, ero alle prese con l’ennesimo trasloco, a destra gli scatoloni da tenere, a sinistra quelli pieni di roba di cui sbarazzarsi. Ho sempre pensato che se il passato è veramente passato anche le cose che ce lo ricordano debbano sparire. Sono stanco, stremato e ho bisogno di soldi. Inizio a leggere il romanzo dal mio Iphone, capisco subito di poter passare all’Ipad, abbandono gli scatoloni e per 3 o 4 gg sono completamente immerso nella storia di questa famiglia tanto magica quanto scalcagnata. Il patriarca , Teddy, ormai settantenne che, perse le sue abilità al gioco di carte, si improvvisa nei suoi numeri di magia per far colpo su una donna con quasi la metà dei suoi anni in un supermercato bio; i suoi figli, Frankie, venditore ambulante di un miracoloso succo di bacche di Goji, una volta capace di spostare gli oggetti col pensiero; Irene, una macchina della verità vivente, che in quell’estate del 1995 dopo aver perso l’ennesimo lavoro, ritorna a vivere a casa del padre con suo figlio Matty, anche lui a dir poco eccentrico, e infine Buddy, muto dalla morte della madre, che scava un’enorme buca in giardino e che, volutamente ottuso e incredibilmente cocciuto, in silenzio viaggia tra passato, presente e futuro, capace com’è di vedere ciò che gli altri ancora non vedono.
Ma su tutti, la presenza impalpabile e costante di Maureen, la matriarca e la vera star della famiglia, colei che coi suoi poteri da sensitiva aveva reso straordinaria la normale quotidianità di una famiglia americana e che, tra leggenda e memoria, riesce a farsi per ognuno dei suoi membri ricordo così vivido da assumere i contorni di una guida concreta. Ed è forse questa la sua magia più riuscita, quella di tenere insieme, anche da morta, i pezzi di una famiglia altrimenti alla deriva.
Ed ecco allora che quella che in prima battuta può sembrare una storia troppo distante da quella di una normale famiglia senza il dono della telecinesi, si fa via via il racconto di una famiglia qualsiasi. Quanto sia difficile tenerle insieme queste famiglie, è cosa nota a tutti, così come sia altrettanto complicato elaborare la mancanza, riempire le proprie buche.
E Gregory lo fa fabbricandosi il suo personale trampolino. Riesce, con uno stile inconfondibile, a far ridere e subito dopo a emozionare: prende la ricorsa con l’aiuto della sua spietata ironia per poi inabissarsi in profondità dolorose. E allora non è un caso che ci si ritrovi a ridere di fronte ai Telemachus che festeggiano il compleanno della defunta Maureen e che si accapigliano per chi debba spegnere le candeline. Per poi al rigo successivo leggere: ‘Maureen Telemachus era morta ventun’anni prima, all’età di trentun’anni, la stessa età che aveva Irene in quel momento. Questo è l’ultimo anno che avrò una madre, pensò, da oggi in poi lei sarà più giovane di me.’
È così, a ognuno di noi tocca scegliere cosa conservare del passato e cosa buttar via, gli scatoloni buoni a destra e quelli ormai inutili e troppo pesanti a sinistra.
Mettere in ordine i ricordi perché non diventino fantasmi. Vivere, per quanto possibile, sapendo quando voltarsi indietro senza mai perdere il coraggio di guardare avanti, esattamente come ci insegneranno il piccolo Buddy e tutta la sua famiglia.
FRANCESCO LETO
Grazie davvero a Francesco Leto, autore de Il cielo resta quello, per la splendida traduzione de #LaStraordinariaFamigliaTelemachus di #DarylGregory e per questa bellissima nota.