Il romanzo narra la storia di Davide Manfredi e di Giulio Lisi. Il primo è uno studente liceale di quasi diciotto anni convinto di trovarsi in quella fase della vita in cui un essere umano non conta quasi nulla, relegato a mero numero da un mondo di adulti che non sempre stima e raramente comprende, isolato dalla maggior parte dei suoi coetanei soprattutto a causa della loro superficiale e malsana passione per i social network. A questo “pazzo pazzo mondo fatto di like e di cuoricini”, Davide preferisce, di gran lunga, la vita reale: il suono distorto della sua chitarra elettrica, le “situazioni esplosive” organizzate assieme a pochi ma fidati amici, i baci appassionati di Alice – la sua ragazza. Giulio Lisi, invece, è un uomo di quarant’anni che insegna storia della filosofia nello stesso liceo in cui studia Davide, un professore profondamente innamorato della sua materia e dei suoi studenti – ma altrettanto seriamente seccato dalle mille pastoie che mortificano il sistema scolastico italiano, snaturandone la vocazione. Oltre ad essere parecchio attivo sui social
network, il prof. è responsabile di un progetto educativo con cui segue da vicino gli studenti “problematici”.
Giulio e Davide si incontreranno casualmente un pomeriggio di gennaio, quel giorno, ciascuno avrà qualcosa di importante da imparare dall’altro.
Fuoco è tutto ciò che siamo è un libro poliedrico, colmo di spunti sapientemente intrecciati e coesi. Utilizzando uno stile narrativo semplice ed accattivante, l’autore racconta di gioventù, di amore, scuola, amicizia… soprattutto, descrive la sconfinata passione che gli adolescenti provano nei confronti della vita, una preziosa scintilla vitale che gli insegnanti di ogni ordine e grado hanno il dovere di suscitare e proteggere, perché, come ebbe a dire Plutarco, “gli studenti non sono cassetti da riempire, ma fuochi da accendere”.