che potete leggere qui), ecco il secondo, opera del suo editor Adam Wilson e ispirato ai giorni trascorsi da Anna in Italia…
Dopo il primo racconto in pieno stile fanfiction scritto da Anna Todd (Tu + l’Italia + Anna Todd + la vita!
di Adam Wilson
Immagina…
Sei in Italia, cammini per strada con la musica in cuffia, canticchiando una canzone della tua nuova band preferita: i Double Direction, gruppo australiano composto interamente da gemelli identici e fino a questo momento sconosciuti degli One Direction, spediti agli antipodi quando erano ancora in fasce per permettere ai futuri One Direction — ancora neonati — di concentrarsi sui loro melodici pianti, e nella speranza che un giorno diventassero l’enorme fenomeno mondiale che ora stanno diventando grazie alla “perdita di direzione” dei fan durante la pausa dei 1D.
Hai sentito Anna Todd dire che le piacciono i Double Direction, anche se non quanto a te, perché le sembra che la loro musica calpesti un territorio troppo familiare.
Comunque, non vale la pena rimuginarci troppo.
Ti stai gustando una specie di pizza, qualunque cosa sia la roba spacciata per pizza in questa nazione che pare abbia inventato la pizza — anche se tu, da quando sei qui, non hai trovato niente che possa assomigliare alla pizza americana. È comunque buona, massì, e non ti dispiace cambiare, purché per poco, però ti fa venire in mente di nuovo il dilemma DoubleD / 1D, che prima o poi richiederà la spiegazione di un fisico delle particelle.
Mentre rifletti su come diventare l’amico del cuore di un fisico delle particelle, ecco apparire all’improvviso un’ondata di paparazzi, come una marea o un’alluvione che si riversa proprio verso di te.
Esterrefatto, ti giri a destra e a sinistra in cerca di una piazzetta pittoresca dove rifugiarti, ma sei circondato da motorini, tanto diffusi in Italia e per niente a Austin, la città hipster dove ti sei trasferito per essere più vicino ad Anna Todd.
Voltandoti di nuovo verso ciò che si potrebbe definire unicamente come un’orda barbarica fotograficamente evoluta, vedi la preda che stanno puntando: una bionda carina che sembra una barchetta a remi sul punto di essere sballottata dalle onde agitate di una tempesta inarrestabile. Quel viso e le sue ciglia deliziose fanno solo in tempo a mettersi in guardia prima di essere travolte dalla marea umana, che prende a fare foto della sua reazione stupita, a gettarle addosso libri piuttosto voluminosi, a chiederle quale band ascolti — «ODDIO FA CHE SIA HARRY», senti qualcuno gridare — e in generale a farsi gli affari suoi.
Tiri fuori il telefono per fare una foto della scena, o magari un video, o qualcos’altro, quando, abbassando lo sguardo, ti accorgi di avere lasciato l’app di Wattpad aperta sull’ultimo capitolo di Nothing More di Anna Todd. Mentre cerchi freneticamente di scorrere, scuotere, premere pulsanti per uscire da Wattpad e arrivare alla macchina fotografica, il tuo account torna indietro di un paio di schermate e ti ritrovi davanti un viso che definire familiare è poco.
Quasi ti si stacca la mascella mentre fissi lo schermo. Rialzi gli occhi verso la ragazza bionda che ora afferra i libri che le vengono scagliati contro e li firma veloce come Flash, per poi rispondere con un sorriso a ogni incomprensibile saluto che le viene rivolto in italiano. Abbassi lo sguardo sul telefono. Rialzi lo sguardo su di lei.
È Anna Todd, dici tra te e te.
Sul telefono? Massì, ovvio, perché sei sulla sua pagina.
Ma no, furbo: sia lì che qui! La tua voce interiore ti dà del cretino. Sul telefono e sul selciato di questa pittoresca strada italiana!
«Ohhhh» dici a te stesso a voce alta. Al che — e, se vogliamo, il fatto che questo accada è un po’ una violazione delle leggi della fisica acustica — in qualche modo la folla davanti a te ti sente e interrompe tutto il suo trambusto per guardarti.
«Ehi» dice Anna sorridendo, e indica col dito. «Attento a quei motorini. Ieri sera per poco non ci andavo a sbattere. Ecco perché vado in giro a piedi.»
«Oh» fai tu. Poi, prendendo coraggio: «Ti serve aiuto? Resisti nel vortice dei selfie?»
Anna ti guarda come se fossi un tenerissimo cerbiatto. Un Bambie gentile e premuroso, un cartone animato con gli occhi grandi. Ma poi dice: «Tutto bene. Mi sto divertendo un sacco e i fan sono stati fantastici. Grazie comunque, sei gentile a chiederlo. Perché non vieni al firmacopie stasera?»
E con questo, tira fuori un pennarello Sharpie rosa, firma ancora qualche libro e si allontana per la strada con la stampa al seguito.
Non sai se sia per il profumo chimico di quello Sharpie rosa o per gli ultimi flash dei paparazzi, ma all’improvviso il jet-lag è sparito. Ti senti bene per il resto della giornata. Ami l’Italia e la sua strana pizza! Ami i motorini e l’architettura pazzesca. E ami il fatto che Anna si sia dimenticata per strada il suo iPhone… perché così ora hai la certezza che vi rivedrete.