Con Sperling e Pickwick il BENESSERE non finisce mai

Qualche chilo di troppo dovuto al letargo invernale? Un eccesso di stress da eliminare o un nuovo obiettivo da raggiungere? Quando si tratta di tornare in forma, sentirsi bene con se stessi e ritrovare un nuovo equilibrio con gli altri, vi dovete affidare a degli esperti. E noi ne abbiamo tanti, tutti in sconto e pronti a soddisfare ogni vostra esigenza.

Dal 15 aprile al 14 maggio 2016, su tutti i libri legati al benessere (pubblicati da Sperling e Pickwick) sarà appilicato uno sconto del 25%. L’iniziativa è valida in tutta Italia e nelle librerie che riterranno opportuno aderire.

Ecco l’elenco dei titoli in campagna 

Ma cos’è il benessere? Il benessere è una condizione che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano.
Non parliamo soltanto di uno stato fisico di assenza di malattie: la parola benessere indicare “uno stato di soddisfazione interiore generato dal giusto equilibrio di fattori psicofisici”.

Ecco perché, per questo intero mese dedicato al benessere, non troverete in sconto solo libri dedicati alle diete o alla forma fisica. Ma anche interessanti pubblicazioni su come potenziare la propria memoria, trarre il meglio dal proprio carattere e farsi valere sul lavoro; gli studi più recenti a proposito di alimentazione, intestino, yoga (anche per gli occhi); libri su come affrontare la rabbia nei bambini e i problemi dei figli in età scolare. Insomma, tutto il necessario per crare intorno a sè un incredibile mondo di pace, soddisfazione e benessere.

Trova lavoro subito! (e scappa all’estero!!)

Da poco in libreria, e già molto apprezzato, il libro di Alberto Forchielli, scritto insieme a Stefano Carpigiani (professionista del recruitment e conoscitore dei mercati internazionali del lavoro), TROVA LAVORO SUBITO!  vuole fornire a lavoratori, genitori e figli uno strumento conoscitivo e uno serie di proposte per affrontare un momento di impasse del nostro Paese. 

Questo libro vuole dimostrare che lavorare all’estero è ragionevolmente giusto, talvolta auspicabile e altre difficile. In ogni caso è possibile e con meno ostacoli che in passato.

Trasferirsi all’estero per lavoro complica la vita, ma la vita in sé è già complicata, quindi aiuta ad affrontarla meglio.

Diceva Tarzan a Jane: «It’s a jungle out there!» Anche oggi la vita può essere una giungla, ma il modo migliore per non subirla è attrezzarsi. Nella giungla, come nella vita, ci sono serpenti e tigri, ma si possono trovare anche fiori e farfalle. Basta avere scarpe adatte, binocolo e senso dell’orientamento.”

La soluzione FastReset®

Ho sognato a lungo, da quando ho cominciato a esercitare la psicoterapia, di avere a disposizione un modo semplice, rapido, efficace e sicuro per trattare i traumi, i disagi emotivi e le convinzioni irrazionali, quelle che ci fanno dire: “tanto non ci riuscirò mai, non è per me!”.

Ho sperimentato, negli anni, diverse tecniche, molte delle quali assai utili. Però non sono una che si accontenta facilmente e speravo sempre di trovare qualcosa che mi convincesse fino in fondo.

Ecco perché ho continuato ad approfondire le mie ricerche, e alla fine sono riuscita a mettere a punto io stessa quello che cercavo: il FastReset®.

Si tratta di un vero e proprio “reset” emozionale, estremamente rapido, efficace e duraturo, ideale persino, in molte situazioni, per l’auto-aiuto. I due libri che ho scritto sono il risultato della mia esperienza con questo metodo e spiegano quando e come può essere utilizzato per sciogliere gli ingorghi emozionali, trasformare la rabbia, dissolvere l’ansia, le paure, le fobie, i residui dei traumi, le dipendenze. Il tutto senza un intervento esterno, senza doversi convincere di alcunché, in piena autonomia e libertà.

La soluzione FastReset® è una guida alla pronta e completa soluzione di piccoli (e grandi) disagi emotivi che costellano la vita e la giornata di chiunque di noi. Un vero manuale di sopravvivenza emozionale, alla portata di tutti e di facile applicazione. 

Maria Grazia Parisi

Crea te stessa – Nancy Cooklin

Quando ero piccola, in spiaggia, mi allontanavo dalla mia famiglia e mi perdevo tra gli ombrelloni degli altri. Quando i miei genitori, dopo momenti  di paura e ansia, finalmente mi ritrovavano, sapevano che avrei sempre avuto qualche storia e risata da raccontare.

Ed è proprio questo che ho continuato a fare, girovagare sotto gli ombrelloni delle persone. Sono affascinata e attratta dalle loro storie, dai loro racconti.

Oggi ho 45 anni e mi sento un po’ una ricercatrice. Ho trovato degli schemi comuni nei racconti delle persone, soprattutto delle donne.  E dopo anni di lavoro e studio ho messo a punto un metodo, CREA TE STESSA, che adesso, con mia grande emozione è diventato un libro.

Come fare per creare noi stesse?

È molto più semplice di quanto sembra se ci rendiamo responsabili del nostro destino e delle situazioni in cui ci troviamo. Quante volte sentiamo o ci diciamo frasi come:

“Ormai è troppo tardi per cambiare”, o “Io sono fatta così, non posso fare diversamente” o peggio ancora, “Mi tocca fare questo o quest’altro perché me lo hanno detto”?

Prima o poi nella vita di ogni donna arriva il turn around point, il punto di svolta, in cui il nostro essere ci chiede di più. Ci chiede di tornare al cuore di chi siamo davvero e a provare piacere e felicità. Perché ognuna di noi ha il suo modo di intendere la felicità.

Con questo metodo diventeremo attive, faremo un bilancio della nostra vita sapendo quali sono i nostri punti di forza e le nostre debolezze, i nostri piaceri e i nostri dispiaceri, per poi creare il futuro come lo vogliamo noi.

Il solo cominciare a pensare alle cose che ci fanno bene, a sognare, a “come sarebbe se”, insomma, a mettere noi stesse al centro della nostra vita ci regala tranquillità e sicurezza.

Attraverso tecniche e strumenti apprese nei diversi percorsi che ho fatto nella mia vita, dal counseling sistemico alla formazione in PNL e coaching, e grazie alle mie esperienze personali di vita e lavoro in quattro Paesi diversi, di moglie e di mamma di due future donne, ti porterò con me in un viaggio che ti aiuterà a scoprire chi sei davvero e a diventarlo!

Noi donne abbiamo bisogno di sentirci vive e allo stesso tempo libere di essere noi stesse senza essere giudicate. Di fare e strafare e al contempo di permetterci di rilassarci e accettarci come siamo.

E quindi ogni momento è buono perché tu scelga di CREARE TE STESSA!

Sperando di conoscerci di persona, ti auguro buona lettura!

Nancy

Due gradi e mezzo di separazione

Quando hai bisogno di un consiglio, un parere, ma anche solo un incoraggiamento a continuare nelle tue scelte, a chi ti rivolgi? Tua mamma, tuo marito-fidanzato-compagno, un’amica, un amico, tuo fratello sono il nucleo del tuo network. E io lo chiamo fan club. Tutti ne abbiamo uno. E se vuoi cambiare lavoro, vita, città? I legami più stretti non bastano. Devi allargare le possibilità di confronto e anche di scontro: devi parlare con più persone, incontrare opinioni anche diverse dalle tue. Devi allargare il network, spingerti oltre i cosiddetti legami deboli lungo gli anelli di una catena che può proseguire all’infinito.

Secondo alcune recenti ricerche grazie all’uso che tutti facciamo dei social network i passaggi necessari a entrare in contatto con chiunque nel mondo si sono ridotti moltissimo e a una velocità mai osservata prima: siamo passati da sei gradi di separazione a tre, forse meno.

Il networking è tutto ciò che contribuisce a far crescere la tua rete di contatti e collegamenti, ma è più facile andare per esclusione, quindi ecco cosa il networking non è: non è cercare di ottenere qualcosa dagli altri; non è tenere il conto di quello che hai dato e di quello che hai ricevuto. Devi seminare per poter raccogliere. Per capire quante briciole semini ogni giorno e quanti contatti potenziali hai, puoi semplicemente domandarti:

• con quante persone lavoro?

• con quante persone vengo a contatto ogni giorno, per lavoro e non?

Poi basta fare la somma. E una sottrazione: il tuo capitale sociale è composto solo dai rapporti che hai stretto con le persone con cui sei entrato in contatto: i contatti, appunto, che hai trasformato in collegamenti.

Due gradi e mezzo di separazione. Come il networking facilita la circolazione delle idee (e fa girare l’economia) è frutto di molte esperienze personali, ma anche di continue e costruttive chiacchierate con esperti di ogni settore con cui sono entrata in contatto grazie alla Rete. Grazie a quanti condividono le proprie competenze io ho imparato tantissimo.

Facciamo un passo alla volta: conosci LinkedIn? È un social network professionale. Iscriviti e compila i campi del tuo cv online. Il secondo passo è… farti raccomandare. «In Italia siamo abituati a sentir parlare di raccomandazione con un’accezione negativa: su LinkedIn non si tratta di invitare qualcuno ad assumere un tuo amico o un parente a prescindere dalle sue competenze. È una vera segnalazione del merito che una persona ha dimostrato di avere, è il suo valore ai nostri occhi. Investire del tempo a scrivere una recommendation vuol dire costruire un circolo virtuoso del merito ed è un boomerang che ci garantirà di ricevere valore dai nostri sponsor e fan professionali che ci osservano e valutano tutti i giorni», spiega Francesca Parviero, social media HR manager consultant e LinkedIn EMEA partner.

Qual è il modo migliore per parlare di sé? L’ho imparato da Luigi Centenaro personal branding strategist: «Il modo migliore è non farlo! Può sembrare un paradosso, ma il parlare di sé è percepito come autopromozione. La parola d’ordine, quindi, non è parlare, ma fare: quando devi parlare di te non  spiegare quello che sai fare, racconta soprattutto il valore che porti, i risultati che fai ottenere. Questo è un messaggio che le persone capiscono e rispettano molto».

Domitilla Ferrari

Il talento delle donne

In un bel discorso fatto ai laureandi del Kenyon College nel 2005, lo scrittore David Foster Wallace racconta: “Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce più anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: – Salve ragazzi, com’è l’acqua? – I due pesci nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa: Che cavolo è l’acqua?”.

L’aneddoto si presta a molte interpretazioni. Prima di tutto, ci fa notare che non conosciamo la realtà che ci circonda e che le cose ovvie e onnipresenti possono risultare invisibili. Come gli ostacoli di genere (grandi o piccoli che siano) che le donne incontrano nel mondo del lavoro e che anche le più giovani fanno fatica a vedere.

Mi capita spesso di parlare con donne all’esordio della vita professionale e di sentirmi dire che i problemi di genere sono retaggi del passato, che loro potranno fare tutto, nel mondo del lavoro e nella vita privata, esattamente come gli uomini; basta solo volerlo.

Da un lato, questa sicurezza e questo ottimismo mi piacciono. Le donne della mia generazione, all’apparenza più battagliere, erano però più rassegnate. Da un’angolatura diversa invece, questo non vedere l’acqua mi preoccupa. Mi occupo di questioni di genere e so che le difficoltà ci sono ancora e che le credenze autolimitanti mietono vittime nel nostro genere più che in quello opposto.
Ci sono due reazioni possibili quando le giovani negano che ci siano ostacoli di genere: brindare, con ottimismo un po’ incosciente, alla parità finalmente raggiunta, oppure fare la guastafeste.

Credo sia sbagliato drammatizzare la situazione che in fondo è in miglioramento, anche se lento, però penso che sia ancora più pericoloso il negazionismo. Proprio perché questa generazione di giovani donne sicure, determinate e orgogliose mi piace molto e perché gli ostacoli di genere, se conosciuti, sono superabili, ho scritto un manuale che vuole aiutarle a non cadere nelle trappole in cui sono caduta io (e molte altre), tanti anni fa.

Queste insidie sono come l’acqua per i pesciolini dell’aneddoto. Ho intitolato il mio libro Il talento delle donne perché ritengo che avere successo nella vita professionale richieda alle donne, ancora oggi, un talento in più: quello di riconoscere le barriere di genere per riuscire a superarle con abilità e leggerezza.

Fortunatamente, è un talento che si può apprendere.

Odile Robotti

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