25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne
Come riconoscere orchi e Barbablù di Tiziana Luciani
L’incontro funesto nella vita di una bambina, di una ragazza, di una donna, con l’abuso e la violenza di genere, cambia la vita per sempre. Nel 90% dei casi, gli uomini che compiono atti di violenza, gli orchi, sono familiari o persone vicinissime al nucleo familiare.
Amici cari, oppure adulti di fiducia ai quali la famiglia affida la bambina, l’adolescente: insegnanti, sacerdoti, allenatori. L’ abuso sveglia le piccole belle addormentate dalla latenza e le scaglia nella dimensione più nera dell’eros, quella che troppo, troppo presto espone ad esperienze incomprensibili, permeate comunque e sempre di prevaricazione e di strapotere da parte dell’adulto.
I Barbablù, i violenti che ci umiliano, feriscono e uccidono da adulte, sono di solito uomini che si pensano indispensabili per una donna, nel contempo pieni di sé e fragili. Perciò lanciano messaggi doppi: “io ti domino, ti riempio di botte”, ma anche “aiutami, ho bisogno di te”.
In questo modo ci rendono a giorni alterni le loro vittime e le loro crocerossine. Promettono che cambieranno… ma dopo tante fiabe dobbiamo imparare che baciare un rospo non ci regala un principe, ma solo la sensazione sgradevole delle nostre labbra sulla sua pelle viscida.
La violenza sulle donne non è una favola, difendiamoci e difendiamo chi ci sta attorno.