London spy: la serie TV scritta da Tom Rob Smith

IL DEBUTTO AMERICANO DI LONDON SPY, LA SERIE TV SCRITTA DA TOM ROB SMITH PER BBC, È SUBITO CULT.

In vacanza per qualche mese dagli impegni letterari, Tom Rob Smith, l’autore dell’indimenticabile Bambino 44 – Child 44, ha scritto la serie TV che ha già convinto il pubblico britannico. La première americana di giovedì scorso è stata comunque accolta da ottime recensioni, che la definiscono tra l’altro «astonishing», «impeccable», «emotionally powerful» (notevole, impeccabile emotivamente potente). E che spiegano come il titolo suggerisca solo uno dei tanti aspetti della storia: non solo spionaggio internazionale, soprattutto indagine molto personale.

Tra un James Bond con l’anima e un True Detective con il cuore, London Spy conta su un cast davvero formidabile: Ben Whishaw, Edward Holcroft, Jim Broadbent e Charlotte Rampling i protagonisti.

Child 44 – Il bambino numero 44 IL FILM

Come scovare un killer in una società che ne rifiuta l’esistenza?

Questo è l’interrogativo che percorre le vicende raccontate in Child 44 – Il bambino numero 44, il thriller a sfondo politico di Daniel Espinosa, tratto dal romanzo bestseller di Tom Rob Smith.

L’assassino di cui si parla nel film, e nel romanzo, è Andrej Čikatilo, il serial killer russo che a partire dalla metà degli anni ’70 uccise più di 53 persone, in particolare bambini, gettando l’intera nazione nell’angoscia.

Nel romanzo, però, Tom Rob Smith decide di retrodatare le vicende del serial killer di Rostov al secondo dopoguerra, restituendo un affresco delle contraddizioni della società stalinista. Il risultato è un bestseller che ha ottenuto forti consensi anche dalla critica, destando da subito l’interesse di Ridley Scott, che ha deciso di produrre il film dal 30 aprile nelle nostre sale.

Il protagonista è l’agente della polizia sovietica Leo Demidov, interpretato da Tom Hardy, che perde la sua posizione di prestigio quando rifiuta di denunciare sua moglie Raisa, Noomi Rapace, accusata di tradimento contro lo Stato. I due sono quindi costretti a lasciare Mosca e a trasferirsi nella cittadina di Volsk, tetro avamposto militare. Qui Leo incontra il generale Nesterov, interpretato magistralmente da Gary Oldman, e con lui inizia a indagare sulle morti sospette di alcuni bambini, fino a quel momento catalogate dalla polizia di stato come decessi accidentali.

La ricerca del killer, quindi, diventa in Child 44 il pretesto per raccontare l’atmosfera di angoscia e sospetto generata dagli organi del regime, primo tra tutti l’MGB, la polizia segreta in cui lavorano Leo e il suo rivale, Vasili (Joel Kinnaman). Una società, quella stalinista, in cui ognuno poteva essere accusato di tradimento contro il regime e in cui il crimine comune veniva negato, perché contrastava l’immagine di perfezione e moralità che il regime voleva dare delle società comuniste. Il film, proprio per il modo in cui racconta il periodo stalinista, è stato ritirato dalle sale in Russia per volontà del ministro della cultura, perché la sua proiezione è stata considerata «inammissibile alla vigilia del 70° anniversario della vittoria sovietica sul Nazismo».

Ma la ricerca del serial killer permette al regista di approfondire anche la relazione tra i due protagonisti, Leo e Raisa, costretti a lasciare la vita agiata nella capitale e a rinunciare ai privilegi della posizione di Leo. La nuova condizione, la paura del regime e il sospetto faranno sì che i due, inizialmente molto distanti, si avvicinino scoprendosi davvero una coppia.

In Child 44 Daniel Espinosa, già noto al pubblico per Safe House – Nessuno è al sicuro e Snabba Cash, si dimostra un regista capace di spaziare tra diversi generi cinematografici e di realizzare un film narrativamente complesso, dosando in modo sapiente gli elementi thriller e action, gli aspetti sentimentali e la ricostruzione storico-politica.

A rendere il film ancora più apprezzabile concorre il cast, uno dei punti forza della pellicola, grazie alle interpretazioni di attori come Gary Oldman, Tom Hardy, Noomi Rapace, fino ai cattivi e intensi Joel Kinnaman, Vincent Cassel e Paddy Considine.

A spiccare in particolare è Gary Oldman, che si conferma un ottimo interprete capace di calarsi perfettamente nel ruolo di un generale rassegnato all’esilio eppure disposto ancora a credere in un possibile riscatto. Ma anche Tom Hardy e Noomi Rapace, che con la loro interpretazione restituiscono in modo sempre realistico sentimenti e disposizioni d’animo molto diversi, dal coraggio alla rabbia, dalla paura fino, in alcuni casi, alla meschinità e all’opportunismo.

CHILD 44 – partecipa al contest

Dall’8 al 22 aprile un’incredibile opportunità!

In occasione dell’uscita del film CHILD 44 – Il bambino numero 44 tratto dall’omonimo bestseller di Tom Rob Smith, avrete la possibilità, partecipando a un contest su Twitter, di ricevere i biglietti per il cinema o le copie del romanzo.

Le regole sono molto semplici: bisogna twittare una storia thriller usando gli hashtag #Child44 e #SerialTwitter.

140 caratteri basteranno per farci venire i brividi?

I 10 tweet più creativi riveveranno omaggi eslusivi: ai primi 3 classificati andranno due biglietti per vedere il film al cinema e ai successivi 7 classificati una copia del romanzo.

E ricordate CHILD 44 – Il bambino numero 44 dal 30 aprile vi aspetta nelle sale cinematografiche!

Bambino 44 – Il film

Uscirà ad aprile 2015 il film tratto da Bambino 44, uno dei più acclamati e apprezzati thriller degli ultimi anni, scritto da un giovanissimo Tom Rob Smith.

Il film è diretto da Daniel Espinosa, che ha conquistato Hollywood con il thriller Safe House (con Denzel Washington).

Un cast di attori eccezionale, a partire da Tom Hardy e Gary Oldman fino a  Noomi Rapace, Joel Kinnaman, Vincent Cassel, Jason Clarke, Paddy Considine, Dev Patel.

Incontrare Tom Rob Smith a Milano

Resoconto di una presentazione.

Prendete uno di quei libri che proprio avete amato (stiamo parlando di Bambino 44), mettete l’attesa mista all’ansia per la trasposizione cinematografica (per quanto il cast sia buono e Gary Oldman una garanzia), aggiungete la lettura di un thriller totalmente diverso e la voglia di capire il perché di questa trasformazione letteraria: ecco lo stato d’animo con cui abbiamo seguito la presentazione de La Casa di Tom Rob Smith ieri a Milano.

Era presente, ovviamente, l’autore, questo giovane e bravissimo Tom Rob Smith (pieno di una sensibilità che trasuda dai suoi romanzi ma che ti stupisce sempre quando la senti di persona) intervistato da Luca Crovi, che ha posto domande tanto puntuali e intelligenti che alla fine gli interventi del pubblico sono stati minimi.

Partiamo dall’inizio: The Farm, che è la casa sperduta, isolata, viene tradotto con La Casa anche perché “la casa” si porta dietro un ricordo collettivo legato a un notissimo film dell’orrore.

Tutto nasce da una storia realmente capitata all’autore, contattato dal padre per metterlo in guardia sulla presunta pazzia della moglie, e la telefonata di lei, che gli chiede un incontro per raccontargli la verità sul marito. A chi credere?

Da un episodio vero si srotola un susseguirsi di avvenimenti, raccontati da due punti di vista: quello del protagonista e quello di sua madre. Non ci sono morti, né azioni o inseguimenti. Tutto ruota intorno alla verità, ai segreti (si può accusare i propri genitori di aver nascosto qualcosa quando non si è mai detto loro della propria omosessualità?), intorno a delle voci narranti che indagano dentro se stesse.

Una prova di maturità da parte di Tom Rob Smith, che sollecitato a proposito di un prequel della trilogia che lo ha reso famoso ha risposto: never never never.

E giustamente, diciamo. Un passo avanti, o a lato. Sicuramente un’andatura diversa che trasforma la paura in ansia, l’attesa in angoscia, i personaggi in fantasmi.

Per chi: ama le letture intense e i grandi spazi

Da leggere: durante un weekend di solitudine

Bevendo: un tè inglese

Mangiando: biscotti svedesi (par condicio per le origini dell’autore)

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