“Benché il concetto di universo-orologio sia stato invalidato dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg, la meccanica quantistica resta diabolicamente difficile da interpretare filosoficamente.”
Victor John Stenger pubblicò questa sua riflessione su un articolo che scrisse per la prestigiosa rivista “Scientific American” – assieme ai colleghi James Lindsay e Peter Boghossian – pochi mesi prima della sua scomparsa, nel 2014. L’articolo si intitolava: “Anche i fisici sono filosofi: il ruolo della filosofia nella fisica moderna”.
Sono due i passaggi fondamentali del pensiero di Stenger. Il primo chiarisce che la fisica quantistica spinge chi vi si confronta ad adottare – magari anche inconsapevolmente – un approccio filosofico. Il secondo riprende il concetto di “modello” di rappresentazione della fisica classica (l’universo-orologio Newtoniano) e lo applica alla fisica quantistica. E in quest’ultimo ambito non esiste un’unica realtà o un’unica descrizione possibile del mondo materiale: una serie di differenti modelli che lo riproducono, coesistono fra loro e risultano sovrapponibili.
Due aspetti, quelli evidenziati da Victor John Stenger, che devono essere tenuti nella giusta considerazione quando riflettiamo sulla fisica quantistica e sulle sue possibili applicazioni – e implicazioni – nella nostra vita quotidiana.