Una lunga intervista a Robin Hobb

Robin Hobb è stata definita da George R.R. Martin “il meglio del fantasy”. Ecco una lunga intervista nella quale l’autrice racconta molto di sè, dei propri libri e delle tematiche che affronta.

Ringraziamo i blog che hanno realizzato questa intevista:

Martina – Liber Arcanus http://liber-arcanus.blogspot.it

Strega del crepuscolo – Le tazzine di Yoko http://www.letazzinediyoko.it

Davide – Liberi di scrivere https://liberidiscrivereblog.wordpress.com

Ella – Libri e librai http://librielibrai.blogspot.it

Endimione – Bostonian Library http://bostonianlibrary.blogspot.it

1)A quale serie è visceralmente più legata, a prescindere dall’opinione del pubblico e quella con cui ha compreso di essere diventata davvero famosa?

Mi viene da sorridere di fronte a questa domanda. Non sono certa di essere diventata “davvero famosa”.

Ho tanti preferiti tra i miei libri. Prima di scrivere con il nome di Robin Hobb, ho pubblicato romanzi fantasy come Megan Lindholm. Tra questi, credo che il mio preferito sia Wizard of the Pigeons, un urban fantasy ambientato a Seattle. Mi piacevano i personaggi e mi sono divertita un mondo a fare ricerche sui luoghi e sulla storia di Seattle, ho imparato tanto.

Per quanto riguarda le opere scritte come Robin Hobb, sceglierne una preferita è molto più difficile. Forse la Trilogia dei Lungavista, perché è lì che ho incontrato Fitz e il Matto. Ma voglio bene anche ai personaggi de I Mercanti di Borgomago: Althea, così caparbia, Brashen con tutti i suoi vizi, quella viziata di Malta e, ovviamente, Kennit il pirata. Mi sono divertita anche a scrivere le Cronache delle Giungle della Pioggia, con i ragazzi che crescono diventando Custodi dei Draghi.

Insomma, temo di non saper davvero scegliere una sola serie cui sono più legata. Del resto, se le storie che scrivo non mi piacessero, vorrebbe dire che quello che faccio non mi diverte!

2)Le tematiche dei suoi libri sono sempre molto importanti, ma tra le due che più hanno colpito il pubblico in questi anni, ovvero la libertà o la parità tra i sessi, a quale è più legata?

A mio avviso, libertà e parità tra i sessi sono inscindibilmente legate. Se una persona è inchiodata a un ruolo solo in virtù del proprio sesso, come può essere libera? Ognuno di noi desidera poter scegliere cosa fare della propria vita. Scuola, carriera, sposarsi o non sposarsi, fare o non fare figli, vivere in città o in mezzo alla natura…: le scelte sono tante. Se ti è preclusa l’istruzione, o se le tue possibilità di carriera sono limitate in base al tuo sesso, o al colore della tua pelle, o alla tua religione, allora anche la tua libertà è limitata. E questo vale per qualsiasi sesso. Le aspettative e i ruoli tradizionalmente previsti per gli uomini possono essere limitanti quanto quelli per le donne. Il sesso è solo uno degli aspetti che definiscono una persona. Ho sempre trovato singolare il fatto che gli sia attribuita così tanta importanza.

3)Esiste un luogo, fra quelli da lei creati, in cui si rifugerebbe volentieri?

Basta che sia una foresta!

Quando creo un mondo, faccio di tutto perché sia completo. In altre parole, devono esserci pericoli e lati spiacevoli, come in tutti i mondi, ma anche bellezza e tranquillità. Perciò, a Buck, mi immagino inverni freddi ed estati miti.

Mi piacerebbe vivere in un mondo dove la tecnologia non è così preponderante? Forse sì. Nell’ultimo mese, sui social media ha imperversato la violenza verbale: mi ha fatto rimpiangere i tempi in cui usavo la macchina da scrivere, quando non ero consapevole che dietro lo schermo di un computer potesse esserci un mondo intero!

Ma so anche che mi basta un po’ di volontà per distaccarmene. Ho la fortuna di vivere a un passo dai boschi, ed è lì che vado ogni giorno con i miei cani. È quello il mio rifugio quotidiano, direi!

4) Dopo tanti anni ancora torni a raccontare la vita di Fitz. Cosa ami di più di questo personaggio che ti ha spinto a riscriverne nuovamente?

Io e Fitz siamo buoni amici da molto tempo! Venticinque anni, come minimo. E, nella maggior parte dei libri che ho scritto come Robin Hobb, la sua vita, il suo tempo, il suo posto nel mondo sono comunque sempre rilevanti. Come i miei lettori sapranno, la trilogia de I mercanti di Borgomago si svolge subito dopo i fatti de Il viaggio dell’Assassino. E gli avvenimenti di quei tre libri hanno grande influenza sulla Trilogia dell’Uomo Ambrato. A questa seguono le Cronache delle Giungle della Pioggia, che riprendono la storia di ciò che accade in quella parte del mondo e, a loro volta, determinano buona parte di ciò che succederà nella Trilogia di Fitz e il Matto.

Sono tornata a scrivere di Fitz perché il suo punto di vista è il migliore per raccontare cosa sta accadendo in quel mondo. E perché, sì, per me è proprio un buon amico, qualcuno che mi piace ascoltare e di cui mi piace immaginare le reazioni di fronte a ciò che gli capita.

5) Qual è l’aspetto che maggiormente apprezzi del mestiere dello scrittore?

Tutti! Davvero, è proprio così. Quando ero bambina sognavo già di scrivere storie. Crescendo, negli anni della scuola, alcune persone dal senso pratico mi dissero: “È sicuramente un bel progetto, ma vedi di imparare a fare anche qualcosa che ti permetta di guadagnarti da vivere!”. E così, durante il percorso che mi ha portata a diventare scrittrice, ho fatto di tutto: ho lavorato in tv e alla radio, ho fatto la cameriera in ristoranti e tavole calde aperte tutta la notte, la donna delle pulizie, la postina, la commessa nel reparto Abbigliamento donna dei grandi magazzini Sears. Lavori di ogni tipo. Nel frattempo, però, non ho mai smesso di scrivere, né di sperare di essere pubblicata. E quando i miei primi libri sono stati pubblicati, ho sperato che la scrittura finisse per permettermi di guadagnare abbastanza da poter lasciare gli altri impieghi. E il sogno alla fine si è realizzato.

Come scrittrice, ho il privilegio di fare ricerche su argomenti di mio interesse e di stabilire autonomamente il mio orario di lavoro. Paradossalmente, lavoro per molte più ore adesso di quando facevo la postina o la cameriera! (e infatti eccomi qui, alle 11 di sera, a rispondere a queste domande, per esempio!). Ma ho decisamente più controllo sulle modalità del lavoro. E mi piace ancora tantissimo scrivere e raccontare storie.

6) Come sarà cambiato questo Fitz rispetto a quello che avevamo lasciato nei precedenti libri?

Be’, ovviamente Fitz è invecchiato! Mi auguro anche che sia diventato un po’ più saggio, ma, trattandosi di Fitz, meglio non contarci troppo. Con l’avanzare dell’età, come capita a molti di noi, riflette di più sulla vita. Direi che è maggiormente consapevole di quanto le sue scelte hanno determinato il suo destino. Come i lettori hanno avuto modo di apprendere in L’assassino. Il ritorno, Fitz si è allontanato da Castelcervo, dagli intrighi politici di quella vita. Ma ne La vendetta dovrà tornare ad affrontare molte di quelle complicazioni.

7) Nei tuoi romanzi hai creato molte nuove creature magiche penso, ad esempio, ai Velieri Viventi, dove trovi l’ispirazione per le tue creature?

Per i Velieri Viventi ho preso spunto dalle varie navi su cui ha lavorato mio marito: per molti anni è stato direttore di macchina su pescherecci e tender in Alaska. Di tanto in tanto lo raggiungevo e trascorrevo qualche settimana a bordo con lui, visto che spesso stava via di casa sette, otto mesi l’anno.

Ogni nave su cui prestava servizio sembrava avere una personalità propria. E non dipendeva solo dalla ciurma. Su alcune barche sembrava andar sempre tutto liscio, anche con le peggiori tempeste. Su altre, il più piccolo incidente portava a scoprire decine di altre cose che non funzionavano.

Da centinaia d’anni, le navi hanno nomi e in alcuni casi polene. Da lì a immaginarmele come creature viventi, il passo è stato breve.

8) Hai mai pensato a un finale alternativo per una delle tue serie?

Credo proprio di no! Con quasi tutti i miei libri, mi è capitato di portarmi in testa la storia per anni prima di iniziare a scriverla e, ogni volta, arrivare a quel preciso finale è stato qualcosa di inevitabile.

Scrivere una storia è un po’ come guidare una piccola barca su un fiume. La mia sensazione è che ogni storia abbia una corrente, che porta con sé lo scrittore e trascina con sé – si spera – anche il lettore.

Mi è capitato, leggendo un libro, di avere l’impressione che lo scrittore intervenisse a proteggere i personaggi o a facilitargli le cose. Non è così che la vedo io. A me piace avere la sensazione che i personaggi facciano autonomamente le loro scelte e poi ne affrontino le conseguenze.

9) Che differenza c’è fra Robin Hobb e Megan Lindholm, ovvero come si differenzia la tua produzione fra i due pseudonimi?

Sono due stili molto diversi. Robin Hobb dà più spazio alle emozioni e abbonda in dettagli. Megan Lindholm racconta in maniera più essenziale e diretta.

Credo sia la storia stessa a determinare se devo pensarla per l’una o per l’altra. Al momento sto scrivendo due storie più brevi, entrambe firmate come Megan Lindholm. Hanno un’ambientazione contemporanea, urbana, e prediligono un passo rapido a una narrazione dettagliata e distesa.

Di solito, quando mi viene un’idea per una storia, capisco subito se è per Lindholm o per Hobb!

10) Com’è cambiato il mercato della narrativa fantasy dal suo esordio a oggi, in termini di pubblico e di temi?

Temo che una risposta semplice possa non soddisfare un quesito così complesso.

Alcuni dei cambiamenti sono evidenti. I libri sono molto più lunghi. E le serie ancora di più! Ricordo lo stupore che ho provato la prima volta che ho visto l’edizione economica di un romanzo di Robert Jordan. Mi è sembrato un mattone, era enorme! Credo che oggi i lettori vogliano storie più lunghe e complesse, e amino restare in quel mondo molto più a lungo.

In un’opera più corposa, specie se di genere fantasy, lo scrittore ha più spazio per creare ed esplorare un mondo più grande. È possibile dettagliare maggiormente l’ambientazione, che attira il lettore più a fondo nella storia. La trama può essere più complessa e intricata.

Tuttavia, a me piace ancora tantissimo leggere racconti fantasy. Sono iscritta a due riviste dedicate al genere: The Magazine of Fantasy and Science Fiction e Asimov’s Science Fiction. Credo che il meglio del genere fantasy sia scritto in buona parte sotto forma di narrativa breve.

Vi ringrazio di avermi dato la possibilità di rispondere alle domande dei lettori! Se ci sono fan italiani che non conoscono ancora il sito bloodmemories.it, li invito a collegarsi per entrare in contatto con altri lettori di Robin Hobb. La community di Blood Memories ha anche una pagina Facebook, dove è possibile scambiarsi commenti e opinioni.

Gennaio e febbraio 2017: i libri che verranno…

I primi due mesi del 2017 ci regaleranno tante emozioni: scopriamo insieme i libri che verranno.

Gennaio si apre con due attessissimi libri:

Dal 10 gennaio in libreria Nothing Less. Fragili bugie di Anna Todd: continua la serie spin-off di After che ha come protagonista Landon, uno dei protagonisti maschili più amati dalle lettrici della Todd.

Sempre il 10 gennaio uscirà per Frassinelli Il Nido di Cynthia D’Aprix Sweeney: quattro fratelli ma un’unica storia, anzi strada… quella che porta dritto dritto verso il tesoretto di famiglia (il “nido” appunto) sul quale ognuno vuole mettere le mani per le sue ragioni. Pieno zeppo di humour, un romanzo bestseller in America, considerato da molti il miglior esordio del 2016.

Dal 24 gennaio in libreria La ragazza di Cracovia, in parte ispirato a una testimonianza di vita vera vissuta durante l’Olocausto. Un romanzo che celebra l’importanza della memoria e allo stesso tempo un racconto ricco di suspense.

Nello stesso giorno per Frassinelli I Calabroni di Marco Weiss, una grande epica contemporanea sul capitalismo, un romanzo dallo stile graffiante e originale.

E sempre il 24 gennaio, un libro al quale non vogliamo dare una definizione: un po’ romanzo, un po’ manuale, un’esperienza di vita vissuta che accresce chi lo legge. Parliamo de I miei bambini hanno i superpoteri di Carlotta Jesi, un racconto ironico e commovente sulla dislessia. Per imparare che la diversità può (e deve) essere vissuta come un’opportunità, nonostante i problemi legati alla scuola, ai rapporti interpersonali, alle difficoltà che i genitori stessi trovano nell’accettare e nel far accettare ai figli la propria dislessia.

Chiuderemo gennaio con An Assassin’s Creed Series Last Descendants La tomba dei Khan, secondo capitolo della serie young adult basata sul videogioco di successo di Unisoft) e Un uomo che ha vissuto di Riccardo Fogli. Quest’ultimo, è la confessione intima di un protagonista della musica italiana, dalla tormentata vita sentimentale al legame inscidibile con i Pooh.

Febbraio si aprirà con La biblioteca sull’oceano di Ashley Hay, un romanzo struggente e poetico sul potere salvifico della latteratura. Una storia che mostra quanta forza sia racchiusa in una fine e in un inizio e come l’una e l’altro spesso coincidano.

Sempre il 7 febbrario in libreria Il commissario Soneri e la legge del Corano (Frassinelli) in cui Valerio Varesi affronta uno dei temi più caldi e controversi dei nostri tempi: il rapporto tra occidente e Islam.

Il 14 febbraio (quale giorno potrebbe essere più adatto?) si chiuderà la serie di Anna Todd con Nothing Less 2. Ora e per sempre. Scopriremo finalmente se il cuore di Landon troverà pace e con chi…

La settimana dopo sarà finalmente possibile leggere il nuovo romanzo di Danielle Steel, L’appartamento: ambientato a NewYork, in  un appartamento (appunto) dove quattro coinquiline da sconosciute diventano grandi amiche, stringendo così un legame indissolubile, un porto sicuro in cui troveranno sempre riparo dal mare della vita.

In uscita il 21 febbraio Notte fonda in via degli angeli di Mancinotti Susanna: un giallo tutto al femminile ispirato a un vero, anche se incredibile, caso di cronaca.

Febbraio si chiude con un libro attesissimo: Bad boy 3. Mai più lontani di Blair Holden: il terzo capitolo di un vero fenomeno young adult.

Ma anche con un libro ispirato a un’icona di stile e femminilità: Essere Audrey di Marie Leclerc. Ecco 50 lezioni di eleganza e fascino, corredate da citazioni e affascinanti foto dell’attrice. Da sogno.

Non si preannuncia uno splendido anno?

2017: ecco il libri che verranno

Il 2017 di Frassinelli inizia subito, e inizia con un romanzo attesissimo: il 10 gennaio infatti pubblicheremo “IL NIDO“, di CYNTHIA D’APRIX SWEENEY la storia dolceamara dei fratelli Plumb: la famiglia follemente egocentrica che ha fatto innamorare New York. A lungo in testa a tutte le classifiche USA, e venduto in quasi tutto il mondo, “Il Nido” è stato premiato come il miglior romanzo d’esordio del 2016. Trascinante, commovente, divertente e dissacrante, IL NIDO è un concentrato di personaggi unici, un ironico bilancio generazionale e, in conclusione, una nuova conferma della massima di Tolstoj: «tutte le famiglie felici si assomigliano. Ma ogni famiglia infelice, è infelice a modo suo».

Sempre a gennaio, il 24, sarà la volta de “I CALABRONIi. ROMANZO DI UNA MULTINAZIONALE”, di MARCO WEISS. Una grande epica contemporanea, costellata di personaggi memorabili (segnatevi questo nome: Ivan Puntatore, detto “Il Punta”: un personaggio che, nonostante tutti i suoi sforzi, non riuscirete a detestare come meriterebbe); “I Calabroni” è un romanzo scritto con stile graffiante e originale, che appassiona, diverte, e – particolare non secondario – ci aiuta a capire chi, come e quando ha posto le basi del mutamento economico che ha cambiato per sempre il nostro modo di vivere.

Febbraio inizia con un attesissimo ritorno: il 7 febbraio pubblicheremo “IL COMMISSARIO SONERI E LA LEGGE DEL CORANO” di VALERIO VARESI: un noir come sempre serrato e coinvolgente, che vedrà il commissario Soneri addentrarsi in una Parma che non riesce più a riconoscere, quella delle periferie, dove le tensioni sociali legate all’immigrazione si fanno sempre più esasperate. Ancora una volta Valerio Varesi utilizza sapientemente il genere poliziesco per illuminare i luoghi più scuri e inquietanti della nostra società, e per svelarne le contraddizioni.

Sempre febbraio sarà il mese del primo esordiente italiano dell’anno, CHRISTIAN PASTORE, che si autodefinisce “difficilmente classificabile”, affermazione che possiamo confermare in pieno. E difficilmente classificabile è anche il suo romanzo, “SENZA AMARE ANDARE SUL MARE” (suggeriamo ai più curiosi di indagare sul titolo…). Quaranta persone si trovano, senza sapere perché, a bordo di una misteriosa nave da crociera, la Tituba, che viaggia apparentemente senza meta in un mare sconfinato sempre uguale a se stesso. Sconnessi dal resto del mondo, i protagonisti hanno come unico dovere quello di tenere un diario. E dai diari emergeranno una moltitudine di storie, e di legami, che danno vita a una straordinaria commedia umana (o tragedia, in certi casi).

Marzo sarà invece il mese di due grandi firme internazionali.

YANN MARTEL, autore di quel “classico moderno” che è “Vita di Pi”, torna ad occuparsi del rapporto filosofico, sentimentale e psicologico tra uomo e animale con “LO SGUARDO DI ODO” (7 marzo). Un grande romanzo, realistico e allegorico al tempo stesso, e un romanzo che ci dice molto di noi, perché, come afferma lo stesso Martel, “quando guardiamo gli animali non stiamo guardando solo degli esseri viventi, ma guardiamo nel cuore dei mistero dell’esistenza”.

Poetessa, rapper, adesso romanziera. KATE TEMPEST (31 anni), “è un’osservatrice imperdibile dei disastri psicologici ed emotivi del nostro frenetico tempo che strappa il cuore e i desideri ai più giovani e li spinge a correre, correre, correre”. Queste sono parole di SIMONA VINCI, che ringrazieremo sempre per aver tradotto per noi “The Bricks That Built The Houses”, il romanzo d’esordio di questa eccezionale artista: la storia appassionante e toccante di tre ragazzi del Sud-Est di Londra (o forse è proprio la storia del Sud-Est di Londra, dove peraltro Kate Tempest è nata e vive), che pubblicheremo il 21 marzo, per iniziare la primavera nel modo migliore.

E la primavera di Frassinelli proseguirà all’insegna degli autori italiani:

“Fatevi un regalo. Leggete questo romanzo. Vaccari è uno scrittore coraggioso”. Non ve lo diciamo noi, lo dice ANTONIO MANZINI, e il romanzo di cui parla è “IL TUO NEMICO”, di MICHELE VACCARI (uscita 4 aprile). La storia di Gregorio, un ragazzo piegato dalla crisi, un neet, che sceglie la strada dell’isolamento come estremo gesto di ribellione. Quello che però non sa, è che questa scelta si rivelerà assolutamente organica e funzionale al sistema che crede di combattere. Un romanzo attualissimo, che ci racconta una generazione che stiamo perdendo, scritto con uno stile originale e acuminato ai limiti della crudeltà. Il romanzo è piaciuto molto anche a IGORT, che ha realizzato l’illustrazione della copertina.

MORIRE IL 25 APRILE” è invece il romanzo d’esordio di FEDERICO BERTONI, già autore di un brillante saggio sul mondo dell’università: un romanzo che – ripercorrendo le azioni, e le contraddizioni, di Giuliano Romanini, comandante partigiano durante la Resistenza – racconta non solo la guerra partigiana (e la racconta senza retorica, senza sconti, senza infingimenti), ma anche l’Italia del dopoguerra, alla luce delle illusioni e delle speranze di quei mesi esaltanti e tragici. Uscirà il 18 aprile.

“La strada degli americani è un romanzo forte, dal ritmo incalzante. I personaggi sono disegnati talmente bene che vi sembrerà di sentirli parlare. Un esordio straordinario. Vi lascerà senza fiato.” (MAURIZIO DE GIOVANNI)
“Un romanzo implacabile e intenso. Personaggi forti, che senti nella carne e nelle ossa. Così vivi che ti viene voglia di interpretarli.” (MARCO D’AMORE)
Come presentazione de “LA STRADA DEGLI AMERICANI” (2 maggio), il romanzo d’esordio del giovane regista napoletano Giuseppe Miale Di Mauro, le parole di Maurizio De Giovanni e Marco D’Amore ci sembrano sufficienti. La Napoli di Gomorra, della criminalità, dei quartieri desolati, ma anche una Napoli dove il riscatto è ancora possibile.

GAIA SERVADIO è un’esploratrice che si nutre di interessi sconfinati” (La Repubblica). Non possiamo che essere d’accordo, e siamo felici che gli interessi di questa grande intellettuale e scrittrice italiana, da anni residente a Londra, abbiano deciso di toccare la storia di “DIDONE REGINA“, titolo del romanzo che pubblicheremo il 16 maggio. Gaia Servadio sa raccontare come nessun altro le donne: e ha deciso di raccontare la donna che, prima nella storia, dovette affrontare il rapporto con il potere. Il potere non è per tutti, è un peso che si deve saper sostenere: la vita di Didone, destinata a essere fondatrice di Cartagine, è un percorso che si articola tra rinunce, tradimenti, sacrifici e amori impossibili.

“Un libro che arde di magia e perdita, di esilio e ritorno, bellezza e angoscia:’TADUNO’S SONG‘ è un’epica colossale, cammuffata sotto le forme di un romanzo breve.” Sono parole di MARLON JAMES, uno che di solito non è particolarmente prodigo di complimenti. Ma il romanzo del nigeriano ODAFE ATOGUN i complimenti li merita davvero. Pubblicato in UK da Canongate nel 2016 (in Italia uscirà il 30 maggio) racconta la favola di musica e ribellione di Taduno, che combatte con le sue canzoni la dittatura che sta uccidendo il suo paese. E chi sentisse, in questa trama, un’eco della vicenda di Fela Kuti, sentirebbe bene…

Questa la prima parte del 2017 di Frassinelli. Noi siamo molto soddisfatti, e speriamo anche voi. Per il resto dell’anno, pazientate un po’.

Oroscopo dello scrittore GENNAIO 2017

Oroscopo dello scrittore.

Lo scrittore dell’Ariete non si lasci mai veramente sedurre da un Mercurio che, dal 4 al 12 gennaio, fingerà solo di essere amico delle idee del segno ma che, in realtà, cambierà idea e schieramento molto presto. Inutile illudersi, ci rimarreste male.         

Lo scrittore del Toro decida di mettersi al lavoro solo e soltanto dal giorno 12 in poi, quando cioè finalmente la mente avrà le idee piuttosto chiare e capaci di produrre qualcosa di interessante. Ogni cosa a suo tempo.           

Lo scrittore dei Gemelli trascorrerà la prima parte del mese in modo piuttosto caotico, confuso, senza mai trovare veramente gli spunti e le idee adatte a fare di meglio e di più. Decisamente più brillante, invece, la seconda metà di gennaio.  

Lo scrittore del Cancro oscillerà spesso tra il bisogno di dire e di parlare comunque (fino al giorno 8) e un modo di lavorare che riporterà ordine e logica tra le idee (dopo il 12). Insomma un mese di cui dovrete sempre rispettare gli spazi e le regole.                  

Lo scrittore del Leone dovrà prendere con le pinze le idee e gli entusiasmi di Mercurio, in onda nella seconda settimana del mese. E lo farà soprattutto evitando di fare progetti e programmi a lungo termine. Le stelle parlano chiaro.                

Lo scrittore della Vergine dovrà rimanere immobile soprattutto tra l’1 e il 12, quando cioè Mercurio sarà maldestro e nemico delle sue idee. Molto meglio andrà nella seconda metà di gennaio, perché ogni cosa apparirà più logica e chiara.    

Lo scrittore della Bilancia avrà spesso voglia di dire, parlare di raccontare, soprattutto nei primissimi giorni del nuovo mese, quando Venere sarà solleticata dalle idee. Prima di farlo, però, assicuratevi di essere capiti, compresi, apprezzati.       

Lo scrittore dello Scorpione aspetti rigorosamente il giorno 15 prima di proporre o di illustrare idee e progetti. Perché sfidare tutto e tutti non gli servirà, perché sarà necessario adattarsi ai trend del suo cielo. Sempre.                     

Lo scrittore del Sagittario godrà della preziosa presenza di Mercurio solo dal giorno 4 al 12. Meglio però concentrare ogni cosa importante tra l’8 e l’11, perché solo quello sarà il tempo della chiarezza, della genialità che vi aiuta a brillare.  

Lo scrittore del Capricorno non dovrebbe affatto fidarsi di Mercurio nei primi giorni dell’anno. Meglio quindi rimandare ogni iniziativa a dopo il 13, quando il pianeta veloce sarà di nuovo forte, convinto e convincente.  E voi potete aspettare.            

Lo scrittore dell’Acquario dovrebbe davvero rimandare ogni iniziativa al mese prossimo, quando finalmente Mercurio vi aiuterà a capire e a descrivere meglio ogni cosa, forti di un pensiero nuovamente lucido, agile e brillante. Prendetevi una pausa.       

Lo scrittore dei Pesci ha grandi idee e energie. Il punto sarà però capire quando Mercurio gli darà davvero una mano, qualcosa che difficilmente potrà accadere nella prima metà del mese. Andateci piano con la fretta delle idee.    

Anna Todd in Italia per NOTHING LESS

Il 10 gennaio 2017 Anna Todd sarà in Italia in occasione dell’uscita di NOTHING LESS – FRAGILI BUGIE, il seguito di NOTHING MORE, la nuova appassionante saga che ha per protagonosta Landon, uno dei personaggi più amati di After.

Ecco le tappe del tour di Anna Todd:

Martedì 10 gennaio   

Milano.  Anna Todd firma copie del libro Nothing less/Fragili bugie  e incontra il pubblico presso il  Mondadori Megastore, Piazza del Duomo 1, ore 14.30

Mercoledì 11 gennaio

Bologna. Anna Todd firma copie del libro Nothing less/Fragili bugie   e incontra il pubblico alla Librerie.coop Ambasciatori, Via degli Orefici 19, ore 15.30

Info evento >>https://www.facebook.com/events/725924270888981/

Giovedì 12 gennaio

Bari. Anna Todd firma copie del libro Nothing less/Fragili bugie   e incontra il pubblico a La Feltrinelli Libri e Musica, Via Melo 119, ore 15.30

Venerdì 13 gennaio

Roma. Anna Todd firma copie del libro Nothing less/Fragili bugie   e incontra il pubblico presso la Galleria Commerciale Porta di Roma, Via Alberto Lionello 201.  L’evento è organizzato in collaborazione con Auchan,  ore 17

Anche Joe Hill riceve il Goodreads Choice Award

Non solo Stephen King (qui l’articolo), ma anche Joe Hill riceve il Goodreads Choice Award!

The Fireman, l’ultimo travolgente romanzo di Joe Hill, ha vinto il Goodreads Choice Award nella categoria Horror!

Premiato con oltre 23.000 voti arrivati direttamente dai lettori, The Fireman ha sbaragliato la concorrenza, confermando il successo di un autore sempre più popolare.

Per Stephen King GOODREADS CHOICE AWARD 2016

Fine Turno ha vinto il Goodreads Choice Award come miglior Mystery del 2016, battendo i suoi concorrenti con largo margine.  Nato nel 2009, il Goodreads Choice Award è “l’unico premio letterario conferito dai lettori”.  I 650.000 utenti di Goodreads votano i loro libri preferiti dell’anno in 20 categorie separate.

Fine Turno è stato anche nominato New York Times Notable, dopo essere stato selezionato dai critici della The New York Times Book Review.   Un “notable” è un libro recensito nel corso dell’anno (a partire dal 6 dicembre 2015) che lo staff considera tra i migliori del periodo. Ogni anno sono recensiti più di 1.500 libri, quindi essere scelti è un vero privilegio.

CHE COSA DICE LA STAMPA DI FINE TURNO

 

Ha esordito al n.1 delle classifiche del New York Times e di USA Today

Recensioni:

“Una parola sulla capacità di resistenza del signor King: questo è il suo miglior libro dopo l’ambizioso The Dome, e appartiene a un nuovo, incisivo corso della sua produzione più realistica. A un certo punto, il fantasmagorico per lui è diventato meno centrale di quanto non siano le paurose prospettive evocate dal mondo reale. E usa la sua consueta e formidabile intimità con i lettori per raccontare il dolore con cui la vita può travolgerci.”

New York Times

 

“…quando (King) scrive qui del dolore, lo fa con straordinaria onestà. Il libro si apre con un Hodges che ha paura di andare dal dottore e scoprire perché gli fa tanto male l’addome. Poi attraversa quasi tutta la storia accompagnato da una diagnosi nefasta e da un dolore crescente, descritto visceralmente, che diventa uno dei più importanti elementi di suspense del romanzo. Le lancette dell’orologio avanzano per lui in una sfida che Brady pretende a tutti costi sia personale, mentre Hodges vuole portare a termine, avendo solo la forza della disperazione.”New York Times

“Fine turno è anche un ritorno di King ai suoi temi più classici, ma sono le indagini decisamente concrete di Bill e Holly che fanno brillare il romanzo. In ogni caso sono due personaggi che vorrei rivedere e posso solo sperare, come King ha lasciato intendere recentemente, che lui li faccia tornare.The Guardian

“Niente da aggiungere sulla suspense di Fine turno, che ha molti aspetti, complessi e cupamente avvincenti. Più intrigante è il cuore emozionale del romanzo, concentrato nel personaggio di Hodges. Fin dall’inizio, l’anziano detective scopre di avere un tumore pancreatico. Rifiuta le cure e non lo dice a nessuno, anche se la leale Holly capisce presto la verità. King manda Hodges, e il lettore, in una marcia mortale a caccia di Brady. Esausto e tormentato dai dolori, Hodges sa che questo è il suo ultimo caso. E che non può chiedere l’aiuto della polizia: chi crederebbe che un paziente paraplegico sia in grado di ‘possedere’ un altro essere umano?”Washington Post

 

“King ha già trattato in passato i temi di questo romanzo – il contatto con pericolosi poteri soprannaturali, l’effetto zombificante dei moderni prodotti elettronici – ma trova un approccio nuovo e modi inventivi per inserirli nella vita dei suoi accattivanti personaggi ricorrenti, dei quali il lettore condivide dolori e trionfi.”—Publishers Weekly (starred review)

 

“Una conclusione tesa e avvincente della trilogia di Bill Hodges… Verrebbe da pensare che uno scrittore come King, per anni autore di altissimo livello, alla fine esaurisca le idee. Invece ci presenta uno dei thriller più originali degli ultimi anni… Un pacchetto spettacolare, emozionante, incalzante che darà ben più di una soddisfazione ai lettori di King.”

Library Journal (starred review)

 

“King compie ancora una volta la sua magia narrativa, dipanando le fila del racconto allo stesso ritmo con cui il lettore volta le pagine. Non ci sono molte sorprese, in realtà, ma tutto risulta molto coinvolgente anche quando sembra inesorabile.

Quello che King offre ai lettori ha più cuore di quanto ce ne sia in molte sue storie. La relazione tra Hodges e Holly è autenticamente toccante. Lei è sempre stata un po’ autistica, ma si sente normale quando è con lui. Quando a Hodges è diagnosticato un cancro e la squadra cerca di capire come Brady sia tornato a uccidere, è di Holly che si preoccupa di più.

Se avete già letto gli altri due romanzi della trilogia, godetevi la conclusione. Se state cominciando ora, buon viaggio: sarà elettrizzante.”

Associated Press

“I romanzi della Mercedes hanno mostrato un nuovo lato di King, che ha tessuto fili noir e pulp in una trama moderna, dove si intrecciano la nostra dipendenza dalla tecnologia e gli effetti invalidanti della solitudine, delle ossessioni e dell’invecchiamento. In più, ha inventato nuovi iconici antagonisti, non diversi da Batman e Joker. Hodges e Brady vivono per tormentarsi l’un l’altro, eppure c’è qualcosa di molto riconoscibile in questi due personaggi. È una dicotomia giovane contro vecchio, tensione high-tech contro suspense vecchia scuola, tra un paio di uomini che nel profondo condividono le stesse radici.”—USA Today

Itinerari del mistero: Toscana settentrionale

Dopo aver scoperto le meraviglie nascoste di Venezia, del Giardino di Bomarzo, della Liguria e dell’incantevole città di Catania; dopo averci raccontato la storia di Halloween e Triora, Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu (autori del libro LUOGHI DI FORZA) ci portano a visitare i luoghi abbandonati della Toscana settentrionale.

Mirteto, Un luogo abbandonato in armonia con la natura

Questo borgo, ormai in stato di abbandono, sorge sulle pendici del Monte della Conserva sopra San Giuliano Terme. La struttura che colpisce subito è costituita dai resti della chiesa romanica di Santa Maria di Mirteto, di cui rimane, oltre alle mura, l’antico altare che conferisce all’intero complesso una parvenza di “tempio aperto” in sacra armonia con la natura circostante.

L’abbandono dell’edificio da parte dell’uomo non significa necessariamente che l’ambiente perda “importanza”, o che svanisca la sua natura religiosa, anzi, l’averlo in qualche modo “ridonato alla Terra” ha contribuito ad una naturale metamorfosi e, facendolo rimodellare dagli eventi naturali, acquisendo una diversa struttura, pregno di quella magia cristiana/pagana di cui solo un antico luogo abbandonato può esserne pregno.

Mai come oggi è corretto il nome che porta, “Mirteto”, il nome di un bosco, perché anche se i mirti quasi non esistono più, rimane questo antico borgo a ricordarci le origini dell’uomo e della natura stessa.

L’inespugnabile rocca della Verruca

Questo luogo era il centro di un complesso sistema di difesa costituito da rocche e torri che comunicavano tra loro con lenzuola, funi, stendardi e fiocchi, attraverso un codice segreto che solo in pochi conoscevano. Ad oggi la Rocca è purtroppo in stato di abbandono perché circondata e ricoperta dalla vegetazione che ne mina giorno dopo giorno l’antica solidità.

Il castello si chiama “della Verruca” per via del monte omonimo così denominato per la forma che ricorda proprio una verruca. La vegetazione che la circonda ha preso possesso anche di questo luogo trasmettendo quell’aspetto affascinante di “tempio sepolto nei boschi”.

In essa sono tuttora presenti diverse stanze sotterranee raggiungibili percorrendo alcuni scalini ed aperture nel terreno. Nei pressi del bastione Nord-Ovest è presente un’ampia stanza dove un tempo vi era un passaggio segreto che portava all’esterno del castello in caso di fuga d’emergenza. Secondo una leggenda questo stesso passaggio condurrebbe ad un sorprendente tunnel tramite il quale sarebbe possibile raggiungere Pisa. Inoltre pare che in questa galleria sia stato nascosto un tesoro di inestimabile valore.

Nessuno, per secoli, ha avuto mai notizie di quel tesoro. Ma diversi anni fa, a Montemagno si diceva che qualcuno, girovagando tra le rocce che affioravano sul costone che dalla Verruca scende fino a Nicosia, avesse trovato oggetti preziosi e alcune armature. Non si è mai saputo chi fosse stato il fortunato, riuscendo così a tenere nascosto anche questo segreto.

Un’altra leggenda narra che lo stesso Leonardo Da Vinci avrebbe preso ispirazione proprio dall’altezza ripida in cui si trova la rocca per progettare le sue macchine per il volo.

Toiano, la città fantasma

Questo antico borgo, al quale si accede da un ponte (un tempo un ponte levatoio) risale all’alto medioevo, ma oggi è completamente abbandonato e disabitato, costituendo un reale pericolo di degrado.

Ci si arriva solo percorrendo una strada di 5 km lungo le colline toscane, larga solo 3 metri, che termina qui, oltre non è possibile proseguire, a riprova del forte isolamento di questo luogo. Il borgo è infatti attraversato da un’unica strada chiamata via del Castello, lunga appena 50 metri.

E’ il paese fantasma per eccellenza, affascinante a tal punto che chi si reca viene inevitabilmente investito dall’atmosfera di rovina e abbandono, senza una considerevole distanza dall’ultimo centro abitato e senza l’ambiente deserto che lo circonda, non avrebbe avuto questa veste così misteriosa e intrigante.

Oliviero Toscani, il famoso fotografo anticonformista, ha un tempo organizzato un concorso di fotografia, per far immortalare da occhi diversi ogni angolo di Toiano, perché ogni anfratto evoca una suggestione unica e irripetibile.

E’ d’obbligo cercare di preservarlo affinché non si sbricioli in polvere e non divengano fantasmi le stesse case. Occorre difenderne la sua anima, apparentemente sembra un luogo “morto”, ma esso vive e vivrà in eterno come luogo di bellezza incontaminata.

Cos’è HYGGE (il metodo danese dei piaceri quotidiani)

Hygge (pronuncia «ügghe») è un modo di essere, è la nostra voglia di condividere. È la sensazione di sentirsi protetti, sicuri, in un rifugio caldo.

È un’esperienza individuale e al contempo di comunione con gli altri e con i luoghi in cui troviamo stabilità e certezze e che ci danno coraggio e consolazione.

Cercarla significa favorire l’intimità e la connessione. Hygge rafforza i legami, dà valore al presente, avvicina le persone. È una sensazione di pienezza e appagamento. 

Hygge riguarda l’essere e non l’avere.

INTRODUZIONE

È bellissimo essere, nessuno dovrebbe mai fare altro(Mogens Lorentzen)

Il termine hygge si è diffuso solo negli ultimi anni, ma il concetto di base non è nuovo. Si tratta di una pratica vecchia quanto sedersi intorno a un fuoco o condividere il cibo con un amico. Le parole emergono dalla cultura, dalla storia, dai luoghi. Si formano nel tempo e con le abitudini, passando da una generazione a quella successiva attraverso racconti, riti e valori. La hygge ci aiuta a comunicare cosa significa essere umani; fa parte di un vocabolario universale che parla dell’umanità e definisce il nostro bisogno di appartenenza. È una parola antica per un linguaggio moderno, che stiamo iniziando a esplorare per condividere valori comuni a tutti. 

La felicità è come una farfalla: più la insegui, più ti sfugge, ma se concentri l’attenzione su altre cose, verrà a sedersi dolcemente sulla tua spalla.  (Henry David Thoreau)

L’oroscopo dello scrittore Dicembre 2016

Oroscopo dello scrittore.  DICEMBRE

Lo scrittore dell’Ariete rischia di vivere quasi come una ossessione l’esercizio creativo, la scrittura. Inutile però ostinarsi, anche perché dal giorno 20 tutto sarà ostacolato dal destino. Che sia tempo di vacanza?         

Lo scrittore del Toro fino al 19 godrà di una mente solidissima, di ottima memoria e capacità di analisi. Tutte qualità destinate però a calare nell’ultima parte del mese, quando il riposo sarà assolutamente necessario.           

Lo scrittore dei Gemelli dovrà accettare di dipendere ancora dagli altri, dalle loro scelte e direzioni. Perché voi non sarete mai abbastanza lucidi o decisi per risultare davvero determinanti.  

Lo scrittore del Cancro fino al 19 saprà descrivere molto bene realtà e dettagli circostanti. Meno facile e fortunata invece la creatività nell’ultima parte del mese. Forse perché non vi sarà troppo chiara la situazione.           Lo scrittore del Leone saprà certamente cogliere la bellezza e l’armonia in ogni cosa, facendolo con gusto e con leggerezza. Peccato che Mercurio ora non gli consenta di mettere in parole l’incanto delle idee.                

Lo scrittore della Vergine sarà tra i pochi che potranno lavorare e impegnarsi senza troppa fatica, quasi divertendosi. Attenzione però a non fidarsi di questa strana leggerezza che potrebbe farvi sbagliare.   

Lo scrittore della Bilancia farebbe bene a chiarire idee e intuizioni prima di mettere ogni cosa in pratica. Perché i pensieri non sembrano, per ora, poter trovare un modo fortunato per raccontarsi.      

Lo scrittore dello Scorpione si farà capire molto bene solo nelle prime tre settimane del mese. Meno facile invece raccontare dopo il 20, quando la scelta di parole e espressioni da usare rischia di complicarvi ogni cosa.     

Lo scrittore del Sagittario sembra vivere in modo eccessivamente pratico e diretto il magico esercizio della scrittura. Qualcosa che renderà poco poetica, e qualche volta discutibile, la qualità del suo racconto.

Lo scrittore del Capricorno gode ancora della preziosissima presenza di Mercurio nel segno. Idee, parole e linguaggio non saranno dunque un problema per questo scrittore. Attenzione però a ciò che scriverete dopo il 20. 

Lo scrittore dell’Acquario saprà compensare l’assenza di Mercurio con passione (Marte) e con grande senso estetico (Venere). Insomma sarà forse lo scrittore che, più d tutti, trasmetterà energia a chi lo legge.       

Lo scrittore dei Pesci capirà di non essere lui quello che genera confusione ma la qualità del lavoro. Insomma provate a capire che cosa rende caotico il presente, per poi distaccarvi dalle sue logiche.   

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