Perché il CINESE?

Abbiamo fatto qualche domanda a MASSIMO DE DONNO, LUCA LORENZONI e GIACOMO NAVONE a proposito del loro nuovo libro CINESE IN 21 GIORNI. Le risposte sono davvero molto esaustive e vi consigliamo di leggerle attentamente.

1) Perché studiare cinese?

Un semplice ma importante motivo è che al giorno d’oggi oltre 1,5 miliardi di persone ne parlano una qualche forma. Sicuramente un buon motivo per avvicinarci a questa lingua straordinaria. Un’altra ragione impellente? Viviamo nell’era della connessione, della globalizzazione, e più della metà del mondo parla cinese: è la lingua più usata nel commercio. Vuoi essere competitivo nel mondo del lavoro? Parlare cinese ti permetterà di stringere ottimi rapporti commerciali con imprenditori cinesi. Non sei un imprenditore? Potrai comunque offrire la tua competenza linguistica a chiunque ne abbia bisogno e in qualunque campo.

La Cina, in effetti, dati i suoi numerosissimi abitanti, ha svariati bisogni che il mondo occidentale può soddisfare, dai più basilari (alimentazione), ai più evoluti: arte, arredamento, abbigliamento di lusso, per citarne solo alcuni. Inoltre, in qualunque nazione viviamo o decidiamo di trasferirci, esistono le “China Town”: un fenomeno legato all’immigrazione di persone di nazionalità cinese che, in cerca di una vita migliore, creano attività commerciali ovunque si trasferiscano. Si crea così l’opportunità di utilizzare la lingua per viaggiare, per ordinare un piatto tipico, per l’educazione e nelle relazioni in generale. A tal proposito, negli anni passati a contatto con il popolo, la cultura e la lingua cinese, ho avuto il privilegio di conoscere centinaia di cinesi: in molti ho riscontrato un marcato senso della famiglia, una non comune dedizione al lavoro, tanta voglia di crescere e di apprendere.  La passione per la lingua mi ha avvicinata alle persone di questo paese, tra le quali annovero alcuni fra i miei più cari amici. 
Un altro ambito dove è richiesta la conoscenza della lingua cinese è quello scolastico. I figli dei cinesi che vivono in Italia crescono e studiano nelle nostre scuole e spesso i genitori lavorano tutto il giorno e non parlano bene l’italiano: i giovani si ritrovano così catapultati in un paese di cui non conoscono lingua e abitudini. A volte vengono inseriti in classi speciali; hanno bisogno di assistenza graduale e questa responsabilità e il compito di inserire i nuovi venuti ed integrarli nel sistema educativo italiano ricade soprattutto sugli insegnanti. In realtà, anche le necessità quotidiane di questi nuovi “utenti” diventano un motivo valido per sapere qualche parola di cinese. Per esempio, ho conosciuto idraulici, elettricisti e falegnami che, dovendo offrire i loro servizi e i loro prodotti a privati e piccole imprese, desideravano sinceramente imparare qualche frase utile alla loro attività. In ultima analisi studiare cinese sicuramente arricchisce chi lo fa.

2) Qual è la cosa più difficile per un italiano che studia la lingua cinese?

Innanzitutto, smettere di pensare che “è difficile”, smettere di cercare un perché per ogni differenza rispetto all’Italiano. Inoltre, studiare cinese per chi conosce altre lingue paradossalmente sembrerebbe più facile, invece a volte viene percepito molto più difficile della media perché segue degli schemi sui generis. Qui è interessante un pensiero di Einstein: “Non puoi ottenere risultati diversi facendo sempre le stesse cose”. Infatti chi ha già un metodo di studio che ha dato risultati è convinto che sia il migliore e non sempre è disposto a cambiare i propri schemi mentali per recepire nuove informazioni. Occorre sperimentare approcci differenti a quelli a noi familiari. Superata la barriera del proprio background, una persona di lingua italiana può iniziare a studiare davvero con profitto, imparando anche la fonetica e l’ordine dei tratti che compongono i caratteri cinesi.

Quanto a toni e regole di pronuncia, occorre usare gli organi fonatori in maniera differente dalla nostra: si tratta di sapere come fare e di esercizio. Un aspetto degno di nota è che la persona che parla e ascolta il cinese mandarino attiva diverse aree del cervello. La psicologa Sophie Scott e i suoi collaboratori a Londra e a Oxford hanno rilevato con tomografie cerebrali quali aree del cervello si attivano in relazione al linguaggio. Già alcuni anni fa il giornale “The Guardian” riportava queste informazioni: “i ricercatori hanno scoperto che nelle persone di lingua inglese che sentono parlare inglese si attiva il lobo temporale sinistro. Invece, “quando persone che parlano cinese mandarino ascoltano la propria lingua, si attivano sia il lobo temporale destro che quello sinistro”. Perché? “Si ritiene in genere che il lobo temporale sinistro riconosca le parole a partire dai suoni che le compongono, mentre quello destro elabori melodia e intonazione”, spiega il giornale. “In mandarino cambiando il tono cambia il significato della parola” Per esempio la sillaba ‘ma’ può significare ‘madre’, ‘canapa’, ‘cavallo’ o ‘insultare’, quando varia il tono varia anche il significato. La Scott osservava: “Riteniamo che chi parla mandarino interpreti l’intonazione e la melodia nel lobo temporale destro per dare il corretto significato alle parole che vengono pronunciate”.

Anche per la scrittura, dopo aver appreso i criteri di base con le tecniche di memorizzazione, con un po’ di pratica tutto diventa facile. Alla fine, è solo una lingua diversa. Di solito sorge spontanea una domanda: qual è la parte più semplice di questa lingua? Ogni carattere corrisponde in genere a una parola di senso compiuto, ed è invariabile: i caratteri cioè non si modificano in base al genere maschile o femminile, o in base al numero, plurale o singolare. Inoltre, i verbi non si coniugano e le differenze temporali (presente, passato e futuro) si formano utilizzando pochissimi avverbi e particelle. Insomma, le regole di grammatica del cinese base sono semplicissime: per un italiano abituato fin dalle classi elementari a studiare molte regole grammaticali, è un vero sollievo. Anche i concetti espressi dai caratteri sono estremamente semplici. Ad esempio, una volta stavo parlando del Vesuvio con una madrelingua che era stata a Napoli, volevo chiedere se avesse visto l’imponente montagna, ma non sapevo come si dicesse la parola vulcano. In quel momento pensai: “Come posso farmi capire?” Decisi di unire due vocaboli “fuoco” e “montagna”, per scoprire poi che in realtà si diceva davvero così! «火山» «Huǒshān».

3) Qual è il fattore vincente di questo metodo?

Le tecniche di memoria sono meravigliose perché sfruttano le caratteristiche naturali di cui ogni essere umano è dotato. In meno di un mese, modificando le nostre abitudini, possiamo acquisire un metodo che rivoluziona i cicli classici di apprendimento di una lingua. Come minimo si dimezzano i tempi. Infine, tutto dipende dai propri obiettivi.

Il libro “Cinese in 21 giorni” si prefigge soprattutto di facilitare il percorso di chi vuole comunicare in modo semplice e in poco tempo. Anche imparare la scrittura diventa più semplice, seguendo un procedimento preciso. Per ogni carattere, una volta appreso l’ordine in cui si scrivono i tratti, la parte più semplice del carattere cinese, basterà seguire alcuni passaggi e sarà possibile memorizzare i radicali (parti del carattere che ci aiutano a riconoscerlo). In tutto sono 214, non tantissimi, e con il metodo “Genio in 21 giorni” si possono memorizzare in metà del tempo. Di solito si trovano all’interno del carattere stesso, a sinistra o nella parte superiore, e addirittura, se usati singolarmente, molti di questi hanno un loro significato. Sei un po’ curioso? Come diceva Hegel (per incoraggiare i lettori a avvicinarsi allo studio del suo sistema filosofico), “per imparare a nuotare, bisogna entrare in acqua.”

E qui il sito che vi aiuterà fornendovi sostegno e supporto nello studio del cinese www.cinesein21giorni.it

Dieta: il giro di boa dell’anno nuovo!

Il giro di boa dell’anno nuovo risveglia in molti il desiderio di cambiare la propria alimentazione. Il motivo per cui si decide di mettersi in gioco non è sempre lo stesso: c’è chi lo fa perché vuole sentirsi più in forma e pensa di cominciare proprio dal cibo per stare meglio; c’è chi ha deciso di volersi più bene ed è convinto che cambiare le proprie abitudini alimentari può fare la differenza; c’è chi è sicuro di non mangiare come si deve e vuole imparare a fare meglio; e poi c’è chi vuole dimagrire.

Secondo la mia esperienza professionale, è quest’ultimo il gruppo pù numeroso che sente la necessità di fare una “dieta” per raggiungere il suo obiettivo. Si pone allora il problema: quale dieta? In effetti in questo campo il panorama è talmente ampio da imbarazzare un profano. Si va dalle proposte più fantasiose (del minestrone, del fantino, del ghiaccio, ecc.) a quelle più classiche (ipocaloriche, Zona, Dukan, Atkins, ecc.) e per un “non addetto ai lavori ” non è facile dirimere la questione. Fermo restando che il problema merita un approccio molto serio e lungimirante, è ovvio che per me la migliore soluzione sia la Zona perché propone un programma davvero vincente, non solo per il dimagrimento, anche per la salute. Comunque è giusto lasciare al libero arbitrio la scelta che però deve cercare di scongiurare i rischi più seri. Ecco allora qualche consiglio:

  • Evitare di assumere farmaci, anche se apparentemente innocui e “naturali”. La loro interferenza con i meccanismi biologici può essere controproducente e persino deludere le aspettative. Senza contare che possono davvero danneggiare la salute.
  • Rifuggire il digiuno. Saltare i pasti in modo ricorrente può far diminuire più il peso che la massa grassa. Si perdono infatti anche i muscoli con il risultato di riprendere peso non appena ci si rimette a mangiare. E prima o poi, succede. Ma non finisce qui perché il digiuno diminuisce il metabolismo e aumenta perciò il rischio di ingrassare nuovamente.
  • Essere molto critici verso le iperproteiche che consentono una perdita di peso in tempi ridotti, ma non risolvono il problema. Oltre al fatto di non poterle seguire per più di un paio di settimane, se si vuole salvaguardare la salute. Sui muscoli, poi, presentano gli stessi effetti del digiuno e inoltre predispongono le cellule adipose ad essere fino a dieci volte più recettive, cosicché una volte smessa la dieta, si ingrassa più di prima.
  • Attenzione alle generiche ipocaloriche che funzionano solo se si è molto giovani perché dopo una certa età non sono più efficaci. Queste diete non agiscono direttamente sui reali motivi biologici per cui si ingrassa, ma li intersecano casualmente cosicché richiedono più sacrifici di quelli realmente necessari per ottenere lo stesso risultato raggiungibile finché la tendenza a ingrassare non peggiora con gli anni. Se impostate male, possono perfino diminuire anche loro la massa muscolare con le conseguenze ben conosciute.
  • A mio avviso, la scelta migliore dovrebbe innanzitutto proteggere la salute e non richiedere troppi sacrifici, oltre a garantire una serena vita sociale in cui sapersi destreggiare tra le varie situazioni e, perché no, le tentazioni da soddisfare ogni tanto. Impegnarsi a capofitto in un progetto per raggiungere velocemente il peso desiderato, può costare molto caro e soprattutto non insegna come mantenere il risultato.
  • Molto meglio sarebbe accettare che l’organismo dimagrisca secondo un ritmo naturale (più o meno mezzo chilo alla settimana) con un metodo che prima di tutto educhi alla sana e corretta alimentazione e contemporaneamente faccia dimagrire. Poi basterà seguire blandamente quanto imparato per non avere mai più bisogno di fare diete.

Philippa Gregory: il bello di leggere la storia…

Il bello della Storia.

Leggere Philippa Gregory è un grande piacere, secondo noi per due ragioni, due ragioni principali, almeno. La prima è che l’autrice inglese, premiatissima dalla critica (l’anno scorso ha vinto anche l’Outstanding Contribution to Historical Fiction Award) e adorata dal pubblico è una storica appassionata. Laureata in Storia all’università del Sussex e poi specializzata in letteratura del Settecento a Edimburgo, la Gregory si è lasciata affascinare dalle vicende dei Tudor approfondendo temi, personaggi, storie con le sue serie ricerche e ricostruendo la vita di corte (comprese regine e cortigiane) in modo verosimile e vivacissimo.

La seconda è che la nostra Philippa Gregory è una narratrice curiosa e molto coinvolgente, che non racconta solo i grandi personaggi storici ma anzi ci fa entrare nel mondo dei sovrani inglesi come avrebbe fatto un giornalista di oggi quando racconta le vicissitudini dei reali d’Inghilterra. Leggere un suo romanzo su Enrico VIII diventa tanto vero quanto parlare di chi succederà al trono di Elisabetta II (in un lontanissimo futuro, la adoriamo), in una cronaca ricca di intrighi, tradimenti, relazioni di affetto (poche e spesso sfortunate) e di interesse (molte, e sovente altrettanto sfortunate).

Per continuare a leggere il bello della Storia, quel lato a volte trascurato ma fondamentale che è la brulicante vita di tutti i giorni, il 2017 vedrà la traduzione italiana del The King’s Curse, continuazione e ultimo capitolo della serie della Guerra dei cugini interrotta con Una principessa per due re (interrotta, dicevamo, dalla miniserie su John Tradescant, da non perdere). Visto che riprendiamo da qui, ci fa piacere fare un breve riassunto delle puntate precedenti:

La serie della Guerra dei Cugini:

La regina della Rosa Bianca – The White Queen

La regina della Rosa Rossa – The Red Queen

La signora dei fiumi – The Lady of the Rivers

La futura regina – The Kingmaker’s Daughter

Una principessa per due re – The White Princess

La serie dei Tudor:

L’altra donna del re – The other Boleyn Girl

L’amante della regina vergine- The Virgin’s Lover

Il giullare della regina – The queen’s fool

L’eredità della regina – The Boleyn Inheritance

Caterina la prima moglie – The constant princess

L’altra regina – The other Queen

Che continuerà più avanti, nella serie dei Plantageneti e Tudor, nella quale confluiscono e si uniscono le due serie che abbiamo elencato qui sopra.

To be continued… 

La Dieta FODMAP di Cinzia Cuneo: ecco i cibi “pancia piatta”

La Dieta FodMap di Cinzia Cuneo è la nuova dieta bestseller: già 200.000 persone la seguono con successo, perché attraverso i cibi giusti (quelli “pancia piatta”) sono riuscite a eliminare gonfiore, crampi e intestino irritabile.

Nella prefazione del libro, a cura del Prof. Silvio Danese, gastroenterologo, si legge: “L’intestino è spesso definito il nostro secondo cervello, e a me piace ricordare ai miei pazienti che la parola detta lentamente, «in-testino», in effetti ricorda una piccola testa che risiede dentro la pancia!”.

La sindrome dell’intestino irritabile (SII), detta anche sindrome del colon irritabile o colite spastica, porta crampi intestinali, dei gonfiori, la diarrea o delle flatulenze. Per chi ne soffre si tratta di un problema che interferisce con la vita quotidiana, le relazioni sociali e i rapporti affettivi, generando non solo sofferenza fisica, ma anche emotiva. 

Si stima che all’incirca una persona su sette sia affetta da questa sindrome… Chi soffre di simili disturbi intuisce un collegamento tra quello che ha mangiato e i suoi sintomi, ma la relazione non è sempre così ovvia. Alcuni decidono di bandire determinati alimenti perché la dieta di moda al momento suggerisce di farlo. 

Negli ultimi anni, per esempio, il glutine e i prodotti caseari sono stati spesso indicati come i responsabili di diversi problemi, tra cui dolori e gonfiori addominali piuttosto fastidiosi. In effetti consumando meno pane, pasta e prodotti caseari molte persone si sentono tendenzialmente meglio e meno gonfie. Tale miglioramento però non è attribuibile all’eliminazione del glutine e dei derivati del latte ma, piuttosto, all’eliminazione dei FODMAP contenuti anch’essi nel grano e nel latte. 

L’acronimo è formato dai termini inglesi Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli) che indicano alcuni zuccheri semplici e molecole simili a essi che vengono fermentati dai batteri intestinali. 

La prima parte del libro vi fornirà le basi per comprendere la logica di un’alimentazione a basso contenuto di FODMAP e il suo processo applicativo. Nella seconda parte verranno proposti menu e ricette che vi consentiranno di metterla in pratica. Infine, potrete trovare sul sito www.soscuisine.it dei menu completi a basso contenuto di FODMAP, personalizzati a seconda delle vostre intolleranze, e aggiornati ogni settimana. Le ricette sono disponibili con le dosi per diverse porzioni. 

Una lunga intervista a Robin Hobb

Robin Hobb è stata definita da George R.R. Martin “il meglio del fantasy”. Ecco una lunga intervista nella quale l’autrice racconta molto di sè, dei propri libri e delle tematiche che affronta.

Ringraziamo i blog che hanno realizzato questa intevista:

Martina – Liber Arcanus http://liber-arcanus.blogspot.it

Strega del crepuscolo – Le tazzine di Yoko http://www.letazzinediyoko.it

Davide – Liberi di scrivere https://liberidiscrivereblog.wordpress.com

Ella – Libri e librai http://librielibrai.blogspot.it

Endimione – Bostonian Library http://bostonianlibrary.blogspot.it

1)A quale serie è visceralmente più legata, a prescindere dall’opinione del pubblico e quella con cui ha compreso di essere diventata davvero famosa?

Mi viene da sorridere di fronte a questa domanda. Non sono certa di essere diventata “davvero famosa”.

Ho tanti preferiti tra i miei libri. Prima di scrivere con il nome di Robin Hobb, ho pubblicato romanzi fantasy come Megan Lindholm. Tra questi, credo che il mio preferito sia Wizard of the Pigeons, un urban fantasy ambientato a Seattle. Mi piacevano i personaggi e mi sono divertita un mondo a fare ricerche sui luoghi e sulla storia di Seattle, ho imparato tanto.

Per quanto riguarda le opere scritte come Robin Hobb, sceglierne una preferita è molto più difficile. Forse la Trilogia dei Lungavista, perché è lì che ho incontrato Fitz e il Matto. Ma voglio bene anche ai personaggi de I Mercanti di Borgomago: Althea, così caparbia, Brashen con tutti i suoi vizi, quella viziata di Malta e, ovviamente, Kennit il pirata. Mi sono divertita anche a scrivere le Cronache delle Giungle della Pioggia, con i ragazzi che crescono diventando Custodi dei Draghi.

Insomma, temo di non saper davvero scegliere una sola serie cui sono più legata. Del resto, se le storie che scrivo non mi piacessero, vorrebbe dire che quello che faccio non mi diverte!

2)Le tematiche dei suoi libri sono sempre molto importanti, ma tra le due che più hanno colpito il pubblico in questi anni, ovvero la libertà o la parità tra i sessi, a quale è più legata?

A mio avviso, libertà e parità tra i sessi sono inscindibilmente legate. Se una persona è inchiodata a un ruolo solo in virtù del proprio sesso, come può essere libera? Ognuno di noi desidera poter scegliere cosa fare della propria vita. Scuola, carriera, sposarsi o non sposarsi, fare o non fare figli, vivere in città o in mezzo alla natura…: le scelte sono tante. Se ti è preclusa l’istruzione, o se le tue possibilità di carriera sono limitate in base al tuo sesso, o al colore della tua pelle, o alla tua religione, allora anche la tua libertà è limitata. E questo vale per qualsiasi sesso. Le aspettative e i ruoli tradizionalmente previsti per gli uomini possono essere limitanti quanto quelli per le donne. Il sesso è solo uno degli aspetti che definiscono una persona. Ho sempre trovato singolare il fatto che gli sia attribuita così tanta importanza.

3)Esiste un luogo, fra quelli da lei creati, in cui si rifugerebbe volentieri?

Basta che sia una foresta!

Quando creo un mondo, faccio di tutto perché sia completo. In altre parole, devono esserci pericoli e lati spiacevoli, come in tutti i mondi, ma anche bellezza e tranquillità. Perciò, a Buck, mi immagino inverni freddi ed estati miti.

Mi piacerebbe vivere in un mondo dove la tecnologia non è così preponderante? Forse sì. Nell’ultimo mese, sui social media ha imperversato la violenza verbale: mi ha fatto rimpiangere i tempi in cui usavo la macchina da scrivere, quando non ero consapevole che dietro lo schermo di un computer potesse esserci un mondo intero!

Ma so anche che mi basta un po’ di volontà per distaccarmene. Ho la fortuna di vivere a un passo dai boschi, ed è lì che vado ogni giorno con i miei cani. È quello il mio rifugio quotidiano, direi!

4) Dopo tanti anni ancora torni a raccontare la vita di Fitz. Cosa ami di più di questo personaggio che ti ha spinto a riscriverne nuovamente?

Io e Fitz siamo buoni amici da molto tempo! Venticinque anni, come minimo. E, nella maggior parte dei libri che ho scritto come Robin Hobb, la sua vita, il suo tempo, il suo posto nel mondo sono comunque sempre rilevanti. Come i miei lettori sapranno, la trilogia de I mercanti di Borgomago si svolge subito dopo i fatti de Il viaggio dell’Assassino. E gli avvenimenti di quei tre libri hanno grande influenza sulla Trilogia dell’Uomo Ambrato. A questa seguono le Cronache delle Giungle della Pioggia, che riprendono la storia di ciò che accade in quella parte del mondo e, a loro volta, determinano buona parte di ciò che succederà nella Trilogia di Fitz e il Matto.

Sono tornata a scrivere di Fitz perché il suo punto di vista è il migliore per raccontare cosa sta accadendo in quel mondo. E perché, sì, per me è proprio un buon amico, qualcuno che mi piace ascoltare e di cui mi piace immaginare le reazioni di fronte a ciò che gli capita.

5) Qual è l’aspetto che maggiormente apprezzi del mestiere dello scrittore?

Tutti! Davvero, è proprio così. Quando ero bambina sognavo già di scrivere storie. Crescendo, negli anni della scuola, alcune persone dal senso pratico mi dissero: “È sicuramente un bel progetto, ma vedi di imparare a fare anche qualcosa che ti permetta di guadagnarti da vivere!”. E così, durante il percorso che mi ha portata a diventare scrittrice, ho fatto di tutto: ho lavorato in tv e alla radio, ho fatto la cameriera in ristoranti e tavole calde aperte tutta la notte, la donna delle pulizie, la postina, la commessa nel reparto Abbigliamento donna dei grandi magazzini Sears. Lavori di ogni tipo. Nel frattempo, però, non ho mai smesso di scrivere, né di sperare di essere pubblicata. E quando i miei primi libri sono stati pubblicati, ho sperato che la scrittura finisse per permettermi di guadagnare abbastanza da poter lasciare gli altri impieghi. E il sogno alla fine si è realizzato.

Come scrittrice, ho il privilegio di fare ricerche su argomenti di mio interesse e di stabilire autonomamente il mio orario di lavoro. Paradossalmente, lavoro per molte più ore adesso di quando facevo la postina o la cameriera! (e infatti eccomi qui, alle 11 di sera, a rispondere a queste domande, per esempio!). Ma ho decisamente più controllo sulle modalità del lavoro. E mi piace ancora tantissimo scrivere e raccontare storie.

6) Come sarà cambiato questo Fitz rispetto a quello che avevamo lasciato nei precedenti libri?

Be’, ovviamente Fitz è invecchiato! Mi auguro anche che sia diventato un po’ più saggio, ma, trattandosi di Fitz, meglio non contarci troppo. Con l’avanzare dell’età, come capita a molti di noi, riflette di più sulla vita. Direi che è maggiormente consapevole di quanto le sue scelte hanno determinato il suo destino. Come i lettori hanno avuto modo di apprendere in L’assassino. Il ritorno, Fitz si è allontanato da Castelcervo, dagli intrighi politici di quella vita. Ma ne La vendetta dovrà tornare ad affrontare molte di quelle complicazioni.

7) Nei tuoi romanzi hai creato molte nuove creature magiche penso, ad esempio, ai Velieri Viventi, dove trovi l’ispirazione per le tue creature?

Per i Velieri Viventi ho preso spunto dalle varie navi su cui ha lavorato mio marito: per molti anni è stato direttore di macchina su pescherecci e tender in Alaska. Di tanto in tanto lo raggiungevo e trascorrevo qualche settimana a bordo con lui, visto che spesso stava via di casa sette, otto mesi l’anno.

Ogni nave su cui prestava servizio sembrava avere una personalità propria. E non dipendeva solo dalla ciurma. Su alcune barche sembrava andar sempre tutto liscio, anche con le peggiori tempeste. Su altre, il più piccolo incidente portava a scoprire decine di altre cose che non funzionavano.

Da centinaia d’anni, le navi hanno nomi e in alcuni casi polene. Da lì a immaginarmele come creature viventi, il passo è stato breve.

8) Hai mai pensato a un finale alternativo per una delle tue serie?

Credo proprio di no! Con quasi tutti i miei libri, mi è capitato di portarmi in testa la storia per anni prima di iniziare a scriverla e, ogni volta, arrivare a quel preciso finale è stato qualcosa di inevitabile.

Scrivere una storia è un po’ come guidare una piccola barca su un fiume. La mia sensazione è che ogni storia abbia una corrente, che porta con sé lo scrittore e trascina con sé – si spera – anche il lettore.

Mi è capitato, leggendo un libro, di avere l’impressione che lo scrittore intervenisse a proteggere i personaggi o a facilitargli le cose. Non è così che la vedo io. A me piace avere la sensazione che i personaggi facciano autonomamente le loro scelte e poi ne affrontino le conseguenze.

9) Che differenza c’è fra Robin Hobb e Megan Lindholm, ovvero come si differenzia la tua produzione fra i due pseudonimi?

Sono due stili molto diversi. Robin Hobb dà più spazio alle emozioni e abbonda in dettagli. Megan Lindholm racconta in maniera più essenziale e diretta.

Credo sia la storia stessa a determinare se devo pensarla per l’una o per l’altra. Al momento sto scrivendo due storie più brevi, entrambe firmate come Megan Lindholm. Hanno un’ambientazione contemporanea, urbana, e prediligono un passo rapido a una narrazione dettagliata e distesa.

Di solito, quando mi viene un’idea per una storia, capisco subito se è per Lindholm o per Hobb!

10) Com’è cambiato il mercato della narrativa fantasy dal suo esordio a oggi, in termini di pubblico e di temi?

Temo che una risposta semplice possa non soddisfare un quesito così complesso.

Alcuni dei cambiamenti sono evidenti. I libri sono molto più lunghi. E le serie ancora di più! Ricordo lo stupore che ho provato la prima volta che ho visto l’edizione economica di un romanzo di Robert Jordan. Mi è sembrato un mattone, era enorme! Credo che oggi i lettori vogliano storie più lunghe e complesse, e amino restare in quel mondo molto più a lungo.

In un’opera più corposa, specie se di genere fantasy, lo scrittore ha più spazio per creare ed esplorare un mondo più grande. È possibile dettagliare maggiormente l’ambientazione, che attira il lettore più a fondo nella storia. La trama può essere più complessa e intricata.

Tuttavia, a me piace ancora tantissimo leggere racconti fantasy. Sono iscritta a due riviste dedicate al genere: The Magazine of Fantasy and Science Fiction e Asimov’s Science Fiction. Credo che il meglio del genere fantasy sia scritto in buona parte sotto forma di narrativa breve.

Vi ringrazio di avermi dato la possibilità di rispondere alle domande dei lettori! Se ci sono fan italiani che non conoscono ancora il sito bloodmemories.it, li invito a collegarsi per entrare in contatto con altri lettori di Robin Hobb. La community di Blood Memories ha anche una pagina Facebook, dove è possibile scambiarsi commenti e opinioni.

Gennaio e febbraio 2017: i libri che verranno…

I primi due mesi del 2017 ci regaleranno tante emozioni: scopriamo insieme i libri che verranno.

Gennaio si apre con due attessissimi libri:

Dal 10 gennaio in libreria Nothing Less. Fragili bugie di Anna Todd: continua la serie spin-off di After che ha come protagonista Landon, uno dei protagonisti maschili più amati dalle lettrici della Todd.

Sempre il 10 gennaio uscirà per Frassinelli Il Nido di Cynthia D’Aprix Sweeney: quattro fratelli ma un’unica storia, anzi strada… quella che porta dritto dritto verso il tesoretto di famiglia (il “nido” appunto) sul quale ognuno vuole mettere le mani per le sue ragioni. Pieno zeppo di humour, un romanzo bestseller in America, considerato da molti il miglior esordio del 2016.

Dal 24 gennaio in libreria La ragazza di Cracovia, in parte ispirato a una testimonianza di vita vera vissuta durante l’Olocausto. Un romanzo che celebra l’importanza della memoria e allo stesso tempo un racconto ricco di suspense.

Nello stesso giorno per Frassinelli I Calabroni di Marco Weiss, una grande epica contemporanea sul capitalismo, un romanzo dallo stile graffiante e originale.

E sempre il 24 gennaio, un libro al quale non vogliamo dare una definizione: un po’ romanzo, un po’ manuale, un’esperienza di vita vissuta che accresce chi lo legge. Parliamo de I miei bambini hanno i superpoteri di Carlotta Jesi, un racconto ironico e commovente sulla dislessia. Per imparare che la diversità può (e deve) essere vissuta come un’opportunità, nonostante i problemi legati alla scuola, ai rapporti interpersonali, alle difficoltà che i genitori stessi trovano nell’accettare e nel far accettare ai figli la propria dislessia.

Chiuderemo gennaio con An Assassin’s Creed Series Last Descendants La tomba dei Khan, secondo capitolo della serie young adult basata sul videogioco di successo di Unisoft) e Un uomo che ha vissuto di Riccardo Fogli. Quest’ultimo, è la confessione intima di un protagonista della musica italiana, dalla tormentata vita sentimentale al legame inscidibile con i Pooh.

Febbraio si aprirà con La biblioteca sull’oceano di Ashley Hay, un romanzo struggente e poetico sul potere salvifico della latteratura. Una storia che mostra quanta forza sia racchiusa in una fine e in un inizio e come l’una e l’altro spesso coincidano.

Sempre il 7 febbrario in libreria Il commissario Soneri e la legge del Corano (Frassinelli) in cui Valerio Varesi affronta uno dei temi più caldi e controversi dei nostri tempi: il rapporto tra occidente e Islam.

Il 14 febbraio (quale giorno potrebbe essere più adatto?) si chiuderà la serie di Anna Todd con Nothing Less 2. Ora e per sempre. Scopriremo finalmente se il cuore di Landon troverà pace e con chi…

La settimana dopo sarà finalmente possibile leggere il nuovo romanzo di Danielle Steel, L’appartamento: ambientato a NewYork, in  un appartamento (appunto) dove quattro coinquiline da sconosciute diventano grandi amiche, stringendo così un legame indissolubile, un porto sicuro in cui troveranno sempre riparo dal mare della vita.

In uscita il 21 febbraio Notte fonda in via degli angeli di Mancinotti Susanna: un giallo tutto al femminile ispirato a un vero, anche se incredibile, caso di cronaca.

Febbraio si chiude con un libro attesissimo: Bad boy 3. Mai più lontani di Blair Holden: il terzo capitolo di un vero fenomeno young adult.

Ma anche con un libro ispirato a un’icona di stile e femminilità: Essere Audrey di Marie Leclerc. Ecco 50 lezioni di eleganza e fascino, corredate da citazioni e affascinanti foto dell’attrice. Da sogno.

Non si preannuncia uno splendido anno?

2017: ecco il libri che verranno

Il 2017 di Frassinelli inizia subito, e inizia con un romanzo attesissimo: il 10 gennaio infatti pubblicheremo “IL NIDO“, di CYNTHIA D’APRIX SWEENEY la storia dolceamara dei fratelli Plumb: la famiglia follemente egocentrica che ha fatto innamorare New York. A lungo in testa a tutte le classifiche USA, e venduto in quasi tutto il mondo, “Il Nido” è stato premiato come il miglior romanzo d’esordio del 2016. Trascinante, commovente, divertente e dissacrante, IL NIDO è un concentrato di personaggi unici, un ironico bilancio generazionale e, in conclusione, una nuova conferma della massima di Tolstoj: «tutte le famiglie felici si assomigliano. Ma ogni famiglia infelice, è infelice a modo suo».

Sempre a gennaio, il 24, sarà la volta de “I CALABRONIi. ROMANZO DI UNA MULTINAZIONALE”, di MARCO WEISS. Una grande epica contemporanea, costellata di personaggi memorabili (segnatevi questo nome: Ivan Puntatore, detto “Il Punta”: un personaggio che, nonostante tutti i suoi sforzi, non riuscirete a detestare come meriterebbe); “I Calabroni” è un romanzo scritto con stile graffiante e originale, che appassiona, diverte, e – particolare non secondario – ci aiuta a capire chi, come e quando ha posto le basi del mutamento economico che ha cambiato per sempre il nostro modo di vivere.

Febbraio inizia con un attesissimo ritorno: il 7 febbraio pubblicheremo “IL COMMISSARIO SONERI E LA LEGGE DEL CORANO” di VALERIO VARESI: un noir come sempre serrato e coinvolgente, che vedrà il commissario Soneri addentrarsi in una Parma che non riesce più a riconoscere, quella delle periferie, dove le tensioni sociali legate all’immigrazione si fanno sempre più esasperate. Ancora una volta Valerio Varesi utilizza sapientemente il genere poliziesco per illuminare i luoghi più scuri e inquietanti della nostra società, e per svelarne le contraddizioni.

Sempre febbraio sarà il mese del primo esordiente italiano dell’anno, CHRISTIAN PASTORE, che si autodefinisce “difficilmente classificabile”, affermazione che possiamo confermare in pieno. E difficilmente classificabile è anche il suo romanzo, “SENZA AMARE ANDARE SUL MARE” (suggeriamo ai più curiosi di indagare sul titolo…). Quaranta persone si trovano, senza sapere perché, a bordo di una misteriosa nave da crociera, la Tituba, che viaggia apparentemente senza meta in un mare sconfinato sempre uguale a se stesso. Sconnessi dal resto del mondo, i protagonisti hanno come unico dovere quello di tenere un diario. E dai diari emergeranno una moltitudine di storie, e di legami, che danno vita a una straordinaria commedia umana (o tragedia, in certi casi).

Marzo sarà invece il mese di due grandi firme internazionali.

YANN MARTEL, autore di quel “classico moderno” che è “Vita di Pi”, torna ad occuparsi del rapporto filosofico, sentimentale e psicologico tra uomo e animale con “LO SGUARDO DI ODO” (7 marzo). Un grande romanzo, realistico e allegorico al tempo stesso, e un romanzo che ci dice molto di noi, perché, come afferma lo stesso Martel, “quando guardiamo gli animali non stiamo guardando solo degli esseri viventi, ma guardiamo nel cuore dei mistero dell’esistenza”.

Poetessa, rapper, adesso romanziera. KATE TEMPEST (31 anni), “è un’osservatrice imperdibile dei disastri psicologici ed emotivi del nostro frenetico tempo che strappa il cuore e i desideri ai più giovani e li spinge a correre, correre, correre”. Queste sono parole di SIMONA VINCI, che ringrazieremo sempre per aver tradotto per noi “The Bricks That Built The Houses”, il romanzo d’esordio di questa eccezionale artista: la storia appassionante e toccante di tre ragazzi del Sud-Est di Londra (o forse è proprio la storia del Sud-Est di Londra, dove peraltro Kate Tempest è nata e vive), che pubblicheremo il 21 marzo, per iniziare la primavera nel modo migliore.

E la primavera di Frassinelli proseguirà all’insegna degli autori italiani:

“Fatevi un regalo. Leggete questo romanzo. Vaccari è uno scrittore coraggioso”. Non ve lo diciamo noi, lo dice ANTONIO MANZINI, e il romanzo di cui parla è “IL TUO NEMICO”, di MICHELE VACCARI (uscita 4 aprile). La storia di Gregorio, un ragazzo piegato dalla crisi, un neet, che sceglie la strada dell’isolamento come estremo gesto di ribellione. Quello che però non sa, è che questa scelta si rivelerà assolutamente organica e funzionale al sistema che crede di combattere. Un romanzo attualissimo, che ci racconta una generazione che stiamo perdendo, scritto con uno stile originale e acuminato ai limiti della crudeltà. Il romanzo è piaciuto molto anche a IGORT, che ha realizzato l’illustrazione della copertina.

MORIRE IL 25 APRILE” è invece il romanzo d’esordio di FEDERICO BERTONI, già autore di un brillante saggio sul mondo dell’università: un romanzo che – ripercorrendo le azioni, e le contraddizioni, di Giuliano Romanini, comandante partigiano durante la Resistenza – racconta non solo la guerra partigiana (e la racconta senza retorica, senza sconti, senza infingimenti), ma anche l’Italia del dopoguerra, alla luce delle illusioni e delle speranze di quei mesi esaltanti e tragici. Uscirà il 18 aprile.

“La strada degli americani è un romanzo forte, dal ritmo incalzante. I personaggi sono disegnati talmente bene che vi sembrerà di sentirli parlare. Un esordio straordinario. Vi lascerà senza fiato.” (MAURIZIO DE GIOVANNI)
“Un romanzo implacabile e intenso. Personaggi forti, che senti nella carne e nelle ossa. Così vivi che ti viene voglia di interpretarli.” (MARCO D’AMORE)
Come presentazione de “LA STRADA DEGLI AMERICANI” (2 maggio), il romanzo d’esordio del giovane regista napoletano Giuseppe Miale Di Mauro, le parole di Maurizio De Giovanni e Marco D’Amore ci sembrano sufficienti. La Napoli di Gomorra, della criminalità, dei quartieri desolati, ma anche una Napoli dove il riscatto è ancora possibile.

GAIA SERVADIO è un’esploratrice che si nutre di interessi sconfinati” (La Repubblica). Non possiamo che essere d’accordo, e siamo felici che gli interessi di questa grande intellettuale e scrittrice italiana, da anni residente a Londra, abbiano deciso di toccare la storia di “DIDONE REGINA“, titolo del romanzo che pubblicheremo il 16 maggio. Gaia Servadio sa raccontare come nessun altro le donne: e ha deciso di raccontare la donna che, prima nella storia, dovette affrontare il rapporto con il potere. Il potere non è per tutti, è un peso che si deve saper sostenere: la vita di Didone, destinata a essere fondatrice di Cartagine, è un percorso che si articola tra rinunce, tradimenti, sacrifici e amori impossibili.

“Un libro che arde di magia e perdita, di esilio e ritorno, bellezza e angoscia:’TADUNO’S SONG‘ è un’epica colossale, cammuffata sotto le forme di un romanzo breve.” Sono parole di MARLON JAMES, uno che di solito non è particolarmente prodigo di complimenti. Ma il romanzo del nigeriano ODAFE ATOGUN i complimenti li merita davvero. Pubblicato in UK da Canongate nel 2016 (in Italia uscirà il 30 maggio) racconta la favola di musica e ribellione di Taduno, che combatte con le sue canzoni la dittatura che sta uccidendo il suo paese. E chi sentisse, in questa trama, un’eco della vicenda di Fela Kuti, sentirebbe bene…

Questa la prima parte del 2017 di Frassinelli. Noi siamo molto soddisfatti, e speriamo anche voi. Per il resto dell’anno, pazientate un po’.

Oroscopo dello scrittore GENNAIO 2017

Oroscopo dello scrittore.

Lo scrittore dell’Ariete non si lasci mai veramente sedurre da un Mercurio che, dal 4 al 12 gennaio, fingerà solo di essere amico delle idee del segno ma che, in realtà, cambierà idea e schieramento molto presto. Inutile illudersi, ci rimarreste male.         

Lo scrittore del Toro decida di mettersi al lavoro solo e soltanto dal giorno 12 in poi, quando cioè finalmente la mente avrà le idee piuttosto chiare e capaci di produrre qualcosa di interessante. Ogni cosa a suo tempo.           

Lo scrittore dei Gemelli trascorrerà la prima parte del mese in modo piuttosto caotico, confuso, senza mai trovare veramente gli spunti e le idee adatte a fare di meglio e di più. Decisamente più brillante, invece, la seconda metà di gennaio.  

Lo scrittore del Cancro oscillerà spesso tra il bisogno di dire e di parlare comunque (fino al giorno 8) e un modo di lavorare che riporterà ordine e logica tra le idee (dopo il 12). Insomma un mese di cui dovrete sempre rispettare gli spazi e le regole.                  

Lo scrittore del Leone dovrà prendere con le pinze le idee e gli entusiasmi di Mercurio, in onda nella seconda settimana del mese. E lo farà soprattutto evitando di fare progetti e programmi a lungo termine. Le stelle parlano chiaro.                

Lo scrittore della Vergine dovrà rimanere immobile soprattutto tra l’1 e il 12, quando cioè Mercurio sarà maldestro e nemico delle sue idee. Molto meglio andrà nella seconda metà di gennaio, perché ogni cosa apparirà più logica e chiara.    

Lo scrittore della Bilancia avrà spesso voglia di dire, parlare di raccontare, soprattutto nei primissimi giorni del nuovo mese, quando Venere sarà solleticata dalle idee. Prima di farlo, però, assicuratevi di essere capiti, compresi, apprezzati.       

Lo scrittore dello Scorpione aspetti rigorosamente il giorno 15 prima di proporre o di illustrare idee e progetti. Perché sfidare tutto e tutti non gli servirà, perché sarà necessario adattarsi ai trend del suo cielo. Sempre.                     

Lo scrittore del Sagittario godrà della preziosa presenza di Mercurio solo dal giorno 4 al 12. Meglio però concentrare ogni cosa importante tra l’8 e l’11, perché solo quello sarà il tempo della chiarezza, della genialità che vi aiuta a brillare.  

Lo scrittore del Capricorno non dovrebbe affatto fidarsi di Mercurio nei primi giorni dell’anno. Meglio quindi rimandare ogni iniziativa a dopo il 13, quando il pianeta veloce sarà di nuovo forte, convinto e convincente.  E voi potete aspettare.            

Lo scrittore dell’Acquario dovrebbe davvero rimandare ogni iniziativa al mese prossimo, quando finalmente Mercurio vi aiuterà a capire e a descrivere meglio ogni cosa, forti di un pensiero nuovamente lucido, agile e brillante. Prendetevi una pausa.       

Lo scrittore dei Pesci ha grandi idee e energie. Il punto sarà però capire quando Mercurio gli darà davvero una mano, qualcosa che difficilmente potrà accadere nella prima metà del mese. Andateci piano con la fretta delle idee.    

Anna Todd in Italia per NOTHING LESS

Il 10 gennaio 2017 Anna Todd sarà in Italia in occasione dell’uscita di NOTHING LESS – FRAGILI BUGIE, il seguito di NOTHING MORE, la nuova appassionante saga che ha per protagonosta Landon, uno dei personaggi più amati di After.

Ecco le tappe del tour di Anna Todd:

Martedì 10 gennaio   

Milano.  Anna Todd firma copie del libro Nothing less/Fragili bugie  e incontra il pubblico presso il  Mondadori Megastore, Piazza del Duomo 1, ore 14.30

Mercoledì 11 gennaio

Bologna. Anna Todd firma copie del libro Nothing less/Fragili bugie   e incontra il pubblico alla Librerie.coop Ambasciatori, Via degli Orefici 19, ore 15.30

Info evento >>https://www.facebook.com/events/725924270888981/

Giovedì 12 gennaio

Bari. Anna Todd firma copie del libro Nothing less/Fragili bugie   e incontra il pubblico a La Feltrinelli Libri e Musica, Via Melo 119, ore 15.30

Venerdì 13 gennaio

Roma. Anna Todd firma copie del libro Nothing less/Fragili bugie   e incontra il pubblico presso la Galleria Commerciale Porta di Roma, Via Alberto Lionello 201.  L’evento è organizzato in collaborazione con Auchan,  ore 17

Anche Joe Hill riceve il Goodreads Choice Award

Non solo Stephen King (qui l’articolo), ma anche Joe Hill riceve il Goodreads Choice Award!

The Fireman, l’ultimo travolgente romanzo di Joe Hill, ha vinto il Goodreads Choice Award nella categoria Horror!

Premiato con oltre 23.000 voti arrivati direttamente dai lettori, The Fireman ha sbaragliato la concorrenza, confermando il successo di un autore sempre più popolare.

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